Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: chocobanana_    05/02/2013    1 recensioni
[ Generale/Nonsense/SliceOfLife]
Giorno! Non so precisamente perché ho scritto questa storia, ma avevo il bisogno di farlo, come per sfogarmi.
Diciamo che è una cosa che mi è venuta in mente parlando con un bambino, piccoli incontri che però ti fanno riflettere; diciamo che forse il bimbo della storia potrebbe essere lui, ma chi lo sa.
buona lettura
camy
---
“Nonna… Cosa ti rende felice?” Il nipote la guardò ancora, dritta negli occhi, con quelle iridi chiare, così limpide e sincere, così giovani.
Occhi che non hanno visto il mondo, ma che devono ancora crescere, devono ancora osservare e imparare tante cose, brutte e belle.
“Mi rende felice stare qui, in questa casa, insieme a voi, con tua madre, tuo padre e con il mio piccolo nipotino.”
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 Cosa ti rende Felice?

 
Il bambino alzò i grandi occhi color caramello verso la persona più anziana, seduta di fronte a lui.
“Nonna…” Mormorò. “Cosa significa essere felice?”
La guardò dritta negli occhi, quelli che per un attimo dimenticarono la vecchiaia e si illuminarono, al sentire quella domanda.
La donna dai capelli bianchi e lucenti rise, tossicchiando.
“Essere felice significa stare bene e non essere arrabbiati con nessuno e c’è bisogno che anche la tua famiglia stia bene, così che tu sia sereno.”
Il piccolo dai capelli ramati annuì, non staccando gli occhi dalle labbra un po’ raggrinzite e scolorite della vecchia nonna.
“Come faccio a non litigare con nessuno? A scuola si prendono i giocattoli che voglio io!” Esclamò dopo qualche secondo, facendo una smorfia contrariata.
La nonna rise nuovamente, quelle parole erano così candide, le ricordavano suo figlio quando aveva l’età del nipote.
“Invece di litigare dovresti parlare con gli altri bambini, magari anche loro vogliono quei giocattoli, potreste fare a turno.”
Il bambino fece un’espressione contraria, poi sbuffò. “D’accordo.”
La donna gli passò una mano tra i capelli, sorridendogli. “Bravo.” Mormorò, chiudendo gli occhi color cielo, ormai quasi spenti.
“Nonna… Cosa ti rende felice?” Il nipote la guardò ancora, dritta negli occhi, con quelle iridi chiare, così limpide e sincere, così giovani.
Occhi che non hanno visto il mondo, ma che devono ancora crescere, devono ancora osservare e imparare tante cose, brutte e belle.
“Mi rende felice stare qui, in questa casa, insieme a voi, con tua madre,  tuo padre e con il mio piccolo nipotino.”
Il bambino l’abbracciò calorosamente, affondando il viso nel petto della donna.
“Anche io posso essere felice così?”
La donna sospirò. “Per trovare la felicità devi credere in te stesso, devi trovare le persone che più ami e farle contente, devi sentire calore a stare con loro. Ognuno trova la felicità in modo diverso, piccolo.”
“Allora farò sorridere tutti! Perché quando uno sorride è felice.”
La signora anziana lo guardò negli occhi e gli baciò la fronte, orgogliosa del suo amato nipote.
 
 
Cara nonna,
sono Alex, tuo nipote, ti scrivo sperando che questa lettera te la facciano leggere anche  in Paradiso, scusami se potrebbe arrivarti un po’ bagnata, ma sto piangendo.
Piango perché te ne sei andata lasciandomi da solo, in mezzo a tanta tristezza.
Papà è distrutto e la mamma cerca di consolarlo, ma senza successo, e piange anche lei, prova a sorridere, ma il suo viso è sempre rosso e gli occhi sempre umidi e lucidi.
Dovevi proprio andare via?
Be’, io volevo dirti che non ho intenzione di rinunciare alla promessa che ti ho fatto qualche anno fa, quando ero piccolo: nonna io sarò felice! E farò sorridere purtroppo non ti conoscerà mai.
Nonna ora devo salutarti, ti mando un abbraccio fortissimo, darò inizio alla mia missione cercando di consolare papà.
Ricordati sempre di me, per favore!
Tu voglio bene nonna, grazie di tutto.
Il tuo nipotino.

----FINE----

 

 
.:Angolo dell’autrice:.
 
Giorno! Non so precisamente perché ho scritto questa storia, ma avevo il bisogno di farlo, come per sfogarmi.
Diciamo che è una cosa che mi è venuta in mente parlando con un bambino, piccoli incontri che però ti fanno riflettere; diciamo che forse il bimbo della storia potrebbe essere lui, ma chi lo sa.
Be’, spero che vi abbia colpito almeno un po’.
Grazie a tutti quelli che leggeranno.
camy

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: chocobanana_