Buio, freddo, silenzio… morte.

Buio, le tenebre intorno a te. La stessa oscurità che ha nascosto il volto del dio cui hai votato anima e corpo. L’assenza di luce ti sta accecando, non ricordi come si fa ad aprire gli occhi Hidan?
Annegherai in quest’oscurità, e lo sai, anche se continui a sperare in una luce.
 
Freddo, la terra che ti avvolge come i cadaveri delle persone sacrificate. Quante ne hai offerte al tuo dio? Quante ne hai uccise, quante ne hai torturate solo per divertimento? Hai sofferto e fatto soffrire. Ti sentivi ricompensato Hidan? Le ferite ora non guariscono e il dolore è troppo reale.
 
Silenzio, il canto del nulla. La calma celata dalle urla strazianti di uomini e donne. Dentro te hai sempre seguito una voce che nemmeno tu potevi pienamente capire Hidan. Mute parole che ascoltavi anche inconsapevolmente, ma sapevi a chi appartenevano, e fedele le hai seguite.
 
Morte, vuoto, assenza. Non riesci a darne una definizione, è sempre stato un concetto lontano da te. La osservavi, la morte: la vedevi riflessa negli occhi delle tue vittime, nelle loro suppliche, nelle loro lacrime…
Eppure non avevi mai pensato di morire, vero? Ciecamente, sei andato dietro a una certezza che non ti è mai appartenuta. Lo so Hidan, ti sento. Ma non devi preoccuparti, non c’è incertezza nel morire per il proprio credo.
Guardandoti ora, mi chiedo se mi avresti mai voltato le spalle. Non avevi bisogno di nulla di ciò che avrei potuto ancora darti.
 
…
 

Alla fine ero steso ma sveglio, e speravo di poter scappare.
“Jashin… ho paura.”