Capitolo uno- Stacy Trayman
“Ben fatto, signorina Trayman!”
Vitious gracchia queste parole soddisfatto, la classe
mi osserva stupita, ed io incredula fisso la bottiglia di aceto davanti a me,
che fino a qualche secondo fa conteneva
acqua. Non credevo di poterci riuscire, anche perché al momento ho la testa da
tutt’altra parte.
Soddisfatta, continuo ad esercitarmi, mentre mi sento
osservata. Mi guardo intorno e… Eccola lì, rossa in viso, che mi squadra con
gli occhi ridotti in due fessure.
Hermione Granger, quella che per anni è stata la mia
croce, la causa delle paranoie che mi assalivano notte…
“Quali paranoie?” vi starete chiedendo. Beh, è una
storia lunga da spiegare…
Il primo vero ricordo felice della mia vita risale a
sei anni fa, avevo appena ricevuto la lettera che mi invitava a frequentare
Hogwarts, ed improvvisamente mi ritrovai al centro dell’attenzione in famiglia,
mia madre e mio padre mi stavano sempre dietro… Non è così bello come sembra in
realtà.
Si, perché fino a poco prima avevano solo pensato a
John, mio fratello maggiore, solo che l’avevano lasciato perdere quando aveva
iniziato a dare loro solo delusioni: era un pessimo studente, a casa ricevevamo
minimo tre lettere al mese da Hogwarts che dicevano che aveva combinato qualche
guaio, non li ascoltava mai…
E fu così che iniziarono a coccolarmi, dicendomi di
impegnarmi, di dar loro soddisfazioni una volta iniziata la scuola. Io non
capivo, mi sentivo grande, non percepivo il messaggio che c’era sotto: Solo se sarai brava sarai la nostra gioia,
altrimenti ti considereremo peggio di John.
Così iniziai Hogwarts con l’intento di essere la prima
della classe, e nel frattempo conobbi Tracy, Angy e Rebby, le miei migliori
amiche.
Ma, dopo il primo meraviglioso impatto, iniziarono i
guai.
Le lezioni per me diventarono un vero problema, non
riuscivo mai in qualcosa alla prima mossa, specialmente in Trasfigurazione e
Pozioni.
Mi sentivo inferiore a tutti, i miei compagni erano
tutti dotati e bravi in qualcosa: Harry Potter era famoso per la sua storia,
Ron Weasley era abilissimo con gli scacchi, Lavanda Brown e Calì Patil si
distinguevano per la loro parlantina e bellezza, Seamus Finnigan per la sua
lealtà, anche Neville Paciock, considerato gran pasticcione, era un fenomeno in
Erbologia, ed Hermione Granger era la prima in tutto.
Ed io…?
Bassina, timida, paurosa, pasticciona, un po’
cicciottella. Non riuscivo in niente.
Qualche volta prendevo un buon voto in Astronomia e
Erbologia, ma poi la sfilza di insufficienze ricominciava. Passavo pomeriggi
interi a piangere nello sgabuzzino di Gazza, e solo grazie alle mie migliori
amiche riuscivo a risollevarmi.
E qui entra in gioco Hermione: era l’unica con cui non
avevo fatto amicizia, un po’ per vergogna, un po’ perché sembrava antipatica,
ma un giorno, durante le vacanze di Pasqua decisi di provare ad attaccare
bottone con lei, cercare di studiare con lei… Studiammo per un po’, ma poi
iniziò a dirmi che il mio metodo di studi era sbagliato, che non mi impegnavo e
così decisi di lasciar perdere, pur sapendo che aveva ragione.
Il primo anno così terminò, portandomi appena alla
sufficienza.
E una sera di luglio, mi ritrovai Hermione a casa mia a
cena con la sua famiglia, e scoprii che le nostre madri erano amiche.
Subito si iniziò a parlare di scuola e voti, e quando i
miei seppero della sua eccellente pagella, iniziarono a lodarla, guardandomi
con risentimento. Finchè mio padre non pronunciò quelle fatidiche parole… “Darei tutto quello che ho per avere una figlia
come la vostra”.
Fu qui che qualcosa
scattò in me. Stetti zitta per tutta la serata, e il giorno dopo uscii di casa,
andai presso il lago della mia città e vi rimasi ore ed ore a pensare. Cercai
di trovare una colpa al mio scarso rendimento scolastico ed anche alla mia
timidezza,e alla fine lo trovai: mi abbattevo subito.
Invece no, ce la dovevo
fare. A costo di stare chiusa in casa tutta l’estate.
Inizialmente rimandavo
sempre la data dell’inizio dei miei studi, preferendo di stare a casa di
un’amica a rimpinzarmi di gelato, ma verso agosto decisi di impegnarmi e poco a
poco ripetetti tutto.
Ritornata a scuola,
tutto iniziò ad essere difficile come l’anno precedente, ma scoprii di aver imparato
bene un paio di incantesimi durante l’estate, e con questa speranza cercai di
impegnarmi di più. Ricordo ancora quella mattina in cui mi svegliai in biblioteca,
comprendendo di averci dormito…
Nel frattempo, il mio
odio verso Hermione aumentava, ma cercavo di non farlo trapelare.
Alla fine del secondo
anno, raggiunsi la piena sufficienza in tutte la materie e presi 7 in
Astronomia.
Ero contenta, perché
avevo raggiunto quei risultati da sola, seppur non fossero poi così brillanti.
Continuai ad
impegnarmi, coinvolgendo nel mio studio anche Angy, quella più brava tra noi
quattro, e nel frattempo decisi di dimagrire un po’ perché ero arrivata a
pesare 60 kg, dato che il mio conforto è sempre stato il cioccolato.
Non persi più di
quattro chili, ma, non so grazie a quale magia, iniziato il terzo anno, iniziai
a dimagrire ancora di più, forse perché tenevo la mente occupata dallo studio,
fatto sta che ne avevo persi altri quattro durante l’inverno e mi ero allungata
di sette centimetri. Quell’anno fu strano, lo ammetto: la prima gita ad
Hogsmeade, la paura di essere uccisa da un momento all’altro da un famigerato
terrorista, Sirius Black, che poi in realtà non lo era nemmeno, i primi 8… Fui
davvero promossa con buoni voti, la mia media ormai era di 7,7. Ogni tanto
rischiavo di andare male in qualche compito per impegnarmi un po’ di più nelle
materie più facili, ogni tanto c’era qualche insufficienza, ma avevo imparato a
non abbattermi.
I miei genitori parvero
apprezzare un po’ i miei sforzi, e l’estate dei miei quattordici anni fu più
movimentata, in cerca di un vestito per il ballo del Ceppo. Anche in
quell’occasione mi scoraggiai, dato che a causa dei miei fianchi larghi non
riuscivo a trovare nessun abito che mi stesse bene, e mia madre sembrò
prendersela così tanto che assunse una dietologa privata, che mi stava dietro
da mattina a sera, facendomi una specie di lavaggio del cervello. Fu
un’esperienza bruttissima, non la auguro a nessuno, per un po’ odiai il cibo,
perché ormai per me rappresentava solo sofferenza, e per riprendermi ci volle
un bel po’. Fatto sta che persi qualche altro chilo, ma i fianchi con le
cosiddette maniglie dell’amore mi sono rimaste, oltre alle spalle larghe e le
cosce un po’… massicce. Non perdonerò mai mia madre per tutto questo.
Comunque, all’inizio del quarto anno mi sembrò un po’
più facile studiare, presa com’ero dalla novità del Torneo Tremaghi e
dall’arrivo degli studenti di Durmstrang e Beauxbatons, e ormai ero la seconda
della classe, forse anche perché un po’ tutti erano calati, Angy compresa. Presi
la palla al balzo e iniziai a vedere i primi nove, accompagnati da un cenno
soddisfatto di ogni insegnante. Trasfigurazione rimaneva il mio punto debole,
non prendevo più di sette , ma Pozioni divenne una delle mie passioni da quando
preparai una pozione per la febbre a Rebby, quando Madama Chips era malata. E,
come per magia, al compito in classe di Pozioni di Novembre capitò che dovevamo
preparare quella pozione, imparata l’anno prima.
Anche Hermione sembrava un po’ spaventata, ed io decisi
di non scoraggiarmi e mi ripetetti mentalmente che ce la potevo fare, che mi
era venuta bene una volta…
Fui l’ultima a consegnare la fiaschetta, con il cuore
che batteva a tremila, e Piton mi guardò in un modo strano, diverso dal solito.
Incrociò il mio sguardo e poi lo abbassò, dicendomi di uscire in fretta
dall’aula in modo scorbutico.
Ecco,
un altro voto negativo. Pensai scoraggiata.
Ma due giorni dopo, senza preavviso, mi ritrovai
davanti a me la fiaschetta con su una “E”. Non sapevo cosa significasse, ma
prima che potessi aprire bocca per chiedere Piton disse che aveva dato un
giudizio con i voti dei G.U.F.O. e quando seppi che voleva dire Eccezionale…
Rimasi stupita, incredula, rossa in viso e con le mani tremanti.
Hermione mi guardava, con la mia stessa espressione
stupita, e alla fine della lezione Piton mi guardò accennando un minuscolo e
quasi invisibile sorriso.
Non ci credevo, eppure era vero, e in poco tempo la
notizia girò per tutta la scuola. Tutti mi guardavano con un’aria diversa, mi
salutavano, e ricevetti tanti inviti per il ballo del Ceppo, occasione in cui
indossai l’unico abito che mi andasse decentemente e che mascherava i miei
difetti.
Iniziai a montarmi un pò la testa, strinsi nuovi
amicizie, e feci un taglio più alla moda in occasione di una gita ad Hogsmeade,
ma dopo un po’ tutto questo finì, così stava a me riguadagnarmelo.
Mi impegnai, e compresi l’importanza della sicurezza,
perché mi sentivo davvero pronta a tutto.
Migliorai anche in Trasfigurazione, e ai G.U.F.O. fui
la migliore del mio anno, l’anno dopo.
Forse è per questo che Hermione ora non fa altro che
lanciarmi occhiatacce e litigare con me per futili motivi, ma ormai nessuno
sembra più dar peso a lei, sono tutti
presi da me… Ma ormai non mi va più di essere ciò che sono, anche perché non
sono niente, una comune adolescente con qualche brufolo nascosto, un po’ di
ciccia in più e un’altezza non invidiabile.
Eppure ho realizzato il mio sogno… Ma non capisco
perché non vedono la vera me, vedono solo quella parte di me che vogliono
vedere. Tutta colpa della superficialità, forse.
Eppure ci sono momenti come questi, in cui l’ho
superata in un incantesimo, in cui provo pietà e risentimento… Mi piacerebbe
ritornare ad essere la vecchia Stacy insicura solo per qualche istante.