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Autore: Ipsi    03/02/2013    3 recensioni
Stavo per scattare con uno dei miei momenti d’ira, quando alzai lo sguardo e la vidi. Alta quanto me, capelli mossi e castani, occhi nocciola e un’espressione così dispiaciuta che tutta la rabbia che avevo addosso sparì di colpo.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il giorno dopo mi svegliai tutta pimpante, pensando all’idea che mi era venuta. Scesi in cucina e mi sedetti per fare colazione.
-Buongiorno ma’- dissi a mia madre.
-Buongiorno a te, Amelia.- disse lei.
Mia madre era abbastanza alta, avevo preso da lei i capelli castani e gli occhi nocciola. L’ho sempre considerata una gran donna, di mente aperta e alla quale potevo parlare di tutto.
-Divertita alla festa ieri?- disse lei porgendomi dei toast e della marmellata.
-Al solito ma’. C’erano davvero tante persone e…ho sporcato il maglioncino che indossavo. Ma non è stata colpa mia, giuro!-
-Come sempre, la solita distratta.-disse lei biasimandomi. –E, sentiamo, come ti saresti sporcata?-
-Beh, stavo prendendo del ginger e una ragazza mi è finita addosso per sbaglio, così la sua Coca Cola mi è finita addosso.- dissi io per difendermi.
-Una ragazza eh?-
-Sì, un’amica d’infanzia di Amy. E’ una tipa a posto, si è scusata diverse volte dopo l’accaduto.- Notai come, nel parlare di lei, il mio tono di voce si abbassò. Brava Amelia, ora si accorgerà di tutto.
-
Uhuhuh qualcuno ha una cotta!- disse mia madre ammiccando.
-Eddai ma’, non è una cotta. Non la conosco nemmeno , quindi.- dissi io per giustificarmi in qualche modo.
-Ma ti piace.-
-… -  Cazzo.
-Lo sapevo! Il mio istinto non sbaglia mai.- disse mia madre scompigliandomi i capelli e ridendo.
-Invece ti sbagli. E’ solo una ragazza che ho casualmente incontrato ad una festa.- E alla quale chiederò di uscire. Che sarà mai.
Mia madre sospirò. –Come vuoi, tesoro. Ma adesso sbrigati o farai tardi a scuola. – Si chinò e mi diede un bacio in testa.

Tra casa mia e la scuola c’erano dieci minuti di strada con il motorino, così qualche volta potevo permettermi di dormire cinque minuti in più. Percorrere quella strada tutti i giorni per quattro anni, mi ha permesso di apprezzare il luogo in cui vivo. Tanto verde, pochi palazzi. Il tipico paesaggio inglese, insomma.
Arrivata a scuola, mandai un messaggio ad Amy.
“Ciao idiota, come stai? Devo parlarti al più presto! Passo oggi pomeriggio a casa tua? Un bacio.”
Entrai in classe, cercando di andare subito al mio posto ma purtroppo una stronza dai capelli ricci e rossi mi bloccò la strada.
-Ecco la nostra lesbicuccia che si diverte a fare l’asociale alle feste!- disse Joan ridendo con le sue amichette.
-Sempre simpatica Joan, vero?- le sorrisi ironicamente.
-Do il meglio di me!  Certe volte mi chiedo come la mia cuginetta possa uscire con una come te. Che spreco totale.-
-Sai, certe volte mi chiedo come Amy non ti abbia picchiata. Che spreco totale.- a questa mia battuta lei ammutolì, così me ne andai soddisfatta al mio posto.
Ebbene sì, l’antipatica cugina di Amy era in classe con me! Pensavo fosse una brava persona all’inizio, ma poi dopo la sua prima storia con il suo primo ragazzo, si è montata talmente tanto la testa da diventare una stronza di prima categoria.

Alla terza ora sentii il mio telefono vibrare. Amy ,pensai.
“Ma ti sei vista? Idiota ci sei tu ahaha Comunque, ci sono oggi pomeriggio quindi ti aspetto. Di che mi devi parlare? Ho una mezza idea. L’amore chiama! Ciao scema.”
Leggendo il messaggio mi misi a ridere. Sono un libro aperto per lei e mia madre. E’ incredibile.

Quel pomeriggio, prima di andare da Amy, cercai le parole migliori per spiegare ciò che avevo in mente. Ero tutta agitata!

Arrivata da lei, suonai alla porta e mi aprì dopo qualche minuto.
-Ciao Am!- dissi io abbracciandola.
-Ciao Amelia!-disse lei ricambiando l’abbraccio.
-Vieni, entra pure.- mi fece strada verso camera sua, poi mi sedetti sul letto e lei chiuse la porta. –Allora, di che mi devi parlare?-
-Briana.- dissi io un po’ imbarazzata.
-Avevo ragione, l’amore chiama! – Si mise a ridere e io risi con lei.
-No dai, non esageriamo. Diciamo solo che ieri quando stavo per andarmene, è venuta da me e abbiamo parlato un po’. -
-E di che avete parlato?- disse lei incuriosita.
-Non ha importanza..- avevo un segreto da mantenere -..sta di fatto che la voglio rivedere e voglio avere il tuo parere sull’idea che ho avuto.-
Amy si sedette accanto a me, prestandomi tutta la sua attenzione. – Sentiamo. -
-Allora, ieri mi ha detto che se c’è qualcosa che può fare per riparare al guaio che aveva combinato, non avrei dovuto esitare a chiedere. Ecco, vorrei andare a scuola sua quando esce e chiederle di uscire sfruttando così il favore che mi deve. Ovviamente non glielo chiederò così direttamente, ho già le parole pronte. Secondo te accetterebbe o mi prenderebbe per pazza?-
-E’ un ottimo piano invece. Provaci, non hai nulla da perdere!-
Tirai un sospiro di sollievo e l’abbracciai. –Sei la migliore!-
-Non ho fatto nulla invece.- Sorrisi, e mi lasciai prendere da quell’abbraccio.

Quella sera andai a dormire con una grande ansia che mi pervadeva,  e mi ritrovai a pensare ancora alla sera del compleanno.
Perché è venuta a parlarmi di nuovo? In fondo, si era già scusata prima. E poi, perché confessarmi quel suo piccolo segreto? Non può essere per il fatto che sente di potersi fidare. Nessuno sano di mente si fiderebbe della prima persona che incontra. Eppure… “Io non sono tutti..” lei non è tutti. Adesso tocca a me fidarmi di lei e di quello che dice. Amelia, fai attenzione. Non ti illudere prima del tempo. Lo so che ti è sembrata interessata ma non ti ci affezionare subito.
-Devo smetterla di parlare da sola.- dissi prima di andare a dormire.

Quella mattina a scuola ero fin troppo distratta. Immaginavo la scena del nostro incontro e speravo davvero che niente sarebbe andato storto.
Dopo scuola, presi subito il motorino e andai alla Modern Academy che distava circa un isolato. Arrivata, parcheggiai accanto ad un albero e aspettai che gli studenti uscissero da scuola. Il cuore mi batteva a mille. Pur essendo una persona molto sulle mie, quando si trattava di conquistare il cuore di qualcuno mi sono sempre fatta in quattro.
Dopo circa cinque minuti di attesa, la vidi finalmente uscire dal portone principale.
Ci siamo.
Scesi dal motore e mi diressi verso di lei quasi tremando per l’emozione. Stavo per chiamarla, quando ad un certo punto vidi che dietro di lei uscì un ragazzo poco più alto che l’abbracciò. Mi fermai subito e cercai di non farmi vedere. Subito venni presa d’ansia e li guardai ancora: adesso stavano ridendo per chissà quale battuta.
Ecco, te l’avevo detto Amelia. Sta con un ragazzo e tu non puoi farci nulla. Abbandona la missione, dai.
Ero alquanto delusa da ciò che avevo visto, quindi cercai di andarmene senza farmi notare.  Tuttavia, mentre camminavo verso il motorino, sentii Briana chiamarmi.
Oh, no  pensai.
-Amelia!- disse lei allegramente.
-Hey Briana, ciao- le sorrisi io.
-Cosa ci fai qui?- disse lei ricambiando il mio sorriso.
-Niente di ché, passavo da queste parti e volevo vedere se c’eri.-
-Beh eccomi qua! Come stai?-
-Bene, bene. Tu?-
-Anche io, grazie.-
In quel momento pensai che avevo lavorato talmente tanto per preparare quel momento, che forse non avrei dovuto lasciare perdere il tutto. Avrei potuto averla come amica, giusto? Quindi tentai ciò che in quel momento mi sembrava impossibile.
-Senti, in verità ero venuta per un altro motivo.-
-Dimmi pure!-
-Ricordi che l’altra sera hai detto che mi devi un favore?-
Lei accennò con la testa.
-Bene…- sospirai - se vuoi anche tu conoscere qualcos’altro di me e farmi sapere altro su di te, paga il tuo ‘pegno’ e vieni con me sabato sera al bar del centro. – Dissi quelle parole tutte d’un fiato. Ce l’avevo fatta.
Briana mi parve sorpresa. Per un momento avrei voluto scomparire dal mondo. Oddio oddio, cos’ho fatto. Scappa Amelia, scappa!
-V-volentieri.- disse lei timidamente.
Dentro di me in quel momento, c’era un tripudio di emozioni. Avrei voluto iniziare a correre dappertutto e abbracciare tutti!
-Sei sorpresa?- le dissi dopo.
-Non me l’aspettavo, ecco. Pensavo di averti spaventata con le parole ‘poco comuni’ che ho utilizzato l’altra sera. - sorrise imbarazzata.
-Nono, anzi. Sono state proprio quelle parole a spingermi a farti questa richiesta.-Guardai il ragazzo che poco prima era accanto a lei e mi venne una morsa allo stomaco. –Allora a sabato, Briana.- le sorrisi –A sabato. – mi disse lei.
Quando ci salutammo, tornò dal suo ragazzo e la vidi spingerlo di lato scherzosamente.
Dai Amelia, non ci pensare. Può essere l’inizio di un’amicizia. In fondo, siete entrambe interessate a conoscervi.  

Purtroppo però, quando ho un pensiero in testa, niente è capace di farmi cambiare idea. Proprio niente. Quindi, passai i giorni che mi separavano al sabato con un po’ di angoscia e curiosità. In verità non capivo nemmeno io come mi sentivo, sapevo solo che non vedevo l’ora di uscire con lei.

  
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