Capitolo 01.
Una chiave (?)

"Pronto, tesoro sono la mamma, oggi non ci sono a pranzo, quindi puoi pure incominciare a mangiare appena arrivi a casa da scuola, ti ho lasciato il pranzo pronto in tavola, ti voglio bene, ciao" disse uno dei tre messaggi telefonici che avevo nella segreteria , non era un caso che mia madre non fosse a casa per pranzo, ultimamente lavorava molto, soprattutto viaggiava molto, lei è una giornalista, quindi è spesso in viaggio, mentre per quanto riguarda mio padre, bisogna dire che non è molto spesso a casa, essendo un marine,quindi a volte, anzi spesso mi capita di pranzare a casa da sola, anzi, ultimamente quasi sempre, anche se devo ammettere che non sono poi così sola, con me c'è Miao, la mia gattina nera, è lei che mi fa compagnia quando a casa non c'è nessuno o se sono giù di morale è lei che me lo solleva... in poche parole la considero una delle mie migliori amiche benché sia solo una gattina.Buttai lo zaino sul pavimento all'ingresso e mi diressi in cucina, dove trovai la tavola apparecchiata e, come di aveva detto mamma, il pranzo pronto, mi misi a tavola ed accesi la tv, cambiai canale più volte, niente d'interessante, niente che attirasse la mia attenzione, in questi casi solo una cosa mi poteva salvare...MTV.....
Non appena cambiai incominciai a mangiare, dovevo sbrigarmi, altrimenti avrei fatto tardi agli allenamenti di tennis, anche perché dovevo ancora preparare il borsone.
Finii di mangiare di fretta e di furia, sembravo uno di quei personaggi dei cartoni animati che si strafogano con quintali di cibo, salii le scali alla velocità di Schumacher e preparai il borsone, guardai l'ora sulla sveglia, cazzo erano le 14:30, se non mi sbrigavo avrei fatto tardi, ed oggi non avevo tanta voglia di fare gli esercizi doppi.
Scesi la scale alle stessa velocità di prima ed uscii di casa e corsi verso il campo da tennis, beh dovevo vedere il lato positivo, almeno mi riscaldavo, così avrei trovato la scusa per nonna re gli esercizi dell'allenatore....meglio così.
Continuavo a correre, ormai mi mancava più poco, anzi ero arrivata, vidi una mia amica che vedendomi arrivare mi fulminò con lo sguardo.
"Oggi sei in ritardo..." Disse scocciata, probabilmente di aspettarmi, ma erano solo tre minuti di ritardo, via infondo non era la fine del modo.
"Scusa, non volevo...ma oggi sono arrivata tardi a casa....tu non sei venuta a scuola...quindi.." Dissi cercando di giustificarmi, sperando soprattutto che mi perdonasse....non volevo che la mia migliore amica fosse arrabbiata con me per una stupidaggine...
"Ok, via per questa volta sei perdonata, su forza entriamo o saranno cavoli nostri" disse facendomi cenno d'entrare e così feci.
Andammo negli spoiatoi e ci cambiammo dopo di che entrammo in campo, speravamo di non essere sgridate dall'allenatore, il quale, fortunatamente, non noto la nostra entrata in ritardo, o fece finta di non notare, ma il fatto rimane che non abbiamo fatto gli esercizi di punizione, anche se a dir la verità non ci avrebbero fatto male, anzi, sicuramente mi sarebbero stati d'aiuto, visto che l'indomani avrei avuto una partita molto importante, se avrei vinto quella partita sarei diventata seconda, o prima, ma questa dipendeva dalla partita che avrei giocato se avessi vinto...
Mi guardai un po' intorno mentre giocavo la parità con la mia amica e notai che eravamo solo in quattro ad allenarci, solitamente eravamo in quattordici, ma dove erano finito le altre dieci? Beh forse credo di avere una minima idea di dove possono essere andate, a fare shopping, o anche dall'estetista a sistemarsi le unghie... insopportabili, come perché, perché si lamentano per tutto: OH mi si è rovinato lo smalto, OH mi si è rovinata la coda, OH mi sono sporcata le scarpe e lamentele simili ventiquattro ore su ventiquattro... Sono peggio delle oche in calore.
Continuammo ad allenarci tra il tam tam delle racchette e le risate con la mia compagna, anche se erano due ore di allenamenti ci siamo divertite, e anche molto. Uscimmo e ci dirigemmo verso casa.
Appena arrivai a casa notai che la tv era accesa, la mamma era già a casa, strano, mi affacciai alla cucina e vidi mia madre che stava lavorando a maglia.
"Ma...mamma? Sei già di ritorno?" Domandai sbalordita.
"Certo cara, cosa ti credevi, oggi che è il compleanno della mia piccola Daisy, come potevo lavorare anche la sera..." Disse abbracciandomi.
"Wow..." Dissi contenta.
"Bene allora, visto che sei qui ora ti posso già dare il tuo regalo di compleanno, l'ho comprato oggi nella città dove dovevo fare il servizio non è molto lontana dalla nostra amata Miami." Disse dando mi il mio regalino, era una scatolina con un fiocchetto rosa.
"Veramente, che bello, vado a posare il borsone e lo apro." Dissi salendo le scale per andare in camera e posare il mio borsone e poi aprii quella scatolina che mi aveva dato poco prima mia madre...era un ciondolo con una chiave, era molto carino, e sinceramente non mi dispiaceva.
Scesi le scale ed andai in bagno.
"Il bagno è mio, faccio la doccia" dissi chiudendomici dentro.
Non appena fatta la doccia andai a tavola per la cena, e poi, dopo tanto, riparlai con mio padre, era da tanto che non lo sentivo, lui mi faceva gli auguri e io quasi scoppiavo piangere, mi diceva di stare tranquilla e che domani,dopo tanto sarebbe tornato a casa....mi mancava molto, era molto che non lo sentivo più.
Dopo aver parlato con mio padre andai in camera, accesi la tv, misi il pigiama ed entrai nel letto, verso le undici spensi la tv e mi addormentai, quando il mio nuovo ciondolo incominciò a brillare di una strana luce....

XDLOOLXD
E finalmente dopo secoli che ho questo account su efp incomincio a scrivere qualcosa *applauso*.
Ok ammetto che non è un granchè, però come inizio meglio di niente è, no? Ditemi di si *e fu cosi che dissero solo di no*, comunque scherzi a parte, spero vi sia piaciuto il capitolo, perchè lo sto già scrivendo un altro e domani, credo lo posterò....bèh per ora non ho altro da aggiungere, al massimo se devo dire qualcos'altro modifico il capitolo, ciaooooooo