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Autore: Aries Pevensie    06/02/2013    1 recensioni
Cosa c’era di così divertente? Lui non stava ridendo, non aveva riso quando si era svegliato e non avrebbe riso raccontandolo a Zayn. Non era divertente.
E Harry avrebbe fatto meglio a smettere di ridere.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
- Questa storia fa parte della serie 'Do you bet?'
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OS scritta in risposta alla sfida si Yvaine0
Pairing: Niall + fem. Harry


Dedicata a Mich, che pensava
di avermi messa in difficoltà, senza sapere
che faccio molta più fatica a scrivere slash!
BTW, questa è tutta per te, Mich!
Spero ti piaccia e ti averti fatta divertire!

 



Stop pulling my legs! (*)



La discoteca era affollata, la musica troppo alta, il caldo soffocante e il drink ormai caldo, ma Niall era a proprio agio in quel caos, faceva parte del suo essere chiassoso ed esagitato. La gente si dimenava tutto intorno a lui, con le braccia in aria, al ritmo di una musica troppo monotona e martellate, per niente compatibile con i gusti dell’irlandese, ma che comunque non gli dispiaceva. I bassi gli rimbombavano nelle orecchie e Niall continuava a guardarsi intorno in cerca di un volto amico. Non si ricordava nemmeno con chi fosse arrivato al locale. Forse aveva esagerato anche quella sera lì con la sua amata vodka.
Tra la folla nessuno lo degnava di uno sguardo, quindi Niall si avvicinò al bancone, lasciò il drink vecchio e ormai slavato e ne ordinò un altro, più forte e corposo. Si voltò verso la pista da ballo. Trangugiò in un sorso solo metà del contenuto del bicchiere e l’alcool gli bruciò la gola. Si tuffò nella mischia. Voleva ballare, voleva sentire caldo ed uscire dal locale stravolto.
Come era immaginabile, una ragazza gli si avvicinò e, sorridendogli, cominciò a ballare intorno a lui, posando maliziosamente le mani sul corpo del ragazzo. C’era qualcosa di tremendamente familiare in quella ragazza, ma Niall non riusciva a coglierlo. Diede tutta la colpa all’alcool che gli stava inibendo i sensi e le capacità intellettive.
La ragazza continuava a dimenarsi, avvicinandosi sempre di più al biondo con fare provocante. I capelli ricci castani fluttuavano da tutte le parti, mentre lei, posseduta dall’alcool e dalla musica, si strusciava contro di lui, maliziosa e sfacciata. Era ovvio come anche lei volesse divertirsi quella sera. E qual era il miglior modo di divertirsi se non usare il primo ragazzo che le capitava a tiro come palo per la sua lap dance. Niall si sentì un attimo a disagio, poi la ragazza gli posò un languido bacio alla base del collo, poco sopra il colletto della maglia a fantasia mimetica che indossava quella notte. In quel esatto momento sentì caldo e avvertì la pelle andare in fiamme. Un brivido gli corse lungo il petto, divertendosi a stuzzicare il basso ventre del biondo, che non esitò a sospirare. Decise che sì, era proprio ora di divertirsi e non avrebbe lasciato fare tutto a lei.
Le cinse i fianchi con le braccia e l’avvicinò ancora di più, facendo scontrare i bacini e muovendosi timidamente al ritmo forsennato della canzone. Non sapeva il titolo, ma sapeva che l’avrebbe ricordata per il resto della sua vita. O almeno per il resto della settimana. Voleva farle provare le stesse sensazioni che lei poco prima gli aveva regalato. Spostò le mani sui fianchi sottili della ragazza e la fece voltare, trovandosi la sua schiena contro il petto. Le passò una mano su tutto il fianco, scostandole poi i capelli sul collo. La ragazza, con uno scatto felino, riprese a ballare forsennatamente e a strusciarsi contro Niall, inerme e alquanto stordito.
E Niall ballava, ballava come non aveva mai fatto in vita sua, si strusciava contro il corpo davvero ben formato della ragazza, con quei glutei così sodi, le gambe lunghe e snelle, i fianchi stretti, le braccia sottili e armoniose. Non l’avrebbe lasciata andare tanto facilmente. Voleva divertirsi, non sapeva nemmeno perché, ma voleva togliersi quella sensazione di familiare che lo pervadeva ogni volta che incontrava lo sguardo smeraldo della giovane.
Nemmeno la ragazza sembrava volersi scostare dalla presa calda e sicura di Niall, che la proteggeva dai corpi che intorno a loro ballavano come ossessi, si spingevano, si avvicinavano, sudavano. Poi la canzone cambiò e un ritmo caraibico si diffuse nel locale, entrando direttamente nelle vene dei due ragazzi, che non persero un secondo e cominciarono la loro sensuale danza fatta di carezze proibite e movimenti provocanti. Tornarono di nuovo schiena contro petto e Niall si concesse una dettagliata analisi della sua ballerina. I suoi occhi scivolarono lungo il suo collo da cigno, indugiando poi sul prosperoso decolté messo in risalto dal vestito attillato.
Dallo scollo generoso del vestitino che la disinibita ragazza indossava, Niall poté scorgere due tatuaggi. Purtroppo i capelli continuavano a frustare il petto prosperoso della ragazza, che non la smetteva di ballare, nonostante fosse stretta tra le braccia di Niall, ma il ragazzo riuscì comunque ad individuare il disegno e a decifrarlo. Due rondini.
Più la guardava –per quanto fosse possibile- più gli sembrava familiare: quel mento appuntito, gli occhi verdi da far paura, i capelli ricci, i tatuaggi, le labbra morbide e tremendamente baciabili e…doveva farla sorridere.
Le sfiorò il collo con la punta del naso, sperando di farle il solletico. Aveva la pelle liscia e l’istinto di baciarla di nuovo lo indusse a lasciarle altri baci innocenti e umidi lungo tutta la mandibola. Dischiuse le labbra e passò velocemente la lingua sulla porzione di pelle subito sotto l’orecchio.  Ma l’unico risultato fu quello di farsi venire ancora più paturnie. Il suo profumo era inebriante: sapeva di fresco, forse menta, e di qualcosa di avvolgente. Nella sua testa scattò una scintilla. Dove aveva sentito quel profumo? Com’era possibile che si ricordasse così bene di un profumo? Quel locale era un miscuglio di odori: sudore, ormoni, fumo, fragola, acqua di colonia e chi più ne ha più ne metta. Ma lei riusciva ad avere un profumo unico e penetrante, nonostante le ore di ballo sfrenato e chissà quanti partner.
La ragazza si scostò leggermente dal delicato tocco di Niall, si voltò, gli cinse il collo con le braccia e si avvicinò repentinamente al suo viso. Erano sul punto di baciarsi? Niall aspettava quel momento da quando aveva visto le labbra rosse incurvarsi e modellarsi in smorfie decisamente provocanti.
Era la sua ultima possibilità per farla sorridere. Le posò un bacio sullo zigomo e si allontanò di nuovo, sorridendole per primo. E, come previsto, lei ricambiò timidamente. Le sue labbra rosse si incurvarono dolcemente, morendo poi in due tenere e profonde fossette. Di nuovo quella dannata sensazione di familiare, di sbagliato, di confuso.
-Come ti chiami?- gridò Niall, cercando di sovrastare la musica. Lei aggrottò le sopracciglia e scrollò il capo, mimando con la bocca la richiesta di ripetere la domanda.
-Cosa?!- gridò a sua volta. Era impossibile sentirsi in quel casino. Niall la prese per mano e la trascinò fuori dalla pista da ballo, si appoggiò con un gomito al bancone e con l’altro braccio le cinse di nuovo i fianchi. Avvicinò il viso a quello ormai conosciuto della riccia e fece scivolare le labbra su quelle morbide di lei, che non si scostò di un millimetro. Anche lei voleva quel bacio.
-Come ti chiami?- le chiede si nuovo. Lei si lasciò scappare una risata cristallina.
-Hariette! Ma puoi chiamarmi Harry!-.
Per un attimo Niall sentì un vortice nello stomaco, quella sensazione di cadere che ti coglie nel sonno facendoti trasalire e svegliare all’istante, con il fiatone e la paura di essere caduto, seguiti poi dal sollievo di ritrovarsi nel proprio letto, al posto giusto. Sentì la testa girare inesorabilmente, le gambe afflosciarsi, il sudore imperlargli il viso. Stava precipitando.
 
Con un sobbalzo, Niall sgranò gli occhi: era nella sua stanza di albergo, in Francia. Erano in tournee da almeno un mese.
Le lenzuola erano tutte aggrovigliate intorno alle sue gambe, il cuscino era caduto dal materasso e la maglietta era umida di sudore. Si passò una mano tra i capelli e regolò il respiro affannato.
Senza pensarci due volte, si liberò dei vestiti, entrò in bagno e si sciacquò velocemente. Tornò in camera ed indossò una maglietta pulita. Uscì dalla stanza, lasciando la porta socchiusa.
Ora si trovava davanti alla camera 346 e stava bussando senza alcuna remora. Doveva svegliarlo. Come poco prima era successo a lui. Per colpa sua.
Un assonnato e stordito Harry aprì leggermente la porta e lo squadrò.
-Che cazzo vuoi, Niall?! Sono le 4 del mattino!- berciò. Il biondo lo spinse da una parte ed entrò, ignorando il fatto che l’amico e compagno di band fosse completamente nudo. Raccolse da terra una maglietta bianca e i boxer e li lanciò al padrone della camera.
-Copri quei due uccellacci, per favore! Per stanotte ne ho avuto abbastanza!-.
Harry lo fissò confuso, ma non protestò e si rivestì, poi fece sedere Niall sul suo letto e gli ordinò di spiegare il motivo dell’intrusione. Era ancora parecchio assonnato, ma se Niall aveva un problema, non poteva tirarsi indietro dal suo ruolo di amico. Sarebbe stato da infami.
-Ti ho sognato.- disse il maggiore semplicemente. Il riccio soffocò una risata.
-E allora?- domandò divertito. Non era poi così strano sognare un amico! Soprattutto non se ci trascorri 19 ore su 24 da almeno un mese. Improvvisamente tutto il sonno era scomparso: voleva sentire quella buffa storia del casto ed innocente Niall Horan che sogna l’amico Harry Styles. Doveva essere qualcosa di divertente, se Niall ne era rimasto così sconvolto.
-Eri…eri una ragazza! Dio, ti ho anche baciata! Baciato? Cazzo!-, si nascose il viso tra le mani, -Tu eri una ragazza! E io giuro di aver fatto pensieri poco casti nei tuoi confronti! Tu eri una ragazza e io ti rimorchiavo in discoteca! Ballavamo vicinissimi, anzi, era un vero e proprio strusciamento! Ero il tuo palo per la lap dance! E, cavolo, come ti muovevi! E io come ero rincoglionito e…ed eccitato! E tu…tu eri così…-, lasciò la frase in sospeso.
-Così…?- lo incalzò l’altro.
-Così sexy! Però avevi quei dannatissimi tatuaggi! E lo sai quanto facciano schifo su di te! Figurati su una ragazza! Eri così bella! E ballavi da mandarmi in scimmia!-, Niall raccontava con enfasi tutto quello che gli passava per la testa e che ricordava, gesticolando confusamente e casualmente. E Harry non la smetteva di ridere. Annaspava in cerca di aria, battendo il pugno chiuso sul materasso e scalciando. Il maggiore ridusse gli occhi in due fessure e gli sferrò uno schiaffo sulla coscia nuda. Non era carino ridergli così in faccia. Non era per niente di buon gusto.
-Non è divertente, Hazza! Io ho sognato uno dei miei migliori amici! E sono sicuro di averlo trovato eccitante da far paura! Se non si fosse interrotto il sogno, probabilmente a quest’ora ti starei raccontando della notte focosa che abbiamo trascorso! Smettila di ridere, razza di idiota!-, altro schiaffo, stavolta più forte e meglio assestato.
-Scusa Nialler…-, inspirò profondamente, le lacrime che gli scorrevano lungo le guance, -E’ che davvero non riesco a crederci e a non ridere! Sì insomma…tu e io…cioè, tu e…come mi chiamavo?-, soffocò un’altra risata. Non aveva mai riso così tanto in vita sua. Non per le disgrazie altrui. Ma questa non poteva considerarsi una disgrazia! Chi avrebbe chiamato “disgrazia” un sogno con Harry Styles come coprotagonista?! Beh, non proprio Harry Styles…
-Hariette! E mi chiedevi di chiamarti Harry!-, Niall incrociò le braccia al petto e sbuffò. Non era divertente. Non era assolutamente divertente. Perché non si divertiva anche lui come l’amico? Perché non poteva riderci su anche lui? In fondo era solo uno stupido sogno! Ma non era divertente. Ecco perché non rideva: non era affatto divertente.
Harry, evidentemente, la pensava diversamente e si riversò di nuovo sul materasso, scosso da un nuovo, violento moto di ridarella.
Rise per 20 minuti buoni; tempo che Niall trascorse imbronciato, con lo sguardo severo fisso sul suo amico che stava facendo la figura del demente.
-Aspetta, non mi hai detto una cosa!-, Harry sembrò tornare serio, nonostante il sorriso nascosto malamente e quella strana luce negli occhi. Stava per dirne una delle sue.
-Come sto con le tette?-.
Come non detto, il riccio ricominciò a ridere come un posseduto dal demonio e Niall non riuscì a non trucidarlo nuovamente con lo sguardo. Cosa c’era di così divertente? Lui non stava ridendo, non aveva riso quando si era svegliato e non avrebbe riso raccontandolo a Zayn. Non era divertente.
E Harry avrebbe fatto meglio a smettere di prenderlo in giro.

(*) Per chi se lo fosse chiesto, "to pull someone legs" è un modo di dire inglese e significa "prendere in giro". Quindi il titolo significa "Smetti di prendermi in giro"

Right around the corner
Ciao a tutti! Questa oneshot è una cosa...una COSA. Cosa è in effetti il termine giusto, perchè non ci sono parole per descriverla! Se vi piace ringraziate Yvaine0, se vi fa schifo incolpate Yvaine0! Speravo mi desse la solita slash impossibile! Invece questa mi viene fuori con una Niall + fem. Harry! Ma io dico...
Comunque, ancora una volta devo ringraziare un mio professore, in particolare la mia prof di tedesco, che non mi ricordo come mi ha dato l'idea! Non chiedetemi come abbia fatto, so solo che mi è venuta l'illuminazione durante la sua ora! Questa scuola si sta verificando molto più produttiva per la mia carriera su EFP, che per la mia carriera verso l'esame di maturità! D: E non so se è un bene o un male...potrei portare le varie ff e os come tesina, in effetti! 
Sto delirando, quindi meglio smetterla!
Spero vi sia piaciuta e spero di leggere qualche recensione!
Ciao a tutti! Alla prossima sfida!
Mariuga


Yvaine. Ora me la paghi, stronzetta.

 

 

   
 
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