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Autore: past_zonk    06/02/2013    4 recensioni
Deathfic; Pakkun muore.
Vaghissimo accenno Kakasaku.
“È la vita. Siamo tutti parte di questo mondo per un dato lasso di tempo, la mia morte lascerà posto ad un altro cucciolo, e chi ti dice che non sia anche più carino di me?”
“Impossibile” gli occhi del jonin si strinsero “Impossibile”
Il naso di Pakkun si strisciò contro la mano dell’uomo, proprio come in passato.
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Image and video hosting by TinyPic...Oggi è morta Lara, il mio labrador. Ci conoscevamo da 14 anni. Beh, devo davvero dire che è stata una grande compagna di giochi, di vita e di momenti. Non so se abbia senso, davvero, probabilmente le invocazioni non possono morire, non so nulla, non ricordo nulla. So solo che ho dovuto scriverla, che è il mio modo per esprimere tristezza e commozione.
Davvero.
Lara, questa è per te!


火の意志があなたをリードすること













“Bravo ragazzo” mormorò la voce roca del cane, mentre la mano del ragazzo gli carezzava quel punto particolare dietro l’orecchio “Bravo, così, un’ultima volta, Kakashi-chan…”
L’uomo inghiottì un singhiozzo.
“Non dire così, stupido cane” sibilò, stringendo i peli scuri del fagotto sulle sue ginocchia.
Il cane sorrise, un’espressione stanca sul viso.
“Certo che ne abbiamo avuti di momenti, eh? E dire che pensavi fossi femmina…”
Kakashi sorrise mesto, un paio di lacrime che gli sfioravano le ciglia “È che nessuna mi aveva mai fatto gli occhi dolci così bene…” disse, l’ultima parola solo un soffio soppresso fra le labbra strette.
Il cane tossicchiò. Kakashi gli carezzò la testa, con incessante lentezza, come se avessero tutto il tempo del mondo.
“E quando cercavi di  farmi parlare, ti ricordi?”
“Non facevi altro che ripetere baka…”
“Sei sempre stato d’ispirazione, ragazzo”
Un singhiozzo gli scosse la cassa toracica “Pakkun, so che ce la puoi fare, se vuoi, lo so. Ti prego, ti prego non…non…” una lacrima gli rigò la guancia.
“Sono stanco, Kakashi…”
“…”
“È la vita. Siamo tutti parte di questo mondo per un dato lasso di tempo, la mia morte lascerà posto ad un altro cucciolo, e chi ti dice che non sia anche più carino di me?”
“Impossibile” gli occhi del jonin si strinsero “Impossibile”
Il naso di Pakkun si strisciò contro la mano dell’uomo, proprio come in passato. Come quando Kakashi era un ragazzino con gli occhi entusiasti e il cuore leggero, e suo padre gli insegnò che non c’era tecnica più onorevole della Kuchiyose, perché premetteva un gran rispetto e affetto fra l’animale e il suo padrone, perché ti insegnava a chiedere aiuto ed aiutare, perché non si sarebbero più lasciati, e dopotutto Pakkun avrebbe fatto le sue veci, l’avrebbe aiutato anche quando lui non ci sarebbe stato…
“Ora papà non c’è, ed io…”
“Oh, suvvia! Sei un uomo, Kakashi, smettila con queste lagne…” la voce dell’animale era fievole, un’eco appena.
“Quando ero solo, non c’era nessuno, Pakkun, ma tu sì…” Kakashi sorrise di cuore, il labbro tremolante e gli occhi umidi “…Grazie di tutto, grazie di esserti preso cura di me”
“Oh, il cliché del cane bambinaia non finirà mai di disturbarmi…”
“…”
“Kakashi, lascio i ragazzi a te. Attento a Bisun, di notte mangia dalle dispense degli altri. E Shiba, lui è sempre stato un cercaguai…E…oh, salutami Naruto.  E Sakura, davvero carina, eh?”
“Già”
“Non andare contro te stesso, dille tutto…”
Kakashi sorrise un po’ fra le lacrime “E quel ragazzo…”
“Sai.”
“Già, Sai…digli di non creare più panico nel battaglione con i suoi topi d’inchiostro, l’ultima volta è stata tragica”
“Va bene”
“Kakashi…”
I respiri del cane si fecero rochi gemiti.
“Kakashi…”
“Pakkun!” La schiena dell’uomo, le sue mani, il suo mento, tutto tremava in lui. Era come perdere un fratello, un compagno, un amico fedele…
“Sono fiero di te…”
I respiri di Pakkun cominciarono a calmarsi, a rallentare, sempre più profondi. Kakashi gli carezzò per un’ultima volta il punto dietro l’orecchio. Poi sentì il suo fiato bloccarsi.
Mentre Pakkun esalava l’ultimo respiro, Kakashi chiuse gli occhi.
Nel buio delle sue palpebre, un bambino era ancora lì: un po’ solo, un po’ magrolino, ma continuava a rotolarsi nell’erba con il suo cucciolo fra le braccia. Il sole che batteva sui due amici, il tempo che sembrava non esistere, i sorrisi che sulle loro facce si stendevano: tutte cose che Kakashi non avrebbe mai dimenticato.
“Addio, Pakkun…”

 
 
 
 
   
 
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