Anime & Manga > Sousei no Aquarion
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Autore: RobyLupin    28/08/2007    2 recensioni
Allora, rieccomi tra voi con la mia prima long-fiction! è stata scritta subito dopo la puntata 24, quando ancora non sapevo cosa sarebbe successo alla fine, e non tiene conto di quello che è successo nelle ultime due puntate... è, in pratica, la fine di Aquarion dal mio personalissimo punto di vista... Spero vi piaccia ^^!
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Apollo, Silvia de Alisia
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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*Roby si guarda attorno cauta, controllando che non ci sia nessuno armato di ascia pronto ad affettarla.*

Ciao a tutti!! *Nessuno fiata in quanto non c'è nessuno* Non so quanti di voi seguissero questa fiction, ma, per quelli che lo facevano, gomen-nasai! Non l'ho mai abbandonata (anche perchè è già conclusa da eoni, quindi c'è poco da abbandonare), ma tra le fiction nuove da seguire, la maturità e le vacanze, non mi è più venuto in mente di aggiornarla. Sono un disastro, lo so... Ontoni Goman!! ^^''''

Comunque, per quello che vale, ecco qui il terzo capitolo. è il mio preferito, perciò ditemi che ne pensate!

Intanto, un ringraziemento a RUBY e a glod_drangon, che hanno commentato lo scorso capitolo!!

Buona lettura!! ^^

CAP 3: RICORDI- parte I



L’Aquarion Sol abbatteva nemici su nemici quel giorno, trascinato dall’energia sprigionata dall’element di testa, che pareva combattere come un automa.
Apollo quel giorno, aveva un unico obiettivo che lo spingeva ad andare avanti: raggiungere Atlandia. Sentiva che la sua Silvia era là, e ci sarebbe arrivato ad ogni costo.
Era ormai alle porte della città degli Angeli, quando ebbe uno strano presentimento. Una forza che gli sembrava di conoscere bene. O, meglio, che una parte di lui parve riconoscere.
Si voltò, trovandosi davanti ad un Cherubin.
Strinse gli occhi: un Angelo delle Tenebre lo stava guidando. Ma non era Toma…
“Finalmente ci rincontriamo, Ali del Sole.”
“Moroha.” Ringhiò Apollo. “Che ci fai tu qui?”
“Mi deludi, Apollonius. Dopo tutti questi anni… Credevo che ti avrebbe fatto piacere rivedermi.”

“Che stai dicendo? Perché mi chiami così?”
“Non ricordi? Eppure mi conoscevi bene…”
Inaspettatamente, il Cherubin tentò di colpire l’Aquarion con una lunga lancia. Apollo riuscì miracolosamente a parare il colpo proteggendosi con le braccia, ma…
“Apollo, che ti succede?” Chiese allarmato Pierre. Apollo aveva uno strano sguardo assente, come se non stesse più con loro…
Come se stesse guardando lontano…

˜ FLASHBACK ˜
L’Angelo si guardò intorno annoiato. Era stanco.
Stanco di fare sempre le stesse identiche cose ogni giorno.
Stanco di combattere una guerra che non lo interessava più.
Stanco di massacrare gli esseri umani.
Stanco, perché non capiva più la furia omicida che sembrava così presente negli altri suoi simili.
Ecco, stanco…
“Cosa stai facendo Apollonius?” Una voce attirò la sua attenzione.
“Moroha, anche tu qui?” Rispose voltandosi verso di lui.
“La mia ultima battaglia si è conclusa vittoriosamente. Sono tornato a portare le mie offerte all’Albero della Vita.” Spiegò mostrando un ammasso di persone svenute che, molto presto, si sarebbero unite all’Albero, fornendo così il loro prana alla stirpe angelica.
Apollonius dovette trattenere un moto di disgusto. Si stupì: da quando gli importava di quegli esseri inutili? Cercò di fingersi interessato.
“Sono molti questa volta.”
“Trovi? Beh, si, ho fatto una buona caccia oggi… Tu piuttosto Apollonius, che cos’hai ultimamente? È da molto che non ti vedo uscire da qui. So che Toma è preoccupato. E non è da lui. Così come non è da un Angelo tuo pari assentarsi dai campi di battaglia così a lungo.” Non era un rimprovero si accorse Ali del Sole, solo un’osservazione fatta da un amico. Poi ci pensò su: era davvero ancora un amico per lui? E Toma… Cos’era ora, Toma?
Si voltò verso l’Albero della Vita: lì erano cominciati i suoi mali, se così si potevano chiamare. Lì era accaduto il fatto che gli aveva cambiato la vita, che aveva fatto in modo che si ponesse certe domande. Era giusto attaccare gli umani? E ucciderli? E rubar loro il prana? Era forse giusto come gli avevano insegnato? O no?
“Non ho nulla, Moroha. Sono solo stanco.” Rispose alla fine. “Grazie per l’interessamento, ma non ho niente. Ho solo bisogno di riposo. Ma non temere, parlerò a Toma.”
L’altro parve soddisfatto.
“Molto bene Apollonius. Allora ti lascio solo.”
E se ne andò, portando via con sé gli esseri senza ali.
Apollonius non riuscì a guardarli. Si voltò nuovamente verso l’Albero, e di nuovo si ritrovò a pensare a quel giorno.
Il giorno in cui le aveva offerto la mano.
Il giorno in cui lei gliel’aveva afferrata.
Il giorno in cui aveva capito cosa significava amare.
Perché lui l’amava, ormai ne era certo. E anche lei l’amava. Lo sapeva. Se lo erano detti tante volte…
Da quando gli importava di quegli esseri inutili?
Semplice, da quando aveva incontrato lei.
Da quando aveva incontrato Celiane.
˜ FINE FLASCHBACK ˜

“Ricordi ora, Apollonius?” Chiese beffardo Moroha.
“Ricordo.” Rispose Apollo tornando alla realtà.
“Bene, Ali del Sole. Spero che tu sia contento di rivedermi allora. In fondo, sono passati dodicimila anni.”
“Come lo ha chiamato?” Pierre era allibito.
“Vuol dire che lui… Che lui è il vero Apollonius!” Reika sembrava un automa mentre lo diceva. Guardò Apollo, ripensando alle parole dell’Angelo. “Vuol dire che… Che quegli orridi esseri… hanno ingannato anche Sirius. Lui se n’è.. se n’è andato perché è stato ingannato da loro!” La rabbia della ragazza stava aumentando pericolosamente.
“Oh, certo, è sempre un piacere immenso incontrarti Moroha!” Ribatté intanto Apollo. “Ma sai com’è, ora ho di meglio da fare che starmene qui con te a chiacchierare… Credimi, mi piacerebbe davvero starmene qui ancora un po’, ma proprio non posso… Sarà per un’altra volta, magari…”
“Spiacente, Apollonius. Devi solo combattere contro di me ora. Non devi fare altro.”
“Non ho tempo per i giochetti ora, Moroha.” Sbraitò allora il rosso tentando di allontanarsi. “Mi sembrava di essere stato chiaro.” Il Cherubin gli sbarrò la strada.
“Se vuoi rivedere i tuoi amichetti Apollonius, dovrete prima sconfiggere me.” Ribadì Moroha.
“Maledizione!” Apollo era indeciso: voleva arrivare subito a Silvia evitando combattimenti inutili, ma come poteva fare a evitare quell’Angelo guastafeste?
“Apollo” Intervenne Reika improvvisamente “Lascialo a me.”
“Come?!?” Chiesero all’unisono gli altri due ragazzi.
“Lasciatelo a me.”
“Ma Reika…” Tentò di protestare il rosso.
“Niente ma, Apollo! Hanno ingannato Sirius! L’hanno portato via da me con un inganno! Non posso fargliela passare liscia!”
Forse furono la rabbia e la potenza che la ragazza emanava, forse fu la sua decisione, o, forse, semplicemente Apollo capì quello che provava. Fatto sta che rispose:
“D’accordo, Reika. Fallo nero, mi raccomando!”
“Contaci, Apollo! Grazie…”
La fusione si sciolse, permettendo così ai tre element di ricostituire la fusione nell’Aquarion Luna.
“Preparati, Angelo delle Tenebre! Pierre, Apollo.”
“Sono con te, Reika.”
“Va bene, Reika: Faian (help, non so come si scrive l’urlo di Pierre!!!!! nda)."
“Tre diventano uno: Freccia Infuocata dell’Inganno. Per te, Sirius.”
“E per Chloe. Vai, Reika…” Mormorò Pierre.
Reika scoccò la freccia. Puntò dritta al cuore.
“Lo prendi, Reika!” Urlò entusiasta Pierre. Mancava poco all’impatto.
“È troppo facile…” Ribatté piano Apollo.
E aveva ragione.
All’ultimo secondo, il Cherubin si spostò di lato, evitando così il colpo di Reika.
“Apollonius, sei più sciocco di quanto ricordassi.”
“Sei sempre stato tu lo sciocco, Moroha. Ma non te ne sei mai reso conto.” Apollo poteva quasi vedere i muscoli facciali dell’Angelo irrigiditi per la rabbia, e non poté non sentirsi soddisfatto della cosa. “Eravate tutti degli sciocchi, e non ve ne siete mai resi conto. Siete ancora così ciechi…”
“Ciechi, Apollonius? Sei tu che non comprendi il quadro generale della situazione. Non l’hai mai fatto. Non hai mai voluto guardare in faccia alla realtà.
Lo sciocco sei tu, non capisci? Hai tradito tutta la tua stirpe per un’insignificante senz’ali. Chi mai può essere più stupido di te, Apollonius?”
Apollo sorrise.
“Non hai mai capito cosa significa amare, Moroha.”
“Amore? L’amore di cui tu parli, quello per un’umana…” Sputò il termine come se fosse stato qualcosa di altamente tossico per lui “… è indegno e impuro! Un amore del genere è pericoloso. Guardati, Apollonius. Guarda come sei diventato debole a causa di quell’amore!”
“Non sai quanto ti sbagli Moroha… Non sai quanto sono più forte ora…”
“Lo vedremo, Apollonius!” Urlò lanciandosi contro l’Aquarion.
“Reika!” Urlò Apollo risvegliando la ragazza che, intanto, aveva ascoltato assorta i loro discorsi. Così come anche Pierre del resto…
“Si!” Rispose lei saltando per schivare il colpo. “Shurikan (si scrive così??? Help please!! nda) di luce!”
“Poveri illusi.” Mormorò Moroha quasi divertito schivando facilmente il colpo. Di nuovo, afferrò saldamente la lancia, e la lanciò
“Prevedibile.” Commentò Reika. Troppo presto.
Moroha, approfittando della distrazione della giovane, colpì con un’altra lancia l’Aquarion al petto.
I tre element urlarono di dolore, e la fusione fu spezzata. Erano svenuti.
“Più forte dicevi, Apollonius?
Quando eri ancora degno di essere chiamato Angelo, non ti saresti mai fatto battere in questo modo… Stolto che non sei altro, credevi veramente che un’insignificante senz’ali sarebbe riuscita a sconfiggermi?” Recuperò la lancia, e si avvicinò al Vectro Sol. Alzò l’arma, e sorrise “Finalmente, dopo aver atteso dodicimila anni sognando questo momento, avrò la mia vendetta.
La vendetta di tutta la mia stipe.
Addio, Apollonius!”

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