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Autore: LadyBlueSky    06/02/2013    1 recensioni
James ha capito già quella notte il motivo che l’ha spinta a ridursi in quelle condizioni. Voleva toccare il fondo, arrivare al punto in cui tutto diventa labile, annullarsi quasi. Doveva cadere completamente per poi potersi rialzare. Quello che ancora lo sorprende è che abbia deciso di farlo assieme a lui.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Sprofondando nell’oblio. Desiderio di rinascita.

 

 

 

 

 

 

Una bottiglia di Whisky Incendiario stretta in una mano.

Un pacchetto di sigarette Babbane nell’altra.

I piedi nudi, la camicia da notte troppo leggera.

La pelle pallida, tirata; i capelli rossi lasciati liberi a creare onde sanguinee sull’incarnato dal pallore quasi mortifero; gli occhi vuoti eppure attenti, grondanti di dolore e di desiderio di rinascita.

 

[Pallido fantasma di un passato troppo fumoso…]

 

 

C’è una confusione immensa dentro di lei: è come se avesse un vortice nel petto, che mescola e confonde tutto, e che piano si trasforma in un buco nero che tutto soffoca e trascina.

Butta giù l’ennesima sorsata di Whisky e la gola non brucia più, troppo abituata a quel calore ormai. Sarà un’ora che sta bevendo, e la bottiglia è quasi finita. Ma è bene! Bene perché inizia a sentire le cose come vorrebbe. Inizia a togliersi il velo che da sempre copre le sue emozioni, e che si chiama razionalità. Ed è comico pensare che l’alcool le faccia questo effetto: la schiarisce invece che annebbiarla. O forse, più semplicemente, amplifica le sue emozioni a tal punto che niente possa trattenerle. E così, finalmente, riesci a rituffarsi nel passato, quello recente e doloroso, e piano scava in esso.

 

 

 

C’è il terrore e la confusione nella sua casa. Tre figure di nero vestite, con maschere sul viso e bacchette alla mano.

Una donna urla, implora pietà anche se non comprende affondo: sua madre!

Un uomo stringe a sé la moglie, piangente e tremante al pari suo: suo padre!

Una ragazza strilla impaurita e cerca di correre al giù per le scale per raggiungere i genitori: sua sorella!

Lily la afferra appena in tempo e la spinge malamente nella sua stanza, sigillando poi questa con un incantesimo. Poi si lancia a tutta velocità giù, la bacchetta stretta tra le dita di una mano bianca dall’agitazione, fino al soggiorno.

Ci sono raggi di luce che volano ovunque, risate spietate e grida di terrore. Lily cerca di affrontare i tre Mangiamorte, ma sono troppi e lei è sola; ha appena diciassette anni, Lily, e benché sia la migliore studentessa che Hogwarts ha mai visto è ancora una ragazza alla quale mancano le competenze appropriate.

Un raggio rosso la compisce, e lei si dimena a terra, preda di un dolore tanto forte da non sembrare quasi reale. Si dimena, artiglia le mani e inarca la schiena, ma non piange e si morde il labbro inferiore fino a farlo sanguinare pur di non urlare. Non darà loro questa soddisfazione. Non darà loro un motivo per riderle e sputarle addosso ancora di più.

Due raggi verde smeraldo – lo stesso colore dei suoi occhi! – partono dalla bacchetta di uno dei tre. Lily urla con quanto fiato ha in gola, così forte che le pare di essersi lacerata la trachea. Gli occhi dei suoi genitori si fanno vitrei, i loro corpi si afflosciano inermi.

E tutto s’infrange.

 

 

 

Spalanca gli occhi e appoggia malamente la bottiglia a terra prima di arrancare verso un angolo e vomitare. Non che ci sia molto nel suo stomaco, ma quel poco che ha mangiato – quel poco che Lene è riuscita a farle ingoiare! – viene rigetto con violenza.

Non è una sensazione nuova, quella del vomito. Per un’estate intera, di nascosto, ha vomitato anche l’anima, anche sangue. Ha vomitato finché persino stare piegata sul water era troppo faticoso. Allora si sciacquava la bocca con dell’acqua fresca e poi si trascinava fino al letto, sprofondandovi infine. E ogni volta, quando riapriva gli occhi, Lene era lì con lei, ad appoggiarle un fazzoletto umido sulla fronte, sperando di poterla così aiutare.

Ha sorriso per tutta l’estate, Lene. Per tutta l’estate. Ha finto di non sapere che Lily vomitava quanto mangiava, ha finto di non vedere il suo corpo farsi sempre più fragile e la sua pelle più tirata. Ha finto che la sua presenza servisse a qualcosa, quando le era chiaro cosa in realtà l’altra cercasse.

“ Che cosa stai facendo?”

La voce che sa appartenere a James Potter la riscuote e Lily si volta lentamente a fissarlo passandosi una manica della camicia da notte sulla bocca, pulendosi. Poi cerca di alzarsi, ma le gambe malferme non la sorreggono e allora barcolla fino ad appoggiarsi con la schiena alla balaustra della Torre d’Astronomia. Butta la testa indietro e pioggia e vento la colpisco con violenza, risvegliandola un po’.

“ Che cosa stai facendo?” Domanda di nuovo James, la voce dura come mai l’ha sentita.

Lo fissa distrattamente, un po’ brilla e un po’ stanca. È cambiato, si trova a pensare. L’espressione del suo viso si è fatta più matura, così come i suoi occhi; non c’è derisione, scherno o boria in lui, c’è preoccupazione.

“ Lily…”
“ Stavo cercando di capire.” Dice improvvisamente lei, il viso nuovamente rivolto alla pioggia. E James non può non notare quanto la sua voce sia strascicata e pesante, quasi stesse per sprofondare in un oblio troppo profondo perché ci sia possibilità di risalita.

“ Capire? E cosa volevi capire con questa?” E le sventola davanti al naso la bottiglia di Whisky Incendiario i cui fondi ondeggiano pigri. C’è rabbia, ora, nella voce del ragazzo. Vorrebbe comprendere anche lui, vorrebbe aiutarla ma non sa come chiederglielo. Non è mai stato bravo con le parole, James, quanto più con i fatti.

Lily scoppia a ridere, una terribile risata forzata e isterica, priva di qualsiasi allegria. Le spalle si alzano e si abbassano a ritmo e i capelli ondeggiano con violenza mentre una fila di denti bianchi si mostra attraverso le labbra, donandole un’aria folle.

“ Lily…” James è spaventato. Lo capisce da come pronuncia flebile il suo nome. È spaventato perché non l’ha mai vista così, perché non riesce più a riconoscerla. Non vede in lei la ragazza che per sei lunghi anni ha tormentato con i suoi inviti e con i suoi scherzi.

La risata si spegne di colpo. La testa di lei ciondola piano.

“ C’è forse qualcosa di sbagliato in me?”

La domanda lo coglie di sorpresa. Sembra quasi la domanda di una bambina impaurita dalla vita e ferita dalla stessa. C’è disperazione in quella domanda. E c’è la noncuranza con cui chiede a questo o quel professore dettagli in più su qualche incantesimo.

Lily non si aspetta davvero una risposta. Preferisce affogare nuovamente nei ricordi, tornando ancora una volta a quel giorno.

 

 

 

La prima cosa che sente non appena apre gli occhi è dolore. Un dolore così intenso che il minimo movimento le crea fitte insopportabili, così intenso che le verrebbe da vomitare se il suo stomaco non fosse miseramente vuoto.

“ Ah, ti sei svegliata!” Una donna le è accanto, e la osserva sollevata e amareggiata al tempo stesso. Lily non sa chi sia. “ Non sforzarti: non è consigliabile dopo quello che ti è successo!”

A quelle parole tutto torna. La densa foschia che le avvolgeva la mente fino ad un secondo prima si dirada rapida, e i ricordi tornano ad essere vividi. E con loro aumenta il dolore.

Una mano le si appoggia sulla spalla infondendole calore. Non conosce quella donna, ma il sorriso che le increspa le labbra è quello di una madre. E forse per questo non ha bisogno di chiederle nulla. Sa perfettamente cos’è successo. E sa anche che è colpa sua.

“ Non addossarti colpe che non sono tue.” Le dice improvvisamente, quasi a leggerle nel pensiero. Gli occhi di Lily la fissano stupefatti. “ Non è stata colpa tua. Non è colpa di ciò che sei.

Sai, sono un Auror da molti anni e mai, mai, avevo visto qualcuno lottare e resistere come hai fatto tu. Hai avuto sangue freddo e stretto i denti: tua sorella è salva grazie a questo. Sii fiera di questo e di te stessa.”

 

 

 

Solo in seguito Lily avrebbe scoperto che quella donna altri non era che Dorea Potter. Solo in seguito avrebbe saputo che un gruppo di persone, membri dell’Ordine e chissà cos’altro, era piombato nel termine letterario della parola a casa sua, e aveva combattuto. Solo in seguito avrebbe scoperto di essere stata trasportata al San Mugo d’urgenza, visto che le sue ossa avevano subito una pressione incredibile sotto l’effetto della Maledizione Cruciatus. Solo in seguito avrebbe litigato, se così si poteva dire, con sua sorella, che l’avrebbe messa davanti alla cruda verità: “ Sono morti per colpa tua e di quello che sei!”. Effettivamente Petunia non avrebbe potuto trovare modo migliore di dirlo.

“ Perché dovrebbe esserci qualcosa di sbagliato in te?” Ancora una volta è la voce di James a riportarla alla realtà. Lei lo fissa brevemente. Lui non si muove. “ Lily…”
“ Loro sono morti. Morti. Ed è solo colpa mia!” Dice lei, la testa nuovamente bassa e la voce impastata di disperazione e resa.

James non capisce subito. Il salto compiuto da Lily in quel discorso lo lascia basito e confuso, ma lei tace di nuovo, e lui ha il tempo di rimettere in ordine le idee. E non gli ci vuole molto per capire di chi lei stia parlando; non è stata l’unica a subire perdite strazianti quell’estate, ma gran parte degli studenti di Hogwarts. Tuttavia, forse, lei non è ancora stata in grado di metabolizzare il tutto nella giusta maniera. E il rigetto è stata la risposta al dolore.

“ Lily…”
“ Ho già accettato la loro morte.” Dice improvvisamente lei, bloccando il ragazzo per la terza volta nell’arco di pochi minuti: sembra che non abbia intenzione di lasciarlo parlare, e al contempo gli legga nella mente. “ So anche che è colpa mia, e non ci sarà espiazione per questo.

Ma io… non riesco ad accettare di… di non aver fatto… niente…!”

La voce le si spezza man mano che prosegue. Il fiato si è fatto corto e pesante. Fa fatica a dire quelle cose, Lily. Eppure le dice proprio a lui, a lui che per sei anni è stato il suo incubo, la sua spina nel fianco.

James fa un passo avvicinandosi a lei, e quando le è davanti le accarezza il braccio gelido.

“ Ho combattuto. Ho combattuto ma non è servito. Non è stato abbastanza.” Lo coglie di sorpresa lei, continuando a parlare. E James capisce che questo sfogo è probabilmente il suo punto d’arrivo. E capisce che era quello che lei cercava.

L’abbraccia senza pensare e la sente scivolare giù, sfibrata e delusa. L’accompagna fino a terra, rimanendo in ginocchio e tenendola stretta a sé. E quando sente qualcosa bagnargli la camicia e il petto capisce che Lily ha raggiunto il traguardo, che è arrivata al punto del non ritorno.

Lily non cerca nemmeno di trattenere le lacrime. Sa che non può farlo, non ora.

Ha fumato le sigarette e si è scolata la bottiglia di Whisky Incendiario. La sua mente si è annebbiata e la razionalità ha ceduto il passo alle emozioni.

Ha vomitato con violenza, rigettando tutto il dolore, la rabbia e la disperazione che ribollivano dentro di lei.

Ha parlato e riso come una pazza isterica, forse nemmeno tanto consapevole della presenza di James davanti a lei.

Poi è crollata. Ha pianto e continua a piangere. Piange stretta nell’abbraccio dell’ultima persona che si sarebbe aspettata. Piange mentre il calore di James la pervade fino alla punta dei capelli, donandole un po’ di serenità.

Chiude gli occhi respirando a fondo il profumo di lui.

Domani è un altro giorno.

 

 

 

 

 

Un raggio di sole dispettoso le accarezza il viso e le fa aprire controvoglia gli occhi: è stata la prima notte senza incubi da molto.

Si guarda intorno e riconosce l’Infermeria di Hogwarts. Seduto accanto a lei, James Potter la fissa con un sorriso.

“ Stai meglio?” Chiede sinceramente interessato mentre lei si alza a fatica per mettersi seduta.

“ Direi di sì: il f0ndo l’ho toccato ormai.” Risponde lei con un sorriso, spostandosi i capelli indietro.

“ Quindi ora…”
“ Quindi ora andrà meglio.” E gli strizza l’occhio regalandogli un altro sorriso.

Non c’è bisogno d’altro.

James ha capito già quella notte il motivo che l’ha spinta a ridursi in quelle condizioni. Voleva toccare il fondo, arrivare al punto in cui tutto diventa labile, annullarsi quasi. Doveva cadere completamente per poi potersi rialzare. Quello che ancora lo sorprende è che abbia deciso di farlo assieme a lui.

Lily è certa che James si stia ponendo molte domande, ma non è quello il tempo delle risposte. Un giorno gli confesserà che la donna alla quale deve la vita è sua madre, e che proprio questo fatto l’ha portata a fidarsi di lui. Un giorno lo farà, ma quel giorno non è oggi.

Oggi si limita a godersi il calore della mano di James che gentilmente stringe la sua. Oggi le basta questo.

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’Autrice (se così si può dire):

 

La mia prima storia su Harry Potter, e principalmente su quei bellissimi personaggi che sono James e Lily.

È stato un esperimento, ma devo dire che sono abbastanza soddisfatta (non totalmente, ma secondo i miei standard “abbastanza” non è male).

Me lo lasciate un commentino per farmi sapere cosa ne pensate?

Grazie.

 

  
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