Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
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Autore: YNMIDNY    06/02/2013    1 recensioni
Premetto che questa ff l'abbiamo scritta io e una mia amica e l'abbiamo già pubblicata su una pagina facebook. Buona lettura!
"PROLOGO. Dalle mie cuffie non esce semplice musica, ma pura poesia... "white lips, pale face, breatingh in snowflake..." Sono Nina e ho 18 anni. Vivo a Roma , ma i miei genitori sono americani, di Chicago;per questo motivo, oltre all'italiano, parlo anche l'inglese. SOno figlia unica; la mia timidezza e introversia mi portano a non avere molti amici... l'unica che è riuscita a far rinascere una Nina un po' più solare è stata Jasmin, la mia migliore amica! Tra pochi giorni, non solo è il giorno del mio 19esimo compleanno, ma è anche il giorno in cui il mio idolo verrà in Italia... ED SHEERAN VERRA' A MILANO IL GIORNO DEL MIO COMPLEANNO!!! Ho subito comprato i biglietti, uno per me e uno per Jasmine... e siamo in prima fila! che fortuna!!! siamo riuscite a convincere facilmente i miei genitori e quelli di Jasmine a farci partire per Milano per qualche giorno... wow incontrerò Ed sheeran, farò delle foto con lui, lo conoscerò lo abbraccerò....QUESTO SARA' IL MIGLIOR COMPLEANNO DELLA MIA VITA!"
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo la sua canzone, mi sentii già meglio. Erano le 7 e mezza, infatti mia madre mi chiamò:”Nina! Dove sei? Sono già le 7 e mezza, mi stavo preoccupando!”Io, tirando fuori la voce migliore che potessi avere in quel momento, le risposi:”Mamma tranquilla. Resto di nuovo a dormire da Cristina perché è stata appena lasciata dal ragazzo e sta parecchio male. Ho paura che commetta qualche sciocchezza.”Lei:”Brava tesoro! Ti aspetto domani allora. Buonanotte!”Io:”Buonanotte mamma.”Chiamai anche Jasmine per dirle di reggermi il gioco, non volevo che i miei sapessero quel che era successo con Michele,e, soprattutto, non volevo che sapessero di me e Ed. Dopo le varie telefonate, mi sedetti stanca sul divano. Ed mi guardò e mi disse:”Va meglio ora?”Io:”Si. Sono ancora spaventata, ma con te va molto meglio.”Lui mi sorrise, poi mi disse:”Posso baciarti?” Io non gli risposi e lo baciai. Ci sdraiammo sul divano continuando a baciarci, intanto lui mi teneva la mano. Dopo poco mi staccai da lui. Ed mi guardò e mi accarezzò il viso dicendomi:”Sei bellissima.” Io lo abbracciai, poi gli dissi:”Ed, non vorrei sembrare scortese, ma ho fame.”Lui:”Scusami! Hai perfettamente ragione! Ora preparo qualcosa.” Si mise in cucina. Amavo il modo in cui si prendeva cura di me, amavo lui. Mi diressi verso di lui e gli dissi:”Ti aiuto. Non è giusto che tu faccia tutto da solo.”Lui:”No. Mettiti comoda. Penso a tutto io.”Io:”Ma sei sicuro?”Lui:”Si! Va a sdraiarti!” Feci come mi aveva detto. Avevo un tremendo mal di testa. Mi sdraiai e chiusi gli occhi mentre lui cantava in cucina. Ad un tratto si spensero le luci. Lui venne da me, prese le mie mani e mi disse:”Ti porto io in cucina.” Appena entrai vidi una tavola illuminata solo da due candele, rimasi stupita e lo baciai. Il cibo era perfetto, tutto era perfetto. Finito di mangiare ci preparammo per andare a dormire. Mi addormentai immediatamente tra le sue braccia, ero davvero molto stanca. La mattina dopo mi svegliò cantando Lego house. Amavo essere svegliata così. Mi alzai e gli diedi un bacio. Dopo aver fatto colazione mi disse:”Allora? Vuoi andare alla polizia?”Io:”Si. Andiamoci.” Uscimmo di casa di corsa per non farci vedere dai miei. Camminammo mano nella mano parlando del più e del meno. Poi arrivammo alla stazione della polizia. Entrammo e dissi al poliziotto:”Vorrei sporgere denuncia.”Lui:”Contro chi?”Io:”Michele Lori.” Gli dovetti raccontare ogni minimo particolare della vicenda per poi sentirmi dire un misero:”Stia tranquilla. Ci penseremo noi.”Non mi sentivo affatto più protetta. Ma credevo di aver fatto la cosa giusta. Ed mi disse:”E ora? Che facciamo?” Io:”Siamo a Roma, ci sono tanti posti da vedere. Ti farò io da guida.” Lo portai al Colosseo, alla Fontana di Trevi dove lanciammo una monetina e esprimemmo un desiderio. Infine lo portai a Villa Borghese. Amavo quel parco e poi quella mattina non c’era nessuno. Ci avvicinammo a un chiosco e affittammo due biciclette, poi gli dissi:”Scommetti che ti batto?”Lui:”Ah si? Ora vedremo.”Facemmo il giro di tutto il parco e vinse lui. Dopo la corsa ci sdraiammo sull’erba e osservammo le nuvole:”Quando venivo qui con Jasmine ogni nuvola ci sembrava una zampina o un più.”Lui rise e rispose:”E ora cosa ti sembrano?”Io:”Non lo so. A te cosa sembrano?”Lui:”Hanno tutte qualcosa che si lega all’amore, quindi a te.” Stavo per piangere, perciò cominciai a baciarlo. Dopo quella fantastica giornata tornammo a casa. Appena rientrai vidi mia madre e mio padre che mi guardavano con aria minacciosa. Gli dissi:”è successo qualcosa?” Mio padre:”Non vedrai mai più quel ragazzo. Non ti farò mai più uscire di casa.” Scoppiai a piangere e mi rinchiusi in camera. Non so come ma in qualche modo scoprirono la mia storia con Ed.
  
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