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Autore: JessL_    04/02/2013    4 recensioni
Un matrimonio. Un ritorno. E soprattutto la festa degli innamorati.
Ce la farà, Bella, dopo tanti anni a scoprire chi è l'amante misterioso che gli manda ogni anno una rosa rossa e un bigliettino per augurargli buon San Valentino?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Non avete idea della faticaccia che ho fatto per scrivere questa piccola One-Shot. E non potete nemmeno immaginare il mio sorriso nell’essere ancora qui, dopo quattro anni.

 

Oggi è il quattro febbraio. E per me e EFP è praticamente un anniversario. Il quarto oramai. E per la prima volta, lascio in questo sito un piccolo omaggio a San Valentino – un po’ in anticipo, ma importa a qualcuno? ;)

 

Tutto questo è dedicato a voi.

A voi che dopo tutto questo tempo siete

ancora con me, che apprezzate

quello che la mia mente malata partorisce.

E soprattutto grazie ai nuovi arrivati... e ai nuovi

sorrisi che dopo tutti questi anni ancora mi strappate.

Grazie. Grazie di cuore. Jess. Buona lettura.

 

 

 

I matrimoni mi sono sempre piaciuti. Tutto sommato potrei anche passare per la romanticona di turno, e vedere tutta Forks praticamente in festa per la mia sorellina... quasi quasi mi commuove.

<< Dici che a Jacob piacerà? >> Mi chiede Leah, affiancandomi sul portico della casetta di mio padre. La guardo sorridendo e le afferro una mano.

<< Sì, decisamente. >> Affermo sicura di me, facendola lievemente calmare.

È strano ritrovarsi a casa dopo tanto tempo. Ma una volta che ho finito il liceo, ho preferito non tornare in questo posto pieno di bei ricordi e persone che mi avrebbero – in un certo senso – impedito di vivere la mia vita. Mio padre per primo, se devo essere sincera. Lo adoro, e il fatto che mi abbia preso con sé quando mamma si è sposata con un altro uomo, facendomi di conseguenza finire la scuola, me lo ha fatto adorare ancora di più. Ma so per certo che se mi fossi iscritta a un’università di Seattle, vivrei ancora in questa casa, con lui e Sue.

<< Sai, è quasi buffo il fatto che io mi sposi un tuo ex. >> Mi riporta al presente la mia cara sorellina e sorrido.

<< Avevo quattordici anni quando stavo con Jacob. >> Le faccio notare, ma lei scrolla le spalle con indifferenza.

<< Lo avresti mai detto? >> Mi chiede, guardandomi con i suoi occhi luccicanti e pieni di frenesia.

<< No, mai. >> Dico ridendo, e contagiando anche lei.

<< Grazie per essere qui. So perfettamente che per te è stato quasi atroce lasciare il tuo lavoro per assistere a un insulso matrimonio. >> Scoppio a ridere a la stringo di più a me.

<< Devo ricordarti che faccio la wedding planner e che vivo per i matrimoni? E comunque non mi sarei persa per nulla al mondo il matrimonio della mia sorellina. Anche se si terrà di San Valentino, decisamente il giorno più patetico per gli innamorati. >> Lei mi pizzica un fianco e io ridacchio.

Ebbene sì, trovo che San Valentino sia un giorno stupido. Voglio dire... l’amore bisogna dimostrarlo al proprio amato solo quel giorno? Ne dubito, senza contare che solitamente quel giorno mi accadono cose sempre più assurde. L’anno scorso, il fattorino che mi ha portato la pizza, ha detto di amarmi. E lo avevo visto solo due volte e stranamente quella sera non ero sola per cena. Ero con un’amica e la cosa ci ha fatto ridere per almeno un’ora. Bastava riportare alla mente la faccia da pesce lesso di quel ragazzino.

L’unica cosa che apprezzo, di San Valentino, è l’unica rosa rossa che mi arriva ogni anno con un piccolo bigliettino con una frase romantica.

Non so chi me la mandi, so solo che sono anni che mi arriva puntuale questo regolo più che apprezzato. Oramai aspetto questo giorno solo per vedere come il mio “amore segreto” mi stupirà anche quest’anno. Non ha mai mancato una consegna, né quando ero ancora al liceo, o al college, né tantomeno da quando vivo per conto mio; ma quest’anno credo proprio che riceverò il regalo in ritardo. Non posso di certo aspettarmi che mi mandi il regalo qui, da mio padre, no?

 

<< Guarda guarda... Isabella Swan in tutto il suo splendore. O meglio dire... in pigiama. >> Scoppio a ridere e vado a stritolare la piccola Alice Cullen, che è spuntata nel soggiorno di mio padre con un abito fin troppo da lei per passare l’ultima serata da single di mia sorella. Con lei c’è Rosalie. Tra noi non c’è mai stato un gran rapporto, ci siamo sempre e solo sopportate per amore di Alice, che era una mia carissima amica ai tempi del liceo.

La serata passa tranquilla e divertente tra le battute di Jessica, Angela e di Alice. Essere in questa casa, con alcune delle poche persone che mi hanno fatto passare i momenti più belli della mia adolescenza è... strano. Decisamente strano. Ma non posso non dire grazie e brindare per l’ennesima volta al matrimonio di Leah e Jacob.

<< Quindi Emmett sta con Rosalie? >> Chiedo in un sussurro ad Alice, che è accanto a me sul divano con un bicchiere di spumante in mano mentre le altre ragazze sono collassate dopo aver giocato a Monopoli e ad altri mille giochi.

È bello aver ritrovato senza problemi l’affinità con Alice. È sempre la solita: sbarazzina, divertente, sincera e terribilmente romantica. L’unica differenza, penso siano i suoi capelli decisamente lunghi. E le stanno da Dio!

<< Ebbene sì, alla fine quello scimmione di mio fratello è riuscita a farla capitolare. Si sposano l’anno prossimo... penso che ti troverai dei nuovi clienti. >> Mi fa l’occhiolino mentre beve un altro sorso dal suo bicchiere. Sorrido e i miei occhi si posano sull’anello al suo dito.

<< E te, invece? Chi è il fortunato? >> Alice arrossisce e stento quasi a crederci. Quale uomo può farle questo effetto?

<< Si chiama Jasper. L’ho conosciuto il primo anno del college. A metà anno era già mio. Ho fatto di tutto per conquistarlo, e alla fine ci sono riuscita. Stiamo insieme da allora ma per quanto mi abbia fatto la proposta, non siamo mai entrati veramente nel discorso. Vorrei prima... beh avviare il mio negozio di moda, e poi magari pensare al matrimonio. D’altronde ho solo venticinque anni. >>

<< È stupendo, Alice. Ti s’illuminano gli occhi quando parli di lui. >> Alice si circonda le guance con le mani.

<< Suvvia, così mi fai imbarazzare! E te, invece? >> Mi chiede con un sorriso dolce, afferrando il suo calice nuovamente pieno.

<< Non c’è molto da dire. Chicago è fantastica, piena di attrattive e possibilità lavorative ma penso che mi trasferirò a New York, tra qualche mese. >> Sgrana gli occhi.

<< Wow, New York. Jasper mi ha chiesto di seguirlo... lui sta vivendo lì per lavoro e sono ancora indecisa su cosa dirgli, anche se... beh New York è sicuramente meglio di Seattle. >> Annuisco concorde. << Perché dovresti andare a vivere lì? >> Mi chiede, passandomi un sacchetto di patatine.

<< Il mio capo mi vorrebbe lì, desidererebbe che mandassi avanti la sua agenzia. Dice che sono pronta e che si fida. E sinceramente non vedo l’ora di fare i bagagli e di buttarmi in quel mondo. Magari sarò anche più fortunata in amore. >> Annuisce e beve un altro sorso.

<< Lo sai che Edward vive lì? >> Sgrano gli occhi.

<< A New York? >> Chiedo incredula e lei annuisce sorridendo.

<< In un certo senso fate quasi lo stesso lavoro... solo che mentre te organizzi i matrimoni, lui cerca di far mettere insieme le persone. >> Quasi scoppio a ridere.

<< Ma stiamo parlando della stessa persona? Edward Cullen? Lo stesso scapolo d’oro della Forks High School? Il nostro capitano della squadra di basket? >> Ok, sono decisamente sconvolta.

<< Beh... sì. È strano a dirsi ma da quando ha finito il liceo... è cambiato tanto. Si è sicuramente tranquillizzato e ha abbassato la cresta che aveva al liceo ma... ti dirò... secondo me ha sempre avuto una cotta per te. >> Riprendo a ridacchiare senza guardarla.

<< Alice, tuo fratello è più grande di noi di un anno... lo abbiamo vissuto poco al liceo, o almeno io che sono arrivata al secondo anno e... lui era quello bello e impossibile, anche se non si atteggiava da divo. È impossibile che avesse una cotta per me. E poi i ragazzi non hanno delle cotte! >> Alice scrolla le spalle per poi passarsi una mano tra i capelli.

<< Magari hai ragione te... però non darei le cose così tanto per scontate. Edward è pieno di sorprese. >> Alzo gli occhi al cielo.

<< Ci sarà anche lui al matrimonio? >> Chiedo, ora sicuramente più curiosa.

Non posso non ammetterlo, almeno con me stessa, Edward mi è sempre piaciuto. È stato sempre un bel ragazzo, con gli occhi ipnotici e il sorriso da infarto, solo che... nonostante frequentassi molto spesso casa sua... beh lo avrò visto una decina di volta. Non penso di avergli mai parlato veramente. Beh... tranne una volta. E la mia di cotta – perché sì, io al contrario suo ce l’avevo – si era ingigantita.

<< Ebbene sì! Ma non proprio per il matrimonio... viene tutti i mesi, per un weekend, a casa a trovare i nostri genitori. E casualmente il suo weekend combacia con quello del matrimonio, e Leah non si è fatta problemi a dire ai miei che ovviamente era il benvenuto. >>

Bene... quindi lo vedrò. Perché il mio cuore sta decisamente scalpitando?

 

Non riesco a togliermi il sorriso dalle labbra. Mia sorella è diventata una donna sposata da poco meno di mezz’ora e attorno a me ci sono solo persone felici, ubriache e che non vogliono fare altro che festeggiare e continuare a bere fino a diventare ubriache perse. La cerimonia è stata molto semplice ma la cosa più bella, è stato vedere l’amore e l’emozione dei due sposi. Non lo so, trovarmi con loro sull’altare – essendo la testimone – mi ha... messo ancora di più di buon umore. Come se fosse giusto che mi trovassi lì, a vedere quanto forte fosse il loro amore. E non posso non reputarmi fortunata.

Forks è in festa, e lo è anche il mio cuore. Anche se ho un po’ la nausea a vedere tutti i palloncini di San Valentino sparsi per la sala del ricevimento. Mia sorella ha voluto a tutti i costi che oltre al matrimonio si festeggiasse anche San Valentino, perché questa festa – a detta sua – non è solo per loro che sono gli sposi, bensì per tutti. Inizialmente l’ho trovata una cosa proprio da Leah, ma dentro di me sono morta un po’... soprattutto ora che vedo le coppiette con i loro tavoli a due a lume di candela in giro per la sala.

Idea bella e originale... ma decisamente non fa bene al mio animo da single.

<< Allora, visto qualcosa di altamente appetibile? >> Mi chiede Angela, affiancandomi a un angolo della sala. Sorrido e la osservo ben bene. Anche lei è cambiata in questi anni: niente più occhiali, sicuramente più curata e più bella. E sicura di sé.

<< Ancora nulla, ma dimmi un po’... il ragazzo che ti mangia con gli occhi, è il tuo fidanzato? >> Ridacchia e accarezza una pianta accanto a lei.

<< Ben? Sì. È decisamente l’uomo perfetto. >>

<< Ma dai, non sono una leggenda metropolitana? >> Angela ride e mi accarezza un braccio.

<< No, a quanto pare. Comunque, ti stai divertendo? Non sei un po’ stufa dei matrimoni? >> Mi chiede, consapevole del lavoro che faccio.

<< Mi sto divertendo e no, non sono stufa dei matrimoni. È fantastico respirare tutto l’amore che c’è a queste feste... non so nemmeno come spiegarlo. >>

<< Scusate il disturbo... Isabella Swan? >> Incontro gli occhi azzurri di un cameriere e annuisco. Lui gentilmente mi allunga un vassoio con sopra una rosa e un bigliettino. Il mio cuore inizia a battere frenetico e sento le mie guance tingersi di rosso. Sorrido emozionata e un po’ imbarazzata e afferro tutto quello che c’è sul vassoio congedando il cameriere.

<< Wow... di certo tu hai fatto colpo. >> Sorrido ancora più imbarazzato e mi scuso con lei per poi uscire nel giardino e sedermi su una panchina.

Non leggo subito il bigliettino che ho tra le mani, bensì osservo la rosa già aperta e rossa come... non lo so. È rossa. Un rosso tentatore, perfetto.

Sospirando appoggio il fiore accanto a me e mi perdo ad osservare la solita busta da lettere piccola di color avorio. Le ho tutte conservate, e non vedo l’ora di mettere anche questa tra le altre. Con mani tremanti apro la busta e afferro il rettangolo che era all’interno.

Prima o poi riuscirò a specchiarmi nei tuoi occhi e ti farò capire quanto tu sia importante per me. Buon San Valentino, mia piccola rosa.

Sono senza parole. Il mio ammiratore segreto è riuscito a sapere che ero qui... come ha fatto?

Sospiro e inizio a pensare che si tratti di uno stalker. E il fatto che io inizi a preoccuparmi dopo tutti questi anni, di certo fa capire quanto anch’io non sia molto sana di cervello. Solitamente nei suoi bigliettini era più romantico – non che non lo si stato anche questa volta ma... è diverso. È come se...

<< Ciao. >> Sobbalzo e mi volto incontrando due occhi verdi, molto profondi e divertiti. Quando guardo per intero il suo viso, capisco che si tratta di Edward Cullen. E... cavolo. Cosa dovrei fare? Dire?

<< Ciao. >> Mormoro alla fine, non staccando i miei occhi dai suoi.

<< Come mai qui fuori tutta sola? >> Abbasso lo sguardo e inevitabilmente osservo il foglietto che ho nelle mani. Lo alzo appena, giusto per farlo vedere anche a lui, però senza farglielo leggere.

<< Oh. Il tuo fidanzato ti ha fatto un regalo per San Valentino? >> È sempre più divertito, e non capisco perché. Mi si siede accanto e io sono ancora più senza parole.

Si è fatto bello. Molto più di prima. Ora è un uomo e l’energia che emana è... indescrivibile.

<< Non è il mio fidanzato. È un semplice ammiratore che carinamente, ogni anno, mi fa avere una rosa e un biglietto. >>

<< Sembri scocciata. >> Mormora. Lo osservo un attimo e vedo la sua fronte aggrottata. Scuoto il capo veementemente.

<< No, affatto. È che... non so chi sia. Sono anni che mi fa questi regali, ma non ho mai potuto ringraziarlo. >> Rimaniamo per qualche secondo in silenzio.

<< Non ti sei mai fatta un’idea di chi sia? >>

<< No. Non sono mai stata molto corteggiata, quindi non sono mai riuscita a tirare le somme. >> Ridacchia.

<< Tu, sei stata poco corteggiata? >> Alzo un sopracciglio ma quando lo vedo divertito, beh non posso non arrossire e sorridere divertita.

<< Può sembrare strano, lo so... d’altronde sono di una bellezza da mozzare il fiato, eppure... non lo so, sicuramente intimidisco gli uomini. Non so che dire. >> Ride divertito e io mi aggrego a lui.

<< Sai, Bella, sei meglio di come ricordassi. >> Il mio sorriso svanisce lievemente e mi trovo a guardarlo intensamente. Lui fa altrettanto, ma non capisco perché.

<< Io sono già piuttosto sorpresa dal fatto che tu ricorda. >>

<< Non potrei dimenticarmi. Ricordo quella sera alla perfezione. Eri sconvolta... in lacrime. Ti trovai sulle scale di casa mia che singhiozzavi cercando di non farti udire da nessuno, soprattutto da Alice. Parlammo tanto quella notte. >> Annuisco sovrappensiero, rivedendomi all’età di quasi quindici anni con il cuore a pezzi perché io e Jacob ci eravamo lasciati.

<< Ricordo anche quanto mi piacque baciarti. >> Sussurra e rabbrividisco.

Senza volerlo, incontro i suoi occhi verdi e mi perdo. Ricordavo anch’io quella serie infinita di baci che ci eravamo scambiati. Mi ripeteva che ero bellissima, che non dovevo stare male e che dovevo solo ad andare avanti, che ero forte.

Mi tirò letteralmente su di morale, e il giorno dopo, quando mi svegliai da sola sul divano, mi parse quasi un sogno. Ma un sogno con dei poteri magici, visto che avevo l’euforia che la faceva da padrona in tutto il mio corpo.

Scomparve un po’ quando Alice mi avvisò che suo fratello era partito per l’estate e che non sarebbe tornato fino a settembre.

<< Edward... >>

<< Lo so, >> M’interrompe. << Probabilmente sei già impegnata o non sei interessata ma volevo solo farti sapere che non mi sono dimenticato di te... e volevo augurarti buon Sa Valentino, mia piccola rosa. >> Il mio cuore perde un battito, e ne perde due quando si alza per poi allontanarsi di un paio di passi, ma per fortuna mi riprendo in fretta e lo richiamo.

<< Come mi hai chiamata? >> Lentamente si volta nella mia direzione e sorride senza rispondere. Mi alzo, abbandonando la lettera vicino alla rosa, e lo raggiungo guardandolo con gli occhi pieni di speranza.

Ho il cuore che batte a mille. Non può essere lui il mittente. Non può avermi tenuta con sé dopo tutti questi anni.

<< Sei tu? >> Annuisce lievemente e mi accarezza una guancia. Chiudo gli occhi a quel contatto e mi beo della carezza.

<< Non sapevo come dirtelo e poi... era divertente vedere il tuo rossore quando trovavi la rosa e la lettera sul banco scolastico. >>

<< E dopo? >> Chiedo, riaprendo gli occhi e trovandomelo più vicino di quanto pensassi.

<< Alice parla tanto, ed era pienamente cosciente di quanto mi piacessi. Diciamo che senza volerlo mi ha sempre aggiornata dei tuoi spostamenti. Il fatto che vi siate sempre tenute in contatto mi ha aiutato. >> Ogni piccolo tassello del puzzle sta andando a posto.

<< E ora sei qui... perché... >>

<< Per te. Sono stufo di perdere tempo e volevo vedere se la mia fantasia e i miei ricordi ti dessero un minimo di giustizia. >>

<< E cosa ne pensi? >> Chiedo timorosa, ma nello stesso tempo sconvolta dal mio coraggio nel fare una domanda simile.

<< Sei molto meglio di come ricordassi. Te l’ho già detto. >> Sorrido imbarazzata e mi ritrovo a stringere la sua giacca con fin troppo trasporto.

<< Edward? >> I suoi occhi non si allontanano dai miei. << Posso ringraziarti come si deve, per avermi fatto sentire importante almeno per qualcuno durante tutti questi San Valentino? >> Annuisce lentamente e senza discostare i nostri sguardi, mi avvicino e mi alzo sulle punte fino a sfiorare lievemente le sue labbra.

Quello che mi attraversa, è sicuramente il brivido più forte che io abbia mai sentito in vita mia, e il fatto di vedere lui, dipendere dalle mie labbra, come se non fosse abbastanza, mi fa stringere lo stomaco in una morsa piacevole, sorrido e torno ad appoggiare le mie labbra sulle sue.

Edward incastra una mano tra i miei capelli e l’altra accarezza la mia schiena.

<< Edward... buon San Valentino anche a te. >> Mormoro col fiato corto, per poi venire nuovamente catturata dalla sua bocca, dopo che mi ha sorrido.

Sì, questo è stato decisamente il San Valentino migliore di sempre. Grazie sorellina, per esserti voluta sposare proprio oggi.

 

   
 
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