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Autore: envy_Misako93    27/08/2007    6 recensioni
cosa è successo a Ed?
cosa l'ha spinto a fare una cosa del genere?
cosa, poi?
un Ed diverso dal solito, che deciderà di unirsi sotto il segno dell'ouroborus... con l'aiuto di un homunculus a noi ben noto...
il rating è giallo per presenza di termini volgari
Genere: Generale, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro personaggio, Edward Elric, Envy
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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chapter IV - mystical district prima di tutto: grazie di aver recensito questa brutta disgraziata che non ha più aggiornato per mooolto tempo... è solo che:
1.mi è venuto il famigerato BDS (BloccoDelloScrittore)
2. sn andata all'elba e nn avevo internet
3. mi fa schifo 'sto capitolo e anche tutti quelli che seguono.
4. ho in cantiere un'altra fic sui Tokio Hotel, che ho scoperto da poco e di cui mi sn innamorata...
5. sn un essere ignobile.
6. sn un essere ignobile.
7. sn un essere ignobile.
perciò scusatemi e leggete questo luuungo capitolo.
bacioni!!!


IV. Mystical District

In breve tempo dovetti riconoscere che Envy aveva ragione.
In Mystical District non abitavano solo punkabestia e metallari: c’erano anche centinaia di chimere semiumane, vampiri e vari fallimenti di natura alchemica… i “diversi”, insomma.
I “normali” erano considerati feccia, perché ci disprezzavano.
Era incredibile all’inizio trovare i Devil’s Nest zeppi di gente che magari aveva le mani palmate o zampe di capra servita tranquillamente al banco da una barista che aveva le orecchie da gatto e una lunga coda grigia ornata di un campanellino.
“Come in questo caso” pensai mentre la suddetta barista mi passava la tazza di tè caldo che avevo ordinato.
- ancora tè?! - mi apostrofò Envy sedendosi sullo sgabello di fianco al mio - secondo me Kitty ordina ‘sta roba solo per te…
- è l’ultimo lusso da umano che mi concedo ancora - replicai mescolando la bevanda bollente.
- avrei dovuto chiamarti Luxury - commentò di rimando.
- per l’amor del cielo!!!
- non ti piace “Luxury”, Pii-chan?
Strinsi forte la tazza, rischiando di romperla e desiderando che fosse il collo di Envy.
Pii-chan. Envy aveva ideato quell’assurdo soprannome un paio di settimane prima, provandone e riprovandone svariati finché non me ne trovò uno che mi faceva veramente imbestialire: questo.
E ovviamente lui lo sapeva benissimo.
- la prossima volta che mi chiamerai con quel nomignolo sarà la volta buona che t’appendo, Envy. Sei avvisato.
- ma perché, Pii-chan?? - mi provocò ancora, calandomi il basco sugli occhi. - vedo, come mi appendi!!! - mi prese in giro.
- solo perché Kitty mi sbatte fuori se inizio una rissa - replicai togliendo il cappello e riavviandomi i capelli biondi - e mi dispiacerebbe parecchio, perché questo è l’unico Devil’s Nest a servire un tè decente - mi rinfilai il basco.
Nonostante gli abitanti del District non facessero una piega alla vista di un abbigliamento “poco convenzionale” (tipo quello che mi aveva fornito Envy, per intenderci), avevo deciso di cambiarlo in favore di uno più …”normale”: dolcevita smanicato leggero e aderente, abbinato a jeans neri, completando con gli anfibi neri, tipo quelli delle divise dell’esercito, e un basco, sempre nero o rosso, in tinta con la maglia. Solo i guanti erano rimasti quelli che m’aveva dato Envy.
Spesso venivo sospettato di essere un borghese “normale”, ma bastava un’aggiustatina al collo della maglia, mettendo “accidentalmente” in mostra l’ouroborus per rassicurare chiunque.
- Piiii-chaaaaan…  - cantilenò Envy col tono di chi voleva qualcosa.
- Envy!!! Dacci un taglio! - gemetti.
- perché non ti fai un bell’orecchi…?
- Envy - lo interruppi - te lo ripeto per la quattrocentesima volta: NO!!!!!!!
Da quando avevo deciso di cambiare look, Envy aveva preso a tormentarmi con ‘sta storia dell’orecchino: ogni volta che passavamo davanti a uno di quei negozi per piercing-maniaci (cioè praticamente ogni due metri, perché Dark Avenue ne pullula), Envy cominciava a rompere…
” almeno due anellini, Pii-chan! Per completare il tutto!”, diceva. Una piaga.
Li avrei anche fatti se non fosse stato così insistente…
- ma dai Pride! Tra un paio di giorni compi un mese e io non so che regalarti!!!
- questa è la scusa più ASSURDA che abbia mai sentito - sospirai a metà tra uno sbuffo e una risata.
- appunto, quindi come premio per la scusa più assurda dell’anno mi concedi di accompagnarti da Jackie’s!!! - ossia uno dei negozi sopracitati.
- MA CHE ROMPIII!!!!
- ti prego, Pii-chan!!!
Adesso era troppo…


“cazzocazzocazzocazzocazzooo”
Ero attaccato al soffitto, proprio sopra a Pride che finiva il tè.
Mi squadrò dal basso - non dire che non t’avevo avvisato - disse leccandosi le labbra.


- maledetto!!! Tirami giù!!- guaì Envy dal soffitto.
- mh, credo che ti lascerò lì per un po’… - ridacchiai sbattendolo un po’ contro la parete.
- Pii-chan!!!
- come, scusa? - chiesi sbattendolo nuovamente contro il muro.
- Pride!!! Deselezionami! Immediatamente!
- “immediatamente” - ridacchiai - sicuro? - lo mollai e riacchiappai subito dopo, fingendo di rischiare di farlo cadere.
- Pride! Ti prego! Ti supplico!
Lo riassicurai al soffitto lasciando che una lingua di potere gli sfiorasse il naso; avevo scoperto in seguito che non ero proprio in grado di spostare gli oggetti semplicemente desiderandolo, ma potevo… “solidificare” i miei pensieri o i miei sensi o … quello che è. Potevo ad esempio toccare il naso di Envy e sentirlo freddo, proprio come avrei fatto con un dito. Come appunto stavo facendo.
- Pride! - mi chiamò ancora. Sembrava terrorizzato.
- che dici Kitty? - scherzai con la barista - lo faccio scendere? Certo che però attaccato lassù sta bene come decorazione, non trovi?
Lei ridacchiò agitando la coda. - dai, lascialo andare.
- e va bene… - cedetti - ma lo faccio solo perché Kitty farebbe fatica a spolverarti…
Lo calai dolcemente fino all’altezza del bancone. Poi lo mollai di botto, spedendolo a schiantarsi sul suo sgabello, che rovinò a terra.
- AHIO! - gemette Envy.
- che ti serva da lezione… - risposi, spingendo la tazza vuota verso Kitty, che (molto bastardamente) si stava rotolando dalle risate, e alzandomi.
- e tu non ridere - bofonchiò furioso e spaventato Envy, massaggiandosi il gomito, battuto malamente nella caduta.
-…e ora… - dissi, fingendo rassegnazione - visto che sono stato cattivo, per punizione mi porterai da Jackie’s… - gli feci l’occhiolino.
Envy mi guardò sbalordito.
- perché… p-perché diavolo hai fatto tutto ‘sto casino, se avevi già intenzione di andarci?
- perché odio essere chiamato in quel modo e tu lo sai - sorrisi - e per divertirmi un po’…
Se possibile, Envy era ancora più allibito. E tremava di rabbia.
- c-che… che brutto… che maledetto… sei un… - annaspò alla ricerca di un insulto - uno sporco… uno… SPORCO Pii-chan  MALEDETTO!!!

Uscimmo da Jackie’s una quindicina di minuti dopo esserci entrati.
Beccai Pride con una smorfia sul volto e le mani al lobo.
- Pride! - lo richiamai.
- non rompere, Envy. Prudono.
- è normale, per un homunculus… i tessuti cercano di rigenerarsi ma trovano un ostacolo in mezzo…
Finalmente (dopo quasi un mese) ero riuscito a convincerlo a farsi i buchi all’orecchio, e ora due brillantini scintillavano al lobo sinistro.
- ritorniamo al covo? - propose.
- come vuoi…
Ma una volta in camera (il covo era il Devil’s Nest abbandonato dove Pride si era svegliato) mi venne voglia di uscire di nuovo.
- magari io mi faccio un giro… - avevo voglia di girare per Central, un po’ come ai vecchi tempi.
- non trasformarti in Edward davanti a persone che lo conoscevano. Edward Elric è morto, ricordi? - mi ricorda Pride.
- si… - parlava sempre in terza persona del suo vecchio se stesso e ammetto che mi dava i brividi.
- …e non fare come l’ultima volta, che dici “sì sì” e poi fai quello che vuoi…
- no… - “cazzo, ma quanto parla…  non fare questo, non fare quello…”
- e non andare da Mustang, se ti becca ti fa fuori…
- sì, Nii-san - sbuffai ironicamente. Non pensai nemmeno a cosa alludevo.
L’istante successivo qualcosa mi aveva spinto contro il muro.
Pride, una mano stretta al mio collo, le pupille contratte e un’espressione mista di dolore, rabbia e qualcos’altro di indecifrabile, era col volto a pochi centimetri dal mio.
Mi stava soffocando. Tentai di divincolarmi, ma mi stava bloccando anche con la mente, e non potei fare molto.
- non… non… non insultare Al…
Tentai di replicare, ma dalla mia gola uscì solo un mugolio strozzato.
- mai più… - sussurrò smorzando la presa.
- Pride… - riuscii a dire in un soffio. Solo allora mi ero ricordato che suo fratello lo chiamava sempre così, quando era vivo… quando erano vivi entrambi.
Pride aveva gli occhi lucidi. Mi mollò di botto, lasciandomi a tossire sul pavimento.
Si rifugiò a rannicchiarsi nel “suo” angolo: uno spazio tra l’angolo del muro e l’armadio.
Respirai profondamente un paio di volte, massaggiandomi il collo.
Non era la prima volta che succedeva.
La volta precedente era arrivato a uccidermi.
Avevo nominato Alphonse per puro caso. E mi ero ritrovato riverso a terra, con le mani del mio simile biondo, gli occhi di lui che mi fissavano con quella strana insana luce. Doveva essergli preso un colpo quando avevo smesso di respirare, perché quando mi risvegliai era rannicchiato nell’angolo a torcersi le mani e mugolare “l’ho ammazzato… oddio, l’ho ammazzato…”
Povero Pii-chan. I suoi ricordi lo tormentavano.
Mi alzai, ancora debole per la mancanza di ossigeno, e mi diressi verso l’anfratto tra l’armadio e la parete. Mi ci sedetti davanti. E aspettai. Non dovetti attendere molto a lungo.
- Envy… - miagolò Pride nel buio.
- che c’è? - lo guardai: era appoggiato con la fronte contro l’armadio, i capelli che scendevano sulle spalle, sciolti e setosi, quasi luminosi nell’oscurità.sembrava molto avvilito.
- …l’ho fatto ancora… - sussurrò.
- si…
Silenzio.
- …mi dispiace…
- …non fa niente…- lo rassicurai.
- …non riesco a trattenermi…
- …lo so…
Silenzio.
- Envy…
- esci? - lo invitai. Mi ignorò, o forse non mi sentì proprio.
- ti ricordi quando ero ancora Acciaio… che mi hai trovato nel locale con tutto quel sangue… e Kimbly…
- …sì…
Pausa. Sembrava esitante. Non lo forzai.
- mi è successo quella volta… lui l’ha insultato…l’ho fatto anche allora…
Mi sentii stringere ancora la gola come se mi stesse strangolando ancora. E io che pensavo avesse iniziato Kimbly…
- esci? - gli chiesi ancora.
- no…
- su, Pride…
- ho paura…
- di che?
- di farlo ancora.
Be’, non aveva tutti i torti, io con la mia boccaccia rischiavo di dire qualche altra sciocchezza…
- andiamo, sono io, non puoi farmi del male…
- e se lo facessi mentre sono in giro?
Hehe, era questo il bello. E se io avessi alluso accidentalmente in qualunque modo al suo Nee-chan mentre eravamo in Dark Avenue nell’ora di punta?
In un’epoca lontana forse ci avrei provato, ma ora non avevo più quel gusto, quella passione per l’omicidio… in qualche modo Pride me l’aveva fatta passare.
- senti… - gli dissi con dolcezza (Envy, l’homunculus più crudele del mondo che parla con dolcezza?!? Fantascienza! Eppure fu proprio così.) - deprimersi e rimanere lì così non serve a nulla… dai, vieni fuori…
Scosse lentamente la testa.
Sospirai. Quella volta non c’era davvero nulla da fare.
Mi sentivo tutto appiccicoso per il brutto quarto d’ora di sudore freddo che mi aveva fatto passare, e volevo fare una doccia a tutti i costi.
- io mi faccio una doccia, ok? De non esci di lì prima che abbia finito… risolvo la cosa a modo mio, intesi?
Non mosse nemmeno un muscolo.
Mi rassegnai e andai in bagno.
Mi spogliai senza badare a dove finissero i vestiti e m’infilai sotto l’acqua. Fredda. Cazzo. D’accordo che sono un’homunculus e che la mia temperatura corporea è bassa, ma non per questo avrei fatto una doccia gelida. Fortunatamente l’acqua si regolò, e ben presto venni avvolto da una nuvola di vapore.
Uscii dalla doccia lasciando aperto il getto bollente e mi rilassai sedendomi sul bordo della vasca, lasciando che il vapore mi si condensasse addosso… e cominciai a pensare…
Quando Pride nacque, non sapevo cosa fosse successo ad Alphonse. Sapevo che era morto, ma nulla più.
Non avevo le palle di chiederlo direttamente a Pride, così feci ricerche per conto mio. Così evitai di biasimarlo ulteriormente. Dopo tutto nonostante io sia un homunculus, riesco a capire cosa deve aver provato vedendo suo fratello morire durante una trasmutazione di cui era sicuro.
Era riuscito a ottenere il corpo del piccolo Elric per mezzo di una pietra filosofale, ma durante il collegamento dell’anima al corpo qualcosa deve essere andato storto ed era morto.
Seppi che in seguito a questo Ed cercò di suicidarsi e di sacrificarsi per resuscitarlo, ma gli era stato impedito entrambe le volte.
Così aveva smesso di fare tutto…
“…e probabilmente quella volta al locale Kimbly deve aver detto qualche spacconeria che Ed ha interpretato come un insulto al fratellino… da non crederci…”
Decisi che Pride aveva avuto tempo a sufficienza per riprendersi, così mi sciacquai con l’acqua fredda (per scelta, stavolta) e mi avvolsi i fianchi nell’ultimo asciugamano pulito.
Mi stavo strizzando i capelli nella vasca, quando sentii la porta aprirsi.
- Pride!- esclamai sorpreso. Era pallidissimo, molto più del solito.
Mi assicurai meglio l’asciugamano addosso e gli venni incontro. Se era venuto a cercarmi in bagno (dove sapeva che non volevo essere disturbato) voleva dire che stava veramente male.
Allungai una mano per sfiorargli una ciocca dorata; con mia enorme sorpresa, ci riuscii: strano, perché di norma Pii-chan non si lasciava toccare da me. Era allarmante.
Lo riaccompagnai in camera fino al letto e lo costrinsi a sedersi. Di scatto mi abbracciò, appoggiando la fronte al mio petto. Rimasi così stupito che per un attimo non riuscii a spiccicare parola. Poi cominciai ad accarezzargli i capelli. Tremava.
No, non stava tremando, riflettei. Stava piangendo. Singhiozzava silenziosamente contro di me.
Poi sentii quell’odore… sangue?!?
- Pride, sei ferito? - gli mormorai preoccupato.
Pii-chan non rispose.
Lo scostai, perché potessi vedergli il volto e… mi venne un accidente.
Sulle sue guance pallide scorrevano gocce di sangue , anziché lacrime.
Ne rimasi molto turbato.
Allora era vero?
Era vero che gli homunculus non avevano lacrime?
Era per questo che Pii-chan piangeva sangue?


Mi sentivo così male… ma chi l’ha detto che gli homunculus non provano emozioni? Magari fosse stato così!!!
Fortuna che Envy non mi avesse mandato al diavolo, perché avevo davvero bisogno di sfogarmi.
- Pride sei ferito? - lo sentii chiedermi. Che strana domanda…
Mi scostò. Percepii qualcosa nei suoi occhi quando mi vide, ma non volli prendermi il tempo di decifrarlo.
Si chinò e mi asciugò con cautela le lacrime con le labbra socchiuse.
- ora è meglio che tu vada a dormire.
Non protestai. Lasciai che mi costringesse a stendermi sul letto.
- ora dormi… Pride. - si alzò e si diresse verso il bagno.
L’ultima cosa che sentii prima di addormentarmi, mi strappò un gran sorriso, nonostante tutto.
- MERDA!!!
A Envy era caduto l’asciugamano a metà strada.

Fine

ps leggete ricerche per capire un po' la faccenda dei quartieri... e per capire cosa ne pensava "prima" Envy...
baci
 recensite!!!!
pps: pii-chan nn viene da Ryoga!!! è solo che mi serviva un nomignolo stupido, e avevo pensato a Pri-chan, ma faceva schifo e io nn so dire l "r" perchè ce l'ho moscia, e quindi è diventato Pii-chan...

-_-''''''''''''''''''''''''''''''''''''

^^''''''''''''''''''''''''

BACIONI ANCORA VI ADOROOOOOO
  
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