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Autore: MorwenBlood    04/02/2013    1 recensioni
Ho sempre detto tante di quelle cose che, alla fine, anche se le dicevo non ci credevo. Erano parole, parole che volavano con il vento. Parole che non appena uscivano dalla mia bocca svanivano, si scomponevano e si disperdevano.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Casa.

 

L'ultima cosa che avrei pensato mi sarebbe riuscita nella vita era andare via da Casa, ho sempre detto di voler andar via dalla mia città, ho sempre detto che non sarei stata un minuto di più in una città che, ero certa, non mi avesse portato un futuro come volevo io, una possibilità di studio che altre città mi avrebbero dato.

Ho sempre detto che sarei andata via, a studiare, a farmi la mia vita da un'altra parte. In una città che mi avrebbe considerata e che mi avrebbe forgiata.

Ho sempre detto che sarei riuscita a fare ciò che volevo, a studiare ciò che volevo.

Ho sempre detto che sarei RIUSCITA nella mia vita.

 

Ho sempre detto tante di quelle cose che, alla fine, anche se le dicevo non ci credevo. Erano parole, parole che volavano con il vento. Parole che non appena uscivano dalla mia bocca svanivano, si scomponevano e si disperdevano.

 

Adesso, solo adesso, dopo 6 mesi, mi sono resa conto che ce l'ho fatta. Sono davvero andata via da lì, sono davvero andata via da una città che a livello di istruzione, di lavoro, non mi avrebbe dato niente.

Pur avendo lasciato le mie radici, i miei pezzi d'anima lì, sono andata via.

 

Potrei dire che spesso tiro un respiro di sollievo.

Poi però mi rendo conto che questo stesso respiro viene ostruito da, come dire, lame.

Sì, lame che mi si conficcano nello stomaco, ad una ad una.

Lame ghiacciate.

Lame che mi ricordano ciò che ho lasciato lì, a Palermo, a CASA.

Lame che, ad una ad una, mi ricordano le persone, gli affetti.

Lame che mi mostrano la mia città. La mia casa.

 

Mi ero sempre detta che non mi sarebbe mancata Palermo. L'avrei giurato e spergiurato.

Eppure, dentro di me lo sapevo.

Sapevo che, sì, per quanto uno possa dire di odiare Palermo, per quanto se ne possa parlare male, per quanto il mondo possa scansarla, per quanto la gente che ne sta a capo possa distruggerla, per quanto la gente stessa che ci vive possa distruggerla; alla fine, mi manca. Quella è casa mia. La mia casa. La mia città.

 

Mi manca a tal punto che, ogni volta che prendo l'aereo per tornare a casa, qualunque cosa io stia facendo, non appena le coste della Sicilia iniziano a scorgersi dai finestrini, mi fermo. Mi fermo e inizio a guardarla. Inizio a guardare quell'isola, quella città che, per quanto io possa dire il contrario, mi ha forgiata.

 

Sì, Palermo, la Sicilia, mi ha forgiata.

 

Mi ha resa ciò che sono. La città, la gente che la ama, la gente che mi ha sempre detto di voler andare via, la gente che la difendeva con i pugni e con i denti, persino i politici corrotti che la stanno distruggendo, tutto ciò, tutte queste piccole cose mi hanno forgiata. Mi hanno resa ciò che sono. Mi hanno fatto capire che devi combattere per ottenere ciò che vuoi, per difendere ciò che ami, per risanare, riaggiustare, rincollare i pezzi di ciò che ti è più caro.

Stupide parole? Parole trite e ritrite? Può darsi.

 

Sta di fatto che, sì, sono andata via. Sto formando la mia istruzione, sto cercando di fare ciò che voglio fare nella vita.

Ma la mia casa non sarà mai qui, la mia CASA sarà sempre giù, in Sicilia, a Palermo.

 

Non star giù mia piccola grande Panormus, perché lasci un segno. Non ti si dimentica e non affonderai. Perché piccoli grandi uomini e piccole grandi donne sono già lì, e nel loro piccolo stanno provando a togliere tutta quella muffa che pian piano ti sta distruggendo. Anche chi non ci crede, prima o poi si ricrederà, anche chi non confida in te, prima o poi, con il proprio tempo, imparerà a fidarsi, a tirarsi su le maniche e a spalare la merda di cui ti hanno sommersa.

Tu sei forte.

 

Sei bella.

 

Claudia

   
 
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