Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: _Francesca_    05/02/2013    0 recensioni
Avevo diciotto anni e un giorno quando scappai di casa, non sopportavo più quell'orrore, quella puzza di alcool che c' era appena aprivo la porta di casa, non sopportavo più loro, non sopportavo più ciò che ero diventata.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ELTERN

Le giornate passarono in fretta da allora, capodanno era alle porte, George e Bob mi regalarono un biglietto di andata e ritorno per New York in modo tale che passassi il capodanno con la mia migliore amica, ero cosi felice, B e G non potevano farmi regalo più bello.

In mattinata arrivai da Em salutai la sua famiglia che mi accolse calorosamente, la mia migliore amica non mi diede neanche il tempo di farmi una doccia che mi portò in giro per la città, cercando qualcosa da fare per capodanno.

- Allora non mi racconti niente? Con Derek?- sbuffò , soffermandosi sulla vetrina della Ralph Lauren

- Si è fidanzato il cazzone!- spalancai gli occhi – Non. Ci . Posso. Credere.- ero sbalordita

- E invece credici sono venuta qui e mi è venuto a salutare con la sua ragazza roba da pazzi -

- Gli uomini...sono tutte merde.-...- puoi dirlo forte-

- Senti stasera in piazza c'è un mega concertone, ci vengono da tutto il mondo per assistere ad un evento simile, inoltre faranno volare un coso gigantesco in aria, non mi dire cos'è che ancora non l'ho capito...mia madre dice che sono settimane che lo stanno preparando..-

- Come al solito non capisci mai niente- mi diede una sberla sul braccio destro

- Guarda che non l'avresti capito neanche tu eh! Fai poco la sapientona!!-

- Certo..certo..- dicono che i pazzi vanno assecondati..ed io non facevo altro che assecondarla.

- Quindi..ti dicevo..oh ma che bel cagnolino...- si chinò ad accarezzarlo e cominciò a parlare con la padrona. Non- ce – la – potevo – fare.

- Sam hai visto che tenero?-...- si si molto- sorrisi falsamente.

-  La mia amica ha seri problemi, mi scusi- disse a bassa voce alla padrona di quel cane, come se io non potessi sentirla.

- Arrivederci Signora, ciao bellissimoooo- eravamo ferme da 15 minuti minimo tutto questo per un cane -

- Allora Sam che ti dicevo?-

- Che sei un idiota..- mi ignorò completamente – ah si..bè quindi stasera veniamo qui.-

alzai gli occhi e vidi uno spettacolo da brividi, la piazza era completamente adobbata e c'erano sette o più maxi schermi, delle casse enormi che circondavano la piazza e non solo erano state messe anche su più di un grattacielo.

- Sarà bellissimo- mi disse la mia amica e le diedi fortemente ragione.

- Ei Em voglio andare a Central Park, sai che amo quel posto-

- Tranquilla già ci avevo pensato, infatti ci stiamo andando, anche se a primavera o d'estate è molto meglio Central Park.-

- C'è la pista di pattinaggio?-

- Come sempre..-

Passammo il pomeriggio a ridere su quella pista di pattinaggio, amavo New York, amavo Central Park, amavo la mia amica. Tornammo a casa e ci preparammo per la magnifica sera. Fu tutto cosi veloce che non mi accorsi neanche che stavo su un aereo per tornare a Los Angeles.

La piccola libreria aprì l ' 8 gennaio, passai cinque giorni a rilassarmi e facendo lunghe passeggiate per Los Angeles.

Entrai nel negozio

- Ciao B.- mi sorrise venendomi incontro e baciandomi sulle guance – Come stai tesoro?-

mi tocco i capelli e mi fece fare un giro su me stessa come se in quei otto giorni che non ci siamo visti fossi cresciuta.

- Benone, ti vedo ingrassato B o sbaglio?- gli toccai lo stomaco – eppure ero sicura che ci avreste dato dentro- mi diete uno scappellotto sulla nuca, scoppiai a ridere

- Amore, George ti ha invitata a cena, quindi perchè non vai al supermercato a comprare qualcosa?-

mi accigliai – non ci puoi andare tu come sempre?-

- No ci vai tu, tra poco dovrebbe piovere e non posso prendermi una polmonite giusto?-

- Certo , tanto c'è Samanta a prendersela al posto tuo-

mi sorrise mostrandomi quasi tutta la sua dentatura.

- Approfittatore- gli feci una linguaccia e uscii dal negozio, mi alzai il cappuccio del giacchetto e mi accesi una sigaretta incamminandomi verso il supermercato.

Appena entrai nel supermercato mi resi conto che non avevo la vaga idea di cosa comprare, girai a vuoto per circa venti minuti girandomi gli scaffali 3-4 volte, quando finalmente misi la prima cosa dentro il carrello. La pasta. Dopo circa mezz'ora il carrello straripava

- Guarda, guarda chi non muore si rivede.- sorrisi girandomi verso quella voce che ormai avevo imparato a riconoscere – Ciao T.- sorrisi di nuovo e lo abbracciai per un piccolo istante, ero felice di rivederlo – come stai? Passò il peso del suo corpo da una gamba all'altra – non mi lamento, tu? Sono venuto un paio di volte al negozio, è stato chiuso per tanto-

sorrisi, felice del fatto che fosse passato al negozio per salutarmi

- Le vacanze sono anche per noi comuni mortali-

- Non volevo dire questo- lo spintonai leggermente

- Lo so lo so, allora che ci fa una star in un supermercato?- mi avvicinai al suo orecchio

- Credi che finirò su qualche giornale e diventerò ricca sfondata?- gli sussurrai

rise – perchè mai dovresti finire su un giornale?-

mi scandalizzai per la sua stupidaggine – sto chiacchierando con Tom Kaulitz dentro un supermercato non è una cosa di tutti i giorni..-

rise di nuovo,mi credeva una stupida?

- Te l' ho già detto Sam a L.A la mia privacy è rispettata- si grattò la nuca – e poi è un supermercato di 50 mq-

diedi uno sguardo al supermercato- bè si hai ragione...chissà quando diventerò una piccola star-

alzò gli occhi al cielo e poi scoppiammo a ridere.

Facemmo la spesa insieme, il suo carrello era decisamente una spesa non adatta hai diabetici, c'erano solo schifezze, non che il mio fosse da meno, però qualche verdura c'era.

- Vuoi un passaggio?-

- No no tranquillo vado a piedi-

- Diluvia Sam, perciò sali.-

aprì la sua mega macchina e per poco non svenni mettendomi seduta su quei sedili in pelle, non avevo mai avuto l'onore neanche di guardarlo un gingilletto come quella macchina

- Dove ti accompagno?- mi ripresi dai miei pensieri

- Al negozio, Bob mi ha mandato a fare la spesa oggi sono ospite di quelle due checche, ti sembra giusto che debba farla io? Tanto già so come andrà a finire..-

alzò un sopracciglio – cioè?- scrollai le spalle – che non gli andrà bene quello che ho comprato e mi diranno " sei la solita Samanta, la solita casinara. Oh mio diooo queste cosa sono?? Il mio George deve dimagrire e tu compri queste cose?"- dissi imitando la voce di Bob.

Tom scoppiò a ridere – Dio non riesco proprio a immaginarmeli, non ti fa strano?-

- Cosa?- dissi innocentemente

- Che i " tuoi " - fece il segno con le dita delle virgolette, lasciando per un istante il volante – siano gay?-

negai con la testa – a te danno fastidio gli omosessuali?-

- No no assolutamente sono molto aperto mentalmente, però averli come genitori non so se potrei sopportarlo-

- Ci sono genitori eterosessuali che sono delle merde. Non sanno svolgere il ruolo di genitore. Fanno schifo-

sputai tutto con un acidità che vidi con la coda dell'occhio Tom risentito per ciò che aveva detto

- Non volevo offenderti-

- Non mi sono offesa , tranquillo. È solo che..loro in 3 anni mi hanno dato molto di più di quello che mi hanno dato i miei-

annuì facendomi intendere di aver capito.

Parlammo d'altro come se fossimo amici da anni, stavo bene con Tom, mi sentivo me stessa e in pace.

- Allora eccoci qui.- disse

- Si..-

- Sai non potrei farlo, ma credo che sia meglio scambiarci i numeri di telefono, non possiamo continuare a incontrarci così per caso-

sorrisi mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio

- Lo credo anch'io-

ci scambiammo i numeri e mi vergognai un pò a tirar fuori il mio cellulare risalente all' età della pietra

- Ok, allora ci rivediamo presto - annuì

- Si, a presto-

scesi dalla macchina prendendo le buste della spesa, prima di entrare nel negozio mi giraii per salutarlo un un ultima volta, mi sorrise e poi se ne andò.

- Eccomi qui B. Ho comprato tutto il necessario , credo – mi grattai la nuca impacciata

- Signorina pensi di sfuggirmi cosi?- spalancai gli occhi ma di cosa stava parlando?

- Ooh non fare la finta tonta, chi era quel bel ragazzo dentro quella bella macchina?-

mi diede delle piccole gomitate sul mio braccio facendo il malizioso

- Era soltanto un'amico-

- Certo certo e io sono Santa Klaus -

- Però con questa pancia potresti anche sembrare Babbo Natale – risi di gusto mentre cercava di fare l'offeso

- Bè, George mi ama lo stesso e comunque non cambiare discorso -

- B. davvero l'ho conosciuto così per caso e ci siamo incontrati un paio di volte sempre per caso ed anche oggi l'ho incontrato al supermercato-

- Fammi indovinare...sempre per caso?- risi

- Si sempre per caso..siamo amici punto.-

- Farò finta di crederci , l'importante è che sia O.K. Non voglio che diventi amica di scapestrati , visto i precedenti -

- Te lo prometto B nessun scapestrato.- mi accarezzò il viso sorridendomi come fa un genitore con la propria bambina, lo adorai per quel gesto se non ci fossero stati loro la mia vita probabilmente sarebbe caduta più in basso di come lo era già stata.

Lavorai quelle ore restanti mentre Bob andò a casa per preparare la cena.

Alle 20.30 già ero seduta a tavola ad assaporare l'odore eccezionale di cucinato, mi stavo leccando i baffi.

- G sei sempre il cuoco più bravo-

- Grazie tesoro-

mi sorrise

-Oooh non ce la faccio più a trattenermi-

io e George ci scambiammo un occhiata, la checca della casa era impazzito

- Cosa ci nascondi?- gli disse suo marito

- Sam...ha conosciuto un ragazzo- mi colpii la fronte con una mano

- Cosaaaaa? Perchè non mi hai detto niente?-

- Ma non è vero!!!- ero esasperata B doveva sempre ingigantire le cose

- Non è vero io li ho visti!-

- Sono cosi emozionato, com è carino?-

mi guardavano con gli occhi a cuoricino

- G credimi è solo un'amico, lo sai com è tuo marito deve allargare sempre le cose-
 
- Non è vero!-

- L'ho conosciuto per caso e siamo diventati amici per caso fine della cosa-

George mise il broncio ed io sorrisi

- Mi dispiace, ma ancora non avrete un genero-

- Uffa ero così emozionato all'idea!-

ero davvero sbigottita, volevano che mi fidanzassi a tutti i costi?

La cena proseguì senza toccare più l'argomento Tom, anche se l'argomento prese una piegatura diversa

- Tesoro, sappiamo quanto ti dia fastidio l'argomento "famiglia"- G iniziò l'argomento così

- Appunto quindi non ne parliamo- tagliai corto

- Secondo noi è meglio per te, che cerchi di ricontattare i tuoi fratelli- mi strozzai con il vino

- Cosa?-

- Si Sam non credi che ti farebbe bene?- fulminai Bob con lo sguardo

- Mi farebbe bene?- annuirono

- Ma che cazzo state dicendo?-

- Non ti agitare Sami..-

- George non chiamarmi Sami quante volte devo ripetertelo?-

Solo mio fratello poteva chiamarmi in quel modo, ed odiavo le persone che cercavano in tutti modi di farmelo ricordare

- La cosa che non capisco, giuro, vi siete stancati di avermi tra i piedi? Non ve l'ho chiesto io di aiutarmi avete fatto tutto da soli-

ormai ero fuori di me e questo avveniva sempre quando parlavo o parlavano della mia famiglia, ero ancora arrabbiata con loro e lo sarei stata per sempre.

- Sam, quello che George ti vuole far capire è che secondo noi tu ti senti un pò sola-

sbuffai

- Possiamo parlare d'altro per favore?-

- Non parliamo mai di questa situazione ed ora che lo facciamo-

mi alzai di scatto sbattendo le mani sulla tavola, facendo tremare le cose che c'erano sopra

- Non voglio parlare di quelle merde, non voglio sapere nulla di quelle merde, quando morirò non voglio neanche che stiano al mio funerale.-

rimasero a guardarmi mortificati

- Grazie della cena ci vediamo domani- dissi dura, presi il giacchetto e uscii di casa sbattendo la porta.

Appena uscii dal portone mi accesi una sigaretta, cercando di farmi passare il nervoso, mi sentivo una ragazzina alle prime crisi adolescenziali.

Cominciai a camminare nella parte opposta del mio appartamento non volevo andare a casa per deprimermi ancora di più, feci una lunga camminata e me ne accorsi solamente quando non sapevo più dov 'ero, stupidi pensieri. Mi misi seduta sul marciapiede frugando nella borsa per vedere quanti soldi avessi. 5 dollari non ci avrei fatto un cazzo con 5 dollari figurarsi di chiamare un taxi. Tirai fuori il cellulare, chiamai Emily ma mi diede la segreteria ci riprovai per almeno una venitina di volte, con le altre non avevo una confidenza tale e comunque era sempre l' una di notte. Cominciai a leggere la rubrica, avevo si e no venti numeri telefonici, Em , il mignottone di Nicole, Bob , George, Tom.

Rimasi cinque minuti buoni a fissare quel nome, finchè non avviai la chiamata.

- Pronto?-

dormiva...figura di merda.

- Ehm..ciao Tom sono Samanta- rimase alcuni secondi in silenzio

- Ciao..-

- Ti ho disturbato?-

- Oh no no tranquilla-

sorrisi – Dormivi vero?-

sospirò – è inutile mentirti..ma è sempre l' una e mezza -

- Si lo so, ma ho un piccolo problema e non sapevo chi chiamare-

- Qualcosa di grave?- lo sentii agitarsi

- Oh no no nulla di grave, mi sono persa-

trattenne una risata

- Stai con le tue amiche? Non avete un tom-tom?-

- Ehm..no sono sola e come ben sai non ho la macchina-

- Scusa la domanda ma..che cazzo ci fai a quest'ora sola in giro per la città?-

sospirai – mi puoi venire a prendere ? Ti spiegherò tutto-

- Ok dimmi la via-

- Ehm..un attimo- mi alzai per vedere la via

- Tom?-

- Si dimmi-

- Via Stweart-

- Ok vengo subito -

- Grazie-

Dopo neanche venti minuti il mio cellulare cominciò a suonare di nuovo..Tom

- Tom?-

- Quello che non riesco a capire è come tu ci possa essere finita qui giù-

lo ignorai

- Sei arrivato?-

- Si, non mi vedi?-

alzai gli occhi in cerca della sua macchina e poi vidi due fari che si accesero

- Arrivo subito-

attaccai ed attraversai la strada per poi salire per la seconda volta in un giorno su quella macchina da ricconi.

- Ciao- diamine ero così imbarazzata

- Mi dici che diavolo ti è passato per la mente?-

- Ho litigato con quelle due checche isteriche, ero incazzata e sono arrivata fino qui-

- Tu non sei normale-

volevo dirgli che nella mia situazione ero più che normale, ancora non mi ero lanciata da un grattacielo.

- Le mie amiche non c'erano e così ho chiamato te, mi dispiace di averti scomodato. Non volevo, davvero.-

- Non mi frega un cazzo se mi hai scomodato o meno è solo che non dovresti andare in giro da sola perchè ai litigato con i tuoi-

- Non sono i miei e poi tu che cazzo ne vuoi sapere!-

mi stavo innervosendo di nuovo

- Non ci ho litigato perchè non mi piaceva quello che c'era per cena-

- Allora sentiamo perchè ci hai litigato?-

lo vidi stringere le mani sul volante

- Non sono affari tuoi, neanche ti conosco!-

- Certo però per venirti a prendere mi conosci!-

- Potevi dirmi di no se ti scocciava!-

- Sei una ragazzina-

- E tu sei uno stronzo!-

- Pure?- rise isterico

mi senti di nuovo in colpa, invece di ringraziarlo gli stavo dando contro, ero proprio una cretina.

- Dicono che non ho una famiglia, non ho un ragazzo, ho soltanto un'amica su cui contare, dicono che sono sola e questo non va bene-

Tom mi ascoltava in silenzio

- E lo sai perchè mi incazzo? Perchè è la verità e fa male quando te la sputano cosi senza preavviso in faccia-

- Non hai fratelli?-

annuii – Si ne ho due un fratello e una sorella , ma non ho nessun rapporto neanche con loro. Mia sorella se ne andò da casa quando avevo quattordici anni e poi me ne sono andata io quando ne avevo diciotto e non li ho più rivisti-

- Se posso chiedertelo...perchè sei andata via di casa?-

rimasi in silenzio per alcuni minuti , mi accorsi che eravamo già arrivati sotto casa mia, ma non volevo scendere da quella macchina, non volevo rimanere sola con i miei pensieri.

- Le cose sono cominciate ad andare storte con la morte di mio padre-

- Mi dispiace-

-  Sei così fortunato Tom-

mi guardò – bè non credere che le cose per me sono state cosi facili-

rimasi in silenzio senza chiedergli niente, me ne avrebbe parlato lui e infatti cosi fece

- Mio padre ci abbandonò quando io e Bill avevamo sei anni, lui picchiava nostra madre, mio fratello invece veniva sempre maltrattato dai nostri coetanei e certe volte anche dai ragazzi più grandi ed io mi ritrovavo sempre a fare botte , ritornavamo a casa pesti ogni santo giorno per tredici anni.-

- Tua madre come sta adesso?-

- Lei sta bene, vive come una regina- sorrise e lo feci anche io – si è risposata con un uomo eccezionale, Gordon, è lui che ci ha trasmesso la passione per la musica-

- Avete avuto la vostra rivincita-

- Si siamo stati fortunati-

- Già -

- Ci vuole solo un pò di pazienza Samanta e vedrai che anche per te le cose si sistemeranno-

- Si certo dovrei sposarmi uno come te o tuo fratello per sistemarmi-

rise – mio fratello è off limits , ma io sono tutto tuo-

scoppiammo a ridere insieme

- Bè , credo , di averti disturbato abbastanza per oggi-

mi accusò con lo sguardo come per dire :" non dire sciocchezze "

- Grazie davvero Tom non so come avrei fatto, la prossima volta mi porterò dietro un tom-tom- risi da sola

- La prossima volta...cazzo fai in modo che non ci sia una prossima volta-

lo guardai imbarazzata, sembravo una psicopatica agli occhi degli altri?

Ero una psicopatica anche per i miei stessi occhi, figurarsi se non lo ero per gli altri.

- Vedremo che si può fare...-

i suoi occhi uscirono dalle orbita

- Scherzo K. -

scoppiaii a ridere

- Allora io vado...'notte e grazie di nuovo-

- Figurati Esse -

sorrisi gli diedi un bacio sulla guancia e scesi da quell'autovettura facendo attenzione di non sbattere troppo forte la portiera, chissà quanto mi veniva a costare se gliel' avessi rotta, ma come facevo a rompere una portiera? Mah..

Mi aspettò che entrassi dentro il portone del palazzo in cui abitavo e sfrecciò via.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: _Francesca_