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Autore: LuxyCharm    04/02/2013    2 recensioni
John e Sherlock, finalmente insieme, come due normali coinquilini dipendenti l'uno dall'altro, vivono tranquillamente la loro vita al 221B di Baker Street; questo delicato legame verrà sconvolto dall'arrivo di Jasper, un vecchio amico di John, i due ritorneranno amici ma si manifesteranno nuovi sentimenti nella mente di Sherlock.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, John Watson , Sherlock Holmes
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Messaggio autrice.
Tranquilli, sarò breve. Voglio dedicare questo capitolo alla mia Beta, Tovie, per i suoi consigli molto utili.
Buona lettura :)

Capitolo 2.
Spalancai gli occhi, dove mi trovo? Guardai in giro per la stanza, ora ricordo: ero immerso nelle mie ricerche ma ad un tratto tutto divenne scuro. Scrollai le spalle, notai di essere in camera mia con addosso il pigiama ed il letto completamente sfatto, non ricordo che qualcuno avesse dormito con me e che io mi sia messo il pigiama. Mi alzai, presi le ciabatte avviandomi in cucina, c'era qualcuno che poteva rispondere alle mie domande.
- Buon giorno.-
Lo guardai alzando un sopracciglio.
- Perché?-
Sembrò sorpreso dalla mia domanda, tanto da alzare la testa dal giornale.
- Le persone normali augurano un buon giorno.-
- Sarebbe un buon giorno se sapessi perché mi sono svegliato col pigiama e sul mio letto, John.-
C'era un pizzico di malizia quando pronunciai il suo nome e il suo volto diventò rosso e automaticamente si nascose dietro l'imponente giornale.
- Semplicemente ti ho visto addormentato fra quei libri puzzolenti, ti ho messo a letto e..-
-E?-
Con uno scatto alzò lo sguardo e mi sfidò cercando di mantenere il discorso calmo senza malintesi.
- I tuoi vestiti erano sporchi quindi.. semplicemente ti ho messo il pigiama-.
-E hai dormito accanto a me.-
- Non ti sfugge nulla. Ieri sera eri molto stanco e mi sono preoccupato, tutto qui.-
Non è adorabile come svincola fra le parole evitando qualsiasi equivoco? Gli sorrisi, lui abbassò la testa ormai tornata al suo colore naturale e mi versò il tea nella solita tazza. Volevo parlargli, sentire la sua voce che accarezzava le mie orecchie
- John.-
Uscì un sussurro dalle mie labbra, lui alzò di scatto la testa guardandomi gli occhi con aria preoccupata.
-Io..-
Un rumore interruppe la mia frase, era il cellulare di John, chi poteva essere? Per un momento mi fissò aspettando che dissi qualcosa ma scosse la testa e prese il cellulare.
- Ciao Jasper.-
Lo vidi sorridere, gesticolare, parlare e ancora sorridere, ma non rivolto a me. Mi alzai, detestavo vedere i suoi occhi brillare ascoltando la voce di qualcun'altro, perché questa stretta al cuore? Perché questo sovraccarico di pensieri? Andai verso la finestra e rimasi a contemplarla perdendomi nel vuoto cercando di sbrogliare quel groviglio di pensieri; c'era qualcosa di familiare in quel quadretto di persone che vivevano normalmente la loro vita, fissai una persona che mi stava guardando misi a fuoco l'immagine: Lestrade. Aveva lo sguardo perplesso come se stesse cercando di decifrarmi invano, ad un tratto scosse la testa come se stesse scacciando un brutto pensiero e mi fece cenno per farmi capire che stava salendo.
-Sta salendo Lestrade, potresti cortesemente terminare la chiamata?-
Accentai la parola "cortesemente" e in un attimo gli occhi di John mi furono addosso controllando ogni mio minimo movimento come se fosse indispensabile.
-Devo andare, ci sentiamo dopo. -
Udii il "che succede?" di Jasper, ma John chiuse la chiamata continuando a fissarmi con la bocca socchiusa, come potevo resistere a quelle labbra così misteriosamente perfette? Mi avvicinai a lui toccando la sua camicia col mio pigiama continuando a fissarlo dritto negli occhi e lui ricambiava con aria preoccupata.
- Sherlock?-
Bussarono alla porta, doveva essere Lestrade, mi girai andando nella mia camera per cambiarmi sentendo lo sguardo di John accompagnarmi per tutto il tragitto.

- Ciao Greg, che succede?-
John sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi mentre versava del tea a Greg che ricambiò goffamente cercando di spiegare la situazione, ma ovviamente intervenni
- Dovevi chiamarci per assegnarci un nuovo caso però c'è stata una telefonata inaspettata e a giudicare dall'aroma che sfoggia la tua sciarpa era un appuntamento.. non proprio, un semplice caffè che tu avevi decifrato come appuntamento. Dovete aver passato tutta la giornata insieme perché il profumo femminile sventolato con orgoglio dalla tua sciarpa è molto intenso, ti sei divertito? Ovviamente ieri intendo.-
Ridacchiai appena finita la mia analisi senza dare spazio alle spiegazioni Greg.
- Sherlock, non è giornata te lo posso assicurare.-
Mi fulminò con lo sguardo, piegò la testa appoggiandosi sulle mani accuratamente intrecciate sibilando:
- Scusa.-
Sbuffai, perché ogni volta che si presenta un problema centrano i sentimenti? Una nuova fiamma stava ardendo nel cuore di Greg, ma non una qualunque, aveva l'aria troppo stanca come se qualcosa fosse andato storto, l'ha rifiutato? Non credo. Lui si aspettava qualcosa, una situazione adatta a.. a.. John è pratico di queste situazioni, non capirò mai! Però devo riuscire a capire perché così potrò decifrare i comportamenti di John nei confronti di Jasper. Ha una macchia di caffè leggermente visibile sui pantaloni, strano che Greg indossi gli stessi vestiti in giorni consecutivi, forse per il suo stato d'animo l'abbigliamento era subordinato ai suoi pensieri; Il profumo femminile è più recente  della macchia di caffè, quindi si sono visti anche di sera, situazione perfetta da portare sotto le coperte dell'amata, ma qualcosa è andato storto.. Ma certo! Conoscendo la timidezza di Greg deve aver  cercato di conversare col proprio corpo per far capire le proprie intenzioni, come dire... non tanto caste. Lei deve aver rifiutato non esplicitamente o ha evitato il discorso, questo non riesco a chiarirlo con certezza..
- Lei cosa ti ha detto?-
Mi guardò con gli occhi e la bocca spalancata come se avessi fatto centro, possibile che ogni volta devo spiegare tutto per filo e per segno?
- Non.. non capisco cosa intendi.-
La sua voce balbettava e incominciò a stuzzicare le proprie unghie in segno di arresa, ha capito bene cosa intendo però a quanto pare non vuole parlarne.
- Ehm.. potete spiegarmi la situazione?-
Lo sguardo perplesso di John saltava da me a Greg con un punto interrogativo che incombeva sopra di lui.
- Niente, davvero. Dobbiamo dare priorità al caso.-
Mi rilassai nella mia poltrona, nessun caso può essere paragonato alla complicatezza dei sentimenti umani. Girai gli occhi in segno di arresa, ma non sarebbe finita lì la discussione.
 Ad un tratto Greg divenne serio, questo non era uno dei soliti casi che ci affidava, c'era qualcosa di più.
- Hanno trovato una ragazza morta dentro un cassonetto della spazzatura, vi darò informazioni più dettagliate in seguito.. ciò che conta sono i tagli che sono stati trovati nella fronte della vittima..-
Fece una pausa ispirando profondamente..
- Ci sono le tue iniziali Sherlock.. SH.-
 

Andai via così in fretta dall'appartamento che John dimenticò la sciarpa nonostante fuori facesse molto freddo, infilandomi velocemente dentro un taxi senza aspettare gli altri due che affannosamente cercavano di starmi dietro nel frattempo cominciai a rimuginare sui strani segni della vittima: molte persone hanno le mie stesse iniziali, ma non c'è da escludere che io abbiamo molti nemici.. troppi. I primi sospetti ricadranno su di me, il sociopatico/consulente investigativo chiamato Sherlock Holmes.

I poliziotti passarono tutti il tempo ad interrogarmi facendo domande stupide, chiedendomi dove mi trovavo e tartassando così tanto il mio cervello fino a concedermi una pausa a cui risposi cortesemente sbuffando. Andai fuori incontrando John con lo sguardo, non lo avevo mai visto così preoccupato, era davanti a me che imprecava per il freddo strofinando le mani in cerca di calore, con il naso completamente rosso quasi nascosto dal colletto del giubbotto, notò il mio sguardo indifeso che lo scrutava come gli occhi di un bambino che aveva appena rotto un vaso.
-Guarda che sono arrabbiato con te per avermi scaraventato giù dalle scale facendomi dimenticare la sciarpa!-
Sbuffò girandosi dall'altro lato evitando i miei occhi che gli avrebbero fatto dimenticare l'accaduto. Non dissi nulla e avvicinandomi incontrai la sua schiena col mio petto, sussultò a quel contatto e io sorrisi guardando le sue orecchie tingersi di tutte le gradazioni del rosso come, probabilmente, tutto il suo viso. Indugiai per un attimo, e se fraintenderebbe la situazione? Siamo solo amici e gli amici dimostrano il proprio affetto.. giusto? Un momento.. Perché faccio domande a me stesso pur sapendo di non sapere la risposta? Strano che io non sappia qualcosa.. Ma certo! Questo gesto sarà un esperimento sulle reazioni degli umani ai gesti inaspettati, sono un genio. Il freddo incominciò a gelarmi le ossa e vidi John ondeggiare per riscaldarsi.. fu tutto in un attimo, presi i lembi della mia lunga sciarpa, li arrotolai attorno al suo collo cingendolo con le mie braccia affondando il viso fra i suoi morbidi capelli dorati.
- Sherlock..-
- è un esperimento.-
Uscì un sussurro dalle mie labbra come una dolce ninna nanna. Lo sentii abbandonarsi a quella stretta, stringendo le mie braccia con le sue morbide mani da medico.
- Così si spiega il tuo comportamento di oggi.. dovresti pensarci meno a questi esperimenti.-
Sussultai, forse il mio gesto non gli era piaciuto? Troppo avventato?
- Cioè.. voglio dire.. evita di rimuginarci su tutto il tempo e passa direttamente alla pratica.-
Si schiarì la voce, inevitabilmente le mie gote diventarono color porpora mentre lui si rifugiava nella mia sciarpa ispirando a pieni polmoni il mio odore come se non lo volesse dimenticare mai più.
  
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