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Autore: xSasy    04/02/2013    1 recensioni
"Melanie, io ti amo, ti ho sempre amato. Quando litigavamo, quando ci insultavamo, quando scherzavamo e ridevamo insieme. Ti ho amata in ogni momento della mia vita da quando ti conosco."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I Found You

 
Dove diamine si era cacciato quel buon a nulla di Tomlinson?!

“Vi va di fare un gioco?”propose mio fratello sorridendo come un ebete. Quanto lo odiavo quando faceva in quel modo.
“Che gioco?”chiese Liam.
“Nascondino, che ve ne pare?”
Ma che era scemo? Figuriamoci se mi metto a giocare a un gioco per bambini.
“Scordatelo Zayn”affermai decisa. “E’ un gioco per bambini.”
“Oh avanti Melanie non fare la guastafeste!”si lamentò Niall. “Io ci sto”
Sospirai. Quei ragazzi erano peggio dei bambini alle volte, a cominciare da quell’idiota di mio fratello!
“Anche per me va bene”
“Si anche per me” affermarono Liam e Harry.
“Oh ma andiamo! Siete peggio dei bambini!”sbuffai “Possiamo giocare a qualcos’altro?!”
“Paura di perdere piccola Malik?”
Mi voltai verso la persona che aveva parlato. Avrei riconosciuto la sua fastidiosa voce dappertutto.
“Potrei batterti in qualunque momento Tomlinson!”
“Quindi non avrai problemi a giocare deduco”il suo solito sorrisetto beffardo. Quanto lo odio!
“Bene ci sto!”dissi più furiosa che mai. Quel ragazzo aveva il dono di farmi saltare su i nervi in qualsiasi momento.
 
Maledetto il momento in cui ho accettato.
Maledetta conta.
Maledetto Tomlinson.
 
Li avevo scovati tutti. Mancava solo quell’idiota.
Il primo che avevo trovato era stato quel deficiente di mio fratello, e subito dopo il biondino. Com’erano prevedibili!
Il terzo era stato Liam, prevedibile anche lui.
Il più complicato invece era stato Harry. Si era nascosto nella piscina in giardino. E quando dico nella piscina, intendo proprio dentro la piscina! Furbo il ragazzo, ma non così tanto da non farsi scoprire. Ora dovevo solo trovare quel so-tutto-io di Tomlinson.
“Ma non l’hai ancora trovato?”sbuffò Harry sdraiato comodamente sul divano. Gli lanciai un’occhiataccia. “No ma non per molto” risposi. Gli altri risero. Che avevano da ridere quei rincoglioniti?! “Beh? Che avete da ridere?” chiesi infastidita, alzando un sopracciglio. “Nulla è solo che non capiamo perché ce l’hai così tanto con Louis” rispose Zayn sorridendo ancora. “Già” aggiunse Liam “insomma che ti ha fatto quel povero ragazzo?”
“Lo odio”dissi seria.
Era vero. Lo odiavo.
“Ma come fai ad odiarlo? A me fa ridere!”annunciò Niall “E poi secondo me gli piaci!”
Mi voltai appena sentii le ultime parole. Io? Piacere a lui? Ma anche no.
Lo guardai con una faccia schifata. “Ewu” feci un verso di disgusto “Senti se devi sparare cazzate, fammi un favore: sta’ zitto!” gli dissi per poi salire le scale cercando di non fare rumore.
Sentii i ragazzi ridacchiare ma feci finta di niente e continuai per la mia strada.
Guardai in tutte le stanze. Nella camera di mio fratello, ma niente. Nei due bagni, ancora niente. Nella camera dei miei, nada anche qui. Rimaneva solo una stanza in cui guardare: la mia.
Aprii la porta lentamente e me la richiusi alle spalle. Guardai dietro la scrivania ma niente, sotto il letto e ancora niente. Stavo per uscire quando mi voltai verso l’armadio.
“Non lo farebbe mai.“ pensai. “E se..?”
Andai verso l’ampio armadio. Effettivamente avrebbe potuto benissimo nascondere una persona.
“Giuro che se è entrato qui dentro lo uccido!”
Afferrai il manico e spalancai l’anta.
“Mi hai trovato finalmente, sai mi stavo stancando!” disse con un sorriso bastardo che mi fece innervosire ancora di più.
“Esci subito dal mio armadio Tomlinson!” gli dissi a voce abbastanza alta. Mi stavo trattenendo dall’urlare. “Ah e….hai perso! Ti ho trovato!” gli feci lo stesso sorriso bastardo.
“Mi spieghi perché diavolo mi chiami per cognome?!” sbottò.
“Non siamo così amici” gli risposi acida.
“Non sembrerebbe da questa foto!”prese un portafotografie da dentro l’armadio e uscendo da esso.
Rimasi paralizzata. Ecco perché non volevo che entrasse nella mia camera. Quel portafotografie racchiudeva QUELLA foto. La foto che avevo nascosto anni prima. Quella che raffigurava me e lui che sorridevamo abbracciati.
 
“Che stai facendo Louis?” lo vidi prendere una borsa dalla sua auto.
“Ora vedrai”mi sorrise. Aprì la borsa e ne estrasse una macchina fotografica ed un treppiedi. “Dai vieni, ho messo l’autoscatto” mi disse dopo aver sistemato il tutto.
“Tu sei pazzo”risi andando comunque vicino a lui.
“Si, di te”sorrisi arrossendo lievemente.
“Ti voglio bene Lou”dissi abbracciandolo forte.
“Te ne voglio anche io piccolina”
 
“Chi ti ha detto che potevi prenderla?!”urlai.
“Come siamo finiti a trattarci così Melanie?!” ignorò la mia domanda “Come siamo finiti ad odiarci dopo tutto quello che abbiamo passato?”
“Non lo so”ammisi abbassando il tono della voce.
“Melanie…”
“No”lo interruppi “non dirmi che ti dispiace. Non dirmi che non volevi farmi soffrire, perché non me ne faccio niente delle tue scuse.”
“Non volevo”abbassò il capo.
“Non volevi?!” gli feci eco sorridendo sarcasticamente “Eppure è ciò che hai fatto!” scossi la testa.
“Possiamo ricominciare tutto da capo?”propose lui.
Inarcai entrambe le sopracciglia.
“Me lo stai chiedendo davvero Louis?”sorrise. Che minchia si sorrideva?
“E perché cavolo sorridi ora?!”sbottai.
“Mi hai chiamato Louis e non Tomlinson” rispose continuando a sorridere.
Cazzo.
“Si beh è…è il tuo nome no? Che c’è di strano!” arrossii girando il volto in modo che non se ne accorgesse.
“Nulla è che hai appena detto che non siamo amici perciò…”
“Perciò niente!” lo interruppi di nuovo “Mi sono lasciata prendere dai ricordi, ecco perché ti ho chiamato per nome!” sbuffai.
Scosse la testa. “La solita testona” sospirò.
“Ah io sarei la testona?”chiesi retoricamente.
“Si lo sei”rispose. “Non capisci mai niente!”
“Se sei venuto per insultarmi puoi anche andare a fanculo!”gli intimai aprendo la porta della mia camera. “E ora fuori!” urlai.
“Non c’è bisogno che mi cacci perché me ne vado io!”urlò lui di rimando.
Uscì fuori dalla porta e io gliela sbattei dietro.
“Idiota!”urlai buttandomi sul letto iniziando a piangere.
Perché è finita così tra noi? Perché siamo finiti ad odiarci in questo modo? Perché non può ritornare tutto come prima? Perché?
 
Il bussare incessante alla mia porta mi fece svegliare di soprassalto.
Mi sono addormentata.
“Melanie apri!”
Mi alzai dal letto asciugandomi le lacrime dal viso e aprii la porta.
“Finalmente!”
“Scusa mi ero addormentata”risposi a Zayn “Ti serviva qualcosa?”
“Volevo dirti che esco insieme a gli altri, vuoi venire?”
Che fare? Rimanere a casa da sola e piangersi addosso o andare con loro e passare un’intera giornata in compagnia di Louis?
“Grazie ma passo”risposi
“Come vuoi”alzò le spalle “Fa attenzione” mi diede un bacio sulla fronte
“Anche tu”gli dissi e lui uscì.
Appena se ne furono andati scesi in cucina per mangiare qualcosa per poi spaparanzarmi sul divano e accendere la tv.
 
Stavo facendo zapping con il telecomando della televisione –possibile che non ci fosse niente di decente?!- quando il mio cellulare vibrò nella tasca del mio pantalone. Lo estrassi e vidi che mi era arrivato un messaggio. Sfiorai con il pollice lo schermo del cellulare per sbloccarlo e quando vidi il mittente sbiancai.
Louis.
Che voleva ancora?!
 

Ti amo Melanie.

 
Sbarrai gli occhi. Che cosa? Aveva appena detto che mi amava? No, non è possibile. Magari si è confuso e non voleva davvero inviarlo a me, ma c’è scritto il mio nome! Cazzo. E ora che gli rispondo? Ma soprattutto io lo amo? Insieme ne abbiamo passate tante…
Lui era il mio migliore amico ed io ero follemente innamorata di lui, ma mi aveva fatta soffrire.
 
“Melanie devo parlarti.”mi chiamò picchiettandomi su una spalla. Mi voltai e lo vidi in tutta la sua bellezza. Liquidai le compagne con cui mi ero fermata a parlare nel corridoio della scuola con un “ci vediamo dopo” per poi voltarmi verso il mio migliore amico.
“Dimmi”sorrisi. Il solo vederlo mi metteva di buon umore e mi rallegrava la giornata.
“Melanie..”cominciò. Era…triste. Non l’avevo mai visto in questo modo.
“Louis che succede? Mi stai facendo preoccupare”
“Nonpossiamopiùessereamici”disse così velocemente che non capii una singola parola.
“Che cosa?”chiesi avvicinandomi di più a lui per riuscire a sentire meglio. Fece un passo indietro e a quel punto mi bloccai.
“Mi dispiace Melanie ma non possiamo più essere amici…”abbassò lo sguardo.
“C-Che cosa?”balbettai cercando di trattenere le lacrime che minacciavano di uscire da un momento all’altro. Non rispose.
“E’-E’ uno scherzo vero? Perché? Perché mi stai dicendo questo Louis?”
Continuò a non rispondere, anzi, se è possibile, abbassò la testa ancora più di come l’aveva in precedenza. Mi irritai.
“Cazzo Louis rispondi! Perché non possiamo più essere amici? Che ti è preso tutto a un tratto?!”
“Mi dispiace”fu tutto quello che disse per poi voltarsi nella direzione opposta e andare via.
Rimasi lì, immobile, con le lacrime a gli occhi. Il corridoio era affollato di gente che mi passava accanto, ma in quel momento era come se tutto il mondo si fosse fermato ad eccezione di lui, il ragazzo che amavo, il mio migliore amico, che si allontanava sempre più da me.
 

Apri.

 
Un altro messaggio mi risvegliò da quel terribile ricordo.
Rimasi perplessa alla lettura del messaggio. Non capii subito a cosa si riferisse.
 

La porta.

 
Mi arrivò un secondo messaggio qualche secondo più tardi. Spensi la tv e corsi ad aprire.
“Mi dispiace per sta mattina”disse appena aprii.
“Non fa niente”lo feci accomodare.
Restammo in perfetto silenzio per almeno quindici minuti finché non mi decisi a parlare.
“Che significa quel messaggio?” chiesi all’improvviso.
Restò interdetto per qualche secondo, poi divenne rosso e rispose “Quello che c’è scritto”.
Arrossii anche io. “Ti amavo anche io” gli rivelai.
“Amavi o ami?” domandò marcando sull’ultima parola.
Non risposi, abbassai lo sguardo. Lui con un gesto della mano mi costrinse a guardarlo negli occhi.
“Melanie, io ti amo, ti ho sempre amato. Quando litigavamo, quando ci insultavamo, quando scherzavamo e ridevamo insieme. Ti ho amata in ogni momento della mia vita da quando ti conosco.”
Lo fissai con le lacrime a gli occhi per tutto il tempo senza fiatare.
“Perché mi hai detto quelle cose allora?”chiesi non appena ebbe finito di parlare “Perché non hai voluto più essere mio amico?”
“Avevo paura” ammise.
“Paura di cosa?”
“Di provare un sentimento così forte nei tuoi confronti. Per la mia migliore amica.”
“Sei un’idiota!”sbottai “Non immagini neanche quanto ci sono stata male!” lacrime fuoriuscirono dai miei grandi occhi color caramello.
“Lo so e mi dispiace. Zayn mi ha sempre rimproverato per questo”fece un mezzo sorriso.
“Zayn?”chiesi confusa.
“Sapeva tutto”rispose lui “E’ stato lui a suggerirmi di rivelarti i miei sentimenti, è un buon amico”
Sorrisi.
“E’ mio fratello"mi vantai.
Rise.
Esisteva cosa più bella della sua risata?
“Ti amo” disse. Senza preavviso lo baciai.
Il nostro primo bacio.
Ricambiò subito e io allacciai le braccia attorno al suo collo. Sorridemmo entrambi nel bacio. Le sue mani si appoggiarono prima sulle mie guance e poi affondò le dita tra i miei capelli corvini. Picchiettò la lingua sulle mie labbra per chiedere accesso. Le schiusi quasi immediatamente e il bacio divenne più passionale.
“Devo dedurre che ti piaccio?”domandò a un soffio dalle mie labbra. Annuii ritornando a baciarlo con più foga. Sorrise in esso. Con un movimento rapido mi mise a cavalcioni su di lui ed io lo strinsi più vicino a me. Le sue mani carezzavano la mia schiena, scendendo sempre più verso il fondoschiena. Spostò le sue labbra sul mio collo, iniziando a baciarlo e dandogli dei piccoli morsi. Mi sfuggì un gemito. Sorrise. Dal collo si spostò alla clavicola, lasciando una scia di baci umidi, per poi risalire fino alla mandibola e il resto del viso, senza mai però toccare le labbra.
Stavo letteralmente impazzendo. Non resistendo un secondo di più gli afferrai il viso con entrambe le mani e lo baciai intensamente. Facendo una piccola pressione sulle sue spalle lo feci sdraiare sul divano con me di sopra. Mi afferrò per i fianchi stringendoli appena. Le mie mani vagarono fino all’estremità della sua maglia per poi sollevargliela, mostrando i suoi pettorali perfetti, e togliergliela definitivamente. Passai dalle sue labbra ai suoi pettorali scendendo sempre più giù per poi risalire e tornare nuovamente ad assaporare quella bocca che ormai, per me, era diventata una droga.
Dopo alcuni minuti passati in quella posizione, non so come mi ritrovai sotto di lui. Allacciai le braccia intorno al suo corpo nel mentre lui si posizionava tra le mie gambe. Quando le sue labbra sfiorarono il mio collo inarcai la schiena involontariamente procurando sul suo viso un sorriso malizioso. “Lou” ansimai. Fissò i suoi splendidi occhi nei miei. “ti voglio.” Non se lo fece ripetere due volte che si alzò velocemente da me sorridendo, e con la stessa velocità mi prese per mano e mi condusse in camera mia.
Chiudendo la porta della camera mi fiondai sulle sue labbra. Lui per tutta risposta fece scendere le mani fino al mio sedere e mi sollevò. Allacciai le gambe attorno alla sua vita e le braccia attorno al suo collo, con le mani giocavo con le estremità dei suoi capelli tirandoli un poco. Camminando con me ancora in braccio, arrivò al letto facendomi sdraiare sotto di lui. Mi sollevò la canottiera che indossavo e per aiutarlo a toglierla mi raddrizzai, poi passò ai pantaloncini, i quali fecero presto compagnia alla canottiera, restando in biancheria. Arrossii appena, non ero più vergine da un po’ di tempo, ma essere vista in quel modo da lui mi metteva agitazione. A quanto pare se ne accorse, perché si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò: “Non vergognarti, sei bellissima” al che voltai di scatto la testa incontrando la sua bocca a meno di due centimetri dalla mia, così decisi di annullare ogni distanza tra noi e lo baciai. Le nostre lingue si incontrarono e diedero vita a una dolce danza piena di passione. Le mia mani vagarono per tutto il suo petto fino a raggiungere i suoi pantaloni, glieli sbottonai e lentamente glieli abbassai facendo notare l’evidente rigonfiamento nei suoi boxer. Sorrisi un po’ alla vista. Le sue mani, invece, salivano e scendevano dalle mie braccia, finché non arrivarono alle spalle, abbassandomi le bretelline del reggiseno. Passò dalle braccia alla schiena cercando di slacciare il gancetto e dopo qualche minuto ci riuscì, lasciandomi con solo gli slip addosso. Lasciò le mie labbra per fiondarsi sui miei seni, con la mano destra palpava il seno sinistro, mentre l’altro lo torturava con la bocca. Gemetti al suo tocco e con le mani gli afferrai la nuca chiedendogli di continuare. Quando si staccò buttai fuori l’aria che, mi accorsi solo allora, di aver trattenuto. Fece scivolare le mani sulle mie gambe nude, accarezzando l’interno coscia per poi fermarsi all’estremità dei miei slip. Mi guardò come per chiedermi il permesso, come potevo resistere a quegli occhi così belli? Azzurri, ma non quell’azzurro cielo, un colore appena più chiaro, irresistibili.
“Ti amo”gli sussurrai come risposta. Sorrise, uno di quei sorrisi che ti lascia senza fiato, un sorriso che solo lui sa fare, di quelli che se li guardi ti mettono una pace interiore e fanno si che sorridi anche tu, ed è proprio ciò che feci, sorrisi anch’io.
Mi tolse anche gli slip e li gettò sul pavimento, lo stesso feci io con i suoi boxer. Ci trovammo così, nudi l’uno di fronte all’altro, a sorriderci a vicenda come due bambini davanti un negozio di caramelle.
Delicatamente mi allargò le gambe, come se avesse paura di farmi male, e si posizionò tra di esse. Lentamente entrò in me, facendomi gemere dal dolore iniziale, che piano piano si trasformò in piacere ad ogni sua spinta. Facendogli capire che volevo di più allacciai le gambe attorno alla sua vita e lui, così, aumentò le spinte. Arrivammo all’apice del piacere quasi contemporaneamente.
Uscendo da me, Louis, si accasciò sul mio petto cercando di regolarizzare il respiro.
“Ti amo Melanie”sollevò la testa per guardarmi negli occhi. Gli sorrisi dolcemente. “Ti amo anch’io Louis.” Si sporse per baciarmi la fronte ma sollevai il capo facendo scontrare le nostre labbra. Sorridemmo per poi addormentarci ognuno tra le braccia dell’altro.
 
 
 
“Melanie si può sapere dove mi stai portando?”
“Oh zitto e non lamentarti”
“Come faccio a non lamentarmi se sono bendato!”
Sospirai. Quel ragazzo sarebbe rimasto sempre lo stesso, anche dopo tutti questi anni.
“Louis, tesoro della mia vita, possibile che dopo quattro anni tu non abbia imparato a fidarti di me?”chiesi con una punta di sarcasmo nella voce.
“Melanie, amore caro, io mi fido di te, è di questa benda sui miei occhi che non mi fido!”
Sbuffai. “Siamo arrivati” annunciai fermandolo e slacciandogli la benda dagli occhi.
Appena vide la coperta distesa sull’erba, il cestino del pranzo e la macchina fotografica con il treppiedi gli si illuminarono gli occhi.
“Ti piace?”
“Lo adoro, sembra quello…” non fece in tempo a finire la frase che lo interruppi. “Di quel giorno? Beh ho cercato di ricreare l’atmosfera”
“Ti amo piccola Malik”
“Ti amo Tomlinson”
Ci baciammo per l’ennesima volta negli ultimi quattro anni. Non mi sarei mai stancata delle sue labbra, dei suoi baci, del suo respiro sulla mia pelle, Louis è tutto ciò che abbia mai desiderato in tutta la mia vita e ora è finalmente mio. Ogni giorno che passa sono sempre più innamorata di lui e sono intenzionata a non lasciarmi sfuggire il ragazzo che amo, quello giusto per me, per nessuna ragione al mondo.
 

  
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