Ringraziamenti èçé:
Shari_Aruna: Purtroppo per Ed ci vorrà ancora taaaaaaanto tanto tempo prima che si ricordi decentemente di Aru ;O; Ma prima o poi qualcosa succederà..;_; *tra tanto tanto tempo.*
Aduah: XD Grazie mille. Beh si perché se Ed non soffre non ci si diverte!XD
Black90: Ecco il nuovo capitolo!<3 Siamo contente che tutte fremevate per l'attesa *^*
Sorelle Elric: Andrea è un nostro personaggio XD Vedrai qua la sua funzione - Noi l'amiamo <3 - E.... In realtà siamo degli alieni muccosi, ma non dirlo a nessuno. è_é
Fedar: Ecco il secondo capitolo ^O^<3
Juka: è la malattia più bella del mondo *O* <3<3 E' bello sapere che qualcuno condivide il nostro morbo çOç <3
Mintgirl e alchimista de fero: credo che Ed toccherà Mustang più di quanto tu creda, e non in senso buono/porno.v__v
Eringad: Non abbiamo aggiornato propriamente presto, ma abbiamo aggiornato çOç;; Liete che ti sia piaciuto <3
Kira7: La nostra fan *O* *strafelici di avere una fan come lei çOç* Ecco il secondo capitolo, fossimo state in Edo, non saremmo uscite vive da tutto questo çOç
And Now SHOW MUST GO ON è-é
Capitolo Due
(dove troviamo foto imbarazzanti, ricordi altrettanto imbarazzanti e uno che salvò Fullmetal dalla vergogna più totale.)
“Che
maleducato, Edward! Fai parlare anche me!”
E, senza
aspettare risposta, si alzò.
Qualsiasi
cosa potesse riferire riguardo al suo passato, sarebbe stato qualcosa
di
vergognoso.
Per. Forza.
E non erano
pregiudizi riguardo al fatto che Andrea portava una quarta di reggiseno
quanto
una quarta nei boxer.
Ma perché
non poteva essere certo un racconto di lealtà e coraggio
quello che la ragazza,
gonna lunga di jeans e maglietta corta, lievemente sculettante in mezzo
alla
stanza, mignoli alzati, si apprestava a raccontare.
“Fullmetal,
hai avuto una storia d’amore con questa splendida
fanciulla?”
“Muoia.”
“Oh, che
adulatore signor Mustang!” trillò lei, con una
voce insolitamente femminile
(dio, che miracoli la medicina).
"Generale,
per favore..." sorrise Winry, agitando la mano.
Ed era
visibilmente terrorizzato. Perché quella DONNA, no, non
portava a nulla di
buono. E il suo racconto non lo avrebbe aiutato, se non a sprofondare
nella
vergogna.
Come se non
ci fosse dentro già abbastanza.
"Dai,
Niisan, in fondo è per il tuo bene!"
"Sì...
– ridacchiò Mustang – il tuo... bene...
mph..."
“Mustang,
veda di morire, okay?”
Più
guardava la donna (perché di maschile oramai non aveva
più nulla, neppure le
mani, di partenza delicate; aveva il corpo sottile e lunghi capelli
rossi a
boccoli, bocca carnosa, insomma una gran
bella ragazza), più i sudori freddi ricoprivano il
corpo di Edward.
Che gelò
quando aprì le belle labbra.
“Come
saprete tutti…”
Quando
agitava garbatamente le braccia, tintinnavano per i braccialetti che
portava.
“Quand’ero
piccola avevo un corpo… diciamo,
diverso…”
“Fullmetal
maiale in ogni sensooo!” se ne uscì il Blueflame,
sempre malizioso nel
comprendere.
“MUSTANG
DIO CRISTO MUOIA!!”
E un morso
arrivò al braccio sinistro di Roy.
"NIISAN,
PIANTALA, CIELO!" urlò Al, prendendolo per le spalle e
tirandolo a sé,
sentendo i denti del fratello digrignare sulla pelle di Mustang, mentre
si
poggiava, affannando, al suo petto.
"Oh
Ed, come sei dolce... difendi sempre così le belle
ragazze..?" fece il
generale, ammiccando.
“...”
Perché
tutto ciò?
“Edward,
sii più gentile almeno davanti ad una fanciulla
così amabile…”
Decisamente,
Roy non aveva niente di meglio da fare che prendere Ed per i fondelli.
E,
altrettanto decisamente, questi non trovava niente di meglio da fare
che
rispondere a tono come un cretino.
“Quindi
posso ucciderla perché non ha le tette, vero?”
“Ed! Stavo
facendo un discorso!!”
"Edward,
lascia parlare la signora!" fece Winry, morente di curiosità.
"Signorina."
"Scusa."
“Purtroppo
non ho ancora trovato un uomo disponibile a
sposarmi…”
“Posso
lasciarle il mio numero dopo la riunione, se
vuole…”
“Oh signor
Mustang, lei è davvero adorabile!”
"Da
quando ha certe tendenze, Blueflame?"
"Niisan..."
"Una
bella donna è sempre una bella donna."
"Ma la
volete piantare?!"
"Diglielo,
Al, non mi fanno raccontare, tergiversano e basta!"
Edward
roteò gli occhi, praticamente disperato.
“Non
tergiversiamo, è che non sapevo dei nuovi gusti di
Mustang.”
Andrea
sbuffò, tenendo le braccia conserte al (quarta di reggiseno
dotato) petto.
“Stavo
dicendo… da piccola avevo un corpo diverso, ma
già mi esercitavo a truccare, in
vista del mio vero corpo… e gli Elric erano
cosìììì
disponibili…”
Roy iniziò
a ridere come un deficiente.
Winry si
gustava la scena, osservando la faccia di Ed cambiare colore per ben
otto
volte.
"Io le
prestavo i trucchi della mamma... poi la mamma se la prendeva con Ed..."
Roy cercò
di trattenere la risata, arricciando terribilmente le labbra.
“Al, questo
non lo sapevo! Mi dispiace se vostra mamma se la prendesse col piccolo
Edward!”
Ci mancò
poco che lui non le sputasse in faccia. Solo perché Al lo
trattenne.
“Dicevo…”
Continuava
a muovere la mano destra mentre parlava, tintinnando come una fata.
“Mi serviva
qualcuno su cui provare i trucchi. Ma la mia mammina non mi comprava le
bambole, così usavo gli Elric come cavie. Più
precisamente, il piccolo Edward.”
"Oh,
Fullmetal, ora capisco tante cose..." annuì Mustang, facendo
improvvisamente serio, mentre Al percepiva l'aura omicida di Edward
pronto a
scagliarsi alla prossima provocazione.
“MUSTANG,
CHE DIAVOLO VUOLE DALLA MIA ESISTENZA?!”
"Ora
che ci penso... - fece Winry portando un dito al mento - Ogni tanto
Edward si
rifiutava di uscire dalla stanza, e quando apriva la porta per
bestemmiarci
contro, aveva sempre un velo di ombretto..."
"Winry..."
implorò Al, tremando.
Andrea
ridacchiò leggermente, con la mano davanti alla bocca.
“Chiedevo
sempre ad Edward di lasciarsi truccare, forse perché i
capelli lunghi gli
davano un’aria un po’ più
femminile… dovevate vedere com’era scontroso
quando
glielo domandavo così gentilmente! Per fortuna che
c’era Al a convincerlo con
quei suoi bellissimi occhioni…”
I brividi ricoprirono
l’intero corpo di Ed e quello di Al, che si
ritrovò per la prima volta ad avere
DAVVERO paura di suo fratello.
"A-Andrea...
i-io non facevo niente... eh... eheh..." ridacchiò,
imbarazzato.
"E
bravo Alphonse!" fece Roy, dandogli un’amorevole pacca sulla
spalla.
“Generale,
non ci si metta anche lei…”
“Ma sì,
Alphonse, ti ricordi che mi aiutavi sempre tantissimo a convincere quel
testone
del tuo fratellino?”
La ragazza
si avvicinò al biondo, abbassandosi e baciandolo sulle
labbra.
“… che
cavolo…”
“Come
quando eravamo piccoli! – rispose lei, baciando Al subito
dopo – Non ti ricordi
com’eri carino con i codini e il lucidalabbra? Ooh, poi stavi
cosìììì bene con
la matita nera!”
Entrambi si
passarono la mano sulle labbra, guardandosi e scostando subito lo
sguardo.
Non era una
buona idea sentirla parlare, no no no.
"Ed,
queste cose non me le hai mai raccontate! - fece Winry - Avrei potuto
partecipare anche io!"
"Winry,
è meglio così, davvero! - fece Al, scuotendo le
braccia, gelandosi al solo
pensiero di quelle due assieme. - E... io... non lo convincevo ecco..."
Scarso
tentativo di mettersi in salvo.
“Ma sì!
Come fai sempre! O usavi i tuoi grandi occhi o la psicologia inversa!
Era così
facile per te fregare Ed…”
Il suddetto
guardò diritto nelle iridi Alphonse.
Con un
serio intento omicida.
“… che…
cosa… sta… dicendo…
Alphonse…?”
Mamma,
aspettami, sto arrivando.
"E-Ecco...
mi... mi veniva naturale, non è colpa mia!!"
tentò di giustificarsi.
"Al è
sempre stato il tuo punto debole, Ed!" ridacchiò Winry.
Dio, quanto
aveva ragione.
“Punto
debole un corno!! – sbottò, non senza aver prima
tirato un calcio a Mustang
che, di fianco, gli stava bombardando le orecchie di risate volgari
– Non è
possibile che mi truccassi da donna!! Per Dio!!”
“Ma stavi
così bene! Coi fiori tra i capelli e gli
orecchini… le collane ti stavano
d’incanto, e…”
“Andrea, lo
stai uccidendo…”
Poco ci mancava,
infatti, che Ed svenisse e schiumasse dalla bocca.
Intanto
schiumava di rabbia.
"Alphonse,
dimmi che avete una foto, ti prego." bisbigliò Roy,
guardandolo con occhi
languidi. Ma Al si rifiutò di ascoltarlo, ben più
impegnato a non far prendere
a Edward il lume della ragione.
Sempre che
non fosse troppo tardi.
“Ho io
delle foto, signor Mustang!”, fece Andrea, tutta contenta.
Un “Oooh”
generale si levò dalla folla, mentre l’anima di Ed
sembrò fuggire dal suo
corpo.
“Edward era
cosììì rapido nel togliersi il trucco
che doveva per forza fargli qualche
scatto… ho la memoria corta, sa – mano sulla
guancia, occhi al cielo, scosse
leggermente la testa – quindi mi sarei scordata quel bel
faccino così ben
truccato!”
La mascella
di Ed arrivò a terra, forando il pavimento.
“Ricordi,
Edward, com’era facile minacciarti? O foto, o
latte.”
"Non
glielo avevo detto io che odiavi il latte!!" si premurò di
dire Alphonse,
parando le mani davanti. Ma stranamente Ed lo fulminò.
Stranamente,
eh.
"Oh
Fullmetal. Credo che dovresti rifarlo, eri davvero carino!" fece
Mustang,
dandogli un'amorevole pacca sulla schiena.
Calcio
nello stinco di Mustang.
Una, due,
tre volte.
Sperando di
spaccarglielo in mille pezzettini NON ricomponibili.
“Veda. Di.
Morire.”
Fissò
Alphonse.
“Ci credo
veramente poco, sai?”
Fissò
Andrea.
“Tu… tu…
tu…”
“Io,
Edward?”
“…”
Era
talmente… sconfitto da tutto, che non riusciva neppure ad
insultarla.
"Non
morirei neanche se mi pagassi." sorrise Mustang, nascondendo il dolore.
"... mi
ha regalato un gatto!!" frignò Al, aggrappandosi al braccio
del biondo.
"Dai,
Ed, in fondo non eri così male... - ghignò Winry,
guardando le foto - Eri quasi
più femminile di me!"
“Non ci
vuole tantissimo, sai Winry?”
La
fanciulla tentò di tirargli la chiave inglese, che abilmente
schivò.
“Mustang,
se le trasmuto tipo un miliardo in oro alchemico mi promette che
SCHIATTA? E,
Alphonse, UN GATTO NON E’ UNA SCUSA PER RIVELARE I MIEI PUNTI
DEBOLI AL
NEMICO!!”
“Io non
sono un nemicoooo… signor Mustang, mi difenda!!”
"Ma
Andrea era la nostra amica...Non voleva farti male!"
"Al,
già da bambino eri un genio, lasciatelo dire. E no, l'oro
non vale quanto
vederti morire di vergogna.", rise Mustang.
Intanto
Winry armeggiava con la sua coda, tirandola verso l'alto.
"PUOI
RIPETERE?!"
“Cristo, ma
ce l’avete coi miei capelli?! Lasciami andare!!”
Ed, per
principio di cavalleria, non poté alzarsi dal divano per
convincere, con metodi
più rapidi, Winry a lasciargli andare la coda.
“Qua stiamo
perdendo di vista il motivo per cui siete qua, maledizione!!”
"... hai ragione!" sbottò lei, e lo lasciò
andare.
"A me invece sembra proprio di averlo ben al centro
della questione..." sorrise Mustang mentre passava le foto a Pinako
obaachan, allibita.
E' proprio vero
che
non si conosce mai abbastanza delle persone care!
"E poi
se il tuo cervello lavorasse, sai quante grane
in meno per tutti?"
“Il mio cervello lavora divinamente, Cristo! E’ il
suo che
fa più scioperi dei controllori dei treni!”
Si accorse in quel momento che le foto stavano girando.
Rapido, le rubò dalle mani di Pinako, ch’era preda
di un
attacco isterico di risate.
E si guardò, schifato.
Al si affacciò teneramente sulla sua spalla, indicando una
foto dove Ed aveva addosso un simpatico ombretto arancio.
"Qua però non stavi male..."
"Secondo me stava benissimo in tutte!" replicò
Roy, strappandogliela di mano ed esaminandola attentamente.
“Mustang, Cristo, spero lei muoia fulminato.”
Calciandogli il piede, Ed gli fregò le foto.
Ce ne fosse stata UNA, UNA SOLA in cui fosse stato un
minimo decente.
Smalto, rossetto, ombretto, cipria.
Di ogni colore possibile.
Codini, trecce, chignon.
Margherite, spallette, collane, orecchini.
Cristo santissimo, perché stava ricordando QUESTO?
"MA perché, ti imbarazza sentire la verità?"
ghignò il generale, sorridendo. "L'ombretto rosa confetto
secondo me era
quello che ti stava meglio..."
"Ed, - fece Winry - Non avrai iniziato a farti le
trecce dopo... QUESTO?"
“Cristo, Winry, CERTO CHE NO!!”
Il ragazzo vessava in uno stato di prostrazione mentale
talmente forte che per poco non si sciolse come un budino sul divano
per la
disperazione.
“Mustang, un giorno subirà la mia atroce vendetta,
lo sa?”
Andrea, intanto, ridacchiava, estremamente divertita dalla
scena.
E si sentiva utile, perché percepiva che Ed si stava
ricordando.
Un pezzettino in più aggiunto al puzzle che, sperando, lo
avrebbe ricondotto a ricordarsi di Alphonse.
"E ci devo credere? Prima facevi sempre la coda."
ghignò la ragazza, con una fotografia di Ed con un simpatico
rossetto rosa
davanti alla bocca.
"Aspetterò con ansia il momento... mi divertirò
ancora
di più!"
"Aaahn, niisan, per me staresti bene con qualunque
cosa addosso!"
Al saltò in piedi, rubando le fotografie ai presenti e
riconsegnandole alla legittima proprietaria.
"Tienile ben nascoste, Andrea!"
“Certo, Alphonse caro!”
La ragazza tornò a sedere, rimettendo le fotografie nella
borsetta di lustrini, con un sorrisetto adorabilmente compiaciuto
dipinto sul
viso.
“Nelle foto nostro padre aveva la coda, PER QUESTO HO
COMINCIATO A FARMI
"Non sono un ruffiano, cerco di aiutarti, IO! – fece,
fulminandolo. – O preferisci stare in balia del generale?
"A me non dispiacerebbe di certo..." sorrise
quest’ultimo.
"Oh, Edward, che motivi futili... dì la verità,
hai
anche tu certe tendenze..."
“Winry, cristo!! Non ho tendenze
di alcun genere!! Smettila, per favore, o Mustang continuerà
e c’andrà giù
sempre più pesante!!”
La disperazione lo stava ricoprendo da cima a fondo,
riempiendolo come un bigné si riempie di crema.
“Io non starò mai in balia a lei,
Mustang!!”, ci tenne
comunque a specificare.
"Lo sei già, Ed!" dissero in due in coro.
"Riusciremo ad andare avanti senza avere almeno una
volta certe sceneggiate?" sospirò Alphonse, guardando la
nonna che,
sorridendo biecamente, sollevò le spalle.
“… Aaaal, ti prego
saaaalvamiiii…”
Al.
Aveva
detto Al,
non Alphonse.
Iniziava il processo.
In modo naturale.
(Sì, ricordava ora gli occhi liquidi e dolci che lui gli
faceva per convincerlo a sottoporsi agli esperimenti di Andrea. Ma
decise di
non abbaiargli contro.)
"Oh, niisan..."
Al gli mise le mani sulle orecchie, evitando che qualunque
risata isterica penetrasse senza preavviso nelle sue orecchie. Sorrise,
sentendo nuovamente le sensazioni che suo fratello soltanto era capace
di
dargli.
E avrebbe pregato fino allo stremo per sentire nuovamente
un "niichan" dalla sua bocca, ma tentò di convincersi che,
forse, non
mancava poi tanto.
"Avete finito con questa pagliacciata?! Edward, hai
bisogno di una visitina all'isola di Yok per ricordarti di tuo
fratello?"
Un'orda di treccine scure si sollevò, lasciando che la loro
cara maestra Izumi li guardasse dall'alto in basso.
"S... sensei..."
“No! Grazie!! Ne ho avuto abbastanza per tutte le
tredicimila vite (magnifiche) che vivrò!! E anche per
questa, stia tranquilla!”
Ed osservò la maestra, sapendo che lei aveva
un’infinità di
cose da raccontare su di lui e Alphonse. E si chiese, sudando freddo,
quale
avrebbe raccontato.
Pregò ogni dio e ogni santo (in cui comunque non credeva, ma
faceva molto
scena) che non portasse qualche d’indegno come gli altri fino
a quel momento.
"Ho sentito delle cose terribili, Ed. Terribili! Qua
ci vuole qualcosa di dannatamente, oscenamente NORMALE."
Dio sia lodato, pensarono entrambi.
"E immagino tu sia d'accordo."
"No, fine del divertimento..." mugugnò Roy,
assieme a una Winry che gli si era unita per dargli man forte.
“Maestra, le ho mai detto quant’è bella
e affascinante?”
fece Ed, con gli occhi che brillavano, per poi sbarrarsi quando vide
Shigu
osservarlo brandendo un’ascia.
Sporca di sangue.
Deglutì, inquietato.
“Racconti, maestra, racconti qualcosa di estremamente figo
nei miei confronti!” aggiunse, facendo la linguaccia a
Mustang.
"E chi ha parlato di fighezza?! Io ho detto NORMALE. E
caro... - si
voltò verso il marito,
sorridendo - Metti giù, spaventi Al così."
"G-Grazie, maestra..." balbettò Alphonse,
stringendo le spalle di Ed tanto da fargli male.
“Maestra, qualcosa di bello farebbe bene al mio ego, e
almeno questo qui – indicò il generale,
infilandogli un dito nell’occhio (forse
neppure apposta. Forse.) – la smetterebbe!”
"Qualcosa di bello... Forse posso raccontare di
quell'unica volta in cui sei stato utile a tuo fratello...? -
sbottò, portando
un indice alla bocca, guardando Shigu.- Anche perché, se non
vuoi sotterrarti,
le altre sarebbe meglio evitarle."
“Come l’unica volta?! Io sono sempre
utile!!”
“Vedo molte facce dubbiose al riguardo, Fullmetal.”
“Che cazz…”
Si guardò un attimo attorno.
Ma rimase zitto.
Detestava dar ragione a Roy.
"Ed, taci... fai meglio." sorrise Winry.
Per tutta risposta si sentì soltanto un mugugno molesto, e
la testa di Izumi che si muoveva su e giù in cenno di
assenso.
"Quando eravate sotto il mio insegnamento, vi davo
sempre qualche momento di svago. In fondo eravate dei bambini, sareste
impazziti se vi avessi fatti allenare fino alle ore piccole. "
"Ci faceva andare sempre prima di cena, così ci
stancavamo e mangiavamo di gusto!"
"Già. E Ed a volte era così stanco da riuscire
persino
a bere un bicchiere di latte." disse, vittoriosa.
Ed la guardò con gli occhi ridotti a fessure.
“Non è possibile che io abbia bevuto quella
robaccia.”
“Infatti, tappo era e tappo è rimasto.”
“Mustang, vuole diventare cavallo fritto?”
"Niisan, basta minacce culinarie..." fece,
pensando alla serata di due giorni prima.
"E' capitato solo due volte, credo. Ma è successo, Ed,
mi spiace per te."
"Si, me lo ricordo anche io! - fece Al sorridendo -
Però facevi una faccia schifatissima mentre lo mandavi
giù!"
“Mi pare sinceramente impossibile.”
E fece una faccia ancor più schifata.
“Era questo il ricordo? Ricordarmi di Al che ridacchiava
sotto i baffi mentre buttavo giù quell’immonda
immondosità?”
"No, Edward. Ma era divertente."
E tutti lanciarono un'occhiata a Mustang, che intanto aveva
preso ad ammirare intensamente le pareti ancora zuppe di fragole,
nascondendo
il sorriso stupido sul suo volto agli occhi del Fullmetal.
Mentre questi teneva la mano schiaffata sulla fronte.
Sospirò.
“… sì, molto divertente. Per favore,
prosegua”
"Ok, ok...una sera, non so che diavolo vi fosse
saltato in testa di giocare a nascondino, fatto sta che Al
sparì."
"... ahh! - fece l'interessato, battendo il pungo
sulla mano - Ricordo quel giorno! - ridacchiò - La colpa non
era mia, è niisan
che non sa cercare bene!"
“Ehi! Io cerco benissimo!”
“Ovviamente, essendo un cane…”
“Mustang, cristo, ma non può fare a meno di
commentare, UNA
SANTISSIMA VOLTA?”
“Uhm…”
Mano sotto il mento e atteggiamento pensieroso.
“No.”
“Sensei, continui, per favore, o questi due non smetteranno
mai…”
"Edward, tu eri venuto a casa poco prima di cena, ti
ricordi? Avevi quasi le lacrime agli occhi, e dire che non ti avevo mai
visto
frignare fino a quel punto... non trovo più Al, non trovo
più Al, continuavi a
ripetere..."
"Eri così agitato che abbiam dovuto minacciarti col
latte..." ridacchiò Shigu, da dietro sua moglie.
"Quando avevi recuperato la calma... mi hai implorato
di andare a cercarlo... te lo ricordi?"
Sguardi speranzosi.
“… vagamente.”
Qualche ombra, qualche suono.
Voci, un pianto isterico e continuo.
“Cioè, mi ricordo che stavo molto male…
e piangevo davvero
un sacco…”
"Oh beh, è già qualcosa. Ci abbiam messo decine
di
minuti a farti calmare, se non ricordassi sarebbe una grossa, grossa
offesa."
E rubò l'ascia al marito, facendola roteare con la mano.
"Maestra..." mormorò Al, e questa poggiò
nuovamente l'arma a terra.
"Sì, scusa, Al. - sorrisino - Alla fine abbiamo
mollato la cena sul tavolo, dato che non avevi alcuna intenzione di
mangiare
senza tuo fratello, e siamo andati a cercarlo..."
"Edward a fine giornata è rimasto senza voce..."
sorrise Shigu.
"Io di quel giorno ricordo di aver avuto una paura
tremenda di non ritrovare più niisan... e faceva freddo, e
c'erano... animali
che ululavano..."
Brividino.
Ed abbracciò il fratello, istinto naturale nel sentire il
racconto.
“Povero, povero Alphonse…”
Qualche reminescenza c’era.
“Devi aver avuto un sacco di paura, eh?”,
sussurrò
accarezzandogli la testa. Fregandosene di Roy che ridacchiava come un
cretino.
"Tanta... - fece, sospirando - Probabilmente avrei
paura anche adesso, se succedesse!" ridacchiò.
"Però Al, urlavi talmente tanto che è stato
grazie a
te se ti abbiamo ritrovato! – disse Izumi, annuendo
– Certo che eri proprio ben
nascosto..."
"La mattina andavo sempre là! - si affrettò a
dire -
Ma di notte non capivo proprio come tornare indietro..."
“Usavi sempre lo stesso nascondiglio, non capisco come
cavolo ho fatto a non trovarti…”
Una mano sotto al mento e sguardo pensieroso rivolto verso
l’alto.
“Ah! Eri caduto in quel piccolo burrone che c’era
proprio
accanto al tuo nascondiglio, no?”
"Sì! - fece, sollevando un poco la voce, guardandolo
mentre ancora era stretto nel suo abbraccio - Ero sempre stato attento
ad
evitarlo, ma ero così nel panico che mi ero completamente
dimenticato della sua
esistenza!"
"E sicuramente da come urlavi ti eri fatto un gran bel
male, Al... quando Ed ti aveva trovato aveva ricominciato a piangere
come un
bamboccio!"
“Perché avevo ritrovato una cosa importante, mica
per
nulla!”
Se non altro, ricordava che aveva rischiato di perdere
qualcosa di assolutamente prezioso.
Peccato che ci fosse ancora solo l’ombra dorata, ancora.
Anche se in quel preciso spezzone della sua vita l’ombra
andava modellandosi.
"Fullmetal, tu frigni sempre per nulla."
Eh beh, mica poteva star zitto per sempre.
"Generale la pianti. – fece Al, rifilandogli uno scappellotto
in testa - Ad ogni modo... la maestra mi aveva preso da quel burrone
e..."
"E Edward mi implorava per farti portare sulle sue
spalle! Non pensavo foste così affiatati, a quel tempo, sul
serio!"
"Io non mi volevo neanche far portare da niisan,
sembrava così stanco che mi sembrava di fargli male
così... ma alla fine aveva
insistito così tanto...!"
“Non frigno sempre. Frigno per le cose importanti. E
comunque ero piccolo!”
Carezzò la testa di Alphonse come fosse un cagnolino.
“Aspetta, forse ricordo… eri talmente spaurito che
poi ti
sei addormentato sulle mie spalle, no?”
E Al mosse piano la testa su quella mano, godendosi appieno
le coccole.
"Sì... le spalle del niisan sono sempre state
così
comode..."
"Quando siamo tornati a casa Ed, sei andato a mettere
Al a letto e sei rimasto con lui tutta la notte. E non hai mangiato,
Dio quanto
cibo sprecato..." fece Izumi, scherzando.
"Però almeno era andato a finire tutto bene!"
disse Winry, sorridendo mentre guardava i due.
Qualcosa si stava muovendo, finalmente.
“Beh, ero un bambino… - disse Ed arricciando le
labbra,
vergognoso – ed ero suo fratello maggiore, è
naturale che mi preoccupassi.
Poteva aver preso la febbre, o che ne so io! E poteva aver bisogno di
me!”
Tutti lo guardano speranzosi.
Stava ricordando tutto?
“… è così, no?”,
domandò poi, non più tanto sicuro dei suoi
ricordi e delle sue parole.
"Sì... - Al gli strinse la mano, poggiandosi sulla sua
spalla, ignorando la sua titubanza, sperando di confermare ogni suo
pensiero
vagante - Sì, niisan, se non ci fossi stato tu, le cose
sarebbero andate molto
peggio..."
"E dire che da piccoli vi facevate sempre i
dispetti!" disse Winry.
"Ma eravamo piccolissimi... e il niisan voleva sempre
farsi bello agli occhi della mamma!"
“Cioè, sto nano riusciva a farsi bello davanti a
qualcuno?”
Gli interventi di Mustang erano sempre a sproposito.
Era impressionante come riuscisse a dire sempre la cosa
sbagliata al momento sbagliato.
“Mustang… la prego. Taccia. Mi faccia sto piacere.
Per una
volta che avevo un bel ricordo!!”
“Appunto, qualcuno doveva smontarti.”
"Generale, è malvagio lo sa?"
"Grazie del complimento, Winry." e strizzò
l'occhio che probabilmente Ed gli avrebbe cavato se fosse stato aperto.
I due fratelli sospirarono, convinti che ormai non ci
fossero più speranze.
"La mamma alla fine non faceva mai favoritismi! Ci
voleva bene allo stesso modo!"
"Comunque è normale che siate stati così uniti in
quel
periodo - disse Izumi, guardandoli - Eravate senza genitori, se non
contavate
l'uno sull'altro, sarebbe stata la fine..."
C’era una vocina, in Edward, che sospirava muta, sospirava
come fossero uniti tantissimo anche ora.
Ma era muta, per l’appunto, e il ragazzo non
riuscì ad
udirla.
“Capito…”
Se i ricordi, leggeri come piume, cominciavano a
riaffiorare, sembrò non essere così per i
sentimenti.
“Aah, sono così contento che per una volta
qualcuno abbia
raccontato un racconto in cui faccio bella figura…”
“Fullmetal, hai pianto dall’inizio alla
fine…”
“IN CUI FACCIO BELLA FIGURA.”
"Generale, almeno piangeva per qualcosa di importante!
Non sta scritto da nessuna parte che un uomo non debba piangere! Ed era
piccolo!"
Il solito piccolo, dolce, protettivo Alphonse. Con o senza
amnesia, era sempre suo fratello.
"La bella figura con me, l'ha fatta per certo!"
"Comunque se vuoi Ed posso raccontare di quando hai
provato a mettere i miei ves..."
“ANDREA, TI PREGO, TACI!! TI PREGO!!
RISPARMIAMIII!!”
Effettivamente, per una volta che riusciva a non fare una
figura del cavolo, bisognava fargli godere il momento di gloria.
“E comunque SO che stavi per dire MENZOGNE!!”
"Non sono menzogne! Quel vestito rosso ti piaceva così
tanto!"
"Niisan... questa non la sapevo..."
Risatine di sottofondo. Niente gloria stavolta, Ed.
Tenta
più tardi.
Se la
vita era un gratta e vinci, Ed sembrava non avere la
fortuna di vincere neppure un centesimo, almeno quel giorno.
“Ho capito perché indossi sempre quella palandrana
rossa, Fullmetal!
Ti ricorda il vestitino della tua infanzia!”
“No!! Andrea non inventare palle!!”
"Non sono palle, Edward! Tu amavi DAVVERO quel
vestito! Dicevi sempre che ti faceva somigliare alla mamma!"
"Edward, potevi chiederli a me i vestiti!" fece
Winry, indignata.
"Poteva far a meno di vestirsi da donna se è per
questo!!" rise ancor più forte Mustang, quasi cadendo dal
divano.
“Mustang!! Non osi credere a queste cose!! Non tanto
perché
me ne freghi di quel che pensa!!”
Ma perché altrimenti sarebbe andato avanti per mesi interi.
Lo sapeva.
“Andrea!! Te le stai inventando di sana pianta!!”
"Ma l'idea ci sta! Altrimenti ogni tanto metteresti
qualcos'altro!"
Mesi forse era limitativo.
"Ma non è vero! Me lo ricordo come se fosse
ieri!!"
"Se fosse stato ieri, sarebbe stato ancora meglio,
Andrea!" ribatté Roy, senza ormai dar contegno alla sua
risata.
“Smettetelaaaaa!!”
Ed saltò sul divano, in preda ad un attacco isterico.
“Qualcuno esca con un altro racconto!! Per favore!!
Salvatemi!!”
“Ragazzino, scendi da quel divano, maleducato!”
“… Mustang, dette da lei queste parole non hanno
alcun
significato, sa…?”
"Ah no? Beh - ghignò, prendendolo per la coda e
costringendolo a tornare giù - Ora lo avranno per forza."
Al scosse la testa - rassegnato all'idea che mai, nella
loro relazione, sarebbe esistito un momento di tregua -
mentre Ed con un tonfo sordo ricadeva sul
divano.
"Bastaaa..." fece il minore, dando un colpetto
sulla mano del generale. Poi si voltò verso gli spettatori.
... la prossima volta avrebbe fatto pagare il biglietto:
era uno spettacolo da baracconi a tutti gli effetti!
"C'é... qualcun'altro?"
Una mano sottile ed elegante si levò dalla folla,
agitandosi elegantemente. Al diede la parola alla giovane ragazza che
muoveva
le lunghe dita per farsi notare. Si alzò, e nessuno degli
uomini (e perché no,
anche alcune donne) poté staccarle gli occhi di dosso.
Si alzò una fanciulla estremamente graziosa, con
lunghissimi capelli dorati, più chiari di quelli degli Elric
– quasi raggi di
sole – ed occhi grandi d’un bellissimo verde
smeraldo. Viso elegante e guance
leggermente colorate di petali di papavero per tutti quegli sguardi che
miravano la sua figura, in mezzo alla sala, così magra e
slanciata. Teneva le
mani in grembo, tormentandosi il bordo della maglietta a frappe.
“Io… avrei qualcosa da
raccontare…”
Aveva una voce estremamente melodiosa, dolce – da usignolo,
da cantante.
"... Fullmetal, e questa dove la nascondevi fino ad
oggi?"
La squadrò da capo a piedi, sorridendo. Magari avrebbe
potuto invitarla a cena fuori, e ridere con lei di quanto Edward Elric
fosse
irascibile, inutile e - soprattutto - basso.
“Signor Mustang, non dite così, mi mettete in
imbarazzo…”
La giovane si nascose il viso, oramai rosso come un
peperone, tra le mani, totalmente morta d’imbarazzo.
“Oh, ciao Ivien.”
Ed la salutò alzando semplicemente la mano immobile. La
guardò col sopracciglio alzato, chiedendosi che cosa avrebbe
tirato fuori lei.
Anche Andrea la fissava, ed improvvisamente si perse in una
risatina trillante.
“Aaaah, io so cosa vuole raccontare la nostra piccola,
deliziosa,
adorata Ivien!”
"Davvero, signorina Andrea? E' una cosa bella quanto
quella che ci ha raccontato lei, oppure meglio?"
... avrebbe potuto portarle a cena tutte e due. E poi via
in qualche love hotel, perché no.
"Generale, non dovrebbe provarci con ogni donna che
vede!" prese parola Winry, sollevando le spalle. Ma Roy si
limitò a
sorridere e ad ammiccare.
"Aw... - sospirò Al - Ivien, è quello che penso,
vero?" chiese, sperando che iniziasse prima dello scatenarsi
dell'inferno.
“Sì, Al caro, credo sia proprio quello che
pensiamo
entrambi!”
Ed deglutì.
Se Andrea pensava a qualcosa, quello a cui pensava anche Al
non era qualcosa di buono.
Di certo non lo era.
“… perché nessuno ha qualcosa di degno
da dire su di me?”
Non sapeva assolutamente che avrebbero pronunciato le belle
labbra piene di Ivien, ma doveva essere per forza qualcosa di ignobile.
“Allora… - iniziò lei, incapace di
fissarlo negli occhi per
il troppo imbarazzo – quando ero piccola, ecco…
io… ero molto innamorata di
Edward-san…”
Il citato si schiaffò una mano in volto, diventando rosso.
E Al aveva fatto centro, così come Andrea.
Niente, NIENTE avrebbe potuto fermare la rovina di Edward
Elric quella sera. Se non il ricordo immediato di suo fratello.
"Fullmetal, invidio la tua fanciullezza..." sospirò
Roy, poggiando il gomito sul ginocchio e il mento sulla mano.
"Generale, non si faccia idee sbagliate..." lo
bloccò Al, prima che potesse andare oltre.
"Ma è la verità! Tu non lo invidiavi?"
"Certo che no! - fece, roteando gli occhi -
Anzi!"
Edward guardò Ivien – e lei arrossì per
quello sguardo.
Nella sua visione, Ed la stava fissando con amore e
gratitudine per aver reso mondiale quel dolce ricordo.
Nella visione del resto del mondo, Ed la stava fissando
come per chiedersi…
PERCHE’?
“Allora… visto che non riuscivo a
parlarci…”
“Questo perché Ed era un totale buzzurro e molto
scortese
con le ragazze, eh!”, si premurò di sottolineare
Andrea, con voce bassa e
sottile, per evitare d’infrangere i sogni della giovane.
“Mi limitavo a… scrivergli delle lettere che
Alphonse-san
gli passava…”
E il volto dello smemorato assunse un’espressione
estremamente perplessa. Quasi schifata.
Ma questo era un particolare che Ivien tentava di non
considerare.
"Solo che... - Al buttò un'occhiata al fratello
maggiore, solo per vedere quanto potesse andare avanti. - Ivien era
troppo
timida per scrivere da parte di chi erano... e quindi il niisan non
sapeva da
chi provenissero..."
"Ah! - Winry sorrise, maligna - Io le ho lette tutte!
Erano proprio da diabete!" ghignò, vedendo Ed sprofondare
nel baratro
della vergogna.
"Fullmetal, ripeto. Invidio la tua fanciullezza."
“Mustang… taccia, per FAVORE…”
“Non erano da diabete! – protestò
debolmente Ivien, oramai
con tutto il corpo in fiamme – E… credo che
Edward-san non abbia mai capito ch’erano
le mie…”
Effettivamente no.
La fissava, la fissava, la fissava.
E basta.
Forse chiedendole di sprofondare con lui.
Ma anche da sola schifo non gli faceva.
"Ed pensava che fossero di Al."
Ecco dove Alphonse non voleva arrivare per evitare a Edward
ulteriori umiliazioni.
"Winry..." implorò.
"E' vero! - Agitò la mano, come ad imitare Ivien,
senza bracciali che tintinnassero al movimento. - Winry,
Winry, Al mi ha dato un'altra lettera!! Lo ripeteva ogni
volta!"
E un ridacchiare per nulla celato fece voltare i presenti.
"Ah... ahah... - fece Roy, la mano davanti alla bocca
- Ora le ho sentite proprio tutte!!"
Edward si rannicchiò su se stesso, chiedendosi se per
qualche errore umano Al avesse trasmutato il divano e
l’avesse reso capace
d’inghiottire gli esseri umani.
Andrea ridacchiò, evidentemente divertita.
“Ed vedeva il suo fratellino
cosìììì attaccato a lui che
credeva che fosse arrivato a scriverglielo nelle lettere, eh!”
“… non notava quello sproposito di… -
Ivien arrossì ancora
di più – Ti amo,
Edward-san?”
“NON. RICORDO.”
"Ma davvero hai certe tendenze?" fece Roy,
dandogli una gomitata leggera sul fianco.
E quasi lo sentì ringhiare.
"Edward sforzati dai. Quelle lettere devono esserci
ancora, da qualche parte..."
"Io non so niente." Si affrettò a dire Alphonse,
portando le mani in avanti e mettendosi sulla difensiva. Non sarebbe
stato
artefice né della sua morte, né di quella del
fratello.
“Io…
io… io non le
ho più.”
E se le aveva, preferiva non ricordare.
Però cominciava a rimembrare lo sguardo perso che rimaneva
su Al per dieci minuti buoni quando gli consegnava lettere al profumo
di
lavanda.
(Effettivamente, perché Al avrebbe dovuto dargli lettere
sue che odoravano di lavanda?)
E comincia a rimembrare la faccia gongolante che gli si
congelava in volto quando le riceveva e andava in giro a vantarsi
dell’amore
che suo fratello provava per lui.
"Non ci credo. - sbottò la ragazza, portandosi le mani
ai fianchi - Tu le hai nascoste. Non butteresti mai qualcosa di Al!
Neanche
sotto amnesia! Neanche in punto di morte!"
Ed effettivamente poteva anche aver ragione.
"Winry, se dice di non averle..."
"Fullmetal, dillo a me, vado io a prendere i tuoi
preziosi ricordi..." sorrise, continuando a molestargli il fianco.
E il Generale si ritrovò il gomito del Fullmetal nel suo,
di fianco.
“La. Smetta.”, sibilò, viso in fiamme.
E tentò di non ricordare dove fossero.
Ma se ne ricordò.
Ma fece finta di nulla.
E sprofondò sempre di più.
E quasi singhiozzò di depressione.
"Ricordo anche cosa dicevano!"
E Al, guardando i due interessati, non seppe dire chi di
più somigliasse al colore dell'amata palandrana del fratello.
"I tuoi capelli sembrano il sole al mattino..."
cominciò a cantilenare, la mano sul petto.
“ALPHONSE TACI ORA SUBITO IMMEDIATAMENTE!!”
Dal divano, Edward si buttò su Al, facendolo cadere
precipitosamente a terra.
“NON. DIRE. UNA. PAROLA. DI. PIU’!!!”
"Auch!!" esclamò, sbattendo la schiena sul
pavimento duro.
"Aaaah, Fullmetal ha la rabbia, la rabbia!! - urlò
Roy, indicandolo col braccio agitato - L'ho detto io!! Va soppresso!!"
"Niisan, mi fai malee!!"
"Edward, smettila su! - Andrea lo guardò, contrariata
- Non si fanno queste cose ai fratellini!"
“Ma non ho fatto nulla! Gli ho solo impedito di dire
qualcos’altro!!”
Ivien guardava la scena, con le mani sulla bocca.
“Edward-san…”
“Sì?”
“Le… sono piaciute le lettere?”
Edward la guardò, grattandosi il capo, ancora sistemato sul
bacino del fratello.
“Beh, sì…”
E Ivien si illuminò di gioia.
“Eccessivamente diabetiche, forse…”
"N-niisan, sei pesanteee..." sibilò.
"Ma come Fullmetal - vociò Roy, coprendolo
all'istante. - Non avevi detto che avevi dimenticato?"
Odiava quel ghigno così tanto che se avesse potuto, il suo
automail e quei denti bianchi avrebbero avuto un incontro ravvicinato
del terzo
tipo.
Sul serio!
“Lei taccia e la smetta di rompere!!”
Si levò dal corpo di Al, aiutandolo a rialzarsi e sedendosi
di nuovo con lui sul divano.
“Ivien, puoi anche sederti, ora…”
“Okay…”
Non disse nulla in contrario, ma le parse che il suo ruolo
fosse veramente minimo. Ma così andava ad Ed.
Roy si guardò attorno, dopo aver posato per qualche
manciata di secondi lo sguardo sulle gambe della bionda, pregustando il
momento
della cena.
"Beh - fece
poi, sollevando le spalle. - Finiti i racconti? Devo toglier fuori un
altro
aneddoto pornografico della vita di Fullmetal?"
“NON CI SONO ANEDDOTI PORNOGRAFICI SULLA MIA VITA,
BLUEIMBECILLEFLAME!!”
“Ci sono io!”
Stavolta parlò una voce virile.
Senza neppure chiedere la parola, si alzò un ragazzo di
bell’aspetto, coi capelli tagliati corti e scurissimi, occhi
blu e un sorriso
smagliante.
“Io ho da raccontare.”
"No, tu no!"
E tutti si sconvolsero nel sentire la vocina dolce di Al
irritata. Si voltarono a guardare prima uno, poi l'altro. Su Al il
rosso
della... gelosia?
L'altro invece era di una spavalderia disarmante.
"Non parli!"