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Autore: Salice_    06/02/2013    2 recensioni
La storia parte dall'episodio 43 dell'anime, quando Mew Zakuro rivela alle sue compagne il motivo della presenza di Kisshu nella cattedrale. Lei dice a Mew Ichigo: "Ti ricordi quando hai detto che gli alieni possono provare dei sentimenti? Visto che era lì ho pensato di chiederglielo di persona."
Ma la vita, si sa, è imprevedibile e ha l'abitudine di giocare con i destini delle persone, allontanando, incrociando, spezzando i fili che legano i rapporti. In un mondo alle porte della guerra, cosa succederebbe se l'alieno dagli occhi dorati iniziasse a provare dei sentimenti per la Mew Lupo?
DAL CAPITOLO QUARTO:
“E tu perché sei favorevole a questa tregua?” si chiese mentalmente Zakuro. “Forse perché in fondo allo sguardo arrogante e strafottente di Kisshu mi è parso di leggere una muta supplica. So come ci si sente ad essere abbandonati da tutti, potendo contare soltanto sulle proprie forze. Non vorrei essere troppo caritatevole, ma qualcosa negli occhi di quel ragazzo mi dice di fidarmi. Anche il mio istinto di animale selvatico lo conferma, e quello non sbaglia mai.”
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish, Un po' tutti, Zakuro Fujiwara/Pam
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Maschere e pioggia.'
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 - Ciao Zakuro. -
La modella si voltò immediatamente e ciò che vide la rese inquieta: Kisshu se ne stava comodamente seduto in una morbida poltrona bianca al fondo della camera, osservando la ragazza reggendosi il mento con una mano e con un brillio malizioso negli occhi dorati. Solo allora Zakuro si ricordò di avere la camicetta sbottonata e che lasciava intravvedere un’abbondante porzione di seno, fasciato in un reggiseno a balconcino di pizzo bianco. Tuttavia, non diede segno di essere in imbarazzo, anzi; si avvicinò a passo sicuro all’alieno, per poi fermarsi di fronte a lui guardandolo con serietà.
- Hey lupacchiotta, non mi ero reso conto che tu avessi due così belle gemelle lì davanti…-
- Evita queste battute da cafone e risparmia i soprannomi sdolcinati: mettiti bene in mente che non hai Ichigo di fronte. – tagliò corto Zakuro con una nota di sarcasmo.
Kisshu decise di non rispondere alla provocazione lanciata dalla Mew Lupo; si sedette in maniera più composta sulla poltrona e si stampò un sorriso sghembo sulle labbra sottili.
- Scendiamo di sotto. – decretò Zakuro dopo qualche secondo di silenzio, dopodiché precedette l’alieno fuori dalla stanza. Una volta al piano inferiore, la ragazza fece accomodare il suo bizzarro ospite sul divano in sala e si diresse verso un’altra stanza senza proferire parola.
Kisshu, rimasto solo, ne approfittò per guardarsi intorno: la casa era enorme e arredata con gusto, secondo uno stile moderno, non troppo asettico, ma essenziale. Le pareti erano dipinte di un azzurro molto chiaro che rilassava la vista e dava l’impressione di trovarsi su di un grattacielo ad osservare l’aurora. Quante volte Kisshu l’aveva fatto: era il momento della giornata che più lo affascinava in assoluto, con i suoi giochi di luce. Il tutto, poi, era sempre accompagnato dalla prospettiva che un giorno nuovo e possibilmente migliore si stava creando innanzi ai suoi occhi.
Zakuro tornò in poco tempo con una bottiglia di ottimo vino bianco e due flut tra le mani affusolate; posò il tutto sul tavolò, stappò la bottiglia e, riempiti i bicchieri, ne porse uno a Kisshu.
- Grazie, e complimenti per la casa, è molto bella. Inoltre, sono contento di essere in compagnia di una persona che sa come trattare gli ospiti. -
Zakuro lo fulminò con i suoi occhi color zaffiro. – Lascia perdere i convenevoli e dimmi cosa ti ha spinto a piombare in casa mia senza invito, visto che stiamo parlando di educazione.-
L’alieno sorseggiò un po’ del contenuto del suo bicchiere: era buono, frizzante e scendeva giù bene. Appoggiò il flut sul tavolino di cristallo di fronte a lui e posò il suo sguardo su Zakuro, seduta all’altro capo del divano con le sue splendide gambe incrociate e il bicchiere di vino in mano. “E’ veramente bella” si ritrovò a pensare, ma subito scacciò quel pensiero, ricordandosi di essere lì per un motivo ben preciso.
- Mi spiace di essermi fatto trovare in casa tua, ma non volevo rimandare ancora a lungo la nostra conversazione riguardo alla tregua che ti avevo proposto. -
La modella imitò l’alieno posando il bicchiere sul tavolino e, pacatamente, rispose: - Questa non è una cosa che posso decidere io. Tanto per cominciare, la leader della squadra non sono io, ma Ichigo, quindi dovresti parlarne con lei prima che con me o le altre. Secondo, noi combattiamo su due fronti opposti, è così da un anno ormai, e non puoi pensare che le cose possano cambiare semplicemente schioccando le dita. – Accompagnò la frase con un vero schiocco di dita, come a voler render meglio l’idea.
Kisshu si portò un braccio dietro alla testa, come se fosse parecchio stanco, e parlò tranquillamente.
- Infatti io non ti chiedo di dimenticare tutte le battaglie che abbiamo combattuto come nemici, anche perché ti domanderei l’impossibile, ma solo di metterci una pietra sopra. Non voglio allearmi con voi, non mi attira troppo l’idea di combattere al fianco di cinque ragazze fasciate in vestitini colorati; voglio solo evitare che la Mew Acqua cada nelle mani sbagliate, e per fare ciò ho bisogno che voi non  mi vediate più come una minaccia. Io ormai sono fuori dai giochi e non ho intenzione di tornare a farne parte. Solo questo. -
Si interruppe per prendere un altro sorso di vino dal sul flut e lanciare uno sguardo fugace a Zakuro, che lo osservava con interesse senza fare una piega di fronte alle sue parole. Dopo aver bevuto, riprese: - E poi, non sono andato a cercare Ichigo per parlargliene perché lei non è altro che una ragazzina distratta che non avrebbe capito cosa tentavo di dire. Anzi, probabilmente si sarebbe rifiutata di ascoltarmi. – disse con una vena di rammarico. – In ogni caso, ho pensato che tu fossi la persona più matura all’interno del gruppo e che quindi valeva la pena provare a discuterne con te. –
Zakuro, che lo stava ancora fissando impassibile, abbozzò un sorriso, rispondendo: - Per quanto riguarda me, possiamo tranquillamente giungere ad una resa, ma sai che la decisione definitiva non spetta a me. Informerò le altre ragazze e vedremo se anche loro saranno così ben disposte nei tuoi confronti come lo sono io. Ora però vorrei farmi un bagno e ci tengo ad essere sicura che nessun ospite indesiderato si aggiri per casa mia. –
- Accidenti, con che schiettezza mi stai letteralmente sbattendo fuori di casa! – rise Kisshu, per poi finire di trangugiare il suo vino. Appoggiò il bicchiere sul tavolo e si alzò, pronto ad andarsene.
Anche la modella era in piedi, guardava Kisshu e i loro occhi si incontrarono in un’incantevole fusione tra oro e zaffiro, due elementi belli preziosi come gli occupanti di quella sala.
- Posso farti una domanda? – fece l’alieno dal nulla, come se si fosse appena riscosso dai suoi pensieri.
- Fai pure. –
- Come mai non sei tu la leader delle Mew Mew? Hai tutti i requisiti che un vero capo deve possedere e in più sei la più forte in battaglia. Non so spiegarmi perché il biondino non abbia scelto te al posto di Ichigo. –
Zakuro si mise a ridere, una risata soave e cristallina, dopodiché rispose: - Dimentichi forse il DNA di quale animale è fuso con il mio codice genetico? –
Kisshu ci pensò un attimo. – Quello del lupo grigio, se non sbaglio. –
La ragazza gli sorrise. – No, non sbagli. Questa è la risposta alla tua domanda. Un lupo solitario non è fatto per guidare un branco. –
Detto ciò, la modella voltò le spalle all’alieno, cominciando a salire le scale che portavano al piano di sopra; Kisshu, capendo che quello era stato un chiaro modo di porre fine alla conversazione, si smaterializzò.

   
 
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