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Autore: _Spellcaster    03/02/2013    2 recensioni
-Kaito! Kaito! Ce l'ho fatta, l'ho finito! I risultati sono gi stessi! Ce l'ho fattaaaa!- L'altro annuì, sorridendo.
-Ora voglio la ricompensa!- Annunciò lui, imbronciandosi.
-Finisci prima gli altri sei problemi, poi ne riparliamo. Oh, sì, e stavolta devi farli da solo, se no... perché dovresti meritare una ricompensa?-
-...Porca miseria.-
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fuya Okudaira/ Nelson Andrews, Kaito Tenjo/Kite Tenjo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Trapezio~

Le mani di lui gli accarezzavano leggermente la rosea guancia; gli occhi, leggermente socchiusi, vagavano sul volto dell'altro. "Okudaira" riecheggiò nelle sue orecchie; il suo nome, pronunciato incessantemente dal suo amante, con quella voce, con quel respiro, gli faceva perdere la testa. Le labbra del giovane si dischiusero leggermente, bramose dell'altro. "K-Kaito..." balbettò, silenzioso. L'altro gli si avvicinò; le punte dei loro nasi si solleticavano a vicenda; le labbra si invocavano e...
e il freddo il pavimento lo abbracciò.
Si massaggiò la testa dolorante, imprecando contro la madre che, sul luogo del 'delitto', sorrideva beffarda con le mani conserte al petto.
-Fuuya, sai che ore sono vero!? È tardissimo!- urlò lei. Il ragazzino, ancora stordito e ancora sognante, si alzò pigramente dal pavimento che, in quel momento, gli sembrava un Paradiso rispetto alla madre e all'Inferno che lo aspettava. Prese tra le mani la sveglia di fianco al suo letto e rimase per circa cinque secondi a fissare le lancette che scorrevano. Fulmineo, corse giù con la giacca infilata solo a metà e la cravatta che minacciava di strangolarlo. -Io vado mamma! Corro!- biascicò lui con il toast fra i denti. -Non arriverai puntuale neanche volando, figlio mio!-
Corse il più possibile, cercando di infilare il resto dei libri nella cartella. Infilare i libri in una cartella mentre si corre è da primato, ragazzi. Era in ritardo solo di mezz'ora dopotutto. La sua fortuna, quella mattina, fu che il tempo prometteva bene: niente nuvole, vento assente. Sole, sole e tanto sole. 
Si grattò la nuca, sbigottito nel vedere il cortile della sua scuola quasi vuoto e i cancelli ancora chiusi. Alcuni ragazzi erano seduti al bar vicino, tenendo dei libri fra le mani.
-Sei in netto anticipo, Okudaira. Tua madre ti ha sbattuto fuori?-
"Oh, puoi scommetterci."
Si girò di scatto, sentendo una voce fin troppo familiare che gli faceva compagnia anche nei sogni. Sì, quel sogno, giusto. Avvampò al solo ricordare. -Buongiorno, Kaito!- si mise sull'attenti. L'altro lo guardò accigliato, incarcando un sopracciglio. Scrollò le spalle, poi riprese -Anticipo? Che anticipo?- domandò il ragazzino più piccolo. -Oggi entriamo alle nove, manca il professore di biologia- spiegò l'altro. -...Ti detesto, mamma!- Maledisse mentalmente la donna che gli apparve nella mente con quella sua risata sguaiata. -Invece di detestare tua madre, dovresti ascoltare almeno le circolari-
I cancelli si aprirono e l'ondata di ragazzi potè entrare. Fuuya diete un'occhiata all'orologio che segnava cinque minuti alle nove. Sospirò e dannò mentalmente quella notte perché ora aveva voglia di fare il niente assoluto. Sbuffò. Una mano gli si poggiò sul capo, facendolo sobbalzare.
-C'è qualcosa che non va?- mormorò l'altro. In risposta, scosse impetuosamente il volto. L'altrò fece spallucce, poi andò avanti al suono della campanella. -Io vado, ci vediamo dopo- annunciò alzando un braccio in segno di saluto. Fuuya rimase a guadarlo, poi si addentrò a sua volta. Gli sarebbe piaciuto stare nella sua stessa classe, se solo Kaito non avesse avuto tre anni in più.
Si accasciò sulla sua sedia, affondandò il volto nel suo zaino poggiato sul banco. Sarebbe rimaso così per tutte le ore di lezione e, in effetti, così fu, solo che a coprirlo non c'era più lo zaino, ma il libro di geometria. Poggiò la testa sul banco con il libro che gli faceva bellamente da 'scudo'. Passò così le sei ore, muovendo gli occhi stanchi avanti e indietro, sopra e sotto sulle pagine del libro che sembrava volesse ammazzarlo con rombi e trapezi. "Vi odio, parallelogrammi. Che siate dannati."
Non ascoltò una sola parola della spiegazione; il suo unico intento era uscire di lì.

xxx


-Cosa diamine è questoooooo!?- Un urlo straziante inondò la sua camera. Si precipitò alla cornetta del telefono, digitandone feneticamente i tasti. Un "Pronto?" dall'altra parte fu soffocato dalle urla disperate di Fuuya.
-Kaitoooo ti pregooo devi aiutarmi sono disperato morto finito aiutoooo.- piagnucolò, strusciandosi contro la cornetta, pendendo letteralmente dalla risposta dell'altro.
-Cosa succede?-

-Non riesco a fare i problemi di geometriaaaa- Si udì un sospiro dall'altra parte e un "Arrivo" che sembrò rinvigorire completamente il giovane dai capelli azzurri.
Dopo una mezz'ora, si presentò il 'salvatore' di Fuuya sull'uscio della porta e fu travolto dal ragazzino che cominciò a ringraziarlo e a venerarlo(?). Lo fece accomodare nella sua stanza, facendogli vedere il fatidico libro di geometria. -Mi odiano, Kaito! I parallelogrammi mi odiano!- si lamentò. L'altro fece per sbattergli il libro in faccia ma si limitò a fulminarlo con lo sguardo, facendolo zittire.
-Da' qua- diede una veloce occhiata al problema, tornando a guardare il ragazzo. -Comincia a fare i primi passaggi, quando arrivi ad un punto morto ti aiuto, okay?- gli disse
-Ma io non so da dove cominciareee!- Kaito si sbattè la mano sulla fronte, esasperato. Gli si avvicinò e gli spiegò passo per passo cosa fare. -Imposta il lato obliquo del trapezio come incognita- fece scorrere la matita sul quaderno. Fuuya rabbrividì, arrossendo. Il suo cuore palpitava incredibilmente, il che non era molto normale. Doveva essere abituato alla sua vicinanza, no?
-Ora devi applicare il teorema di Pitagora usando la x e il cateto del triangolo, che è una parte della base maggiore del trapezio- Kaito lo guardò, notando che il ragazzino fissava tutto fuorchè il quaderno. Irritato, gli si avvicinò, stringendogli il viso in una mano. -Senti, ragazzino, sono venuto qui per aiutarti e pretendo si essere ascoltato, okay?-
L'altro fece per aprir bocca ma fu subito zittito dalle labbra dell'altro. Fuuya sgranò gli occhi, incatenandoli a quelli dell'altro. -E ora continua a svolgerlo- disse calmo. Il piccolo si portò una mano alla bocca, poi si sollevò, luminoso. -Questi erano i preliminari, vero!?- Kaito sobbalzò per poi arrossire, cosa che spiazzò Fuuya, e non poco.
-Idiota! Pensa a finire il problema!- -Sì, però poi voglio una ricompensa!-

-Kaito! Kaito! Ce l'ho fatta, l'ho finito! I risultati sono gi stessi! Ce l'ho fattaaaa!- Annuì l'altro, sorridendo. -Ora voglio la ricompensa!- Annunciò lui, imbronciandosi.
-Finisci prima gli altri sei problemi, poi ne riparliamo. Oh, sì, e stavolta devi farli da solo, se no... perché dovresti meritare una ricompensa?-
-...Porca miseria.-




Angolino della donna-salame(!?)
Ohilà ♥♥ Ultimamente non posso stare molto al pc perché la batteria del mio dolce(?) pc sta facendo i capricci e se si brucia, i miei genitori mi ghigliottinano perché sarebbe il secondo computer che fondo(?) ♥ :C
Comunque... Sì, secondo me Okudaira è una schiappa in geometria e i fatt narrati non sono puramente casuali e frutto di fantasia(?). Infatti, è ispirato alla giornata di oggi, passata a risolvere un problema irrisolvibile(?) di un fottuto trapezio. TI ODIO, TRAPEZIO. Però poi ce l'ho fatta, sìsì. Perché poi se 2/5x= 6 allora 4/5x= 12. Eh, sì, giusto, ovviamente, non fa una piega, voglio dire, sono un genio ahahah no.
Ora vado che sinceramente voglio spegnere il pc e lasciarlo caricare in tranquillità çuuç (pc: MALEDETTA BARAFUTTAAAA(?))
Viva le Worthshippig foreva end eva end paua ♥ -inglese forevaH-
Bacioni,
_Spellcaster.
  
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