Future’s Memory
Il
sole splendeva alto nel cielo
d’Italia, accoccolato tra soffici nuvole bianche che,
lentamente, si lasciavano
trasportare dal vento, modificandosi
in
curiose forme che i bambini si divertivano a cercare di identificare.
Ma per quanto amasse le nuvole,
gli occhi del giovane Boss della famiglia Cavallone, puntati verso il
cielo
azzurro, non stavano realmente osservando quei batuffoli di vapore.
Le iridi calde di Dino guardavano
il cielo senza in realtà vederlo, cercando disperatamente,
al di là del vetro
della sua finestra, un segno o un indizio che potesse in qualche modo
rivelargli lo stato delle cose in quel maledetto futuro che Tsuna e gli
altri
cercavano disperatamente di modificare per la salvezza di tutti loro.
Era già passato parecchio –troppo-
tempo da quando avevano cominciato a sparire tutti, uno a uno,
raggiungendo il
mondo di dieci anni dopo per cercare di salvarlo, ma non si avevano
più avuto
notizie, e quando anche Kyouya era sparito davanti ai suoi occhi,
venendo
avvolto da quello strano fumo mentre ancora dormiva, non aveva
più saputo che
fare.
Non sapeva come raggiungerli,
come aiutarli; poteva solo pregare che il se stesso del futuro fosse
ancora
vivo e pronto a sostenere quei ragazzi che stavano crescendo troppo in
fretta.
Il rumore sordo di nocche che
battevano sul legno lo riportano alla realtà.
-Avanti-
La sua voce suonò esattamente
come voleva: calma e distaccata, come se non ci fosse nulla al mondo in
grado
di turbarlo; si era allenato molto per questo, aveva passato anni a
fingere che
andasse tutto bene pur di non preoccupare i suoi sottoposti, ma
nonostante
tutto Romario riusciva ancora a capire quando stava mentendo, per
questo,
quando entrò, gli rivolse un’occhiata preoccupata
che Dino cercò di sostenere
con tutte le sue forze, sperando di non fallire miseramente come sempre.
-Ci sono novità?-
Tuttavia fu proprio lui stesso a
tradirsi, lasciando trasparire in una semplice domanda quanto tutta
quella
situazione lo sconvolgesse e lo facesse sentire impotente; lasciando
venire a
galla tutta la sua preoccupazione per il suo fratellino, per Yamamoto,
Gokudera
e tutti gli altri, per Kyouya…
-Sì, Boss. È arrivato un
messaggio poco fa dal Giappone. Sembra che…-
Ma Dino non riuscì a sentire
altro.
Improvvisamente la sua testa
aveva cominciato a dolere, come se fosse stata trapassata da migliaia
di fili
invisibili che, all’interno di essa, esplodevano come fuochi
d’artificio non
richiesti, rivelando immagini che non gli appartenevano, ma al contempo
sentiva
sue e di nessun’altro.
Era
all’interno di una stanza
grigia e spoglia, di fronte a un grosso marchingegno tondo e bianco.
Dino vedeva diverse persone
fissare quello strano oggetto e, istintivamente, seppe i nomi di ognuno
di
loro.
La ragazza seduta in un angolo
che fingeva disinteresse era l’Arcobaleno Lal Mirch.
Accanto a lei, poco distante, un
Kusakabe più vecchio di dieci anni osservava i due ragazzi
–Shoichi e Spanner-
che armeggiavano con un computer al centro della stanza.
Ma ciò che lo sconvolse più di
tutto fu osservare il giovane uomo biondo che esaminava attentamente il
macchinario bianco.
-Quanto ci vorrà prima che si
sveglino?- chiese il Dino del futuro, voltandosi verso il ragazzo con i
capelli
rossi.
-Manca poco, appena gli altri
saranno tornati indietro-
Dino vide se stesso sorridere prima
di voltarsi nuovamente verso quello strano aggeggio.
-Ti
sto
aspettando-
Fu un
sussurro inudibile, ma Dino
lo sentì riecheggiare nella sua mente come se qualcuno lo
avesse gridato.
Eppure nessuno aveva parlato.
-Boss! State
bene?-
La voce preoccupata di Romario lo
raggiunse, riportandolo alla realtà, al passato e al dolore
lancinante che gli
stava spaccando in due la testa.
Cosa diavolo era quella visione? Da
dove arrivava? Perché…?
Cavallone decimo non riuscì
nemmeno a terminare di interrogarsi su quello che stava accadendo, che
subito
un nuovo lampo esplose nella sua testa, aggiungendo tasselli a un
puzzle che
sembrava irrisolvibile.
-Noi
arcobaleno vi faremo un
secondo regalo: manderemo a chiunque vi abbia aiutato i ricordi della
battaglia
del futuro, in modo che tutti loro sappiano cos’è
realmente successo-
La voce di Reborn rimbombava
nella sua testa, e, non appena ebbe finito di parlare, le immagini
dello
scontro con Byakuran si fecero strada nei suoi ricordi, andando a
depositarsi
tra loro, diventando parte integranti di essi.
E Dino seppe.
Dino vide ogni cose, ogni colpo
dato e ricevuto, ogni ferita, ogni lacrima; vide tutto e
sentì tutto, rivivendo
quei momenti come se fosse stato sempre lì, e non solo uno
spettatore provenuto
dal passato.
-Boss!-
Romario urlò, mischiando autorità
e disperazione nella
voce, e Dino si
ricordò improvvisamente di non essere solo.
-Sto bene…- biascicò, mangiandosi
qualche lettera, mentre le dita stringevano convulsamente la testa,
cercando di
mantenerla unita e di non farla esplodere.
-Sono…ricordi…-
Cercò di spiegarsi, ma l’altro
uomo non capì cosa intendesse il suo Boss, ma prima che
potesse aggiungere
qualcosa un nuovo episodio esplose nella sua mente.
Era nella
scuola Namimori.
Istintivamente sorrise, divertito
da come quel luogo fosse ancora importante dopo dieci anni
così come lo era nel
passato.
Ed era con Kyouya.
Il suo Kyouya, quello del suo
tempo, trasportato nel futuro in una guerra di cui non gli importava
poi molto.
E stavano combattendo.
O meglio, il suo allievo era
arrivato a salvarlo e ora stava combattendo contro la Vera Corona
Funeraria del
Sole, dando prova nuovamente di quanto fosse il più forte e
del suo essere
sempre un passo avanti rispetto agli altri.
Dino vide il se stesso del futuro
sorridere compiaciuto e in qualche modo intenerito dai progressi del
suo
allievo, che distruggeva il nemico, aiutando nuovamente Tsuna senza
rendersene
completamente conto, seguendo le sue ragioni egoistiche.
Vide la vittoria di Kyouya e l’orgoglio
dipingersi sul suo volto e su quello di se stesso e seppe che, anche
nel
futuro, era riuscito ad insegnare qualcosa a quel ragazzino testardo.
-Kyouya…-
Dino sorrise, mentre il nuovo
ricordo svaniva, lasciandolo un po’ scombussolato, mentre il
dolore diminuiva.
-Boss?-
Romario al suo fianco lo fissava
preoccupato, ancora confuso da quello che stava accadendo, e in qualche
modo
risentito dell’inutilità a cui quella situazione
lo costringeva.
-È tutto a posto.- Dino sospirò,
aggrappandosi al braccio dell’uomo nel tentativo di rialzarsi
dal pavimento che
non si era accorto di aver raggiunto.
-Sono i ricordi di quello che
Tsuna e gli altri hanno fatto nel futuro. Reborn e gli altri ce li
hanno
mandati…-
L’uomo aiutò il suo giovane Boss
a rialzarsi mentre questi riprendeva fiato, ansimando forte, ma non
fece in
tempo a sedersi che subito un nuovo ricordo si affacciò;
tuttavia, questa volta,
era preparato, ma l’esplosione a cui si era abituato non
avvenne, lasciando
invece che il ricordo flussi più dolcemente dentro la sua
testa.
Riconobbe immediatamente se
stesso, appoggiato ad una delle pareti, intento a d osservare un
giovane uomo
vestito con un kimono scuro.
-Kyouya…sei sicuro che
funzionerà?-
L’uomo in kimono si voltò ad
osservare il boss dei Cavallone, e il Dino del passato
individuò in lui il suo
allievo, dieci anni più grande.
-Non preoccuparti.-
-Kyouya…-
-Sawada lo sa. Funzionerà.-
Hibari si voltò nuovamente, come
a decretare la fine del discorso, e in un attimo il piano assurdo che
Tsuna e
Kyouya avevano pensato, coinvolgendo Irie Shoichi, apparve chiaro,
preciso e
terribilmente pericoloso nella mente di Dino, che non poté
fare altro che
osservare se stesso avvicinarsi all’altro ragazzo ed
avvolgerlo nelle sue
braccia.
-Promettimi che tornerai.-
-Per chi mi hai preso, erbivoro?-
-Kyouya…ti prego.-
-Andrà bene.-
-Ma non hai promesso…-
Il ragazzo si voltò nell’abbraccio,
senza allontanare il biondo che lo fissava preoccupato, per poterlo
guardare
negli occhi, prima di alzarsi appena per baciarlo.
Dino rimase ad osservare
impotente i due, sorpreso e in qualche modo piacevolmente sconvolto da
quello
che i suoi occhi vedevano.
-Tornerò-.
Dino
spalancò gli occhi.
Il dolore alla testa era sparito
così come era venuto, ed il flusso di ricordi si era fermato.
Romario, al suo fianco, lo
guardava preoccupato e ansioso, ma quando il giovane Boss gli sorrise
tranquillo si rilassò anch’egli.
-State ben, Boss?-
Dino sorrise e annuì, sebbene
ancora confuso e frastornato sapeva esattamente cosa fare.
-Andiamo Romario.-
Lentamente il ragazzo si alzò,
prendendo la sua solita giacca e infilandosela, pronto a partire.
-Andiamo in Giappone.-
-Boss?- Romario lo fissò confuso,
come se non fosse propriamente convinto di aver sentito quelle esatte
parole.
-Sono tornati.-
Dino sorrise sicuro, mentre usciva
dal suo ufficio diretto verso il proprio aereo, certo che presto
avrebbe
rivisto Tsuna e gli altri, perché sapeva che stavano bene;
certo che avrebbe
rivisto Kyouya e, in qualche modo, sarebbe riuscito a far avverare
almeno parte
dell’ultimo ricordo.
Hola
bella gente!
Eccovi una nuova porcheria made in
Seki! In realtà vegetava nel mio computer
da….più o meno quando è uscito
l’ultimo
capitolo della future arc (una vita fa XD)…ma ho deciso di
postralo solo oggi perché
mi ero brutalmente dimenticata della sua esistenza e l’ho
ritrovato dieci
minuti fa mentre facevo pulizia nell’hard disk! Non siete
contenti?
Boh dunque…aveva qualcosa a che
fare sul momento in cui tutti riprendono i ricordi del casino nel
futuro e
volevo farli rivivere a Dino in senso inverso, aggiungendo qualcosa a
caso
(indoviniamo cosa!)…e questa schifezza è nata.
Tutta per voi!
Prometto che tornerò presto con
qualcosa di ancora più insensato!
Baci, Seki che ha cambiato nick
ma scrive sempre male uguale XD