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Autore: GreMisia    05/02/2013    4 recensioni
Si sentiva patetico, frustrato e incredibilmente debole.
L’estate era finita, era una cosa normale, in fin dei conti succedeva tutti gli anni perché non poteva proprio accettarlo?
Perché non poteva lasciare quei semplici ricordi rinchiusi nel suo cervello, come tutti gli altri ed era finito come un lupo solitario a fissare il mare in tempesta?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Just promise you'll remember when the sky is grey




Odiava.
Odiava con tutto se stesso le cose lasciate a metà, le storie non ha lieto fine.
E le odiava soprattutto, quando si era ritrovato ad esserne il protagonista.
 
Odiava essere lì.
 
Le onde erano impazzite, il cielo era scuro e grigio e faceva freddo, molto freddo.
 
Non bastava stringersi ancora di più nella felpa o tirare più giù il cappuccio, per non far volare a destra e a manca i capelli che continuavano a impedirgli la vista delle onde, il gelo era penetrato fin dentro le ossa e non solo.
 
Harry lanciò uno sguardo triste al suo i-pod.
Era, quanto?
La decima? Ventesima? Forse anche di più, che ascoltava quella melensa e tragica canzone.
Portò le ginocchia verso il mento, trascinando con sé un po’ di sabbia umida, pigiando il tasto play come se ormai fosse automatico farlo.
Si sentiva patetico, frustrato e incredibilmente debole.
L’estate era finita, era una cosa normale, in fin dei conti succedeva tutti gli anni, perché non poteva proprio accettarlo?
Perché non poteva lasciare quei semplici ricordi rinchiusi nel suo cervello come tutti gli altri ed era finito come un lupo solitario a fissare il mare in tempesta?
 
 
 
 
Era caldo, molto caldo, stava appoggiato, come al solito, sul suo posto di vedetta,annoiato, controllando che i bagnanti della sua spiaggia fossero tutti al sicuro e come sempre, non succedeva, fortunatamente, niente di anomalo.
 
Gli unici eventi interessanti della giornata erano stati i pianti isterici di un bambino, che aveva fatto cadere il suo gelato nella sabbia e gli aveva chiesto tragicamente soccorso (come se lui avesse potuto fare qualcosa) e  qualche sguardo ammiccante da parte di qualche ragazza.
 
Harry era uno studente del college e durante l’estate, ogni anno, era solito trasferirsi dai suoi zii e lavorare come bagnino  nel loro stabilimento balneare; era come una seconda casa per lui.
 
Portò nuovamente gli occhi verdi lungo la spiaggia per un breve giro di controllo, ma niente di nuovo.
Si sporse un po’ e BOOM.
 
Una pallonata gli arrivò addosso, come un proiettile, facendolo barcollare un po’ e costringendolo a portarsi le mani alla testa per il dolore, con tanto di imprecazioni.
“Hey! Mi dispiace! Io non volevo e…”
 Harry era accovacciato su stesso, faceva veramente un male cane, chiunque fosse l’avrebbe pestato a sangue.
Non poteva farlo ,solo perché era un cliente, ma l’avrebbe insultato fino a morire.
 
Alzò gli occhi lacrimanti.
 
Non avrebbe mai dovuto farlo.
 
 
Probabilmente se non avesse mai alzato gli occhi e avesse continuato soltanto a gemere su stesso, liquidando il tizio con un semplice gesto, a quest’ora non sarebbe lì, su quella spiaggi,  ad ascoltare quella canzone mielosa e  avrebbe sicuramente avuto voglia di partire per il college, senza pensieri, contento di riabbracciare i suoi amici.
 
 
Capelli neri, spettinati e bagnati, un profondo profumo di salsedine.
Pelle scura e tatuaggi ovunque , forse qualcuno in più di lui.
Grandi, grandi occhi nocciola e ciglia lunghe.
Un sorriso rassicurante, racchiuso da due grandi labbra carnose.
 
Harry avrebbe voluto morire di vergogna ancora di più, in quel momento rimpianse di non aver salvato il gelato del bambino, sicuramente avrebbe occupato la sua giornata e non si sarebbe trovato in quella situazione.
 
“Non preoccuparti… capita, non fa niente” disse, cercando di sorridere.
Il ragazzo sembrò tranquillizzarsi e gli tese una mano “Zayn”.
“Harry”.
 
 
 
Harry pigiò nuovamente play.
Era come torturare un po’ se stesso: la canzone iniziava, di nuovo e lui procedeva nel torturarsi.
 
Zayn.
 
Quel nome risuonava continuamente insieme alle note lente.
Se non avesse stretto quella mano, se non gli avesse minimamente dato importanza, sarebbe stato molto meglio.
Perché, da quel semplice “Zayn” erano finiti a parlare tutti i giorni e aveva scoperto che anche lui era uno studente (un’artista), ma era lì solo in vacanza con la famiglia, visto che non aveva mai tempo per stare con loro.
Da quei semplici discorsi erano passati ad uscire insieme e a passare intere serate.
 
Era tutto così palese: ogni tanto il braccio di Harry finiva per  accarezzare casualmente quello dell’altro, inevitabilmente una scossa di adrenalina lo assaliva come un’onda anomala e poteva vedere anche Zayn, lievemente turbato.
 
Fino a che una sera Zayn disse:
 
“Sai devo confessarti una cosa …”
 
Harry sorrise come gli veniva spontaneo fare in sua compagnia  “ spara!”.
 
“ L’ho fatto di proposito “ disse, assumendo la tonalità di un rosso acceso.
 
“ A fare cosa?” chiese incuriosito.
 
“ A colpirti… con la palla sai … la prima volta che… lascia stare, non importa…” disse, portando i meravigliosi occhi nocciola ovunque, pur di non guardarlo.
 
 
E Harry non poté fare a meno di cogliere il messaggio, dal momento che era tutto così palese.
Quella sera lo baciò e fu il bacio più bello e dolce della sua vita.
 
Scoprì che baciare Zayn era ancora meglio che solcare le onde con la tavola da surf.
Che era la persona più stramba e adorabile che avesse conosciuto  in sole tre settimane.
Scoprì che era riuscito a fare l’amore e questa era la cosa incredibile, con una persona conosciuta in sole tre settimane.
Era tutto talmente irreale e quasi fantascientifico.
Ma  più pensava a Zayn e meno si meravigliava.
 
E ora era lì, l’estate era finita lui era partito e vederlo ripiegare i calzini insieme alle matite e i disegni era stato ironico, quanto tragico.
È vero c’erano i numeri di telefono, i computer… ma non prendiamoci in giro.
Erano giovani…
Probabilmente era stato solo un amore estivo.
Harry nascose la testa tra le braccia, cercando di non piangere, in fondo era adulto, non poteva piangere per queste cose.
Alzò nuovamente lo sguardo, puntando i grandi occhi verdi verso il mare, tra poco sarebbe partito anche lui e avrebbe rivisto i suoi amici.
 
Accarezzò la sabbia …
Zayn…

 
 
 
Dire diabete è dire poco…
Ora mi fermerò un po’ questi giorni ho scritto troppe cavolate e devo studiareeeee!
Comunque spero che qualcuno commenti e apprezzi!!!
Grazieee!
 
Gre
  
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