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Autore: RubyChubb    27/08/2007    4 recensioni
Sul pezzo di carta si leggeva "Victor Hugo Straße 185" semplicemente. Nient'altro, tranne il nome di quella via. Non sapavano dove stavano andando e la pioggia batteva a dirotto sul parabrezza della macchina.... Ecco la mia nuova Fiction sui Tokio Hotel! Pensavo di pubblicarla a settembre ma... è già pronta!!!!
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Life, Love and Hate by Tom and Mac' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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ARE YOU STILL HAVING FUN? I'M NOT!


La cerimonia durò molto poco, Mac stimò circa una mezz'ora, minuto più minuto meno. Fu tutto molto semplice, quasi sbrigativo, sicuramente c'era una mega festa che li aspettava dopo la cerimonia. Lo sperava vivamente, perchè i matrimoni erano molto stancanti: dopo aver fatto almeno un migliaio di fotografie alla coppia aveva proprio bisogno di qualche bicchierino per riprendere le forze. Era stancante fare la fotografa ai matrimoni, doveva correre da una parte all'altra dell'altare e scattare, scattare scattare. Si era dovuta anche togliere gli stivali per evitare che il tac tac dei tacchi disturbasse la cerimonia.
"Oh mio dio...", le aveva fatto Thiago sottovoce, guardandole i piedi, "Cosa ci fanno quei calzini...."
"Scusami, ma è giugno, fa caldo e non potevo certo mettermi le calze...", si era scusata Mac, "Odio il contatto diretto tra il piede e la scarpa, così mi sono messa un paio di calzini."
"Ma tra tutti i calzini che hai non potevi metterne un paio nero? No! Tu devi sempre avere quegli orripilanti calzini a righe!", si era lamentato il ragazzo, indignato per quell'insulto al buon gusto.
Mac gli aveva risposto con una la linguaccia ed era tornata al suo lavoro, fiera dei suoi amati calzini colorati.
La sposa era a dir poco bellissima e doveva esserlo anche nella realtà quotidiana, senza tutto quel trucco e quegli svolazzi del vestito. Benchè fosse molto più bassa del ragazzo, aveva un sorriso invidiabile, capelli castani e degli occhi così scuri che risaltavano molto sul bianco del suo vestito. In tono con il resto della cerimonia, anche il suo abito era molto semplice, liscio e lungo fino ai piedi, senza maniche e con un sobrio scollo rettangolare.
"Per me è stupenda...", disse Thiago, seduto accanto a Bill sulla panca dell'organo, "Vorrei essere nei suoi panni..."
"Intendi nel suo vestito?", gli chiese l'altro.
"Proprio così... ho sempre sognato di sposarmi un giorno."
"Beh... che io sappia in Spagna si può..."
"E allora trovamelo tu uno sposo. Sai, io ci ho provato ma, insomma, i prezzo della fama...", fece lui, atteggiandosi da star.
"Tutti che ti corrono dietro per strada... E' difficile trovare l'anima gemella mentre sei in fuga!", rispose l'altro ridendo.

A fine cerimonia, ognuno prese posto nella sua macchina e si mise in fila per andare al luogo in cui si sarebbe svolta la festa privata del matrimonio di Georg e Jasmine.
"Non è che potresti darci magari un'indicazione vaga su dove ci stiamo dirigendo?", chiese Mac allo sposo, dato che non aveva la più pallida idea sulla direzione da prendere. Ma soprattutto non voleva perdersi ancora, insieme a quell'isterico di Thiago.
"Segui la macchina di Tom, non ti preoccupare.", le spiegò, "E' poco fuori città, in campagna."
"Sì, ma ho paura di sbagliare strada mille volte come abbiamo fatto per arrivare fino qui.", insistette Mac.
"Stai tranquilla... la macchina di Tom non è proprio invisibile.", fece l'altro, con sorrisetto malizioso.
Al loro fianco apparve una fuoriserie decappottabile, grigia metallizzata, la cui casa di produzione era facilmente riconoscibile dal 'mirino' sul cofano, come lo chiamava Mac.
"Vi farei salire sul retro,", disse Tom, accarezzando il volante del suo gioiello, "Ma come vedete è solo per due.."
Non appena la vide, gli occhi di Thiago presero a brillare dallo stupore. Si avvicinò titubante alla macchina e toccò il cofano come se fosse fatto d'oro, iniziando a decantare tutti i dati tecnici di quel bolide e tutte le prestazioni su strada, sembrava si fosse trasformato in una rivista di automobili.
"Chi lo avrebbe mai detto che un gay potesse essere così esperto di macchine...", sbuffò Mac, cercando nella sua borsa le chiavi della sua piccola ma superlativa quattro ruote. Non le erano mai piaciute le macchinone per ricconi, tantomeno quella lì.
Aveva dovuto dire addio alla sua amata e decrepita Celestina due anni prima: l'aveva persa improvvisamente in mezzo al traffico. Quella dannata sera, la ricordava ancora come se fosse stata il giorno precendente, fece per mettere la prima e, dopo una serie di terrificanti rumori e guaiti, si era spenta per sempre... erano i primi di maggio, una sera di cielo cristallino e di tramonto purpureo... 
Adesso era stata sostituita dalla nuova versione di quell'adorato Maggiolino, non poteva tradire la memoria della sua Celestina con un'altro tipo di macchina.
"Bill," cinguettò Thiago, "Non ti dispiace se io e tuo fratello ci facciamo un giro su questo diamante vero?"
"Beh... a dire il vero io...", provò a dire l'altro, ma Thiagoormai  aveva preso il suo posto e non gli rimaneva altro che andarsene con Mac, a meno che non volesse viaggiare aggrappato alla cappotta della machina di suo fratello.
"Ehy! Guarda che non rischi mica la vita a venire con me!", protestò Mac, mentre cercava di infilare nel portabagagli la valigia dei faretti.

Fu un'impresa ardua stare dietro a Tom, che aveva un piede destro molto pesante. Mac dovette premere più volte il clacson per ricordargli che doveva rallentare, almeno per due motivi: uno, perchè era risaputo che chi andava più piano andava sano e lontano, e infine, ultimo ma non meno importante, lei doveva stargli dietro per non perdersi.
"Da qui in poi mi ricordo la strada, quindi lasciali andare.", le disse Bill.
"Va bene.", disse Mac, che prese a smanaccare per attirare l'attenzione dell'altro.
Tom, vedendo l'amica riflesso sullo specchietto retrovisore, ingranò la sesta marcia e la seminò, per la felicità del suo passeggero Thiago.
"Quindi adesso cerchi di metterti in proprio?", gli chiese Mac, riprendendo il discorso che era stato precedentemente interrotto.
"Sì, ci sto provando, tra qualche giorno avrò un colloquio con l'ennesima casa discografica... non è facile come sembra, vogliono impormi certe cose, io non resco a scendere troppo ai patti, insomma, spesso sono stato io a mandare tutto a quel paese."
"Beh... i compromessi sono fondamentali nella vita."
"Hai perfettamente ragione... ma non si cambia lo stile Bill! Io sono così come vedi, non si mette le mani nel mio modo di essere.", disse lui. Effettivamente non era cambiato molto nel tempo, se non per il fatto che i capelli di una volta erano diventati più o meno della lunghezza di quelli di Mac, cioè poco sotto l'orecchio. Data l'occasione galante, disse che aveva preferito lasciarli liberi, senza costrizioni tra lacca e gel.
"Secondo me stai molto meglio così... prima sembrava che ti pettinassi con le bombe a mano!", disse Mac, ridendo, "E poi le ciocche chiare.... no, no, ho sempre preferito il contrasto con colori tendenti al rosso, così come hai adesso."
"Dici sul serio?", fece lui, tirando giù il parasole per rimirarsi allo specchietto, "Eppure non mi convincono tanto. Secondo te ho fatto bene a lasciarli così, lisci, senza niente?"
"Bill... è il matrimonio di Georg! E' già stato uno sbaglio metterti la giacca di un frac sopra la t-shirt di...", fece Mac, allungando l'occhio sulla scritta che troneggiava sul petto id Bill, "...di questo gruppo a me sconosciuto... e sopra un paio di jeans strappati! Thiago stava per infilzarti con un dito quando ti ha visto!"
"Questo gruppo a te sconosciuto sono gli Him!", fece lui, mostrandole orgoglioso la sua maglietta.
"Siano chi siano, io non li conosco. E poi tuo fratello! Sembrava un pinguino con le braghe calate!"
"Ecco, svolta a destra alla prossima...", fece il ragazzo, indicandole la strada, e riprendendo poi il discorso, "Diciamo che nel tempo Tom ha compreso che era indecente vestirsi con tutti quegli abiti così larghi e per adesso si sta avvicinando alla sua taglia, ma ancora ci vorranno anni per farlo ragionare."
"Ha parlato Mister Normalità.", disse Mac, svoltando come le era stato detto.
"Sarà meglio mettere un po' di musica," sbottò Bill, "O Mademoiselle Sarcasmo tirerà fuori un'altra delle sue battutacce..."
Percorsero un altro paio di chilometri di strada asfaltata, poi Bill le indicò ancora dove svoltare.
"TLo vedi quel cancello?", le fece Bill, indicando l'inferriata che stava alla loro sinistra, ad un paio di metri dalla strada principale, "E' l'umile casa di Georg."
"Beh...", osservò Mac, perplessa, "A vedere il cancello sembra una casa come le altre."
"Due bagni per piano, dieci camere da letto e una piscina semi olimpionica? La vuoi chiamare ancora casa normale come le altre?", le fece Bill, con sarcasmo, "Nemmeno la mia è così... ha voluto fare le cose in grande per la sua mogliettina..."
Mac non notò la piccola punta di invidia celata nelle sue parole, era troppo impegnata a premere il bottone del campanello, posto all'altezza guidatore. Dopo qualche attimo il cancello si aprì e la macchina entrò lentamente nel vialetto, costeggiato da un'alta siepe di alloro. Appena videro le altre auto parcheggiate, tra cui quella di Tom, accostarono e spensero il motore.
"Che te ne pare adesso?", disse Bill, indicandogli con un cenno della testa la casa.
"Wow... è immensa... nemmeno sapevo che esistesse una casa del genere in queste zone...", disse Mac.
Infatti era decisamente grande, quell'umile casa di Georg. Due piani, stile inglese, mattoncini a vista, tante finestre quanto le dita delle mani di Mac e Bill messe insieme. Scesero di macchina, Mac aveva ancora il naso puntato verso la villa.
"Siamo di qua!", sentirono dire da Gustav, che li salutava a qualche metro alla loro sinistra.
"Prendo l'attrezzatura.", disse Mac.
"Ti do una mano."

"Che posso dire... bella festa!", disse Thiago, sedendosi sulla panchina accanto alla sua stanca amica Mac, mentre tutto intorno a loro la gente rideva, ballava e si divertiva. Nelle precedenti  due ore Mac non aveva fatto altro che ritrarre i due sposini in ogni genere di posizione e posto: sul torrentello che scorreva nel boschetto adiacente alla villa, sull'altalena appositamente decorata per l'occasione, sotto un gazebo pieno di fiori, in groppa al cavallo e così via. 
Ne era uscita così stomacata da quel lavoro che aveva bisogno di qualcosa di forte per riprendersi dall'eccesso di sdolcinatezza.
"Ecco il tuo doppio martini con doppio... boh, una sopresa del barista!", disse lui, porgendole il suo bicchiere.
Mac lo prese, lo guardò un attimo, poi se lo avvicinò alla bocca e lo bevve tutto d'un fiato.
"Un altro!", fece poi, riconsegnandolo a Thiago.
"Ehy... che ti prende bambolina mia...", disse lui. 
Mac poggiò la testa sulla sua spalla e Thiago le passò un braccio intorno alla vita.
"Tutto questo rosa nell'aria mi sta facendo venire un collasso respiratorio...", fece lei, malinconicamente.
"Non dirmi che stai pensando alla solita cosa... Non mi fare preoccupare..."
"Beh... portami un'altro doppio a sorpresa e mi passerà anche la depressione.", ironizzò Mac, "Ma che sia doppio davvero stavolta!"
"Sei sempre la solita!", fece l'amico, dandole un veloce bacio sulla testa e andando ad esaudire il suo desiderio.
"Mac! Non vieni a ballare?", le chiese Georg da lontano. A qualche passo da lei, alle sue spalle, oltre ai tavoli e alle sedie rosa confetto sopra cui tutti gli invitati avevano mangiato e bevuto come dei pascià, c'era una pista da ballo. Le casse dell'impianto stavano trasmettendo le canzoni di 'Radio Cheek to Cheek: canzoni per gli innamorati', come pensava Mac. Niente di questo faceva per lei.
"No, grazie, non so ballare...", gli rispose.
"Ti insegno io!", fece l'altro, esortandola a seguirlo nella danza
"Per l'amor di dio no!", sbottò Mac, ridendo di gusto, "Con quei piedoni mi renderai paralitica! Sarà per un'altra volta ok?".
Al che Thiago si intromise.
"Potresti ballare con me però!", fece a Gorg, mentre si affrettava a portare il drink all'amica per gettarsi nelle braccia del ragazzo.
"Non credo che Jasmine sarà gelosa!", rispose lui, aspettando il suo ballerino a braccia aperte.
Mac scosse la testa divertita, prese al volo il suo doppio a sorpresa e si mise a sorseggiarlo lentamente, rilassandosi al dolce rintocco dell'alcol sulle sue papille gustative.
"Non ti ricordavo così solitaria...", fece Tom, sedendosi  accanto a lei. Portò una gamba al petto e la abbracciò.
"Sai, un po' di depressione post-matrimonio-altrui. Conosci questa sindrome?", rispose lei, con sarcasmo.
"Sinceramente no, ma credo che sia scritta in tutti i manuali di psicologia. Solo che io non ne ho mai preso in mano uno."
"Sono sicura che non sono gli unici libri da cui ti sei tenuto lontano...", fece Mac, in vena di acidità, ma poi decise di deporre il suo brutto carattere per essere più amichevole, "Com'è che hai rinunciato ai tuoi rasta?", gli chiese. 
Non lo aveva notato prima di quel momento, ma dal retro del suo cappellino e della sua fascia non usciva niente. Non un solo dreadlock.
"Non ci ho rinunciato...", fece lui, toccandosi la visiera e facendo spallucce, "Me li rifarò appena posso. Erano diventati troppo insopportabili, si erano sciupati. Così, un giorno, ho preso forbici e rasoio e... ho fatto imbestialire diverse persone!"
"Tra cui anche me!", disse Bill, spuntando come un fungo alle loro spalle e sedendosi accanto al fianco libero di Mac.
"Un ritorno ai vecchi tempi... io, di nuovo tra i gemelli Kaulitz...", disse la ragazza, con sorriso malinconico.
"Già, è vero... sono passati sei anni... tanto tempo...", disse Bill, "Tante cose sono successe..."
L'occhio del ragazzo, che aveva vagato indisturbato su di Mac, cadde esattamente sul suo braccio sinistro. Coperto dalla manica a tre quarti dalla camicetta, gli era parso di vedere una scritta.
"fammi vedere un attimo...", fece, prendendole il braccio e spostando la manica.
Copriva in parte una scritta a lui familiare.
"E questa?", le chiese, son sguardo meravigliato..
"Un ricordo di voi.", rispose Mac, cercando di essere vaga.
"Ma non era quella scritta...", disse Tom, "Quella che..."
"Quella che Georg aveva sul petto...", continuò il fratello, "E te l'ha messa anche sulla maglietta, quella che abbiamo autografato per Thiago..."
"Mamma mia che memoria che avete!", sbottò Mac, imbarazzatissima, "Siete impressionanti, un elefante è niente contro di voi!"
"Beh... però è un bel tatuaggio.", disse Bill, complimentantosi, "Se non sbaglio ne avevi un altro qua. Mi sono sempre chiesto che cosa significasse."
Mac tirò un sospriro di sollievo, non era di certo il caso di dare spiegazioni sulla vera natura di quella scritta ed era bensì felice di parlare dell'altro tatuaggio. Spiegò loro che quel simbolo si chiamava 'Auryn' e che era stato usato nel film 'La storia infinita'.
"E che cosa starebbe a significare?", le domandò Tom.
"La continuità dell'universo, sono due serpenti intrecciati, uno che morde la coda dell'altro.", lo informò Mac, "Ma viene anche utilizzato per simboleggiare la perfetta simbiosi tra gli estremi opposti. Io l'ho fatto solo perchè mi piace il film, lo vedo almeno una volta al mese!"
"Ma non è un film per bambini?", disse Bill.
"Sì, e non me ne frega niente!", esclamò Mac ridendo.
"Non c'è nessuno signor Rosenbaum in vista?", le chiese Tom.
"L'ultimo ha ricevuto un bel calcio in culo due anni fa.", disse lei, con un sorriso abbozzato.
"E cosa avrebbe fatto per ricevere cotanta punizione?", domabdò Tom, stupito.
Mac fece un gesto eloquente con la mano sinistra.
"Ha osato tradirti?", esclamò Bill, facendo finta di essere estremamente stupito. Mac lo guardò con aria abbastanza seccata.
"Dai, stavo scherzando...", si scusò l'altro, "Non esistono le seconde possibilità in casa Mackenzie?"
"Assolutamente no, vai con un'altra, quella è la porta. Se opponi resistenza, ti becchi un bel calcio. E' stato fortunato ad averlo preso sul culo, perchè se non si fosse voltato avrei colpito tutt'altra zona!"
"Ahia!", fecero entrambi i ragazzi, portandosi le mani proprio in quella parte del corpo.
"Non sei una che perdona....", disse Bill.
"Di solito sì, ma per alcune cose non ci sono giustificazioni valide.", fece lei.
Il ragazzo notò una certa tristezza nelle parole di Mac, sicuramente lei aveva sofferto molto per quello.
"Ecco perchè non ho mai pensato che noi due avremmo potuto essere una bella coppia.", le fece Tom, cercando di buttarla sullo scherzoso.
"Una bella coppia no... ma magari...", disse Bill, lasciando il discorso sul vago.
"Sarà meglio che torni da Thiago,", disse Mac alzandosi, "Non voglio sapere altro! Voi due siete spaventosi insieme!"
"Dai! Rimani qua! Mica siamo ancora dei ragazzini!", fece Bill, prendendola per un braccio e facendola sedere di nuovo.
"Sul serio, siete orribili messi insieme.", fece Mac, che iniziava a sentirsi a disagio.
"Tranquilla, non abbiamo brutte intenzioni.", disse Tom, stuzzicandosi il pearcing.
Si creò uno spiacevole attimo di silenzio, un misto tra il non sapere più cosa dire e l'avere troppe cose di cui parlare da non sapere da dove cominciare.
"Già...", fece Mac.
"Eh sì...", disse a sua volta Tom, tanto per riempire quel momento morto.
"Insomma...", seguì Bill.
"Le stagioni non sono più quelle di una volta...", continuò Mac.
"Dobbiamo ancora andare avanti?", esclamò Tom, seccato per quella situazione di stallo.
"Non voglio dirlo... ma io mi sto annoiando a morte!", fece Bill, prendendo il drink di Mac e bevendolo tutto d'un fiato.
"Pure io...", si accodò lei..
"Dovremmo animare la serata....", disse Tom, cogliendo al volo il pensiero di tutti..
"Siamo ad un matrimonio, non possiamo rovinare la festa di Georg.", fece Mac, "Vado a prendermi da bere, ne ho davvero bisogno. Ci vediamo dopo!"
Andò verso la zona bar per prendersi un altro drink. Doveva ammettere che li facevano molto buoni ma quello sarebbe stato davvero l'ultimo. Era meglio evitare situazioni imbarazzanti dovute ad un tasso alcolico nel sangue più alto del dovuto... e le memorie passate contribuivano a questa ferrea decisione. Appoggiata alla colonna di ferro che sosteneva il grande gazebo, guardava i ballerini scatenarsi in un twist dei Beach Boys. Vide Thiago tra la piccola folla, che ballava stretto stretto alla ragazza che aveva fatto da testimone a Jasmine, di cui ancora non sapeva il nome.
"Me lo concede questo ballo signorina?", le chiese Gustav, picchiettandole con delicatezza sulla spalla.
"Mi serve ancora un po' di carburante prima di partire... ho un motore diesel un po' scassato.", fece Mac, mostrandogli il suo bicchiere, "A proposito, chi è quella ragazza che balla con Thiago?"
"Scusami, che sbadato! Non te l'ho presentata, è la mia fidanzata!", disse Gustav, dandosi una pacca sulla testa.
"Ecco perchè mi era sembrato che vi guardaste con occhi troppo dolci!", esclamò Mac.
"Si chiama Kim ed è un'amica d'infanzia di Jasmine.", le spiegò, "E' tramite la mia ragazza che Georg ha conosciuto la sua attuale e freschissima mogliettina!"
"Ma a voi piace fare le cose in famiglia o sbaglio?", osservò Mac, ridendo.
"Io lo chiamerei amore..."
"No, ti prego, basta! Piantatela con questi discorsi sull'amore, la vita insieme, bla bla bla, perchè potrei morire sul posto e senza ancora aver incassato l'assegno!", fece Mac. Posò il bicchiere su un tavolo lì vicino, prese con decisione la mano del ragazzo e si buttò tra la folla, raggiungendo gli altri e prendendo a ballare animatamente con loro.

"Oddio! Non mi ricordavo nemmeno quando è stata l'ultima volta che ho ballato così tanto!", disse Mac, dopo il termine di un tango della passione con Thiago.
"Mi stupisco che le mie lezioni di ballo ti siano rimaste in mente dopo tutto questo tempo!", fece il suo amico, mentre raggiungevano le sedie più vicine a loro.
"Pure io... ho sempre pensato di essere ancora agile come un manico di scopa e invece mi sono dovuta ricredere di me stessa!"
Riprese un attimo il fiato, avevano ballato per quasi due ore di fila e sentiva che i piedi si stavano gonfiando.
"Sarà meglio che vada a cambiarmi... e soprattutto a mettermi un paio di scarpe da ginnastica.", fece, lasciando l'amico a riposarsi solitario. 
Si era portata un paio di pantaloni, ovviamente al ginocchio come piacevano a lei, sicura che si sarebbe stancata della gonna che portava, e un paio di scarpe più comode, per dare sollievo ai suoi piedi doloranti. 
Volle approfittare di quel momento anche per fare qualche foto in giro; sicuramente con il tramonto che stava per venire avrebbe scattato qualche bel pezzo da aggiungere al suo book personale.


Thiago rimase diversi minuti immerso nei suoi pensieri, mentre gli altri invitati stavano in giro a chiaccherare tra sè o a improvvisare qualche balletto. La cena era già stata servita da un pezzo, troppo presto per lui che era abituato ai ritmi spagnoli, molto diversi da quelli tedeschi, e tutte i tavoli erano stati ripuliti dal cibo. Sentiva di nuovo la fame gorgogliare nello stomaco...
"Cosa si dice in Spagna?", gli chiese Bill, sedendosi accanto a lui e porgendogli una vaschetta con dentro qualche patatina.
"Sei il mio salvatore! Stavo morendo dalla fame!", fece Thiago, prendendone una manciata.
"Forse hai ancora qualche possibilità di salvezza, la ditta di catering è sempre in giro...", disse Bill.
"Potrei scongiurarli di prepararmi qualcosa... ma lasciamo perdere, devo mettermi in testa di dimagrire!", disse Thiago, con ferrea sicurezza,  "Cosa mi avevi chiesto?"
"Beh... una cavolata!", esclamò Bill, "Ma avrei veramente una domanda, ma non so se sono troppo indiscreto."
"Spara.", fece Thiago.
Bill sospirò, cercando le parole giuste per non passare da impiccione.
"Mac mi è sembrata un po' strana... cioè, in fin dei conti io non la conosco molto ma...", disse Bill, cercando nell'espressione di Thiago un cenno che gli facesse comprendere di essere sulla buona strada. Lo colse in un suo sguardo.
"Beh... non so se posso parlartene.", fece Thiago, comprendendo perfettamente dove Bill voleva andare a parare.
"Allora come non detto.", si ritirò Bill, "Comunque era più che altro per sapere se era vero quello che pensavo, cioè che non stesse proprio a suo agio qui."
"Sicuramente sì, anche se non lo da molto a vedere.", continuò l'altro, accennando ad un sorriso di comprensione.
"Sai dov'è?"
"Mah... mi ha detto che andava a cambiarsi le scarpe, forse la trovi alla macchina che cerca di non rimanere asfissiata dalle esalazioni dei suoi piedi!", disse Thiago ridendo, "Sei anni fa era in grado di uccidere le zanzare, ora non saprei, ma non penso che sia cambiato molto!"


Mac cercò i padroni di casa per chiedere loro se poteva aggirarsi intorno alla casa per fare qualche fotografia. Trovò Georg che stava salutando con la sua neo moglie i primi parenti in partenza. Appena ebbe il consenso dei due, iniziò la sua ricerca dello scatto d'oro. A volte, quando pensava di essere in un luogo in cui era certo di poterlo trovare, poteva anche stare ore prima di fare una foto che le piacesse veramente: aveva bisogno soprattutto della luce giusta, perchè le piaceva molto giocare con i riflessi dei raggi del sole. Comoda nei suoi pantaloncini e nelle sue sneakers, fece il giro della casa, andò verso il boschetto, poi tornò verso la facciata ed infine si fermò, appoggiata al cofano della sua macchina. Aveva scattato ogni volta che percepiva l'attimo giusto per farlo. Ma con il braccio sinistro appoggiato sulla pancia e l'altro che sorreggeva la fotocamera, si mise a chiedersi perchè non le stava piacendo nessuna delle foto che compariva sullo schermetto. Erano certamente belle, la luce era giusta, ma sentiva come se non le avesse scattate lei, come se fossero state fatte da qualcun altro. 
 I suoi occhi si spostarono di nuovo sulla casa. Era magnifica, proprio il posto in cui tutti avrebbero voluto vivere. Tutti tranne lei, che in un posto del genere non ci avrebbe mai messo piede, nemmeno per una notte sola. Non sapeva se ciò aveva a che fare con l'estetica della casa stessa, oppure con il fatto che era fatta su misura per un marito ed una moglie.
Il matrimonio per lei era sempre stato come una gabbia, dove due fiere ammaestrate giravano in tondo in cerca di uno spazio personale in cui vivere, senza però trovarlo. Benchè i suoi fossero stati sposati per molti anni e non avessero mai avuto molti problemi in famiglia, non riusciva proprio ad accettare questa scelta di vita. Una volta però era stata quasi pronta per affermare il contrario...

"Mac! Mac! Che ci fai là?", le chiese Thiago, che si stava avvicinando a lei, interrompendo i suoi pensieri, "E' mezz'ora che ti cerco!"
"Scusami... mi ero fermata un attimo a riflettere...", fece lei, andando verso di lui e abbracciandolo.
Thiago comprese all'istante quali brutti pensieri passassero in testa all'amica.
A dire il vero lo aveva già capito da un pezzo, fin dal primo momento in cui Bill aveva suonato la marcia nuziale, ma non ne aveva fatto parola. La abbracciò a sua volta, cercando di trasmetterle tutto il conforto di cui aveva bisogno.
"Ecco, questo è uno dei pochi momenti in cui, piuttosto che vederti depressa, ti preferisco ubriaca!", disse l'altro, cercando di tirarle su il morale.
"Meno male che Dio ti ha fatto e poi ha buttato via lo stampo...", gli disse Mac.
"Così ti voglio, acida e sarcastica come sempre. Ora torniamo di là, la festa sta per concludersi.", le fece, prima di darle un bacio sulla testa.

 




TITOLO: 'Are you still having fun?' è una canzone di Eagle Eye Cherry. Non l'ho utilizzata per scopi di lucro, solo per citazione.


RINGRAZIAMENTI: wow, che bello tornare con le storie! volevo farlo a settembre come avevo già detto perchè così tutti tornavano dalle vacanze! ma l'impazienza ha avuto la meglio!!!!
MissZombie:  grazie grazie grazie per i complimenti, diciamo che fino ad adesso Mac e Thiago sono i migliori personaggi che sono riuscita a partorire (non è che mi piaccia tanto questo termine... XD) e mi dispiaceva lasciarli cadere nel dimenticatoio! per quanto riguarda il  cd dei tokio, è vero, sono un po' immaturi come dice CowgirlSara, spero che presto perderanno la loro venatura pop per diventare molto più rock! e poi per comprarlo! le avventure! con il mio scarso tedesco ereditato dalle superiori sono riuscita a capire che l'unico negozio di cd a innsbruck era in un centro commerciale... e l'ho studiato per 5 anni... risultato che con il mio fidanzato siamo stati mezza giornata a cercare quel maledetto negozio di cd e della città non abbiamo visto niente!!!!!
CowgirlSara:  grazissimissime anche a te! mi siete mancati tutti!!!! se vuoi disegnarli davvero magari poi li pubblichiamo a fine storia, nell'ultimo capitolo, sarebbe fichissimo! se questa piccola collaborazione artistica ti va bene, nel prossimo chap, nei ringraziamenti, ti metto le descrizioni dei due scemi!!!! ora che ci penso non li ho descritti molto, anche perchè mi piace lasciare che voi che leggete la mia storia possiate immaginarvi i miei personaggi come più vi pare, mi sembra di aver scritto solo che è alta e bionda, con capelli lunghi nella prima storia; con i capelli corti a caschetto in questa. Quindi, sempre se sei d'accordo, metto le descrizioni nel terzo capitolo!
Lidiuz93: grazie anche a te! ho scritto anche un'altra storia dove non sono loro, diciamo, ad essere al centro. se la vuoi leggere si intitola 'wanna take a day off from your life?'... grazie ancora per la recensione e rimani in linea per i prossimi capitoli!
Ki@rett@: grazie mille anche a te! la storia precedente si intitola 'rock my life', spero che ti piacerà! fammi sapere! e grazie di nuovo!

GRAZIE MILLE ANCHE A TUTTI QUELLI CHE NON HANNO RECENSITO!!!! AL PROSSIMO CAPITOLO!!! R-C-B

   
 
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