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Autore: Amy Tennant    05/02/2013    7 recensioni
L'ultimo Signore del Tempo ha perso la sua sposa e il dolore lo sta facendo impazzire. Un uomo che non è un uomo, sta diventando un terribile dio vendicativo. Desidera salvare l'unica cosa che per lui abbia senso a costo della sua anima e dei mondi. Ma va fermato. E ucciso.
Un universo parallelo a quello conosciuto mentre il tempo e lo spazio si stanno sgretolando.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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L’ammiraglio Keyala aveva indetto la riunione nell’enorme sala tattica. Nonostante ormai fosse nato e cresciuto in quella situazione paradossale, perché ormai la percezione di “assurdo” stava diventando evidente a tutti, non era riuscito a fare l’abitudine al pensiero di essere in guerra con quell’essere terribile. Non si era neanche abituato al fatto che in ogni tempo di ogni mondo, dovessero fare quella cosa ripugnante. Si chiese, per l’ennesima volta, se davvero i sogni che faceva sulla sua vita di insegnante di letteratura giapponese all’università, non fossero la realtà che gli era stata strappata. Era un combattente, uno stratega. Eppure sentiva di non essere al posto giusto. Da sempre.
Come tutti.
Quelle ferite alla realtà erano profonde, assurde. Ciascuno di loro si svegliava sempre più cosciente di essere un paradosso, uno sbaglio. Sempre più cosciente che mancava qualcosa ma si iniziava a dimenticare esattamente “cosa”. In quella sala, poteva osservare il prodotto della follia dolorosa del signore del Tempo. Era inutile negarlo perché sarebbe stato poco sincero e irrispettoso verso il coraggio che si facevano affrontando la situazione ma il Dottore faceva la peggiore paura concepibile.
Per questo quella situazione era ancora più disturbante. Si consolò perché guardando in faccia chi era lì, ed anche loro ebbe l’impressione che tutti stessero pensando la medesima cosa, guardandosi profondamente turbati. Era un buon inizio in una pessima situazione. Pur sempre qualcosa.
Quando si aprirono le porte, tutti rivolsero l’attenzione a chi stava entrando.
Il capitano Harkness era scortato, ammanettato, e tenuto fermo da due guardie. L’ammiraglio scosse il capo con un certo disappunto ma sapeva che sarebbe stato così. Per lo meno all’inizio.
Jack Harckness era l’unico sopravvissuto del tempo di un mondo spazzato via dal signore del Tempo. Aveva perso la sua squadra, aveva perso il Torchwood. Si era contrapposto a Lui con poca convinzione, vista la loro passata amicizia e proprio per questo tenuto all’oscuro degli ordini da eseguire.
Quando aveva preso coscienza della cosa era stato troppo tardi, non aveva potuto impedire ciò che altri componenti della sua squadra erano stati chiamati a fare.  Aveva così assistito alla reazione rabbiosa dell’angelo nero che aveva fermato tutti gli orologi tornando indietro sulla linea temporale di chi lo aveva affrontato, per fare esattamente quel che era stato fatto a colei era andato a riprendere.
Uccideva. Uccideva tutto. Distruggeva il mondo dove lei non poteva esistere.
Come fosse inutile.
Ma Jack era immortale e un paradosso. Un paradosso talmente insopportabile che di fatto era l’unico esistente e altrove  non era mai nato.
Per questo si era salvato, si sarebbe sempre salvato. Ma alla fine di quel mondo si era ritrovato prigioniero di una dimensione inesistente, nel vuoto. Ed era riuscito a passare in un’altra realtà solo dopo che una vicina si era squarciata per lo stesso terribile motivo.
Il capitano però si era arreso. Dopo chissà quanto tempo rimasto in una vita sospesa…
Voleva solo dimenticare di non poter morire.
E glielo leggeva negli occhi.
-          Bene, ora che ci siamo tutti… possiamo iniziare – disse l’ammiraglio e i presenti presero tutti posto, chi restando in piedi chi sedendosi al lungo tavolo – immagino che la situazione sia… difficile da sopportare e quindi iniziamo a dire che visti gli strappi temporali e la distruzione delle realtà… possiamo certamente discutere di passato e futuro senza questo costituisca un danno particolare. I tempi stanno cambiando in continuazione e il Tempo sta morendo.
-          Sta morendo anche Lui – chiunque l’avesse detto aveva usato un tono triste, stridente nel contesto. Jack si voltò verso la voce che conosceva e la vide: Martha Jones. Era rimasta la stessa dall’ultima volta. Ma non era la stessa Martha che aveva conosciuto. Abbassò lo sguardo stringendo le labbra in una smorfia sofferta.
-          Per chiunque non la conoscesse… vi presento la Dottoressa Martha Jones, ufficiale medico superiore della Unit in servizio preso l’ammiraglia della flotta Terrestre.
Visto il tempo nel quale si trovavano, la Martha che conosceva doveva essere morta da secoli. Jack trovò strano che ne esistesse una versione futura, anche in un altro universo. Ma tanto ormai i tempi erano confusi. Da quando era cosciente suo malgrado, Jack non faceva altro che pensare al Dottore, a come aveva visto i suoi occhi l’ultima volta che l’aveva visto.
Ciò che cercava di fare era terribile e stava annientando i tempi. Ma quel che subiva Lui era atroce. Jack non l’avrebbe permesso. Per questo era stato tenuto all’oscuro, fino alla fine.
Bisognava trovarla prima di Lui. Sapeva questo.
Non il seguito.
-          Quindi, dottoressa Jones è vero quel che si dice…? – Martha fu ferita dall’ansia positiva nella domanda ma proveniva da altrove, rispetto al suo tempo. Erano profughi di mondi paralleli, tutti insieme. Comprendersi sarebbe stato difficile, già lo si sapeva.
-          Sì, è vero. Ma lo è dall’inizio. Il Dottore ha contratto e mutato il morbo che ha distrutto Kares e tutti i mondi vicini – nella sala ci fu un certo mormorio – ora siamo tutti vaccinati e non è più una malattia mortale ma… lo resta per chi ha due cuori. Quindi non solo per i signori del Tempo. Sono però certa che stia lavorando ad una cura. E la troverà…  - aggiunse piano Martha
-          Se è malato aspettiamo che muoia allora!
-          Ma certo, che idea brillante! – qualcuno aveva risposto sarcasticamente - ora è più debole, forse. Rigenerato tornerebbe sano! Fantastico… davvero fantastico ! - ancora una volta Jack ebbe l’impressione di aver già sentito quella voce d’uomo. Cercò con lo sguardo qualcuno che conoscesse. Ne trovò molti. Ma nessuno lo aveva mai incontrato davvero.
Quando tra loro vide dei membri della sua squadra, sentì una stretta all’animo che gli fece fisicamente male, più di quello che provava ormai a morire a ripetizione.
Ianto, lì. Era troppo, anche per lui.
Inghiottì una saliva amara come il veleno mentre ricacciava le lacrime negli occhi.
-          Voglio qualcosa da bere – disse forte ad un tratto – questa situazione, da sobrio, è insopportabile!
-          Lo è per tutti, capitano Harkness.
-          In questa stanza ci sono presenti, passati… futuri. Ma non degli stessi mondi, non tutti, e tra qualche ora qualcuno tra noi potrebbe sparire improvvisamente e nessuno se lo ricorderebbe. Semplicemente perché mai esistito – disse l’ammiraglio.
-          È un abominio! – un mormorio d’assenso si diffuse per la sala. La paura era percepibile. Era innaturale stare lì e ne erano tutti profondamente disturbati.
-          A tutto questo tuttavia possiamo porre rimedio. Uccidendolo – Martha chinò il capo e chiuse gli occhi un lungo momento.
-          Questo non riporterà i tempi perduti in vita e così i mondi che ha spazzato via – Jack lo disse sarcasticamente. Gli sembrava tutto ridicolo e inutile. Anche stare lì immobile a sentirli. Vide che Martha Jones l’aveva guardato e per come l’aveva fatto improvvisamente ebbe uno strano dubbio. Ma era impossibile…
-          Jack, non sei stato portato qui a caso. Noi abbiamo bisogno della collaborazione di tutti ma ci sono alcune persone che in questo frangente hanno… un ruolo eccezionale. E tu sei uno di questi. Noi lo sapevamo. Qualcuno ci ha avvertito dal futuro, qualcuno che sapeva cosa sarebbe successo.
L'aveva chiamato per nome. Jack la fissò con una domanda negli occhi ma lei ignorò il suo sguardo.
-          Futuro, dice? Ma di quale linea temporale?
-          Quella della quale abbiamo un presente, un passato e un futuro ancora coerenti tra loro.
-          Ne esiste ancora una in queste condizioni? – erano tutti confusi, evidentemente. L’ammiraglio guardò Martha la quale rispose con un cenno di assenso.
-          Ci sono universi più vicini di altri. Non abbiamo più una linea completa ma due linee attigue. Compatibili. Due universi quasi uguali – disse l’ammiraglio.
-          Io vengo dal passato di uno di questi – disse e Jack la fissò con ancora quel dubbio negli occhi così tutti coloro che erano presenti nella sala - la Unit mi ha inviato nel Futuro dopo aver ricevuto un messaggio anonimo inviato dal passato.
-          E come è possibile?
-          Probabilmente chi l’ha inviato ha ritenuto che la dimensione passata fosse la più sicura per trasmettere un messaggio ad un presente parallelo.  A quanto pare in un certo momento, prima che tutto questo accadesse, l’universo è stato pieno di crepe.
-          Crepe?
-          Sì, ma per qualcosa che è stata già corretta e non ha più importanza – un’altra voce. Martha aggrottò la fronte perplessa. Lei e l’ammiraglio iniziarono a cercare con lo sguardo la persona che aveva parlato.
-          In ogni caso chi ha pensato una cosa simile aveva ragione. Il messaggio è arrivato con le indicazioni per consentirmi un balzo temporale relativamente sicuro – continuò Martha ancora perplessa. Qualcuno sapeva la causa delle crepe? Era impossibile.
-          Viste le condizioni dello spazio del tempo poteva finire ovunque… - disse uno dei presenti e Martha accennò ad un amaro sorriso.
-          Ho già fatto cose folli e valeva la pena rischiare.
-          E quindi il messaggio anonimo parlava di questo disastro? – Martha annuì.
-          Sì. Il messaggio era rivolto personalmente a me.
-          Beh, a questo punto posso anche dire che il messaggio l’ho inviato io – un uomo in giacca di pelle nera avanzò tra gli altri e Jack lo guardò con gli occhi sgranati.
-          Tu? – urlò stupito. L’uomo lo guardò perplesso.
-          Mi conosci…?
-          Certo che ti conosco…! Tu sei… il Dottore! – a quel nome tutti si alzarono e l’uomo con gli occhi chiari si ritrovò puntato addosso di tutto. Più di qualcuno sembrava tremare. Il tizio con la giacca di pelle alzò le mani e scosse il capo con espressione quasi più annoiata che preoccupata. Martha Jones avanzò tra tutti e gli andò di fronte guardandolo fisso.
-          Chi sei? – gli chiese aggressivamente. Lui rispose inclinando il capo perplesso.
-          Sono…il Dottore.
-          Il dottore chi?
-          Domanda che continuano a fare molto spesso – mormorò seccato. Fece un lungo sospiro – sono chi ti hai inviato il messaggio, anche se… non ti conosco e non so chi tu sia.
-          E come puoi avermi mandato un messaggio se non mi conosci?
-          Perché prima che potessi vedere ogni cosa farsi a pezzi, incluso il mio Tardis, ho ricevuto io un messaggio. Per te.
-          Quindi non sei stato tu a scriverlo?
-          Ma certo che no! – sbottò lui – ed ero impegnato in altro, ero… in guerra, signorina! Una guerra catastrofica, distruttiva… una guerra orribile ma non quanto quello che sta accadendo. Immagino che adesso nulla abbia la stessa importanza  – Martha lo fissava impietrita.
Aveva nominato il Tardis. E la guerra di cui Lui le aveva parlato. Abbassò l’arma che rivolgeva anche lei verso quell’uomo e lo guardò smarrita. Era Lui. In una rigenerazione precedente, qualcuno che non aveva incontrato. E che proveniva da qualcosa di diverso di una semplice linea temporale attigua, come avevano creduto. Lui le aveva spiegato che i Signori del Tempo erano tali ovunque. Aveva davanti agli occhi ilsuo passato. Forse l’unico incancellabile fin quando Lui restava in vita.
-          Fermi, mette giù le armi! – gridò – quest’uomo è il Dottore ed è una versione passata di chi stiamo combattendo. Non ha idea di quel che sta succedendo.
-          Diciamo che ho la stessa che avete voi – mormorò sarcastico abbassando le braccia. Attorno tutti continuavano a guardarlo terrorizzati. Ma l’espressione più tranquilla di Martha Jones fece rilassare  la maggior parte dei presenti. Non tutti però abbassarono le armi.
-          Costui è Lui nel passato? Quel mostro?
-          Allora uccidiamolo e smetterà di esistere!
-          Purtroppo non funziona così…
-          Grazie del purtroppo – aggiunse l’uomo ironicamente – e comunque è vero. Siamo in un paradosso temporale e ormai non funzionerebbe – aggiunse alle parole un terribile sorriso e più di qualcuno ebbe un brivido di paura.
-          Ha ragione – confermò l’Ammiraglio – di fatto, in questo momento… siamo tutti solo… presenti. E quindi anche… anche il Dottore.
-          Hai detto che il Tardis è stato distrutto?
-          No. Non è stato distrutto. Il Tardis odia i paradossi temporali e… semplicemente è morto – d’istinto Martha mise una mano sul braccio dell’uomo e lo guardò con triste comprensione. Gli occhi di lui infatti si erano fatti più lucidi ma un solo istante.
Erano gelidi, fermissimi. Colui che aveva davanti combatteva da chissà quanto tempo.
-          Come ha fatto a giungere qui? – chiese uno del gruppo.
-          Come ha fatto ad essere ammesso a questa riunione? – l’ammiraglio lo guardava stupito e inquietato.
-          Scommetto che hai usato quella tua ridicola carta psichica – borbottò Jack. Il Dottore del passato lo guardò.
-          Io e te ci conosciamo sicuramente.
-          Siamo addirittura amici, caro il mio Dottore! – l’uomo dagli occhi chiari lo fissò stranito e leggermente perplesso.
-          Amici? Eppure più ti guardo più mi fai venire i brividi…!
-          Me lo dici sempre – l’uomo fece spallucce come importasse davvero poco.
-          In ogni caso lui ha ragione. Abbiamo usato due carte psichiche e la qualifica di fisici temporali – Martha lo fissò interrogativamente.
-          Due…?
-          Sì, due. Ho scritto io il messaggio per te – la voce giovane e calma aveva zittito tutti. Si voltarono verso il tavolo. Era l’unico rimasto seduto.
Un ragazzo dai capelli lunghi vestito in modo ricercato ma originale. Aveva già notato il cravattino e le bretelle quando era entrato. Le era parso un tipo davvero strano.
Martha lo guardò negli occhi. Vecchi su quel viso, troppo vecchi. La sua espressione forse tradiva un’infinita stanchezza e una dolcezza di fondo che nascondeva prudentemente ma che era evidente per chiunque l’avesse conosciuto meglio. Proprio per questo Martha comprese che lo conosceva, perché la vedeva. E sebbene il colore delle iridi fosse più chiaro e lui più giovane e totalmente diverso, lo riconobbe.
-          Dottore…! - disse in un sussurro e gli occhi le diventarono lucidi.
-          Ciao, Martha Jones – le rispose accennando un breve sorriso e abbassando lo sguardo quasi timidamente.  Martha si fece largo tra tutti e lui si alzò in piedi. Senza esitazioni lei lo abbracciò forte poggiando il capo sulla sua spalla e stringendolo forte a sé.
Attorno un silenzio irreale. Si lasciarono, Martha si asciugò le lacrime ma vicino a lui cercò la sua mano e il Dottore la strinse, come tempo prima. Ma solo per un attimo.
Stringeva meno delicatamente, sembrava diverso. Lo era.
-          Signori…  – disse il ragazzo puntando il centro della stanza e mettendosi in mezzo a loro – io sono il Dottore. Il Dottore del Futuro, di un futuro diverso da questo e dove quello che accade non c’è stato.
-          In che senso?
-          Quando sono stato… insomma, quando sono stato Lui …  - ebbe un attimo di indecisione come per allontanare un pensiero sgradevole – non sono diventano un mostro. Ad ogni modo mentre risolvevo il problema delle crepe, perché è stato davvero un grosso problema e molto complicato… ho… visto cosa succedeva. Non del tutto ma ho capito che aveva a che fare con me e quindi ho inviato un messaggio ad un mio passato parallelo perché arrivasse… a te, Martha. Nel presente della mia decima rigenerazione impazzita – tutti lo guardarono perplessi. Aveva un tono spavaldo, risoluto. Persino leggero, visto il contesto.
Martha riconosceva il suo Dottore ma era differente. Ed ogni momento le sembrava fosse sempre più chiaro questo prima di ogni altra cosa.
-          Decima, eh? – il Dottore del passato fece una smorfia disgustata – devo stare attento a non farmi ammazzare presto.
-          Lasciamo stare. Essere Lui … è stato difficile  – disse il Dottore del futuro.
-          Dottore… tu, del futuro! Se hai scritto il messaggio vuol dire che hai chiesto che io fossi portato qui! Mi conosci? – chiese Jack con una certa ansia. Lo vide sorridere.
-          Sì, ho chiesto io di te e quindi Martha ti ha fatto… convocare. Tu hai incrociato la mia linea temporale in una realtà e quindi sì. Ti conosco, ti ricordo. E… mi fai venire meno brividi dell’ultima volta, Jack Harkness.
 
  
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