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Autore: beautyxxp    04/02/2013    11 recensioni
'Silenzio e solo silenzio quando 'Comunque si' era stato il sussurro accanto al suo letto.
In quel momento sembrava davvero che Harry lottasse contro le lenzuola,pur di toglierle da sopra la testa ed uscire allo scoperto.
Uscivano prima un ricciolo,poi un altro,ed infine tutta la testa riccioluta fino ad arrivare a quei grandi occhi verdi.
'Come hai detto?' era l'unica cosa che riusciva a dire il ragazzo.
Un sospiro e 'Ho detto,' si fermava un attimo a prendere fiato il ragazzo accanto a lui,seduto sul letto a gambe incrociate, 'che comunque si,mi piace la neve'.'
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Au/Slah/ Harry//Louis.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Harry Styles era seduto come tutti i giorni su di una sedia di legno con il sedile di paglia intrecciata,immerso nei suoi pensieri sconosciuti a tutti,intento a guardare fuori dalla finestra la neve che cadeva precipitosamente poggiandosi delicatamente sull'asfalto già imbiancato.
I bambini dell'orfanotrofio 'Finsbury' gli trotterellavano attorno ma,come spesso accadeva, il giovane quindicenne non se ne rendeva conto,troppo preso dai suoi soliti pensieri.
Ma quel giorno agli usuali pensieri se n'era aggiunto uno.
Erano già sei anni e dieci mesi che viveva giorno e notte in quell'orfanotrofio.
Erano già sei anni e dieci mesi che il padre era fuggito dopo averlo maltrattato,violentato,picchiato,per otto lunghissimi anni.
Erano già quindici anni e dieci mesi che la madre di Harry era morta,ed erano già quindici anni e dieci mesi che la sua vita non aveva più un senso.
Harry Styles soffriva,soffriva davvero, ma non lo dava mai a vedere , poichè faceva parte dei grandi dell'orfanotrofio e molti bambini avevano bisogno di lui,tutti avevano bisogno di lui.
C'era Kim,una tenera bambina di cinque anni, lì perchè entrambi i genitori erano venuti a mancare in un incidente d'auto.
C'era Josh,un ragazzetto difficile di dodici anni,scontroso con tutti e amichevole con pochi,e tra quei pochi c'era Harry.
C'era Ronny,un bimbetto ancora in fasce,in fase di svezzamento abbandonato alla nascita.
E poi c'erano Liam e Zayn,più grandi di un po,ma non molto da trattarlo come un piccolo perchè no,Harry non era un piccolo.
Harry era un grande.
Certe volte il grande della situazione.
Quello con più coraggio,forza,determinazione di tutti.
Quello che viveva con un sorriso stampato in faccia per incoraggiare tutti.
Quello che viveva per quei tutti.
Ma Liam e Zayn sapevano che lui non era così,lo sapevano da sempre perchè..bè,si conoscevano da sempre.
Per quel che Harry ne sapeva,quando sei anni e dieci mesi prima era arrivato all'orfanotrofio Liam era lì da circa tre anni e Zayn arrivò un anno dopo.
Sembrava strano dire 'da sempre',ma era la verità,perchè malgrado non si conoscessero dalla nascita,le loro vite avevano ricominciato a fluire nell'esatto momento in cui si erano trovati tutti e tre,a cercare di dimenticare il loro vissuto, a cercare di dimenticarlo insieme.
Harry li guardava,li guardava star vicini.
Li guardava sorridersi in modo complice e li guardava occuparsi dei più piccoli.
Li guardava stare insieme e ringraziava il cielo di aver trovato delle persone così,di averle trovate in tempo ,prima che fosse troppo tardi.
Tardi per tutto.

 

 

Se Harry spostava lo sguardo un po più in là trovava Niall.
Niall era un ragazzo che,come lui,faceva parte dei grandi dell'orfanotrofio.
Un ragazzo simpatico,dolce,generoso.
Ma un ragazzo difficile come pochi.
Niall nella sua infanzia ne aveva passate davvero parecchie,per quanto ne sapevano,anche se il ragazzo non ne parlava mai,non ne aveva mai parlato,ma loro sapevano.
Lo sapevano.
Quello sguardo spento,gli occhi vuoti e il sorriso finto..
si,sapeva fingere bene.
Eppure fingere serviva,serviva a tutti là dentro,perchè era l'unico modo di dar forza agli altri.
L'unico modo.

 

 

Harry pensava a tutto questo e non poteva pensare ad altro,ma un 'Har,Har!' contento della piccola Kim lo riportò alla realtà,alla vita di sempre.
La prendeva in braccio e le accarezzava i capelli dorati,osservandola mentre stringeva il suo orsetto marrone di pezza,molto malconcio e senza un occhio.
Harry avrebbe tanto voluto donargliene uno nuovo,lo avrebbe voluto davvero,ma non poteva.
Semplicemente non poteva.
'Come nevica..'fu il sussurro uscito dalla piccola bocca a forma di cuore della bimba e 'nevica tanto,piccola' fu l'unico commento del più grande.
Ma 'Speriamo non nevichi troppo,altrimenti Lauren rimarrà bloccata fuori.Speriamo,lei deve tornare.Speriamo' pensava il quindicenne.
Lauren era la loro responsabile.
Lauren era di origini francesi,ed era una donna di mezza età.
Harry adorava Lauren,e lei adorava Harry,come d'altronde tutti i bambini dell'orfanotrofio.
Era lei che aveva trovato Harry accasciato a terra a soli due isolati dal 'Finsbury',quella sera di sei anni e dieci mesi prima.
Era lei che si era fermata ad accertarsi che fosse tutto a posto.
Era lei che lo aveva salvato,e di questo Harry non gliene sarebbe stato mai grato abbastanza.

 

 

'Mi porti sulla neve,Har?'.
Ecco,Harry odiava le suppliche della piccola Kim,le odiava perchè molto spesso erano suppliche strane,impossibili,fuori dalla portata del quindicenne.
Ma stavolta Harry voleva acconsentire.
Lo voleva per lei,ma lo voleva anche per se stesso,perchè il tempo per giocare sulla neve,non l'aveva mai avuto.
E allora 'certo piccola,domani' le prometteva Harry.
'domani' ripeteva piano Kim.
 


 

Era sera,sera inoltrata e di Lauren nemmeno l'ombra,ma Harry era abituato al fatto che facesse tardi,lo faceva sempre.
Ma stavolta 'torno presto' aveva detto e 'ho una cosa importante da fare' aveva sottolineato.
Ed Harry lo sapeva,ormai lo sapeva bene.
Le cose 'importanti' a cui si riferiva sempre Lauren erano situazioni,situazioni difficili.
E allora Harry era pronto,preparato.
Harry sapeva che presto sarebbe arrivato qualcun' altro nella loro modesta casetta,Harry lo sapeva ed era pronto.
Non gli dava mai fastidio il fatto che ci fosse sempre gente nuova,'nuovi fratelli' si ripeteva in testa,ed era vero,perchè lì dentro erano tutti davvero fratelli.
Ma spesso tutti venivano da situazioni troppo difficili,troppo strane ed erano sempre scontrosi,ed Harry doveva avere la pazienza di aspettare,di farseli amici e dopo fratelli.
Era così la sua vita,ma pensando a dove sarebbe stato se mai non avesse conosciuto Lauren, allora gli andava bene così.
 


 

Niall era già a letto da un pezzo, 'mi sento stanco' diceva, e allora lo capivano e lo lasciavano andare,perchè sapevano che era davvero così.
Liam e Zayn condividevano il letto nella stessa stanza in cui dormivano Harry e Niall, e si erano appena messi a letto,dopo aver aiutato Harry a sistemare tutta casa e aver messo i piccoli a letto.
Harry teneva ancora in braccio il piccolo Ronny, cullandolo per l'ultima volta sulle note di una ninna nanna che nemmeno lui conosceva,e appena chiusi gli occhi lo appoggiava nella piccola culla
improvvisata che si trovava nella grande stanza dei piccoli.
Come era solito fare,controllava tutti i bimbi nella stanza e gli rimboccava le coperte, ascoltando i desideri di Kim per il giorno dopo e affidandoli alla luna e alle stelle.

 

Harry era finalmente in camera e ,guardando per l'ultima volta l'orologio rintoccare la mezzanotte ,preoccupandosi per Lauren, si girò dalla parte del vuoto nel suo letto,pensando che si, il letto accanto al suo era l'unico vuoto e disponibile e si, il nuovo o la nuova arrivata avrebbe dovuto dormire con lui.
E,consapevole di questo si addormentava, donando al cielo tutte le sue preoccupazioni e sperando che Lauren tornasse presto.

 

 

 

Erano le sette meno un quarto del mattino ed Harry era già in piedi.
Come al solito era il primo ad alzarsi,e come sempre preparava la colazione per tutti i suoi fratelli e per Lauren,ma quella mattina di Lauren non si era vista traccia.
La preoccupazione di Harry aumentava a dismisura e non c'era modo di acquietarla.
Sperava solo che qualcuno si svegliasse presto e gli tenesse compagnia,perchè ne aveva assolutamente un bisogno estremo.Come se avessero ascoltato le sue preghiere ed esaudito il suo desiderio, si presentarono davanti a lui, in contemporanea, Liam con in braccio Ronny,e la piccola Kim con il braccio il suo solito orsetto.
Harry sospirò,ed infine sorrise ai tre.
'Buongiorno Harry! La promessa,la promessa,ricordi?'
Eh già,la promessa.
Quel giorno doveva portare Kim fuori in cortile a giocare con la neve,non l'aveva di certo dimenticato.
Perciò 'Buongiorno anche a te piccola,e si, ovvio che ricordo la promessa,ma per adesso fai colazione tranquilla' le diceva Harry,porgendole una tazza di latte.
Tutta contenta la piccola prendeva a bere il suo latte e a rosicchiare qualche biscotto,fingendo di condividere la colazione con l'orsetto.
Harry sorrideva ancora una volta, come d'altronde accadeva ogni giorno, davanti la scena e davanti l'ingenuità della bimba,e riprendeva a preparare la colazione.
Mentre preparava un 'Dimmi Harry,Lauren non è ancora tornata,vero?' sussurrato di Liam lo fece scattare come una molla.
 

Liam aveva colto appieno la sua agitazione,ed Harry non si capacitava ancora di come facesse ogni singola volta a capirlo,meglio di quanto potesse fare lui stesso.
E 'no..' gli sussurrò di rimando Harry,per evitare di far preoccupare la piccola con quei discorsi.
'Spero solo che..'
Non ebbe nemmeno il tempo di completare la frase,che diverse serrature scattavano e la folta chioma riccia di Lauren faceva capolino dalla porta.
Harry poteva finalmente distendere la sua smorfia contratta in un dolce sorriso di benvenuto, e Liam poteva tirare un sospiro di sollievo.
'Forza,entra,non aver paura' la sentiva sussurrare Harry.
Non si era sbagliato nemmeno quella volta.
C'era un nuovo o una nuova arrivata in quella casa,nella sua famiglia, e lui era pronto ad accoglierlo al meglio.
'Avanti..' incitava Lauren,con la sua solita pazienza.
E allora era quello il momento.

 

Era quello l'istante in cui gli occhi verdi,accesi e da bambino di Harry incontravano gli occhi chiari,freddi,azzurri del nuovo arrivato,un lui.
Era un lui.
Harry non si accorgeva nemmeno del latte che scorreva tra le sue dita,sfuggito dall'orlo della tazza.
Harry era troppo preso a scrutare quegli occhi, a perdercisi.
E finalmente quel lui entrò completamente dentro l'abitazione ed Harry tratteneva il respiro.
'Ma Harry, che fai?' lo riportava alla realtà la voce di Lauren e , mettendo a posto lo scatolo del latte e asciugandosi le mani il quindicenne sussurrò ' scusa Lauren' e 'ciao' disse infine sorridendogli appena.
Lauren sorrideva come sempre,come se avesse dormito dieci ore di fila,come se avesse vinto la lotteria,e non come una donna che si faceva in quattro per dei mocciosi che creavano spesso problemi.
Ed Harry l'adorava anche per questo,l'adorava sul serio.
'Harry' si ripeteva nella mente il nuovo arrivato.
'Harry...'.
'Bene ragazzi,lui è Louis e..'
'Louis' sussurrava Harry a denti stretti.
'Louis' ripeteva senza sentire nemmeno il suono della sua voce.'..e vivrà con noi,come voi vivete con me' sorrideva ancora Lauren.
'..con noi,vivrà con noi.' ripeteva ancora Harry,alzando di un minimo il tono della voce,ma comunque rendendo la frase possibile da udire dai presenti.
Per tutta risposta Louis grugniva e voltava lo sguardo altrove.
E come a riprendersi 'Bene Louis,preparo la colazione anche a te allora?' domandava quasi speranzoso Harry,che sinceramente non capiva più nulla.
Nessuna risposta.
Silenzio e solo silenzio.
Ad Harry non piaceva il silenzio,non quando poneva una domanda, non quando cercava compagnia, non il SUO silenzio.
Ma era così che doveva andare,Harry lo sapeva e credeva di essere pronto.
Ma no,non lo era.
Non lo era affatto.
E Louis,spostandosi nella loro camera, indicatagli appena da Lauren, li lasciava lì,in attesa di una risposta e con la delusione un po dipinta negli occhi di Harry.
Il quindicenne forzandosi di sorridere continuava a preparare la colazione,cercando di non dare a vedere la sua delusione ,cosa che però Lauren colse e infatti 'dagli tempo' gli sussurrava con un sorriso dispiaciuto.
E annuendo 'Dagli tempo' si ripeteva in mente Harry.

 

 

 

Louis si era già sistemato nel letto accanto a quello di Harry, e rimaneva a fissare il soffitto nella stessa identica posizione di tre ore prima.
Harry si sarebbe quasi preoccupato della sua immobilità,se l'alzarsi e l'abbassarsi regolare del suo petto non lo tranquillizzassero dichiarandolo ancora vivo o,per lo meno, ancora lucido.
Il quindicenne aveva annunciato poco prima a Lauren la sua decisione di portare la piccola Kim e gli altri bambini fuori a giocare un po con la neve e,con una lieve carezza sul viso 'grazie' gli sussurrò riconoscente.
Ed Harry era quasi pronto ad uscire nel freddo dell'inverno quando, presosi di coraggio, chiese a Louis 'ti piace la neve?'
Ancora una volta nessuna risposta.
Ed Harry rimase a fissarlo speranzoso,convinto che prima o poi gli avrebbe risposto.
Ma dopo uno sbuffo del nuovo arrivato,e un'occhiataccia , si rese conto che non era ancora arrivato il momento di ottenere una risposta,non ancora.
E allora 'noi stiamo uscendo a goderci un po la neve' affermava,stringendosi meglio nella calda sciarpa di lana e ' se ti va,raggiungici' soffiava fuori,timoroso.
L'ennesimo silenzio e l'immobilità del corpo sul letto, gli fecero capire che era il caso di uscire,uscire e lasciarlo solo.
Solo con i suoi pensieri.
E così faceva.

 

 

 

Erano stati fuori per più di un'ora a lanciarsi palle di neve e a fare un gran bel pupazzo di neve davanti casa,ed Harry era riuscito nel suo intento di rendere felice la piccola Kim ed il resto dei bimbi del 'Finsbury', ma, contrariamente a come si era aspettato, non era riuscito a rendere felice se stesso.
L'arrivo di Louis all'orfanotrofio l'aveva completamente destabilizzato e non sapeva perchè,non riusciva a capacitarsene.
Harry leggeva molto,tutti i generi esistenti, lui li leggeva.
Leggeva di omicidi,di scoperte,di avventure...d'amore.
Harry leggeva d'amore,e gli piaceva leggere d'amore.
Ad Harry era stato dato poco amore in tutta la sua esistenza,e perciò lui ne leggeva,cercandone conforto,in qualche modo.
Così diceva Lauren,cercava conforto in ciò che leggeva.
Ma, come tutti i ragazzini in quell'età,l'età difficile,l'età dei cambiamenti,l'età delle scoperte, Harry leggeva d'amore si, ma di un altro tipo di amore.
Amore passionale,amore corrisposto,amore complicato.
Un'amore difficile
Amore tra..gay.
Harry aveva trovato un giorno ,camminando nel giardinetto vicino l'orfanotrofio con Kim, un libro rovinato dalla copertina color avorio,su di una panchina arrugginita.
 


'James.
Era quello il vero amore, Sean l'aveva sempre saputo.
Era quello,e mai l'avrebbe lasciato andar via.'

 

Diceva questo la trama,ed Harry ne era rimasto affascinato,tanto da nasconderselo dentro il giubbotto e riportare velocemente la piccola in casa,così da poter nascondere il libro sotto il cuscino,e leggerlo la sera,sforzando notevolmente la vista.

 

 

Quella sera Harry scoprì un'altra realtà,un altro modo di vivere.
Scoprì,grazie a quel libro, che l'amore non era solo come quel mondo schematico in cui viveva voleva fargli credere.
Esistevano amori differenti.
Non solo tra uomo e donna,non solo tra individui di sesso differente.
Esisteva un amore che identificava la gente come 'omosessuale'.
Un amore tra persone dello stesso sesso.
Harry era rimasto meravigliato da quella scoperta ma ,finito il libro in una sola nottata,non lo rilesse un'altra volta ,com'era solito fare con tutti gli altri romanzi.
No.
Lo lasciò lì,sotto il cuscino,nascosto tra la federa e la gomma piuma.
Erano circa cinque mesi che Harry non toccava più quel libro, e forse aveva anche smesso di pensarci.
Ma la visione di Louis l'aveva totalmente destabilizzato.
Totalmente.
E allora ,promettendo a se stesso di riprenderlo la sera stessa, e leggere una qualche verità nascosta tra le righe, si rese conto di un ombra alla finestra.
E anche se non poteva scorgere la figura,a causa della controluce,Harry avrebbe giurato che era Louis.
Era Louis che li guardava.

 

 

 

Harry era finalmente a letto, tra le sue calde coperte e la piccola lucina accesa,per permettergli almeno un minimo di luce necessaria per leggere.
Nella stanza già Liam e Zayn dormivano,abbracciati come sempre,e Niall respirava pesantemente,segno che dormiva già da un po.
Era l'una meno un quarto di notte e tutto taceva.
La cosa che però,in tutto quel silenzio,preoccupava un po Harry, era il silenzio nel letto accanto.
Perchè si,il letto di Louis era praticamente attaccato al suo,quasi a formare un letto matrimoniale,ed Harry non sentiva nessun rumore provenire da quel lato.
All'improvviso uno scricchiolio,o forse un'impressione del quindicenne,gli fece tendere i muscoli.
'Solo una mia impressione' è quello che si ripete Harry nella mente,mentre affonda ancora di più la testa sotto le coperte e fa più luce con la piccola torcia verso le pagine del libro.
Silenzio e solo silenzio quando 'Comunque si' era stato il sussurro accanto al suo letto.
In quel momento sembrava davvero che Harry lottasse contro le lenzuola,pur di toglierle da sopra la testa ed uscire allo scoperto.
Uscivano prima un ricciolo,poi un altro,ed infine tutta la testa riccioluta fino ad arrivare a quei grandi occhi verdi.
'Come hai detto?' era l'unica cosa che riusciva a dire il ragazzo.
Un sospiro e 'Ho detto,' si fermava un attimo a prendere fiato il ragazzo accanto a lui,seduto sul letto a gambe incrociate, 'che comunque si,mi piace la neve'.
'Oh' era tutto quello che Harry poteva dire.Era contento che il ragazzo nuovo gli avesse rivolto la parola,era davvero contento,ma in quel momento non si sa cosa si stesse muovendo nel suo stomaco.Allora stringeva ancora di più il libro al petto e sospirava quando un sospettoso 'Che fai là sotto,ragazzino?' di Louis,lo rendeva ancora più nervoso tanto da imporporargli le guance.
'Niente,' era la risposta strozzata di Harry 'e comunque come fai a dire che sono un ragazzino?Potrei essere più grande di te.' sentenziava indispettito.
Uno sbuffo o un risolino,Harry non avrebbe saputo distinguerlo.
'Ma quanti anni avrai?Tredici?Quattordici al massimo.Sei un ragazzino'.
'Quindici,ne ho ben quindici,dieci mesi e un giorno'
rispondeva Harry,quasi punto sull'orgoglio.
'Oh,allora scusa.' roteava gli occhi al cielo Louis,'ma comunque sei carino' sorrideva infine.
Harry odiava i complimenti,perchè spesso erano falsi,solo per dimostrargli affetto e nulla di più.
Ma quello,quello sembrava tanto un complimento vero,non fatto per pietà,pietà che comunque Louis non poteva avere nei suoi confronti,dato che non lo conosceva nemmeno.
E allora sorrideva,perchè solo questo poteva fare.
'E comunque' continuava Louis, 'non sarò molto più grande di te,ma per i miei diciassette anni so per certo che quello che stai facendo lì sotto non dovrebbe farlo un ragazzino della tua età', e così
dicendo gli toglieva le coperte da sopra il corpo e afferrava il libro color avorio.
Se lo rigirava tra le mani e 'cosa c'è?Sei arrivato anche tu al momento critico ragazzino?' ghignava.
Harry,che fino a poco prima nascondeva il viso tra le mani e cercava in vano di ricacciare le lacrime indietro,alzava piano la testa, e finalmente guardatolo negli occhi chiedeva 'che vuoi dire?'.
'Voglio dire' rispondeva piano Louis, 'che ci sono passato anche io.E alla fine sono arrivato ad una conclusione'.
'Ch-che conclusione?' riusciva appena a dire Harry.
'Sono gay,semplice' sorrideva genuinamente Louis.
Harry non sapeva che fare,che dire,cosa chiedere, perchè erano troppe le domande che voleva fare, ma si impose di fare una sola, e con calma 'E..come l'hai scoperto?' deglutiva piano.
Un sorrisetto e ' non è poi così difficile capirlo.Trovo molto più attraente te che una qualsiasi ragazza della tua età,e di belle ragazze ne ho incontrate nei miei diciassette anni di vita' faceva poi
l'occhiolino Louis.
Harry avvampava di nuovo e sprofondava sotto le coperte lasciando fuori solo gli occhi verdi.
'Smettila di arrossire,mai ricevuto complimenti?' sorrideva scherzosamente Louis.
Ed Harry faceva segno di no con la testa.
E 'non dirmi che nemmeno la tua mamma ti ha mai detto che sei carino,o il figlio più bello del mondo o tante di quelle frasi fatte ma a cui ogni madre crede' sentenziava Louis esterrefatto.
'No. Mia madre è morta alla mia nascita,non ho mai ricevuto affetto' diceva Harry con lo sguardo basso e cupo.
Louis parve rimanerci male,male davvero e allora 'e tuo padre?' chiedeva con un pizzico di speranza sedendosi accanto a lui nel letto.
Un sorrisetto amaro e 'mio padre?e chi l'ha più visto da quando anni fa l'hanno finalmente arrestato.'
'Trafficante?' chiedeva solamente Louis.
Una lacrima e 'magari..' rispondeva il piccolo 'Mi picchiava,mi maltrattava e..ha abusato di me fino ai miei otto anni' ammetteva infine in un soffio.
'Oh Harry' era il sospiro che si lasciava sfuggire Louis mentre, quasi automaticamente, gli asciugava una lacrima e gli carezzava piano la guancia.
A Louis pareva quasi di conoscere quel ragazzino da una vita,come se conoscesse a memoria le striature verdi dei suoi occhi.
E voleva baciarlo,lì sul suo letto, in quel momento, pur essendo uno di quelli sbagliati, ma voleva fargli capire che non tutti gli uomini erano cattivi.
E Louis era quasi un uomo,ma a dire il vero lo era sempre stato, fin da piccolo, perchè se l'era dovuta sempre cavare da solo.
E voleva baciarlo anche per mettere a tacere tutti i suoi dubbi perchè Louis lo sapeva, sapeva che Harry era come lui.
Sapeva che era gay e sapeva che lo poteva capire meglio di chiunque altro.
Lo sapeva e lo voleva.
Ma non poteva baciarlo.
Non poteva azzardare un passo simile,non dopo quello che gli aveva raccontato.
E allora, accarezzandogli i ricci sospirava 'adesso dormiamo,di me ti racconterò domani, vuoi?' e dopo l'assenso del piccolo, si metteva sotto le coperte vicino a lui e continuando ad accarezzargli i
capelli si addormentava con il suo braccio dietro il collo del quindicenne, per intrecciare in seguito le gambe.
Ed infondo anche Harry lo sapeva,anche lui si accorgeva che qualcosa stava cambiando.
 

 

Era passata una settimana dalla sera della confessione di Harry e dall'arrivo di Louis in quella casa.
Il giorno seguente Harry aveva diligentemente ascoltato il passato di Louis.
Il diciassettenne era stato abbandonato alla nascita dai genitori nemmeno maggiorenni e scoperti in seguito drogati.
Il piccolo Louis era stato lasciato in un cassonetto della spazzatura o ,com'era solito dire il diciassettenne, era stato buttato via come roba vecchia.
Un barbone,trovandolo, lo portò al convento più vicino e lo lasciò ad una suora.
Il resto della sua infanzia non fu roseo affatto.
Litigava spesso con i bambini del convento,tanto da arrivare alle botte un giorno.
Da quel momento in poi era stato adottato più volte da diverse famiglie e , a causa del suo carattere difficile veniva sempre riportato indietro con costanti grida e appellativi a dir poco sgradevoli.
La stessa notte di una settimana prima era stato coinvolto, da alcuni ragazzetti, in un incendio nel boschetto accanto il convento.
Da quello che Louis gli aveva raccontato, Harry apprese che Lauren era stata a fargli visita diverse volte e , avendogli lasciato il numero di cellulare,Louis la notte dell'incendio l'aveva chiamata
terrorizzato urlandogli di raggiungerlo, senza sapere che era già lì nei paraggi poiché aveva intenzione di firmare le carte per l'adozione.
Louis raccontava concitato e ancora sorpreso,poichè non pensava fosse già carica di tutti quei ragazzi da accudire e di tutti i loro problemi,non si capacitava di come avesse avuto il coraggio di
prenderlo in affidamento mettendosi uno e mille problemi in più sulle spalle.
Harry, che dal canto suo già sapeva della bontà di Lauren, non disse nulla, ma si limitò a sorridere e ad accarezzare la spalla di Louis.
I due, dopo la notte della prima confessione di Harry, avevano legato parecchio e avevano imparato a convivere in pace.
Si aiutavano l'un l'altro e giocavano con i piccoli di casa.
Erano anche tornati fuori per giocare a palle di neve e svagarsi un po, perchè vivere in quella situazione non era facile per nulla.
La sera a letto Louis ed Harry, stretti l'uno all'altro, leggevano '17 black and 29 red' insieme, commentando a bassa voce ogni singolo capitolo o fatto eclatante.
In fondo era questo quello che aspettavano entrambi;un amico,un fratello, un... amante?

 

 

 

 

Passarono ben tre settimane dalla notte dell'arrivo di Louis in casa e tutto procedeva al meglio.
Quando Lauren non era presente e dovevano pensare loro alla casa ogni tanto i più grandi facevano allusioni poco comuni sull'affiatamento di Louis ed Harry chiamandoli spesso 'coppietta felice' o
'mamma e papà' facendo notevolmente arrossire Harry ed imporporare le guance di Louis.
Quel giovedì mattina però non tutto era calmo come sempre.
Già appena svegli, Harry e Lauren, erano usciti a fare una lunga passeggiata, insospettendo un po tutti.
Louis,che si era preoccupato fin da subito, passate tre ore d
all'uscita dei due non sopportava più l'attesa del loro ritorno.
Il ragazzo si era legato davvero molto ad Harry, per quanto c'entrasse anche l'attrazione fisica sapeva che non era solo quello.
Louis teneva ad Harry come non aveva mai tenuto a nessuno in tutta la sua vita, e questo lo spaventava un po.
Legarsi alle persone gli era riuscito semplice durante i primi anni di vita, ma crescendo, delusione dopo delusione, aveva imparato a guardarsi bene dal fidarsi della gente e, soprattutto, si era imposto
di non legare più con nessuno, e così era successo.
Tutto rimase uguale fino al giorno dell'incendio.
Tutto rimase uguale fin quando gli azzurri occhi di Louis incontrarono il verde vellutato degli occhi di Harry.
Louis si era sentito scombussolato,percosso,scavato dentro quasi, e non era pronto a tutto ciò.
'Alzare un muro contro di lui sarà la mia infallibile arma di difesa' si era detto Louis, e ci aveva creduto.
Solo quando si rese conto che smettere di guardarlo,di ascoltare la sua voce, di pensare ai suoi occhi gli era impossibile, si accorse che usare stupide barriere era inutile perchè, inconsapevolmente,
Harry gli aveva letto dentro e si era fatto spazio nel suo cuore.
Adesso a Louis non dispiaceva affatto quell'affetto che provava per il riccio, poiché sapeva di essere ricambiato appieno e aveva imparato a conoscere Harry..quello vero.
Mentre il diciassettenne pensava e ripensava la porta vibrò e la serratura scoccò con un colpo secco.
Mentre Louis scattava in piedi la testa riccia di Harry faceva capolino dalla porta , seguito dalla testa bionda di Lauren, che teneva una mano sulla spalla del ragazzino.
Harry si voltò e guardò Louis negli occhi.
Quegli occhi Louis li vedeva e li capiva, e sapeva che qualcosa non andava.
Harry aveva pianto e nulla nel mondo andava al momento.
E così, senza rivolgergli parola o salutare Lauren, gli corse incontro e lo abbracciò stretto, fino a fargli perdere il fiato, fino a sentire la mano di Harry che gli stringeva il maglione e i suoi flebibi
singhiozzi.
Lauren si era allontanata perchè lo sapeva, sapeva che quello era un momento tutto loro, ed era vero.


 

 

 

 

La stessa sera, a letto, Harry non aveva voglia di leggere '17 black and 29 red'.
Non aveva voglia di commentare.
Non aveva voglia di vedere gli occhi Lou.
Era semplicemente e tristemente sprofondato sotto le lenzuola, la testa sotto il cuscino e il corpo totalmente distante da lui.
Fu in quel momento che, persa la pazienza ed esaurita la volontà di mantenersi calmo, siavvicinò piano piano, sotto le coperte, al corpo di Harry e lo avvolse con un braccio, immergendo il viso tra i suoi morbidi ricci, tristi e apatici quasi quanto lui.
Il corpo di Harry sussultò e si allontanò di scatto, rannicchiandosi ancora di più su se stesso.
Louis rimase come immobilizzato a quella reazione.
Anche i suoi pensieri cessarono di fluire nella sua mente e teneva gli occhi sbarrati.
Solo il movimento del letto provocato dal tremore del piccolo lo riscosse , facendogli imporre di alzarsi e andare da lui.
'Shh Harry, non piangere.' gli sussurrava preoccupato e apprensivo.
'Io,io non..scusa io' cercava invano di articolare Harry scosso dai singhiozzi.
'So che qualcosa non va,so che.. ti prego Harry, spiegami'
E allora Harry prese un respiro profondo e aprì le coperte facendo accomodare Louis accanto a lui e , dopo una richiesta di permesso acconsentita fatta con gli occhi, si lasciò avvolgere dal braccio del più grande.
Stava già meglio,Louis lo sentiva, e cominciava a sentirsi un po meno impotente.
'Allora, dimm' stava iniziando a dire Louis ma venne interrotto da Harry che ' domani c'è il processo' sentenziava.
'Il..processo?'
'Si,il processo di..mio padre.'
disse freddo Harry, in un sussurro.
Suo padre.
Louis capiva.
'Ed io dovrò testimoniare..capisci? Se io non testimonierò contro di lui potrebbe essere rilasciato per sempre,potrebbe tornare da me, potrebbe pretendere di nuovo suo..figlio' e dicendo queste parole
Harry aveva cominciato a piangere.
Ed ecco che di nuovo Louis si sentiva impotente.
Vedere Harry così debole senza sapere cosa fare lo faceva sentire inutile e debole,forse di più di quanto non lo fosse il ragazzino stesso.
Non sapeva cosa dire,non sapeva cosa fare.
E allora si limitò ad accarezzargli la schiena,tenendolo abbracciato a sé ,cercando di infondergli tranquillità e sicurezza e aspettando che i singhiozzi cessassero.
Era l'una di notte,e Louis era ancora sveglio abbracciato ad Harry che sembrava dormisse da un po.
I suoi pensieri non avevano smesso un attimo di affollargli la mente.
Aveva rimuginato parecchio sulla reazione del piccolo al suo tentativo di abbracciarlo, ed era finalmente arrivato ad una conclusione: Harry aveva paura degli uomini.
Per quanto il riccio sapesse quanto sincero fosse l'affetto che Louis provava per lui,il ricordo di suo padre e di tutto ciò che gli aveva fatto lo aveva scombussolato a tal punto da non riconoscere nemmeno la persona che aveva accanto,la persona che lo voleva bene davvero.
E Louis non se l'era presa per nulla perchè capiva, capiva e adesso si trovava a sussurrare 'Ce la farai piccolo,sono qui per te.Sono qui per te.'
Il grande si rese conto che Harry non dormiva affatto quando 'grazie, ti-ti voglio bene Lou' sussurrava di rimando sul suo collo.
Per tutta risposta Louis lo abbracciava meglio e scivolava ancora di più sotto le coperte e, senza aggiungere altro, si faceva accogliere dalle braccia di Morfeo.

 

 

 

 

 

La mattina seguente Louis si era svegliato e aveva trovato l'altra metà del letto vuota.
Aveva chiesto agli altri notizie del suo Harry, ma nessuno sapeva dargli una risposta,dato che nemmeno Lauren era presente.
Durante il pranzo tutti tacevano e a cena solo il gorgogliare del piccolo Ronny cambiava un po l'atmosfera, facendo sorridere Louis di tanto in tanto,intenerito dal suo invano tentativo di parlare.
Subito dopo cena,con l'aiuto di Liam e Zayn e Niall, Louis mise i piccoli a letto e stava per andare via quando una piccola vocina rotta dal pianto lo richiamò.
'Lou,ma Harry quando torna?'
Era la piccola Kim che stava ritta nella sua culla,con una mano a stropicciarsi gli occhi , e con l'altra a tenere il peluche.
Louis le si avvicinò e, posatala una mano su di una guancia rigata dalle lacrime , la accarezzò e le disse 'presto piccola,presto', e una volta messa a dormire si diresse nella sua stanza.
Erano le dieci di sera e la casa taceva già.
I piccoli erano sempre stati abituati ad avere Harry con loro tutto il giorno tutti i giorni, e Louis capiva il loro turbamento per la sua assenza.
Non erano abituati, ma nemmeno Louis lo era.
Vivevano a stretto contatto giorno e notte e avevano il loro rituale della sera, ovvero quello di leggere il libro, del quale in fondo mancavano ormai poche pagine.
Louis stava sdraiato a letto,completamente sotterrato e coperto dalle pesanti coperte.
Stava per addormentarsi quando sentì la parte sinistra del letto abbassarsi.
Credeva fosse la piccola Kim che non voleva proprio sentirne di dormire e invece, una volta girato, si scontrò con i ricci morbidi ed il verde degli occhi di Harry.
Il suo cuore perse un battito,forse due.
Harry gli sorrise teneramente e senza dirgli nulla lo abbracciò forte e si sistemò sotto le coperte, accanto a Louis.
Il diciassettenne avrebbe voluto chiedergli mille cose ma si costrinse a chiedergliene solo una, la più insignificante ' finiamo di leggere il libro?'.
Harry annuiva e sistemava meglio tra le braccia del più grande e lette circa 10 pagine sussurrava 'oh,questa è la parte che preferisco' con gli occhi che brillavano.
Cinque pagine dopo erano arrivati alla fine del libro e si ritrovarono a sussurrare all'unisono l'ultima frase che ' e da lì iniziarono la loro vita,insieme' diceva.
Louis guardò negli occhi Harry e aspettò che parlasse, perchè lo sapeva, stava per raccontargli tutto.
E così fu.
Gli raccontò che il processo era andato bene,che il giudice l'aveva trattato meglio di come si vede nei film, che Lauren gli aveva fatto forza fino all'ultimo secondo.
Gli raccontò di quanto fosse spaventato all'idea di vedere suo padre e di dover sentire uscire dalla propria bocca parole che ritraevano l'inferno, il suo inferno.
E infine gli raccontò di quando, guardato negli occhi tuo padre e visto il ghigno sul suo volto, le parole iniziavano ad uscire da sé , senza freno, senza timore.
E uscivano,uscivano e continuavano ad uscire mentre l'espressione atterrita e sconvolta del padre si faceva spazio sul suo volto.
Harry raccontava orgoglioso e Louis lo era ancor di più.
'Ce l'abbiamo fatta Lou, non uscirà' diceva poi con gli occhi che luccicavano e 'No Harry, ce l'hai fatta da solo' gli sorrideva Louis.
Stavano stretti,stretti tra loro senza proferire parola.

 

 

 

Ed ecco il primo rintocco della mezzanotte, che segnava l'inizio della giornata del 24 dicembre.
E' Buon compleanno e Buona Vigilia di Natale, Louis' stava sussurrando sul suo naso Harry.
E allora Louis non ci pensò un attimo di più, non si preoccupò di nulla e si avvicinò a lui, annullando anche la più piccola distanza, baciandolo.
In fondo ora tutto andava bene e si, da lì iniziarono la loro vita, insieme.












 

Clo's corner.

Ciao a tutti, rieccomi con un'altra Os Larry anche se solitamente non mi sono spinta oltre le 7 pagine ,mentre qui arrivo a ben 11 pagine.
Ci tengo a dire e sottolineare che non sono ignorante, so benissimo che il libro '17 black and 29 red' è solo il secondo libro di una trilogia e che perciò non ha il minimo senso letto da solo.
Ho anche inventato la trama del libro e la frase finale che leggono i due piccioncini all'unisono, dato che non sono riuscita a ricavare un bel nulla da internet riguardo a questo libro..e menomale che sul web si trovava di tutto, pft.
Ma comunque, spero vivamente vi sia piaciuta la storia.

Ce l'ho in cantiere da prima di Natale e solo oggi mi sono decisa a scrivere le ultime 4 pagine della storia, per la felicità della mia carissima Giulia, che comunque saluto.. perciò, CIAO GIULIA *fa ciao con la manina* 
Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione e , sempre se vi va, nel mio profilo ci sono altre OS Larry da leggere..un bacio c:

  
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