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Autore: MissZombie    27/08/2007    3 recensioni
-Sai cosa devi fare?- chiese la bimba bionda, spostando il peso del suo corpicino sul suo fianco destro.
Gretchen scosse vigorosamente il capo, lasciando che i suoi capelli color miele le solleticassero le spalle.
-Devi vivere la tua vita, viverla come vivi i racconti che leggi, con la stessa intensità.- disse la bimba misteriosa.
-So che penserai di non farcela, ma è semplice. Devi soltanto leggere tra le righe come fai con i libri, ma devi farlo con ogni istante delle tue giornate, devi vivere il secondo, devi vivere, e basta. Non avere paura, non serve.- sorrise.
-Vivi.-
Poi si voltò e corse via, ridendo.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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            LEB DIE SEKUNDE




Gretchen era una bambina molto vivace, per i suoi otto anni.
Amava leggere e disegnare, a volte scriveva addirittura poesie sui gabbiani, nonostante in Germania non ce ne fossero e
lei non ne avesse mai visto uno, ma da quando nonna Richelle le aveva mostrato le foto della sua vacanza in Italia si era
innamorata di quelle creature grandi e candide, ma soprattutto libere.
Ad ogni modo, ciò che la piccola Gretchen amava di più era passare i suoi pomeriggi nella biblioteca del piccolo paese
dove abitava, sulle rive del fiume Elba.
Amava sedersi su una di quelle vecchie sedie di legno che scricchiolavano dispettosamente e ascoltare il silenzio che la
circondava, mentre con un ditino si torturava una ciocca di capelli color miele.
Il proprietario della biblioteca, il vecchio e baffuto signor Herman,
rimaneva stupito ogni giorno alla vista di quella piccola e curiosa creatura che sceglieva un libricino colorato tra i tanti
accastati sulle solide mensole di legno degli scaffali, e poi, all'ora di chiusura,
lo rimetteva al suo posto e se ne andava soddisfatta di averlo finito.
Era una bambina speciale per i suoi otto anni, intelligente e fantasiosa.
Amava prendersi delle piccole pause dai suoi libri per osservare la caduta libera dei piccoli granelli di polvere che si
stagliavano controluce e volteggiavano nell'aria, liberi.
Era un pomeriggio di marzo, e Gretchen stava rileggendo per la decima volta il suo libero preferito, dove una giovane
eroina di nome Ade salvava i bambini dai mostri che si nascondevano sotto i loro letti, spaventandoli a morte.
E pensare che Gretchen quel pomeriggio era scappata dalla sua cameretta giusto perchè degli strani rumori provenienti
da sotto il suo letto le avevano fatto accaponare la pelle!!!
Ma sicuramente, leggendo delle avventure di Ade, avrebbe preso coraggio per sconfiggere il mostro cattivo,
chissà, magari brandendo una scopa o un grande cuscino lo avrebbe minacciato e sconfitto,
e la notte avrebbe potuto riprendere a dormire tranquillamente e immergersi nel mondo dei sogni
che tanto adorava.


-Non ti preoccupare, questo mostro non l'avrà mai vinta, devi solo concentrarti, chiudere gli occhi e lasciare che il mostro
non ti disturbi più.- disse Ade, con un sorriso luminoso dipinto sul volto, mentre il bimbo riccio rannicchiato sotto le sue
coperte verdi la guardava con gli occhioni azzurri sgranati dal terrore.
-Non devi avere paura, ci sono io, qui, ora. Il resto non importa. Io ti aiuterò sempre. Ora chiudi gli occhi..- aggiunse la bella
ragazza bionda, scompigliando i ricci del bimbo e ridendo piano, per non farsi sentire da nessuno.
Il bimbo annuì e chiuse gli occhi, con un sorrisino sereno che faceva capolino sulle sue labbra.
Ade aspettò che lui si addormentasse, poi con un balzo felino si abbassò per dare un'occhiata rapida sotto al letto, dove un
grosso polipo nero faceva scorrere i propri tentacoli viscidi sulle piastrelle a scacchi bianchi e neri del pavimento.
-Brutto mostro cattivo che non sei altro!!!- lo aggredì Ade, arrabbiata -Non devi più spaventare i bambini, tornatene a casa,
o mi mangio i tuoi tentacoli per cena giusto questa sera!!!- aggiunse, minacciosa.
Il polipo sembrò spalancare impaurito i piccoli occhietti neri, strisciò fuori dalla camera e sparì in silenzio.
Ade si stiracchiò stancamente, quella notte era il quinto mostro che scacciava,
a volte il suo poteva rivelarsi un lavoro davvero,
davvero sfiancante.
Si alzò, schioccò un bacio leggero sulla guancia del bimbo riccio, e sparì anche lei fuori dalla cameretta, pronta a difendere
i sogni dei bambini ancora una volta.


Gretchen sospirò, incrociò le piccole braccia sul tavolo e vi si appoggiò sopra con il mento.
Avrebbe tanto voluto che Ade facesse sparire anche le sue paure.
Aveva paura di crescere, più del mostro che probabilmente si trovava sotto il suo letto.
I grandi non credevano nel potere dei sogni, i grandi si limitavano a sopravvivere, non a vivere, e avevano anche il coraggio
di dirle che doveva sognare finchè era bambina!!! Che stupidaggine, Gretchen avrebbe continuato a credere nei suoi sogni
fino alla morte, lei viveva di quello. Però aveva tanta paura, e Ade sarebbe stata l'unica a poterla veramente aiutare.
Ad un tratto uno strano rumore alle sue spalle la allontanò momentaneamente dal suo sconforto, facendola voltare
perchè si sa, Gretchen era una bambina molto curiosa.
Sulla soglia della piccola stanzetta dove era solita sistemarsi la bimba durante i suoi pomeriggi dedicati alla lettura, si
stagliava una figura esile, un' altra bambina bionda che dimostrava grossomodo la sua età.
La guardava, con i boccoli biondi legati in due simpatici codini e un sorrisino dolce sotto un nasino all'insù.
Gretchen sospirò impercettibilmente, quella bimba le ricordava tanto la versione in miniatura di Ade.
-Hai paura del mostro che c'è sotto il tuo letto.- disse la bimba bionda, senza muoversi di un millimetro, lasciando
Gretchen di stucco per quella che voleva essere una domanda, ma era in realtà un' affermazione.
-Io..Bhè..- farfugliò, in difficoltà, ma la biondina si portò un ditino sulle labbra rosse e fece -Shhh!!!-
Gretchen alzò un sopracciglio, quella bambina era veramente strana, addirittura più di lei, ma decise di fare come le era
stato ordinato, ovvero ascoltare il silenzio.
In quel momento le parve quasi di sentire ogni granello di polvere che prima volteggiava nell'aria cadere per terra con dei
tonfi sordi, mentre il rombo delle auto che sfrecciavano sulla strada, fuori dalla biblioteca, diventava solamente un suono
ovattato e lontano.
-Non esiste nessun mostro, ci sono solo le tue paure. Sai cosa devi fare?- chiese la bimba bionda,
spostando il peso del suo corpicino sul suo fianco destro.
Gretchen scosse vigorosamente il capo, lasciando che i suoi capelli color miele le solleticassero le spalle.
-Devi vivere la tua vita, viverla come vivi i racconti che leggi, con la stessa intensità.- disse la bimba misteriosa.
-So che penserai di non farcela, ma è semplice. Devi soltanto leggere tra le righe come fai con i libri, ma devi farlo con
ogni istante delle tue giornate, devi vivere il secondo, devi vivere, e basta. Non avere paura, non serve.- sorrise. -Vivi.-
Poi si voltò e corse via, ridendo.
Gretchen riflettè rapidamente, ma riflettere troppo voleva dire perdere altro tempo, quindi con un colpo secco chiuse il libro
e ridendo si precipitò all'inseguimento della sua nuova, bionda amica.
Forse Ade esisteva davvero.



*****




Prima di tutto, grazie a TUTTI coloro che leggeranno, recensiranno o si fermeranno a riflettere.
Questa breve ma, a mio parere, intensa storiella è dedicata alla persona migliore che potesse capitare nella mia vita, My Lady Of Sorrow, che mi ha insegnato a leggere tra le righe, ad amare ciò che può essere racchiuso dietro delle semplici parole, perchè a volte nascosto lì dietro c'è un mondo.
Grazie di esserci sempre, scusa se ci ho messo un po' di più a scrivere questa storia ma volevo che fosse perfetta, per quanto breve possa essere.
Dopotutto è nella botte piccola che sta il vino buono, no? =)
Ah giusto, quasi dimenticavo di ringraziare anche i miei adorati Tokio Hotel, che come sempre mi hanno aiutata con la loro musica e hanno dato il titolo a questa ff.
<3

Ich Liebe

Piesse x TE: La foto fa schifo, ma è fatta con la webcam,scusami >.<
Tra l'altro quel maledetto indelebile non si decide ad andare via.
Ich Liebe Dich <3


Martina
  
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