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Autore: avalonne    04/02/2013    1 recensioni
Questa storia era stata scritta per un contest, ma non ha mai ricevuto il giudizio e finalmente la posto su efp.
Alla Testa di Porco è in corso una riunione con ex allievi, professori, Auror e invitati vari (compresa una giornalista dalla penna troppo facile). In un clima semi idilliaco l’impensabile avviene: Harry Potter viene assassinato!
Il giovane eroe barcolla fuori dal bagno con la Spada di Godric Grifondoro conficcata nella schiena. Un omicidio brutale che lascia tutti sospettati. Hermione si basa su tecniche investigative babbane, impronte digitali, movente, occasione, per cercare il colpevole, ma più le indagini vanno avanti, più scomodi altarini vengono alla luce.
Genere: Drammatico, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Luna Lovegood, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Come ho detto nell'introduzione, questa storia era stata scritta per un contest che, come nelg ioco del Cluedo, prevedeva un colpevole, un luogo dell'omicidio e un'arma. La vittima era a nostra scelta e io ho scelto Harry (no, non lo odio, ma mi piaceva troppo l'idea di far fuori un eroe subito, alla prima battuta). Ovviamente a voi lettori lascerò scoprire mano a mano chi sia il colpevole! ;)
Per quanto riguarda le note leggete quello dello schemetto e quelle a fondo pagina ea fine storia.
Enjoy! 


Nick Autore EFP e forum (se diversi):
avalonne
Titolo: Morte di un eroe
Vostro Sir Hugh Black (il morto): Harry Potter
Pacchetto sospettato: Colonnello Jack Mustard
Pacchetto armi: Il pugnale
Pacchetto stanze: Sala da Biliardo
Personaggi usati (altri): Ginny Weasley, Ron Weasley, Hermione Granger, Neville Paciock, Draco Malfoy, Severus Piton
Causa dell'omicidio (lite passionale, lite furiosa, lite tra paranti, ecc...): Vendetta, per il Bene Superiore
Rating: Giallo
Genere/i e avvertimenti: what if
Introduzione/NdA: Inizio con il dire che ci sono dei grossi what if che verranno spiegati man mano (per non rovinare la sorpresa) e nelle note a fondo pagina. La storia si svolge nell’inverno successivo alla battaglia di Hogwarts. Alla Testa di Porco è in corso una riunione con ex allievi, professori, Auror e invitati vari (compresa una giornalista dalla penna troppo facile). In un clima semi idilliaco l’impensabile avviene: Harry Potter viene assassinato! Il giovane eroe barcolla fuori dal bagno con la Spada di Godric Grifondoro conficcata nella schiena. Un omicidio brutale che lascia tutti sospettati. Hermione si basa su tecniche investigative babbane, impronte digitali, movente, occasione, per cercare il colpevole, ma più le indagini vanno avanti, più scomodi altarini vengono alla luce.
 
 
 

Morte di un eroe

 
Capitolo 1
“Harry Potter è morto!”
La penna di Rita Skeeter schizzò sulla carta: era la sua grande occasione per tornare sulle scene.
“Il Bambino che è sopravvissuto a Lord Voldemort non è riuscito a sopravvivere a una semplice riunione tra amici. Ma era davvero una semplice riunione tra ex compagni di scuola e professori? Anche su questo incontro, come sulla morte dell’Eroe del Mondo Magico, pesano forti interrogativi. Cosa ci faceva a questa riunione Draco Malfoy? Dopo l’incredibile processo che lo ha visto libero dalle accuse più pesanti, grazie anche alla sorprendente difesa di Harry Potter, sembrava che i due avessero interrotto ogni rapporto. Ma è davvero così? Desta curiosità anche la presenza, tra gli invitati, del Professor Piton, che, ricordiamo ai lettori, è anche lui al centro di un mistero con la sua straordinaria guarigione nonostante il morso letale del serpente di Lord Voldemort.
L’intera faccenda si è svolta in un altro luogo non convenzionale: la taverna Alla Testa di Porco, notoriamente malfamata, che ha trovato lustro solamente grazie al ruolo chiave svolto durante la Battaglia di Hogwarts. Il suo proprietario, tuttavia, rimane ugualmente un personaggio dalle molte ombre: chi è Aberforth Silente? Cosa sa della misteriosa scomparsa di suo fratello Albus a seguito della Maledizione Senza Perdono? I nostri lettori non potranno certo aver dimenticato quello che accadde nel non così lontano 1996, quando il Preside di Hogwarts scomparve nel nulla dopo essere stato colpito da un Avada Kedavra lanciato dal Professore di Pozioni Severus Piton. Lo stesso insegnante si era dichiarato incredulo: il corpo del Preside aveva sfondato la vetrata alle sue spalle e si era dissolto nel nulla. Il cadavere non è mai stato trovato. Come possiamo, però, essere certi delle parole di Piton? Egli è stato per lungo tempo un doppiogiochista, possiamo dar fede alla sua incredulità? Anche per lui l’Eroe del Mondo Magico ha garantito alla fine della guerra, ma cosa accadrà ora che Harry Potter è morto?”
La giornalista posò la penna e si guardò intorno: erano tutti troppo costernati per accorgersi di lei, poteva scrivere il suo articolo in santa pace.
Pochi istanti prima Harry Potter aveva barcollato fuori dal bagno, il passo incerto, l’occhio vitreo e un rivolo rosso che gli fuoriusciva dalle labbra. Era rimasto un attimo immobile sulla soglia e poi era precipitato al suolo, prono. Poco sotto le scapole svettava una spada che era stata conficcata in profondità nel corpo dell’Eroe del Mondo Magico.
La reazione era stata immediata: Ginny era corsa verso di lui urlando, Hermione, dopo appena un leggero sentore di svenimento, aveva preso in mano la situazione e, insieme a uno stupefatto Shacklebolt, aveva lanciato un Incantesimo Anti-Smaterializzazione su tutta la taverna, secondo il principio babbano che nessuno doveva lasciare la scena del crimine. Ron era esterrefatto: fissava il suo migliore amico a terra e non si muoveva, limitandosi a boccheggiare, come instupidito dalla notizia.
Staticità. Questa era la parola chiave che caratterizzava gli astanti. Persino Piton non aveva trovato parole sarcastiche per commentare l’avvenimento, guardando il corpo esanime del ragazzo ai suoi piedi e pensando che non avrebbe mai più rivisto gli occhi di Lily.
Fu Neville il primo a rompere quell’assurdo muro di silenzio che si era creato.
- È morto? –
Il suo ex professore di Pozioni lo squadrò con tutta l’alterigia che possedeva, pur non potendo più farlo dall’alto verso il basso, giacché il ragazzo lo superava di tutta la testa, e rispose: - Se per morto intendi dire che ha smesso di respirare a causa di un’arma tagliente conficcata nella schiena, direi proprio di sì. –
- Ma è morto morto? – Domandò Hagrid. La domanda non era priva di una sua logica, avendo Harry dimostrato di potersi sottrarre al sortilegio che uccide più di una volta.
Fu la McGranitt ad avvicinarsi al corpo esanime del ragazzo, scansando Ginny con delicatezza. Il giovane eroe non respirava più, il colpo che gli era stato inflitto doveva averlo ucciso quasi all’istante, i pochi passi che aveva percorso erano stati solamente un riflesso motorio. Espose tutte quelle considerazioni a voce bassa, grave. Sembrava invecchiata di dieci anni in un colpo solo. “Dove sei Albus?” pensò la strega rivolgendo una muta preghiera al Preside ormai scomparso.
L’algida atmosfera era scossa solamente dai singhiozzi di Ginny, ancora china sul corpo dell’amato. Ron finalmente riuscì a scrollarsi di dosso lo shock e si avvicinò alla sorella per confortarla, ma quest’ultima lo scansò senza pietà: - Chi è stato? – Urlò disperata. – Voglio sapere chi è stato! –
Il nuovo Ministro della Magia si guardò intorno in cerca d’aiuto, ma anche gli altri Auror erano impietriti. Loro erano abituati a contrastare Maghi Oscuri e Maledizioni Senza Perdono, non omicidi comuni. Inutile dire che la loro attenzione si rivolse verso Hermione Granger, la quale si era rifugiata tra le braccia di Ron Weasley e dava finalmente sfogo al suo dolore. In risposta alla muta richiesta d’aiuto la ragazza si asciugò gli occhi, tirò su con il naso ed espose la metodologia.
- Badate bene, la mia esperienza si rifà solamente a libri e film, ma credo che la procedura preveda l’identificazione del morto, purtroppo non abbiamo dubbi a riguardo, e poi si può passare a investigare su arma del delitto, occasione, sospetti e moventi.
- L’arma del delitto è una spada e in quanto ai sospetti ne ho uno proprio sotto il naso. – Ringhiò Ron occhieggiando a Malfoy.
Draco era rimasto tutto il tempo in silenzio, in piedi, ancora più pallido del solito. Sembrava impietrito e quasi non si accorgeva di Pansy che gli stava aggrappata insistentemente a un braccio, quasi a proteggerlo dagli sguardi accusatori.
- Perché guardate lui? – Gridò infatti quest’ultima. – Perché se accade qualcosa di male è sempre colpa di noi Serpeverde? –
Molti occhi si puntarono su di loro. Ron e Neville, in particolare, apparivano molto battaglieri.
- Forse perché ci avete sempre odiato? È dal primo anno che Malfoy complotta contro Harry! – Accusò il giovane Weasley. – Vuoi forse negarlo, Malfoy? –
Draco quasi non reagiva, continuava a fissare il corpo di Potter, steso a terra in una pozza di sangue.
- È vero, lo odiavo, ma non lo avrei voluto morto. – Ammise alla fine con una voce da oltretomba. – Inoltre, se lo avessi ucciso lo avrei fatto con un incantesimo, non certo con un’arma babbana! – Aggiunse recuperando parte della sua alterigia.
Ron e Neville erano pronti a replicare ferocemente, ma furono interrotti da Hermione.
- Su una cosa Malfoy ha ragione: dobbiamo concentrarci sull’arma del delitto. Sbaglia, tuttavia, quando parla di un’arma babbana: questa è la spada di Godric Grifondoro! –
Il silenzio scese nella taverna. Ron e Neville, i quali avevano entrambi usato la spada per distruggere un Horcrux, si avvicinarono lentamente e non poterono far altro che confermare le parole della strega.
- Questo spiega molte cose: io non avrei mai usato un’arma appartenuta a un Grifondoro. Probabilmente avrei preso fuoco al solo contatto. – Concluse ironico Malfoy, sentendosi finalmente libero dal peso dei sospetti.
- Questo non vuol dire nulla, il professor Piton ha toccato la spada, l’ha nascosta nella foresta affinché Harry la trovasse. – Ribatté Hermione.
Gli sguardi accusatori che prima si erano poggiati su Malfoy si rivolsero verso l’uomo vestito di nero.
Severus rispose con un’occhiata di puro disgusto.
- Ovviamente ho toccato la spada, ho fatto tutto ciò che mi era stato chiesto da Silente per aiutare Potter. –
- Su questo abbiamo solo la sua parola, visto che il Preside è morto! – Neville non sembrava volergli far passare lisci tutti gli anni di angherie che aveva dovuto subire.
- Non è colpa mia se il suo brillantissimo piano prevedeva di farsi uccidere. – Ribatté sarcastico il professore. – In ogni caso pensavo che la mia lealtà verso Potter fosse ormai assodata, non avevo alcuna ragione di ucciderlo dopo aver fatto l’impossibile per tenerlo in vita tutti questi anni, nonostante le sue malsane idee di piani suicidi. –
- Un traditore è sempre un traditore. – Sibilò tra i denti Malfoy, il quale non aveva mai perdonato a Severus di aver tradito la sua causa.
- Io ho nulla da nascondere, lo stesso non si può dire di te, Draco! – Ribatté Piton piccato.
I presenti assistevano stupefatti allo scambio di battute tra il professore e il suo pupillo.
- Come ho già detto, non avevo motivo di voler vedere Potter morto. Senza contare che, mio malgrado, gli dovevo essere grato. –
Come Rita Skeeter stava ricordando ai suoi lettori, dopo la fine della Seconda Guerra Magica, il Ragazzo Che Era Sopravvissuto aveva testimoniato al processo inchiodando Lucius Malfoy ma lasciando liberi sua moglie e suo figlio. Se Narcissa aveva svolto un ruolo chiave mentendo a Lord Voldemort, lo stesso non si poteva dire di Draco, tanto che la testimonianza di Harry aveva suscitato parecchie perplessità anche nei suoi amici più stretti.
- Oh, so bene come tu gli sia grato! – Esclamò Piton velenoso.
Il tono era troppo strano perché l’osservazione passasse sotto silenzio. Le persone si voltarono a fissare il giovane Malfoy che avvampò.
- Che cosa intende Draco? – Domandò Pansy, staccandosi gradualmente dal suo fianco.
- Già, cosa vuol dire? – Insistette Ginny, il pianto ancora nella voce.
- Non. Intende. Dire. Niente. – Replicò il ragazzo secco, ma le chiazze rosse sul suo viso tradivano la menzogna.
- Parla Malfoy, o ti faccio ingoiare i denti! – Lo minaccio Ron con la bacchetta sguainata.
Il ragazzo biondo drizzò la schiena, tentando di difendersi da quell’attacco, ma Weasley era più alto di lui e gli incombeva sopra.
- Maledetto spione! – Sputò tra i denti all’indirizzo di Piton. L’uomo sorrideva sarcastico. Aveva preso Draco sotto la sua ala protettiva per il rispetto che nutriva verso suo padre e l’affetto per sua madre, ma le circostanze li avevano ormai portati su campi di battaglia opposti; mors tua, vita mea. Per allontanare i sospetti dalla propria persona non c’è niente di meglio che farli ricadere su qualcun altro.
- Il nostro giovane amico qua e l’ormai defunto Signor Potter erano diventati quello che si può definire amici intimi. ­– L’accezione che aveva dato agli ultimi due termini era ormai palese a tutti.
Ron rimase basito di fronte a Malfoy, il cui rossore confermava le parole del professore.
- Mente! – Urlò Ginny. – Harry non avrebbe mai fatto una cosa simile! Non mi avrebbe mai tradita! Soprattutto mai con Malfoy! – L’odio che riversava sull’ex compagno di scuola faceva passare in secondo piano i giusti sessuali del suo ragazzo.
Strappò Draco dalle mani di suo fratello e gli si avventò contro a bacchetta sguainata: - Dimmi che mente, che è tutta una montatura, schifoso Mangiamorte! –
Malfoy estrasse a sua volta la bacchetta, pronto a difendersi. Ormai non aveva più senso mentire, tanto valeva dare a quegli sciocchi Grifondoro una lezione di stile.
- Non mente, sta dicendo la verità. A quanto pare non eri abbastanza per l’Eroe del Mondo Magico, pezzente! –
Ron e George si scagliarono immediatamente a difesa della sorella.
Quando Kingsley riuscì a separare i litiganti Ginny aveva un lungo graffio lungo la guancia, la camicia di George era stata strappata e Malfoy stringeva ancora in mano, come un trofeo, un ciuffo di capelli di Ron. Tuttavia era proprio Draco ad aver avuto la peggio nello scontro, come testimoniavano il labbro spaccato, l’occhio che stava diventando nero e la fattura che si era beccata da Ginny.
La ragazza sembrava aver recuperato una certa calma: - Da quanto andava avanti? – Domandò al suo rivale.
Malfoy si asciugò il sangue e si umettò le labbra prima di rispondere. Ancora una volta era solo contro tutti. Era stata quella solitudine, quel vuoto che li divorava dall’interno, che aveva unito lui e Harry.
- Da poco dopo il processo. Non avevamo una relazione in senso canonico, per noi non esisteva un futuro. Pansy, questo non cambia nulla nel nostro rapporto: non sono gay! – La ragazza mora scosse la testa e si allontanò di un passo, gli occhi, sebbene rossi di pianto, promettevano vendetta.
Malfoy storse la bocca in un sorriso amaro: - Cos’è? Vi ho fatto cadere il vostro eroe dalla fedina e dalla condotta immacolata? Potter non era un puro, si è ritrovato costretto a recitare il ruolo del santo, mentre con me poteva essere se stesso. Ciò non toglie che ci odiassimo, ma necessitavamo l’uno dell’altro. Il sesso con Potter era una boccata d’ossigeno. Non lo volevo morto. – Concluse un’ottava sottotono.
  
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