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Autore: KendraSorenson    04/02/2013    1 recensioni
Due fratelli vivono in una riserva magica, a stretto contatto con creature fantastiche. Hanno i problemi di tutti gli adolescenti ma un tragico evento sta per sconvolgere le loro vite..
FairiesHaven osscilla fra il bene e il male.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel bosco l'aria era umida, si potevano quasi sentire le gocce d'acqua sulla pelle. 

Hellen correva, senza preoccuparsi del caldo sfiancante del mese di giugno. 

Si trovava bene lì nel bosco, non curante di tutte le creature delle tenebre che avrebbero potuto attaccarla. 

Correva sempre in quel groviglio di alberi conosciuto comunemente come “ Old tree ” per via dell'antico albero che affondava le sue lunghissime radici proprio nel mezzo della foresta.

Il cielo quel giorno era limpido, senza traccia di nuvole.Era completamente azzurro, nessuna sfumatura, quello stesso colore che si stendeva per chilometri oltre FairiesHaven. 

Hellen cercava Juls, per dirle la grande notizia.

La 13enne percorse ancora molta strada su quel piccolo sentiero battuto, ormai quasi scomparso, prima di trovarla. 

Juls, la californiana, era seduta sul pontile del laghetto delle ninfe, solite a lusingare chiunque per ricevere in cambio qualche omaggio. 

« Certo che potevi anche dirmi dove ti trovavi » Urlò Hellen col fiatone, circa a una ventina di metri da Juls. 

« Se te l'avessi detto,  non sarebbe cambiato molto, visto che mi hai trovata comunque » Sghignazzò la californiana alzandosi e avvicinandosi all'amica. 

« Comunque stavo per tornare, non c'era bisogno di venire a cercarmi, non sono una poppante! » La californiana era sempre scontrosa, nonostante la grande intesa e amicizia ci fosse con Hellen, che rispose, con tono vago: 

« Sarei corsa fin qui se non avessi avuto una grande notizia? » 

A quel punto gli occhi dell'amica s'illuminarono, quasi come quelli di un bambino che la mattina di Natale trova i regali sotto l'albero. 

« Vuoi dire… » 

« Sì, voglio dire » La interruppe Hellen « Mi ha invitata, Andrew K. Smith mi ha invitata! » Dopo queste poche parole il silenzio tombale della riserva venne rotto da un urlo di gioia da parte delle due ragazze.

 

Il ritorno verso la gran casa fu dedicato alla scegliate degli abiti: 

Hellen desiderava un abito lungo blu oltre mare con spalline e una scollatura profonda sulla schiena. 

Juls preferiva, invece, un abito corto color rosso fuoco molto voluminoso, con una sottogonna color bianco panna, e con spalline molto spesse. 

Per lo zio di Hellen fu una tortura sentire parlare solo di abiti: 

Lui era quel genere di uomo a cui piacevano solo le auto, le moto, e la caccia. Aveva l'aspetto degli uomini del texas: sempre con capelli in stile cowboy e jeans larghi. Per non parlare dell'immensa collezione di stivali che si trovava nella cantina della gran casa. 

Era all'antica, pensava che gli uomini potessero fare certe cose, e che le donne dovevano solo starsene in casa. 

La zia di Hellen di origini giapponesi, Emy, invece era anticonformista, molto diversa dal marito Kevin, nonostante fossero una coppia di sposi molto legata. Lei era un'adorabile signora dai capelli neri, sempre ben curati, che vestiva in modo impeccabile anche per starsene comodamente distesa sul divano. Amava il giardinaggio, e per questo contribuiva alla bellezza del prato attorno alla casa, insieme alle fate, che considerava piccole aiutanti. 

 

Arrivati alla gran casa, Hellen e Juls corsero in camera a parlare del ballo. 

Harry, il fratello 13enne di Hellen, invece, cercò di sgattaiolare fuori dal boschetto che circondava la casa. 

Il ragazzino giocava nella squadra di calcio come attaccante, ed era stato proclamato per ben due volte il migliore della stagione. 

Era molto alto, e robusto, ma nell'insieme sembrava magro. 

Aveva delle gambe muscolose, per via degli intensi allenamenti.

Aveva dei corti capelli neri corvino, leggermente ondulati, che gli cadevano sulla fronte ogni volta che giocava a calcio. 

I suoi occhi erano di un colore che nemmeno le fate avevano mai visto: 

era un azzurro più intenso di quello dell'oceano, aveva uno sguardo ghiacciante, uno di quelli che ti toglie il respiro. 

Harry era molto sbarazzino, non gli importavano granché le regole. 

Old tree conteneva sì creature malvagie, ma nessuna di queste poteva ucciderlo, perché la proprietà dei nonni Kraus era circondata da un incantesimo che li proteggeva da qualunque male.

La proprietà arrivava fino a metà del bosco, da quel punto in poi chiunque sarebbe stato soggetto alla forza delle creature delle tenebre. 

Chiunque si fosse avventurato nell'area delle creature dell'oscurità sarebbe andato in contro a morte certa, se si fosse spinto lontano.

Harry si era già avventurato al di là della barriera magica, ma sempre accompagnato da due suoi fedeli amici e compari di scorribande: i due satiri Derzi e Cove. 

La loro fama non era delle migliori, però a Harry stavano simpatici, e lo aiutavano molto a superare la sicurezza per riuscire a scappare dalla gran casa e avventurarsi nelle zone del bosco a lui proibite. 

Harry riuscì a sgattaiolare via, e a arrivare alla piccola baracca dei satiri. 

Aprì la porta con un cigolio tremendo, e entrò in punta di piedi. 

All'interno c'erano appisolati Derzi e Cove, distesi su un divano in pelle malandato, le cui gambe erano enciclopedie.

« Sveglia, » disse Harry « Dobbiamo parlare di affari! » 

Sentite quelle parole i due satiri si alzarono subito e si misero in piedi sulle due zampe. 

« Le hai portate? » Disse in modo impaziente Derzi, che era il più robusto fra i due, e anche il più imbroglione.Aveva capelli rossastri, e una pelle molto abbronzata, come quella degli uomini del sud. 

« Certo ! » disse Harry chiudendo la porta alle sue spalle « Sono 25, ne avrei prese 30, se mio zio non mi avesse quasi scoperto. Per voi ho rischiato grosso! »

Harry e i due satiri avevano stretto un accordo: 

Il ragazzo doveva procurare loro una strana pozione, sotto forma di piccole pastigliette, che avrebbe reso i satiri, per un certo periodo di tempo, visibili -naturalmente con gambe umane- alle donne umane, molto belle per conto degli uomini-capra. 

Harry prese dal borsone un sacchetto contenente le pastiglie, e lo mostrò a satiri. 

« Sapete cosa voglio io » disse « voglio il mio oro. Niente oro, niente pozione, era questo l'accordo. »

I satiri si guardarono per qualche secondo, poi Cove disse con aria un po frustrata: 

« certo, seguici »



oddio la mia prima storia! Spero proprio che vi piaccia e di aver fatto tutto correttamente visto che sono nuova qui! lasciate qualche commento se gradite o avete dei suggerimenti :3

  
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