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Autore: PrideWrath_Rose    06/02/2013    4 recensioni
Salve a tutti! ^^
Premetto dicendo che a questa Fiction ci tengo particolarmente, e che è la prima che scrivo **
La storia è incentrata tutta su un mio OC, ma la trama non è stata modificata rispetto al manga, se non per qualche problema che ho avuto con i periodi temporali della storia, quindi in molti casi ho "allungato" le pause (se non capite andando avanti con i capitoli ve ne accorgerete). Spero di aver fatto un buon lavoro con l'immissione di un nuovo personaggio nella storia e accetterò qualunque critica! ^^
Ovviamente non voglio farla girare tutta su una pairing, ho cercato in tutti i modi di rendere le scene "sentimentali" una cosa piuttosto secondaria, spero vi piaccia, in futuro vorrò anche disegnarla ^^
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Superbi Squalo, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti, Xanxus
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 8 – Scontro della pioggia (Parte 1)
 
Si trovava esattamente dove Reiko aveva previsto: nella sala del Dipartimento di Sicurezza dell’edificio scolastico. Erano piuttosto distanti rispetto la posizione di Dino e gli altri ragazzini, quindi non si preoccupò né di controllare di essere seguita né di rimanere in allerta per eventuali. Hibari era seduto su un raffinato divanetto in pelle che risiedeva al centro della sala, braccia divaricate e sguardo rivolto al soffitto. 
La luce lunare filtrava obliquamente attraverso la finestra e illuminava fiocamente gran parte della stanza. Nelle zone dominate dal buio si intravedevano manifesti che incitavano alla disciplina e al rispetto delle regole e un modesto assortimento di uniformi e armi antisommossa. Reiko chiese il permesso di entrare nella stanza e fu il minuscolo uccellino giallo a rispondere al suo posto, cinguettando e annuendo come fosse una persona in carne ed ossa. Lei sprofondò con un tonfo sul divanetto adiacente a quello già occupato ed assunse la stessa posizione del ragazzo. Trasse un enorme sospiro poi riaprì l’occhio non coperto dalla benda, l’immagine fu la stessa, nessuno dei partecipi della stanza si era spostato di un solo centimetro.
‹‹Hai di nuovo perso il controllo›› Hibari aveva ancora gli occhi chiusi mentre scandiva lentamente le parole alla sua interlocutrice, Reiko intuì subito che pur non mostrando nessuna emozione quelle parole dovevano essere interpretate come un rimprovero:
‹‹Taci›› Reiko era furibonda ed impaziente, tutti i suoi pensieri erano dedicati al ripugnante spadaccino che l’aveva umiliata e la rabbia era tornata a tormentarla. A fatica riuscì a controllare il lancinante dolore che le causava l’occhio, ergo riuscì malamente a nascondere il suo stato d’animo. Qualcosa in lei era cambiato o stava cambiando: i giorni di allenamento furono un boccone amaro da ingollare soprattutto a causa della sua totale inutilità, il suo scarso controllo della rabbia le impediva di poter scontrarsi con i due compagni e l’unico compito assegnatole fu medicare i feriti e osservare le loro battaglie; “Devi trovare il tuo scopo” le parole del compagno di ventura continuavano a perseguitarla nella mente, “Io ce l’ho uno scopo, vendicare la mia famiglia…ma non so neanche da dove iniziare” il messaggio che aveva ricevuto quando era ancora in Italia aveva perso quasi del tutto il suo valore iniziale, un’altra Famiglia ora richiedeva la sua attenzione, la Famiglia Vongola. Da quando era tornata in città dopo l’ “allenamento” del Guardiano della Nuvola si sentì una persona diversa, decise di seguire Hibari, che alla notizia che i Varia stessero distruggendo la sua amata scuola partì subito in soccorso di essa, e la prima brutta faccia che Reiko incontrò arrivata a destinazione fu proprio quella del membro dei Varia, e questo la innervosiva ancora di più, a tal punto da diventare lei stessa rozza, indulgente e facilmente irritabile. 
Il piccolo uccellino levò in volo e le si posò sulle gambe, Reiko lo ignorò. Hibari si ricompose e fissò torvamente la compagna, questo agitò ancora di più la ragazza che però tenne fisso lo sguardo sui suoi occhi:  
‹‹Perché lui?›› le sue parole erano scarne ma piene di significato. Paragonabili a lame taglienti che si abbattevano su di lei, denudandola del suo coraggio e della sua furia, lasciandole solo un filo di vergogna e imbarazzo. Lei non cambiò la sua posizione ma incupì ancora di più lo sguardo; non trovando risposta il ragazzo insistette:
‹‹lo guardi come se fosse la tua preda più ambita, non avrei mai rifiutato di mordere un erbivoro se non avessi capito quanto ci tieni ad abbatterlo. O forse c’è dell’altro che non vuoi trasparire? Mi sbaglio forse?›› Lui sorrise, deridendola come era solito fare.
‹‹Ti ho detto di stare zitto›› Reiko si alzò in piedi, ne aveva abbastanza delle sue frecciatine e dei suoi giochi contorti. L’uccellino svolazzò irato per un attimo e poi le si parò davanti, impedendole di andare via.
‹‹Non mi sbaglio.›› Hibari rise di nuovo, la sua risata denigrante ed irritante. Alzò il braccio in gesto di richiamo e il piccolo Hibird andò a posarcisi in un secondo. Lei ne approfittò per recarsi all’uscita ma fu bloccata di nuovo dalla sua voce:
‹‹Hey, erbivora›› Reiko si fermò e girò impercettibilmente il volto.
‹‹Cosa vuoi?›› finse sicurezza interiore e una durezza mai sentita dalle sue parole. Hibari prese un momento di pausa prima di rispondere, tempo che utilizzò per trarre un lungo respiro gustandosi l’impazienza della ragazza che attendeva un qualsiasi suo gesto:
‹‹concentrati sull’obiettivo…e mantieni la calma.››
Parole enigmatiche a cui Reiko non riuscì a carpirne del tutto il senso, si limitò ad andare via senza una risposta. 
Era confusa, irata e sola, decise di procedere verso la Sede Cavallone. 
 
La magione emanava come al suo solito un gradevole odore di pulito, lo splendido mobilio era in perfetto stato e in ogni dove i sottoposti si mobilitavano agli ordini del Boss della famiglia Cavallone. Egli ritornò a tarda sera, un paio d’ore successive all’arrivo di Reiko. I due si scambiarono un’occhiataccia ma lui non proferì parola per tutta la serata. La ragazza era ancora rabbiosa ma al contatto con i suoi occhi si sentì in colpa, per non essere stata sincera con lui, per non aver seguito i suoi consigli e per essere fuggita con Hibari al ritorno in città. Era un miscuglio indefinito di emozioni che con malavoglia riuscì a sopportare.
Seduta svogliatamente sul divano fissava il suo compagno agire silenziosamente, aprendo bocca solo per dare compiti ai suoi sottoposti, fino a quando non rimasero soli nella stanza.
‹‹Dobbiamo parlare.›› Il tono del Boss della Famiglia Cavallone era greve ed austero, una finta calma scivolava dalle sue parole mentre il suo sguardo cercava quello di Reiko, che non aveva nessuna intenzione di incontrare i suoi occhi.  
‹‹Non ho voglia di parlare con te›› Reiko era indiscussamente un ospite lì dentro, ma si sentiva troppo impulsiva, furiosa e stanca per indossare la sua maschera di gentilezza, il volto di chiunque la guardasse si trasformava nel viso dello spadaccino dei Varia, un volto schernente e giudicante che le faceva bollire il sangue nelle vene. Dino fu veloce e conciso:
‹‹Il mio è un ordine, non una richiesta›› Reiko strinse i pugni per la rabbia e ribatté:
‹‹E da quando ti sei messo a darmi ordini? So di cosa vuoi parlarmi ma io non ho voglia di sentire i tuoi stupidi rimproveri, non sono una ragazzina e so bene quello che faccio!›› alzò la voce, ma Dino non fu di meno:
‹‹No invece, non lo sai! Ti stai ficcando in una questione molto più grande di te, i Varia sono dei soggetti pericolosi e Squalo è uno dei membri più violenti e sanguinari di tutto il gruppo!›› A quel nome l’occhio ricominciò a dolergli, cercò di mantenere la calma come aveva consigliato il suo compagno ma fu molto difficile per lei. Stava iniziando a odiare Dino e i suoi modi da genitore premuroso, negli ultimi giorni non aveva fatto altro che preoccuparsi del suo bene sgridandola come fosse una bambina e questo iniziava ad infastidirla, avevano entrambi superato la maggiore età e non vi era molto che differenziava il carattere del ragazzo con il suo.
‹‹Cosa cerchi da lui? Vendetta? Risposte? Reiko, parlami. Sei troppo misteriosa ultimamente e non mi piace affatto che tu ti stia avvicinando a quegli uomini, sono pericolosi e non voglio che ti avvicini a loro.›› Ma lei lo stava facendo comunque. Dalle ricerche svolte venne fuori che ogni membro del gruppo fosse dotato di speciali talenti e che ognuno di loro possedesse un passato burrascoso e violento, la cosa incuriosiva Reiko a tal punto di vederli all’opera, sapeva che doveva impiegare il tempo a risolvere i misteri del suo passato piuttosto che informarsi su di loro ma c’era una qualche forza inspiegabile che la attraeva verso la loro formazione, i loro interessi e soprattutto verso chi li dominava, il figlio illegittimo del nono Boss Vongola: Xanxus.
‹‹Io..›› ci rifletté bene, nascondere i suoi pensieri a Dino era la cosa migliore che potesse fare, in compenso doveva dimostrare di essere forte abbastanza e soprattutto doveva dare una spiegazione del suo comportamento strano al suo amico,
‹‹Mi dispiace che ti stia preoccupando per me, ma ti posso assicurare che non voglio nulla da loro, il mio desiderio è quello di avere la rivincita sul membro di nome Squalo e nient’altro.›› Alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi, fino a quel momento non si accorse della sua espressione: le sue parole erano dure e pungenti, ma i suoi occhi erano colmi di preoccupazione, a tal punto da far sentire in colpa la ragazza.
‹‹Non interferirò con le prossime battaglie, né quantomeno mi avvicinerò oltre ai Varia, il mio obiettivo è scoprire il mio passato e così facendo mi sto solo allontanando dal traguardo›› una bugia detta a fin di bene. Reiko era molto confusa ma i suoi pensieri miscelati l’uno contro l’altro non superarono il furore che il suo occhio destro reclamasse, “Superbi Squalo”, continuava a chiamare con bramosia la voce dentro di se. Fu sorpresa da un abbraccio inaspettato, Dino la strinse forte e disse con tenerezza:
‹‹Non voglio che ti succeda niente di male, non farmi preoccupare, Reiko. Ti prego.›› lui fu talmente premuroso con quelle parole che Reiko per poco non lasciò perdere ogni suo pensiero. Ricambiò l’abbraccio e respirò il suo dolce profumo.
 
(Riferimento temporale della trama originale: KHR cap. 107)
 
‹‹Non mi sembra il caso di spaventarli, Reborn›› Dino fece la sua comparsa come era solito fare, uscendo fuori improvvisamente dal nulla seguito dai suoi fedeli sottoposti, ed insieme a lui c’era anche Reiko stavolta.
Il luogo della battaglia tra i Guardiani della Pioggia sarebbe stata la scuola, ma con grande sorpresa tutti gli spettatori si ritrovarono un un luogo angusto ed umido: il campo di battaglia si suddivideva in quattro piani scolastici semidistrutti e piani d’acqua, le sorelle Cervello, che monitoravano e arbitravano tutte le battaglie tra Guardiani, spiegarono ai partecipanti che la sala si sarebbe riempita a mano a mano d’acqua e che ci fosse la possibilità di incontrare qualche creatura marina feroce, questo eccitò ed incuriosì i due partecipanti ma spaventò anche i più deboli come Tsuna e i suoi amici.
Reiko non aprì bocca dal momento in cui arrivò, il suo antagonista dai capelli argentati non la notò o semplicemente la ignorò. Doveva fingere che non glie ne importasse nulla dopo la promessa fatta al boss della Famiglia Cavallone, quindi evitò in tutti i modi di incrociare il trucido sguardo dell’uomo o dei suoi confratelli. Si sentiva insicura e a disagio sapendo che avrebbe assistito ad uno scontro a dir poco sanguinario, tutto quello che voleva era studiare i movimenti e le debolezze dello spadaccino in nero, in modo tale da immagazzinarli nella memoria per il giorno che lo avrebbe affrontato e avrebbe ricevuto la sua rivincita, ma un’altra persona era presente quella sera, una persona che riuscì a farle riaffiorare svariati ricordi, scene soffuse e sconnesse del suo passato: si trattava del capo dei Varia, un uomo alto, duro e dall’espressione perennemente infuriata. Indossava la stessa divisa degli altri membri solo in modo molto più scialbo e svogliato, il suo viso era ricoperto da cicatrici color mogano e i suoi occhi erano rosso sangue. Incontrò lo sguardo di lei per puro caso e alla ragazza gli si congelò il sangue nelle vene, quello sguardo turpe, indagatore e furioso riuscì ad abbattere ogni sua sicurezza, fu come ricevere un pugno dritto nello stomaco, lei cambiò immediatamente direzione dello sguardo perché non fu in grado di sostenere i suoi occhi, ma quegli occhi le ricordavano qualcosa, nascosta nella sua memoria che voleva uscire fuori. L’occhio bendato iniziò ad inviare fitte atroci di dolore, e per Reiko fu quasi impossibile nascondere i suoi spasmi. Dino se ne accorse e le strinse forte la mano, lei cercò di tirare su lo sguardo e continuare a fingere di essere interessata per la sorte del simpatico ragazzo di Yamamoto Takeshi.
“Cosa diavolo ci faccio qui? E quell’uomo…Xanxus, lui sa qualcosa” l’occhio non le dava tregua, ma nel momento in cui il Boss sogghignò e andò via con nonchalance lei riuscì a calmarsi un po’, e a mantenere la sua maschera.
‹‹Visto che siamo a una vittoria e tre sconfitte non possiamo più perdere›› era l’acuta voce dell’infante di nome Reborn ad estendersi per tutto il piano, i ragazzini si esibirono in un rituale che erano soliti fare prima di ogni battaglia: si riunirono in circolo e incitarono colui che ben presto avrebbe iniziato le danze.
‹‹Non ci saranno limiti di tempo›› una delle due sorelle gemelle incitò o due partecipanti ad entrare nell’arena, Tsunayoshi implorò al suo amico Takeshi Yamamoto di stare attento, egli sfoggiò un suo grande sorriso e lo rassicurò. Reiko osservò Squalo balzare veloce fino a raggiungere il centro dell’arena, e prepararsi alla battaglia, fu solo in quel momento che i due si incontrarono con gli occhi, Dino era distratto nell’incitare il giovane giocatore di Baseball quindi la ragazza se ne approfittò per comunicare con lo spadaccino.
‹‹VOOOI preparati, che quando avrò finito con lui toccherà a te, e ti farò a pezzi.›› La sua voce roca e altisonante riecheggiò per tutta la sala, Reiko non rispose, ma la sua occhiata bastò per far capire a lui che era pronta, pronta per uno scontro dove uno solo sarebbe riuscito vivo.
 
Quando tutto fu pronto i due partecipanti entrarono nella sala, Squalo minacciò anche il suo rivale ed al segnale delle due sorelle iniziarono a combattere.

Angolo dell'autrice
Hoooooola amigos! BD
Premetto che questo capitolo non mi è piaciuto per niente, ma purtroppo non posso farci niente perché è stato veramente difficile riuscire a trovare qualcosa da far fare a Reiko prima dell'inizio della battaglia della Pioggia >_<
Vi assicuro che nel prossimo succederà finalmente qualcosa di epico, parola di Francesco Amadori (?)
Detto questo prometto che farò uscire i capitoli impiegandoci meno tempo per scriverli, è che molte volte mi blocco, vi chiedo perdono çAç
Ringrazio come sempre tutti i miei fan che mi seguono e mando loro un enorme bacione <3
   
 
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