Film > Thor
Segui la storia  |       
Autore: Nat_Matryoshka    06/02/2013    1 recensioni
10 - There is a lady sweet and kind [Loki/Sigyn]
"Era iniziato tutto da un sorriso e dalla più semplice delle domande. Per quanto potesse pensarci e ripensarci, Sigyn lo vedeva sempre allo stesso modo: quello con Loki non poteva essere stato un incontro casuale. Se c’era un fato –e in qualche modo sentiva che esisteva- li aveva voluti insieme fin dall’inizio."
[Raccolta di one-shot, centric! e pairing centric!]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jane Foster, Loki, Sif, Thor, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I used to call them home

 

 

La Madre degli Dei, Frigga, era nota per una certa fermezza di carattere.
Aveva i suoi momenti di fragilità, certo – neanche gli dei ne sono esenti, per quanto gli umani li ritengano perfetti – ma li aveva sempre superati con un autocontrollo notevole. Per quel motivo, l’ancella che le vide cadere l’ago da ricamo all’improvviso, all’annuncio che la sua presenza era urgentemente richiesta al cospetto del Padre degli Dei, pensò immediatamente che un fatto grave doveva essere accaduto.

Frigga si era alzata dal posto che occupava e si era diretta nelle sue stanze da sola: aveva percepito qualcosa. Per quanto non avesse sposato Odino per amore, col tempo si era creato un certo legame, che l’aveva portata a sintonizzarsi sui suoi pensieri e a capire quando qualcosa non andava bene. E, in quel momento, quel che sentiva non le piaceva per niente. Accelerò il passo, senza accorgersene.
La sua camminata frettolosa l’aveva condotta nella loro stanza, dove i servitori avevano portato Odino, che ora dormiva profondamente, disteso sul letto.

Il marito sembrava essere caduto nel suo solito sonno periodico - e fin lì la cosa non l’avrebbe preoccupata più di tanto – ma le parole confuse sussurrate da un servitore le avevano fatto capire che Loki era coinvolto in quella situazione, e che l’ultimo ad aver parlato col Padre degli Dei prima che si addormentasse era stato lui.
Non sapeva se il marito era in grado di sentirla attraverso la cortina nebulosa del suo sonno, né cosa provasse in quel momento. Tutto ciò che poteva fare era stargli accanto e stringergli la mano nel tentativo di comunicargli ciò che provava, chiedendosi se anche solo una piccola parte dei sentimenti dell’uomo potessero arrivarle in quel modo.

Penso io a Loki. Sta affrontando ciò che gli tenevi nascosto, sapevi che sarebbe arrivato il momento… posso solo fare in modo che tutto ciò che ha scoperto lo faccia soffrire il meno possibile.

 

Chiuse gli occhi, la pesantezza di quella situazione che la schiacciava, la faceva sentire una ragazzina inesperta, una regina alle prime armi. Sfiorò ancora una volta la mano del Padre degli Dei, più per dare coraggio a sé stessa che a lui, e sospirò: l’ora della verità era arrivata.
 

****

Il giorno della battaglia contro i Giganti di Ghiaccio, la Regina non aveva chiuso occhio. Tormentata dall’ansia, aveva girato per le stanze della reggia come un’anima in pena, tentando di trovare un’occupazione che distogliesse i suoi pensieri da quanto stava accadendo a Jotunheim. Thor era ancora piccolissimo: le si era stretta accanto e lo aveva cullato per ore, raccontandogli storie e cantando vecchie canzoni per lui fino a seccarsi la gola.

Era passato il giorno, era arrivata anche la notte, e Frigga era rimasta lì, accanto al figlio che dipendeva così tanto da lei, chiedendosi suo malgrado cosa stesse succedendo là fuori, dove le donne come lei non erano ammesse. Thor non piangeva: le aveva piantato addosso gli occhioni celesti e la guardava come se capisse la situazione, come se volesse già dimostrarle che sarebbe stato un bravo bambino e un ottimo figlio. E poi era entrato Odino nella loro stanza, coi segni della battaglia sul volto e un piccolo fagotto sporco di sangue tra le mani.
Lei gli era corsa incontro, un misto di sollievo e preoccupazione sul bel viso, senza fare inizialmente caso a ciò che aveva portato via dalla scena della battaglia: era stato il marito a metterle l’involto tra le braccia, guardandola negli occhi con una gravità e una tenerezza che le erano nuove.

“Il figlio di Laufey è sopravvissuto”.

Non aveva detto altro, ma Frigga aveva capito.

“È solo un bambino…”

Le mani della donna avevano svolto con delicatezza il fagotto, liberando la testina del bambino e il suo corpicino magro: era un neonato, troppo piccolo per essere un Gigante di Ghiaccio, gli occhi verdi socchiusi e una delle manine chiusa a pugno sulla bocca. Al tocco della donna si doveva essere spaventato, perché aveva iniziato a piangere quasi immediatamente, agitandosi come un piccolo animale strappato alla madre troppo presto.
Frigga capì cosa aveva intenerito suo marito: quel bambino doveva avere al massimo un anno meno di Thor, ma era completamente diverso, come il giorno dalla notte. Eppure, il bisogno di protezione, la fragilità, erano le stesse. Come Thor la guardava con i grandi occhi spalancati quando la madre lo stringeva al seno per farlo addormentare, così il piccolo Jotun si era calmato quando Frigga lo aveva abbracciato, avvolgendolo nel suo scialle per riscaldarlo. E, una volta al sicuro, si era addormentato di nuovo.

“Accetti Loki come tuo secondo figlio?”

La donna aveva alzato gli occhi dal bambino, guardando un’altra volta il marito: tra loro non c’era bisogno di lunghi discorsi. Dopo averlo baciato sulla testa glielo aveva porto, sorridendo per confermare la sua decisione al Padre degli Dei.

“Loki Odinson andrebbe presentato a suo fratello maggiore. Non credi?”

 

****

Eppure, tutto era caduto in pezzi.
Inevitabilmente, come temeva sarebbe successo.

Loki era nella sua stanza, seduto in un angolo con la testa fra le mani, come aveva fatto tante volte da bambino quando combinava qualche guaio e da adolescente, quando qualcosa lo turbava. La madre aveva esitato: cosa avrebbe potuto fare lei, per sanare quanto era successo nella mente e nel cuore del figlio? Poteva provarci, sperando che il danno non fosse già troppo grande… sperando che Loki decidesse di lasciarle uno spiraglio aperto per raggiungerlo, nonostante la confusione che sicuramente doveva provare.

“Madre? Ti ho sentita arrivare da lontano.”

Loki la fissava con gli occhi verde profondo, lo sguardo stanco ma comunque fiero, quello di un principe che, per quanto ferito e sconfitto, tenta di mostrare il proprio valore. La donna gli si sedette accanto, attenta a mantenere una certa distanza ma decisa a confortarlo: voleva molto bene a Loki, e sentiva di doverlo proteggere, anche se lui si sarebbe opposto sicuramente.

“Tu sapevi? Sapevi, e non mi hai detto nulla?”

Aveva toccato il punto della questione. Doveva essere una sua caratteristica, quella di guardare attraverso coloro che lo circondavano, come se fossero fatti di vetro: come faceva ad indovinare pensieri che a Frigga stessa erano difficili da esprimere a parole?
Fu proprio quella domanda disarmante a darle sicurezza.

“Avrei voluto che tu conoscessi la verità già da molto tempo, Loki. Ormai sei un uomo, e fin da ragazzino ti sei mostrato maturo e in grado di gestire le tue emozioni… ma tuo padre non ha voluto. Pensava che avrebbe rovinato la tua infanzia. Non voleva renderti più triste…”

“Per cui ha preferito consolarmi con una bugia, vero? Una bugia adatta al Dio degli Inganni. Come potevate pensare che gli altri abitanti di Asgard mi avrebbero accettato, se eravate voi i primi a tenermi nascosto a me stesso, prima ancora che a voi? Come, madre?”

La donna restava in silenzio, cercando di convincere le parole a radunarsi nella sua mente.
Le domande erano troppe e non portavano alcuna certezza in una risposta, ma a Loki non sembrava importare.

“Avete pensato solo a voi, alla vostra bella corte, a quello che gli altri avrebbero potuto pensare, alle apparenze. Non v’importava di mostrare a nessuno il mio vero aspetto, fino a che non si fosse trattato di recitare una parte, ossia quella dei sovrani che vogliono unire Jotunheim e Asgard grazie al figlio adottivo strappato ai perfidi Giganti… se il Padre davvero prova amore per me, avrebbe dovuto capire subito che avrei meritato la verità. Ma non l’ha fatto. E pretende che ora io lo capisca, e che perdoni Thor. Dopo tutto questo.”

Era calmo, ma era proprio quella calma gelida e tremante a preoccupare Frigga: il Loki che vedeva in quel momento era diverso anni luce da quello che aveva conosciuto, sia dal bambino silenzioso e dolce che dall’adolescente taciturno, ma che sapeva farsi valere con le sue ottime maniere e il suo acume. Chi fosse davvero il figlio che aveva cresciuto, non lo sapeva più.

“Noi ti amiamo, Loki, lo abbiamo sempre fatto. Tuo padre, ed io. E Thor. Come avremmo potuto non farlo? Sei il nostro secondo figlio…”

Si era alzata in piedi e lo aveva raggiunto, spinta dalla forza propria di ogni madre, che le alimenta e le rende capaci di sopportare ogni dolore per il bene dei propri figli: quel neonato che aveva stretto al seno come se fosse suo ora era ben più alto di lei – tanto che per stringergli le braccia dietro la schiena doveva alzarsi sulle punte – ma ciò non le impediva di cercare un contatto fisico, meravigliandosi dell’arrendevolezza con cui Loki si era lasciato cingere. Aveva un buon profumo, e tentava di apparire così forte e severo nella sua armatura che alla donna scappò un sorriso indulgente.

“Sai madre, quali sono le cose che mi rendono più frustrato? Quelle che non posso cambiare. Quelle che, per quanto io possa remarvi contro, tentare di porvi un qualsiasi rimedio, restano quelle che sono, e mi fanno soffrire anche di più per il solo fatto di averci provato senza riuscirci. Perché mostrano quanto io sia debole, quanto sia impotente di fronte alle mie difficoltà”. Si voltò e la afferrò per le spalle, un bambino adulto con gli occhi pervasi dalla disperazione. “Nessuno può cambiare la mia diversità, il fatto che io non sia come voi. Né potrò accettarlo io per primo madre, lo sai. Eppure, dentro di me desidero più di ogni altra cosa che quanto mi ha raccontato mio padre non sia vero. Che sia un’altra bugia, una bugia confortante, sicura. Questo non è un comportamento degno di un principe, ma di un pazzo che farnetica e cerca di negare ogni evidenza… ma chi può dirmi cosa sono in realtà? Un orfano? Un Gigante? Un principe? O semplicemente un folle?”

L’aveva scossa con forza: lo sguardo spaventato negli occhi di Frigga glielo aveva confermato. Ma l’abbraccio della donna – un altro abbraccio, un altro tentativo di rassicurarlo, di sentirlo più vicino a sé – non si fece attendere, e fermò qualsiasi altro tentativo di porre un muro tra la madre e i propri sentimenti.
Lasciati andare, Loki. Mostrami la tua anima, come facevi tempo fa. Piangi anche se devi. Solo… non distruggerti così. Ti prego.

Lo tenne stretto per quella che poteva essere un’eternità, o pochi minuti di silenzio immobile, quindi gli prese il viso tra le mani, con la certezza di essere riuscita ad aggrapparsi ad un brandello della sua anima e di doverla tenere stretta:

“Hai la possibilità di cambiare le cose, Loki. Ora sei tu il re. E sarai un ottimo re, se solo lo vorrai.”

Non avrebbe saputo dire cosa passasse nella mente del figlio a quelle parole, ma non le importava di scoprirlo: voleva fidarsi di Loki. In fondo, era quello che anche suo marito avrebbe voluto, quello che Thor le ripeteva sempre quando lei gli chiedeva cosa pensasse del fratello… Loki ha solo bisogno di essere capito, e amato. Ma come possiamo pretendere che cresca felice, se noi per primi abbiamo confezionato una bugia in cui farlo vivere?


****

Uscì dalla stanza dopo avergli accarezzato la testa, con la consapevolezza che non sarebbe finita lì. Eppure, durante la notte, quando entrò silenziosamente in quella stessa stanza per guardare il figlio dormire (e agitarsi nel sonno), sperò che i semi dell’amore che aveva gettato nel suo cuore anni prima portassero a qualcosa. Loki aveva ragione: erano le cose che non possono cambiare in nessun modo a far soffrire di più, e anche lei continuava a sperare ininterrottamente in ciò che non poteva avere in quel momento: che Thor venisse richiamato dal suo esilio, che suo marito si svegliasse dal suo sonno e la rassicurasse che tutto sarebbe andato bene, che Loki e suo figlio primogenito tornassero ad essere i due ragazzini spensierati che erano una volta… molti di quello erano solo sogni, ne era consapevole. Fermarli, però, era impossibile.
Aveva baciato sulla guancia il futuro re, attenta a non svegliarlo, e aveva lasciato un’altra volta la stanza, sperando in un sonno ristoratore o almeno in una notte che le portasse consiglio. Era lontana da chi amava, nonostante due di loro le fossero vicini fisicamente, ma doveva restare forte. Non aveva altra scelta.

“Una volta, eravamo una famiglia”.

Ripensando alla frase di Loki, si chiese dove avesse sbagliato. E, per un attimo, fu felice che il corridoio non fosse pieno di gente che potesse assistere a quell’attimo di debolezza della Madre degli Dei.

 

 

****

Angolo (dei pensieri sparsi) dell’autrice

 Con questa shot, credo di aver toccato il picco massimo di insoddisfazione per la riuscita di una fic (che novità!).
Scherzi a parte, amo il personaggio di Frigga e il modo in cui si rapporta a Loki nelle poche scene in cui si ritrovano insieme: ho sempre voluto scrivere una sorta di momento introspettivo in cui si confrontavano, ma quando ho iniziato a lavorarci su i capricci della mia Musa hanno avuto la meglio ed è uscita fuori questa cosa qui, che oltretutto presenta una percentuale di dialoghi ben superiore a quella a cui sono abituata e che per questo mi ha richiesto un lavoro di correzione immane!
Il momento di svolgimento, ovviamente, è subito dopo il sonno di Odino, all’incirca quando Frigga dichiara Loki re in assenza di Thor. I pensieri di entrambi – e lo svolgimento effettivo – seguono comunque una versione rimaneggiata da me, e spero veramente non sia troppo OOC, dato che ho sempre difficoltà a trattare Loki come personaggio…

Come sempre, grazie al mio bro TsunadeShirahime per il suo lavoro di beta! :3
E anche a LadyKokatorimon per aver inserito la storia tra le seguite.

Insomma… fatemi sapere se questa piccola scempiaggine nata dai miei deliri vi è piaciuta! Se sono andata troppo OOC, se invece c’è qualcosa che vi ha convinto… la vostra opinione è sempre importante, gente!

Alla prossima,
Nat

 

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: Nat_Matryoshka