I used to call them home
Aveva i suoi momenti di fragilità, certo – neanche
gli dei ne sono
esenti, per quanto gli umani li ritengano perfetti – ma li
aveva sempre
superati con un autocontrollo notevole. Per quel motivo,
l’ancella che le vide
cadere l’ago da ricamo all’improvviso,
all’annuncio che la sua presenza era
urgentemente richiesta al cospetto del Padre degli Dei,
pensò immediatamente
che un fatto grave doveva essere accaduto.
La sua camminata frettolosa l’aveva condotta nella loro
stanza,
dove i servitori avevano portato Odino, che ora dormiva profondamente,
disteso
sul letto.
Il
marito sembrava essere caduto nel suo solito sonno periodico -
e fin lì la cosa non l’avrebbe preoccupata
più di tanto – ma le parole confuse
sussurrate da un servitore le avevano fatto capire che Loki era
coinvolto in
quella situazione, e che l’ultimo ad aver parlato col Padre
degli Dei prima che
si addormentasse era stato lui.
Non sapeva se il marito era in grado di sentirla attraverso la
cortina nebulosa del suo sonno, né cosa provasse in quel
momento. Tutto ciò che
poteva fare era stargli accanto e stringergli la mano nel tentativo di
comunicargli ciò che provava, chiedendosi se anche solo una
piccola parte dei
sentimenti dell’uomo potessero arrivarle in quel modo.
Chiuse
gli occhi, la pesantezza di quella situazione che la
schiacciava, la faceva sentire una ragazzina inesperta, una regina alle
prime
armi. Sfiorò ancora una volta la mano del Padre degli Dei,
più per dare
coraggio a sé stessa che a lui, e sospirò:
l’ora della verità era arrivata.
****
Il
giorno della
battaglia contro i Giganti di Ghiaccio,
Era
passato il giorno, era arrivata anche la notte, e Frigga era
rimasta lì, accanto al figlio che dipendeva così
tanto da lei, chiedendosi suo
malgrado cosa stesse succedendo là fuori, dove le donne come
lei non erano
ammesse. Thor non piangeva: le aveva piantato addosso gli occhioni
celesti e la
guardava come se capisse la situazione, come se volesse già
dimostrarle che
sarebbe stato un bravo bambino e un ottimo figlio. E poi era entrato
Odino
nella loro stanza, coi segni della battaglia sul volto e un piccolo
fagotto
sporco di sangue tra le mani.
Lei gli era corsa incontro, un misto di sollievo e preoccupazione
sul bel viso, senza fare inizialmente caso a ciò che aveva
portato via dalla
scena della battaglia: era stato il marito a metterle
l’involto tra le braccia,
guardandola negli occhi con una gravità e una tenerezza che
le erano nuove.
“È
solo un bambino…”
Frigga capì cosa aveva intenerito suo marito: quel bambino
doveva
avere al massimo un anno meno di Thor, ma era completamente diverso,
come il
giorno dalla notte. Eppure, il bisogno di protezione, la
fragilità, erano le
stesse. Come Thor la guardava con i grandi occhi spalancati quando la
madre lo
stringeva al seno per farlo addormentare, così il piccolo
Jotun si era calmato
quando Frigga lo aveva abbracciato, avvolgendolo nel suo scialle per
riscaldarlo. E, una volta al sicuro, si era addormentato di nuovo.
****
Eppure,
tutto era
caduto in pezzi.
Inevitabilmente, come temeva sarebbe successo.
Loki
era nella sua stanza, seduto in un angolo con la testa fra le
mani, come aveva fatto tante volte da bambino quando combinava qualche
guaio e
da adolescente, quando qualcosa lo turbava. La madre aveva esitato:
cosa
avrebbe potuto fare lei, per sanare quanto era successo nella mente e
nel cuore
del figlio? Poteva provarci, sperando che il danno non fosse
già troppo grande…
sperando che Loki decidesse di lasciarle uno spiraglio aperto per
raggiungerlo,
nonostante la confusione che sicuramente doveva provare.
Fu proprio quella domanda disarmante a darle sicurezza.
Le domande erano troppe e non portavano alcuna certezza in una
risposta, ma a Loki non sembrava importare.
Lasciati
andare, Loki.
Mostrami la tua anima, come facevi tempo fa. Piangi anche se devi.
Solo… non
distruggerti così. Ti prego.
Lo
tenne stretto per quella che poteva essere
un’eternità, o pochi
minuti di silenzio immobile, quindi gli prese il viso tra le mani, con
la
certezza di essere riuscita ad aggrapparsi ad un brandello della sua
anima e di
doverla tenere stretta:
Non avrebbe saputo dire cosa passasse
nella mente del figlio a
quelle parole, ma non le importava di scoprirlo: voleva fidarsi di
Loki. In fondo,
era quello che anche suo marito avrebbe voluto, quello che Thor le
ripeteva
sempre quando lei gli chiedeva cosa pensasse del fratello… Loki ha solo bisogno di essere capito, e amato.
Ma come possiamo pretendere che cresca
felice, se noi per primi abbiamo confezionato una bugia in cui farlo
vivere?
****
Uscì
dalla stanza dopo
avergli accarezzato la testa, con la consapevolezza che non sarebbe
finita lì. Eppure,
durante la notte, quando entrò silenziosamente in quella
stessa stanza per
guardare il figlio dormire (e agitarsi nel sonno), sperò che
i semi dell’amore
che aveva gettato nel suo cuore anni prima portassero a qualcosa. Loki
aveva
ragione: erano le cose che non possono cambiare in nessun modo a far
soffrire
di più, e anche lei continuava a sperare ininterrottamente
in ciò che non
poteva avere in quel momento: che Thor venisse richiamato dal suo
esilio, che
suo marito si svegliasse dal suo sonno e la rassicurasse che tutto
sarebbe
andato bene, che Loki e suo figlio primogenito tornassero ad essere i
due
ragazzini spensierati che erano una volta… molti di quello
erano solo sogni, ne
era consapevole. Fermarli, però, era impossibile.
Aveva baciato sulla guancia il futuro re, attenta a non
svegliarlo, e aveva lasciato un’altra volta la stanza,
sperando in un sonno
ristoratore o almeno in una notte che le portasse consiglio. Era
lontana da chi
amava, nonostante due di loro le fossero vicini fisicamente, ma doveva
restare
forte. Non aveva altra scelta.
****
Scherzi a parte, amo il personaggio di Frigga e il modo in cui si
rapporta a Loki nelle poche scene in cui si ritrovano insieme: ho
sempre voluto
scrivere una sorta di momento introspettivo in cui si confrontavano, ma
quando
ho iniziato a lavorarci su i capricci della mia Musa hanno avuto la
meglio ed è
uscita fuori questa cosa qui, che oltretutto presenta una percentuale
di
dialoghi ben superiore a quella a cui sono abituata e che per questo mi
ha
richiesto un lavoro di correzione immane!
Il momento di svolgimento, ovviamente, è subito dopo il
sonno di
Odino, all’incirca quando Frigga dichiara Loki re in assenza
di Thor. I pensieri
di entrambi – e lo svolgimento effettivo – seguono
comunque una versione
rimaneggiata da me, e spero veramente non sia troppo OOC, dato che ho
sempre
difficoltà a trattare Loki come personaggio…
E anche a LadyKokatorimon
per aver inserito la storia tra le seguite.
Alla
prossima,