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Autore: Martowl    05/02/2013    2 recensioni
Cosa accade quando un Louis innamorato segue i consigli di un Harry assai folle e libero?
Succede che dopo una litigata pazzesca, Zayn, Liam e Niall devono soccorrere in aiuto dei due amici e superare le due belve. E mentre tutti e quattro vanno a zonzo per la città, Louis si rende conto quanto una canzone altrui possa parlare di te e quanto una futile conversazione telefonica possa mostrarti che non tutto è perso e che l'amicizia è ovunque, anche dietro ad una battuta leggermente pesante.
E quando, infine, Louis corre trafelato per le strade ghiacciate, Liam si accuccia in casa dopo ore passate al freddo.
E se tutto andasse a buon fine e l'amore vincesse su una profonda ferita?
E se invece ciò non accadesse?
Genere: Comico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Moments.

Betato da Flamel



I wanna lay beside you, I cannot hide this Even though I try.

Ci stavo provando seriamente ad imparare quel testo, ma la mia mente si opponeva fermamente.
Erano ore che me ne stavo accoccolato nella poltrona della nostra casa.
Ero solo perché avevo cacciato i ragazzi, tentando di fare ordine nella mia testa, senza sentire Harry straparlare riguardo all’ultima sua conquista, alla solita bionda focosa che aveva trovato al pub di turno. Liam e Niall giocavano alla play, seduti stravaccati sul tappeto e si lanciavano qualsiasi cosa che gli capitasse sotto mano, che si trattasse di una scarpa o del braccio di Harry che attraversava imperterrito tutto il salone con grandi falcate, a causa dell’enfasi del suo racconto ‘’tutto sesso, niente amore’’.
Zayn era seduto appoggiato all’isola della cucina, sorridendo impercettibilmente ad ogni commento dolce di Perrie sul suo tablet.
Dopo la falsa notizia del tradimento era diventato assai sensibile e privato, anche con noi.
Era riuscito ad evitare il putiferio e, per quanto gli volesse bene, la lingua lunga di Harry non era cosa buona per il periodo che stava passando.

«Lou, smettila di rimuginarci sopra, sembri quasi una femminuccia. Se è andata così, un motivo ci sarà» mi disse Harry, toccando un tasto assai dolente per me.
«Se è andata così, è solo colpa tua, Styles!» mi alzai velocemente facendo stridere la poltrona mentre la spingevo indietro. 
«Se con Jolie non è andata, è solo perché io, ingenuo, ho seguito i tuoi stupidi e superficiali consigli. Se Jolie ora non è qui, è perché tu ti sei messo in mezzo, quando sapevi benissimo che non era affar tuo, MA NO! Harry Styles potrebbe semplicemente vivere la sua effimera vita senza intralciare la felicità altrui? Ma scherziamo?!» sputai pieno d’ira contro di lui.
Tutto si era fermato intorno a noi, non solo nella mia testa.
Era riuscito a mettere KO il mio cuore ed il mio cervello nel giro di qualche ora ed io avevo vendicato tutto il male che mi aveva provocato.
Niall e Liam avevano spento il televisore e Zayn si era alzato dalla sua postazione per avvicinarsi lentamente a noi, stando ben attendo a non mettersi tra le due belve. Scambiò una fugace occhiata con gli altri due e, dopo un leggero cenno, prese parola, prima di dar tempo al cervello di Harry di capire tutto ciò che aveva causato. «Lou, io e gli altri andiamo a fare un giro, facciamo due passi, okay? Tu… Tu resta qui.»
Prese per un braccio Harry che, rinsavito dalla momentanea confusione, scansò malamente l’ amico e andò in camera sua. Tornò una ventina di secondi dopo, con un foglio in mano che spalmò nel mio petto. «Ho parlato con Ed e mi ha fatto scegliere una canzone dal suo album, sapeva che non siamo messi bene e aveva deciso di aiutarci. Ho scelto questa pensando a te, a come chiederti scusa ed aiutarti a modo mio ma a quanto pare non sai aspettare, non sai accettare il fatto che, seppur fossi io l’ artefice di tutti quei pensieri, tu ci hai messo del tuo. Se prima questo – disse puntando il foglio stropicciato- significava scusa, ora vuol dire vai a farti fottere».
Prese il cappotto e uscì di fretta da casa, seguito a ruota dagli altri tre che guardavano per terra, volenterosi di sorpassare anche quella lite.
Fissai la porta, tentando di bruciarla e mandarla al diavolo, sperando che quell’ultimo messaggio arrivasse alle orecchie di Harry con la mia voce.
Resomi conto delle sciocchezze che stavo pensando, sistemai la poltrona –povera vittima della mia ira- e mi sistemai alla meglio.
Presi la coperta riposta malamente sul divano e recuperai gli occhiali buttati sul tavolino.

Due ore dopo ero ancora immobile, leggendo e rileggendo quella frase, rendendomi conto di quanto io fossi dentro quella canzone.
Non potevo credere che fosse frutto di un altro individuo, tutto quel po' po' di parole.
L’unica spiegazione logica era che qualcuno aveva fatto irruzione nella mia mente ed aveva estrapolato i miei pensieri e li aveva messi sotto forma di musica. Musica piena di emozione, di rammarico, di dolcezza, di bisogno e… E sì, anche di amore.
Decisi di prendere il cellulare e cercare spiegazioni. 
L’unica vera persona capace di spiegarmi, di darmi delle reali risposte era Ed, il ladro dei miei pensieri.

“Sei forse riuscito ad entrarmi in testa quando dormivo e scrivere tutto ciò, subito dopo?”
Attesi una manciata di minuti, nei quali contai anche da quante assi di legno era formato il nostro salotto.
“Per quanto mi alletti l’idea di avere superpoteri del genere, devo dirti di no. Perché questa domanda?”
Non ci pensai due volte e diedi vita ad una conversazione via sms che poi sarebbe diventata una delle più importanti intraprese nella mia breve vita da ventenne.
“Perché ci sono io, capisci? All’interno di ogni virgola, di ogni respiro. Ci sono i miei desideri e le mie paure. Ed è finito tutto, nell’attimo in cui ho deciso di seguire i consigli sconclusionati di Styles”.
Sospirai e mi passai una mano tra i capelli, rendendomi conto di quanto io avessi perso nel preciso momento in cui gli occhi di Jolie mi avevano guardato feriti.
“Harry mi ha detto che era per te, per cercare di far pace. Mi ha detto di sentirsi in colpa per ciò che ha causato”. Aveva forse pagato quel ragazzo per essere dalla sua parte?
“Può regalarmi anche un barboncino, ma ciò non cambia niente. Io l’ ho persa”.
Tirai un pugno forte contro il bracciolo della poltrona, seguito da un altro nell’ altro bracciolo, seguito da altri cinque, alternati.
La testa di Niall fece capolino proprio in quell’ esatto momento. «Ricevuto il messaggio, continuiamo il nostro giro» seguito subito dopo da un lamentoso Liam «Ma io ho freddo! ».

Mi fermai quando il messaggio chilometrico fece lampeggiare la schermata del cellulare, caduto rovinosamente sul tappeto.
“Se devo essere del tutto sincero non so se sia stato più stupido tu, a seguire i consigli di Harry, o lui, per averteli dati. Ma da una persona come Styles cos’altro ci si può aspettare? Sono sicuro che lui l’ abbia fatto in buona fede. È il più piccolo del vostro gruppo e, seppur con scarsi risultati, cerca di farsi notare al meglio. La sua giovane età gli fa credere che il cambio repentino di ragazze sia cosa buona e giusta, ma tu devi capire che, anche se ci sono solo tre anni di differenza, alla tua età si inizia a fare sul serio, che si parli di carriera o di amore. Quando sono andato a casa di Nick, ho visto Harry disteso sul suo divano intento a raccontare il grave errore che aveva commesso; tesseva tue lodi a destra e manca, parlando di quanto tu sia un suo punto di riferimento e di quanto fosse dispiaciuto per ciò che aveva causato. Non pensava che Jolie fosse così importante per te; almeno, non lo pensava fino a quel momento. Ti vedeva distrutto e cercava ad ogni modo di tirarti su di morale, coinvolgendo il gruppo intero. Poi, il fatto che abbia semplicemente peggiorato la situazione è un altro discorso ma, ehi Tomlison, apprezza il gesto! Comunque dicevo, quando l’ ho visto abbattuto da Nick ho ascoltato attentamente la tua storia e mi sono ritrovato a cantare una canzone che avevo scritto mesi fa. È sempre stata lì, pronta all’uso ma mai utilizzata. Harry si affezionò molto e disse che era tua, che doveva essere tua, per Jolie. Per voi due. Tornando al discorso principale, ti voglio dire che non l’ hai persa. Se tu sei deciso a farla tua, allora corri da lei e falle capire cosa provi realmente. Elimina Harry e i suoi pensieri, elimina Zayn, Niall e Liam. Sii semplicemente Louis. Buona fortuna, amico”.

Rilessi il messaggio e rilessi la canzone. La presi e la stropicciai nella tasca del giaccone che raccattai dall’appendiabiti affianco alla porta, prima di fuggire per le scale. Quando arrivai al piano terra, vidi i ragazzi intenti a parlare a sedere sull’ultimo scalino. Appena si voltarono, si zittirono di colpo ed io capii che era il mio turno di parlare. «Vi chiedo scusa ragazzi. Per tutto, soprattutto per il mio comportamento» dissi l’ultima parola guardando Harry che se ne stava zitto ed accucciato in un angolo. Gli presi la mano e lo alzai.«Vieni qui amico». Lo strinsi in un abbraccio forte, per trasmettergli tutto il bene che provavo per lui. Sussurrai un Grazie, seguito da un Ti voglio bene, che potevamo sentire solo io e lui. Mi strinse a sé, ancora più forte e per un paio di minuti rimanemmo così. Mentre mi allontanavo per prendere la mia strada mi disse « Scusami». 
Gli sorrisi, poi guardai gli altri, contenti di essere tornati alla solita quiete caotica nella quale vivevamo.

Aprii il portone e mi diressi in strada, deciso a correre per quei due isolati che mi separavano dalla felicità, non più tanto effimera.
Quando arrivai davanti a quel portone, tutta la paura si fece sentire, paura di essere lasciato, dimenticato.

Don't wanna be without you, my judgement's clouded, like tonight's sky.
Bussai alla porta a più non posso, fino allo sfinimento, fino a quando una preoccupata Jolie non fece capolino.
«Louis…» sussurrò impaurita, falsamente determinata ed irrimediabilmente ferita.
Era piccola accanto a me ed esposta al dolore. Causato da me. Non riuscii a frenare l’impulso e mi avventai sulle sue labbra, incapace di fermare quel bisogno che avevo nascosto in fondo a me stesso.
Jolie si irrigidì, non riuscendo a capire cosa tutto stesse succedendo. Spinse lievemente una mia spalla, cercando di essere forte e tenace. Una piccola guerriera orgogliosa.
Sorrisi intenerito, guardando quella piccola creatura, dandomi del deficiente per averla fatta scappare dalle mie braccia.
«Che sta succedendo Louis? Cosa vuoi da me?» mi chiese sfinita, come se avesse perso tutte le forze.
«Andiamo di sopra, ti prego. Ho bisogno di parlarti».
Seppur molto dubbiosa, decise di assecondare quel mio desiderio e chiuse la porta a chiave, conoscendo bene i suoi piccoli fratelli.

Close the door, throw the key.

«So di aver sbagliato, dannazione l’ho scoperto in questi giorni quanto sia stata malsana l’idea di seguire gli stupidi consigli di quella lingua lunga di Harry. È riuscito a creare scompiglio tra Zayn e Perrie, che stanno insieme da tanto, che fanno coppia fissa. Pensa cosa poteva riuscire a fare tra noi due? Ma scemo io, imbecille, deficiente, stupido io!» iniziai a gridare contro me stesso, capendo quanto sia stato sbagliato.
«Louis, calmati. Respira». Una protettiva Jolie si avvicinò a me, cercando di aiutarmi.
Sospirai esausto. «In questo momento dovrebbe essere il contrario, sai? Dovrei essere io ad averti tra le braccia, a dirti che tutto andrà bene, se mi darai una seconda possibilità. A farti capire quanto tu sia importante per me, quanto io sia sbagliato per te ma contemporaneamente quanto io sia giusto. Dovrei convincerti del fatto che mai, ripeto e sottolineo, mai darò peso alle parole di Harry. Dovrei farti capire quanto io sia innamorato di te, Jolie».
Lasciò le mie mani, come scottata. Avevo perso tempo prezioso e avevo tutta l’intenzione di recuperarlo.
«Non capisco perché dovrei crederti, Louis. È successo già una volta, ti ho dato la mia fiducia e tu l’hai data in pasto al divertimento di Harry. Il fatto che tu ti faccia influenzare da un ragazzo che cambia fidanzata alla velocità della luce, non mi dà sicurezza ed io ho paura di cadere, rotolare rovinosamente a terra e non trovare la tua mano che mi aiuti a rialzarmi. Mi sono sentita un giocattolo, una parte della collezione delle tue ragazze».
«Sai bene che non gioco con i sentimenti altrui, Jolie». Mi sentii ferito da quel suo commento. «Mi conosci, sai che non lo farei».
Jolie iniziò a muovere le braccia, enfatizzando il suo stato d’animo.
«È proprio questo il punto, Tomlinson!».
Il fatto che usasse il mio cognome non presagiva niente di buono.
Continuò imperterrita: «Io pensavo di conoscerti, ma mi hai fatto capire che non è così. Me lo hai fatto notare pochi giorni fa, quando hai deciso che continuare questa ‘farsa’, come tu l’hai definita, non aveva senso. E poco fa, quando ti sei presentato alla mia porta, trafelato, e mi hai baciata come se quello che è successo fosse stata solo una stupida ‘Candid Camera’…».
Aveva iniziato a parlare tranquillamente, ma alla fine del discorso aveva alzato di qualche decibel la sua voce. Una lacrima solitaria scese lentamente sulla sua guancia, ma Jolie bloccò il suo corso. Era orgogliosa fino al midollo.
«Non so davvero cosa pensare Louis» lo sussurrò ferita e stanca. «Non so a cosa credere. Fammi uno schema perché i tuoi repentini cambi d’umore mi mettono in confusione».
Una lacrima scese, seguita da un’altra e lei non fece in tempo a fermarle perché quelle piccole solitarie divennero un pianto vero e proprio.
«Perdonami Jolie, ti prego. So di essere stato stronzo, stupido, inaffidabile…»
«Non ricominciare, Louis» mi ammonì.
«Scusa. È solo che vorrei che tu comprendessi quanto per me sia importante tutto questo. Sul serio, dammi una seconda possibilità. Sarò il tuo principe».
Quando uno sguardo torvo fece capolino sul suo viso capii di aver sbagliato paragone.
«O il tuo cavallo, o il topo, anche la carrozza. Qualsiasi cosa, Jol».
Sorrise, improvvisamente imbarazzata.
Era bella, bella da far male.
Si avvicinò timorosa, allargando le braccia ed io non me lo feci ripetere due volte. La presi, la alzai e la feci cadere con me sul letto.
«Non andartene, Lou».
La strinsi più forte a me, percependo ogni respiro, ogni muscolo, ogni vibrazione ed ogni battito del suo cuore.
La strinsi e la feci mia, per un attimo durato una vita. « Mai Jol. Mai».

La strinsi e mi godetti lei, mi godetti quel momento. Il momento.




*Spazio autrice*

Bonjour petite fille. (:
Questa one-shot è frutto di un momento di tristezza, durante il ritorno a casa dopo aver salutato una persona a me molto cara che stava partendo.
Ho acceso l' iPod e mi è capitata 'Moments'. L'ho ascoltata e l' ho reputata perfetta.
Appena arrivata a casa mi sono catapultata al pc cercando informazioni su questa canzone ed ho deciso di scriverci una one-shot.
Se non fosse chiaro, i pezzi in inglese sono tratti dalle strofe della canzone.
Allora, si ritorna indietro nel tempo, nel duemilaundici, quando il nostro caro bellissimo super fantastico [..] Louis ha ancora vent'anni e quando Harry, a casa di un suo amico, incontra Ed che, a conoscenza dello spazio 'vuoto' nel CD dei One Direction, decide di dargli una loro canzone e dà l'onore a Styles di scegliere quale.
Mi sono basata su fatti realmente accaduti, l' unica cosa che ho mandato al passato Perrie e il possibile tradimento, ma questi sono solo piccoli dettagli!
Coomunque, spero vi piaccia e spero che apprezziate questa mia visione di quei cinque.

Bisou,
Mart.
   
 
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