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Autore: Verdonica    04/02/2013    1 recensioni
Una volta aveva sentito dire da Hermione, mentre blaterava riguardo a degli scrittori babbani che avevano tutta la sua ammirazione (come se poi avere l’ammirazione di quella sciacquetta fosse una gran cosa), che il cuore ha ragioni che la ragione non conosce. Nel suo caso, forse, bisognava parlare di stomaco, perché era l’unica cosa che riusciva a sentire quando gli si trovava vicino.
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499 parole
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pansy Parkinson, Ron Weasley
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Nome utente EFP: Verdonica
Titolo: Lo stomaco ha ragioni che la ragione non conosce
Genere: Sentimentale, Introspettivo
Rating: Verde
Tipo coppia: Het – Pansy Parkinson/Ronald Weasley
Eventuali note: Nessuna


Lo stomaco ha ragioni
che la ragione non conosce





Era sempre la stessa storia e non poteva farci niente. Soprattutto perché non era una cosa che poteva decidere con la testa, arrivava tutto dalla pancia.
Odiava sentirsi così, ma non c’era niente di meglio.
Una volta aveva sentito dire da Hermione, mentre blaterava riguardo a degli scrittori babbani che avevano tutta la sua ammirazione (come se poi avere l’ammirazione di quella sciacquetta fosse una gran cosa), che il cuore ha ragioni che la ragione non conosce. Nel suo caso, forse, bisognava parlare di stomaco, perché era l’unica cosa che riusciva a sentire quando gli si trovava vicino.
Ed odiava sentirsi così, ma era tutto ciò che poteva avere.
Si era sempre considerata, con una certa modestia, una ragazza molto intelligente, nonostante l’opinione comune la vedesse come una poco di buono, stupida. L’unica mora stupida, probabilmente. La sua abilità nel sputare acido era una qualità di cui si vantava, e dava sfoggio, in abbondanza. Dopotutto, era la loro caratteristica principale quella.
La perfidia, la cattiveria. Erano serpi, loro.
Amava essere cattiva, amava vedere l’espressione delle persone crucciarsi. Amava vedere le persone ferite dalle sue parole. Forse era la cosa che riusciva meglio: ferire.
Ciò nonostante, si odiava. Soprattutto per via del suo stomaco. Lei non poteva innamorarsi, non poteva. Non di lui.
Era impossibile tra loro, ovviamente, per svariate motivazioni, prima tra tutte il fatto che se solo lui avesse immaginato qualcosa probabilmente le avrebbe riso in faccia e poi l’avrebbe guardata disgustata. In seguito si sarebbe allontanato con i suoi amici, con Lei, lasciandola da sola.
E lei non poteva essere trattata così, era lei a trattare male gli altri. Era lei quella che feriva, non poteva essere ferita. Era lei quella che guardava disgustata, ricevendo sguardi timorosi.
Che fine avevano fatto tutte quelle cose belle che ti succedevano quando ci si innamorava? O meglio, perché avevano sempre mentito sulle emozioni dell’innamoramento? Non sentiva le farfalle nello stomaco, perché era sempre ad un passo dal vomitare l’anima? Il battito cardiaco non accelerava, lei si sentiva il cuore in gola: era pronta a sputarlo.
Le mancava l’aria quando lo vedeva. Quegli occhi, quei capelli, quelle mani. Il fatto che lui non sapesse minimamente l’effetto che le faceva era ancora peggio. Impazziva, completamente. Tuttavia, doveva smetterla. Doveva diventare una questione di testa, non più di pancia. Sarebbe stata capace di far cambiare lo stato delle cose, ne era certa. Era una ragazza che credeva in sé stessa, nel proprio potenziale.
E se non ce l’avesse fatta da sola, era sicura che qualcuno l’avrebbe aiutata.
La sua migliore amica.
Un incantesimo.
In un modo o nell’altro ne sarebbe uscita.
Non esisteva.
Pansy Parkinson che si innamora? Non si poteva sentire. Lei era una facile.
Pansy Parkinson che pensa a un ragazzo? Non si poteva sentire. Lei era la schiavetta di Draco Malfoy.
Pansy Parkinson che è interessata a un Grifondoro? Non si poteva sentire. Lei era Serpeverde.
Non era nemmeno lontanamente concepibile.
Pansy Parkinson così? Anzi, Pansy Parkinson così per Lenticchia? 

  
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