Ti sei mai sentita come se non fossi niente, come se una semplice frase scritta su un biglietto lasciato sul banco di scuola ti potesse ditruggere? Io che finalmente iniziavo a vivere, io che iniziavo a cambiare, ad essere felice; io di nuovo abbattuta. Ma no, non tornerà tutto come prima, andrà sempre peggio. Si riaprono ferite che continuano a sgorgare sangue e se ne formano nuove. Tutto ciò che vorresti fare è lasciarti cadere sul pavimento a ridosso di un muro piangendo. Tu puoi cambiare, puoi diventare un bellissimo giglio con un fresco profumo, ma non puoi cambiare ciò che la gente pensa di te; per loro rimarrai quel "fiore in una palata di merda". Ti senti come se nessuno possa apprezzarti e come se tu, per non soffrire ulteriormente, non possa permetterti di provare alcun sentimento. Abbattuta, distrutta, ferita, riuscirai a rialzarti? Non avrai paura di soffrire, di cadere ancora? Certo che l'avrai, ma dovrai rialzarti, dovrai farlo per te stessa, perché in fondo se soffri è perché ti vuoi bene e vorresti essere forte, vorresti non cadere dopo ogni colpo.
 Vorresti toglierti la maglietta la sera, quanto ti metti il pigiama, e vedere un bel corpo. Vorresti svegliarti la mattina con la sicurezza di essere bella. Vorresti pesarti tranquillamente sulla bilancia. Vorresti guardare con piacere il tuo corpo nudo allo specchio. Vorresti uscire di casa a testa alta, senza abbassarla ogni volta che incroci lo sguardo di un ragazzo. Vorresti guardare gli altri e sentirti al loro livello. Vorresti piacere a tutti.

 Ma soprattutto vorresti essere forte abbastanza da poter affrontare quel ragazzo che con una semplice frase scritta su un biglietto lasciato sul banco di scuola ti ha distrutta.