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Autore: KuromiAkira    06/02/2013    3 recensioni
E ciò che era stato in passato, le parole che gli aveva detto, il tempo passato assieme agli altri bambini a divertirsi e ad aiutarsi gli uni con gli altri... tutto aveva perso di significato.
Era tutto falso, un’illusione.
Non rimaneva più niente.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jordan/Ryuuji
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Midorikawa Ryuuji, after Reize and the Aliea Academy'
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Midorikawa ricordava bene il giorno in cui, dopo la morte dei suoi genitori, venne portato al Sun Garden e presentato agli altri orfani.
I bambini li circondarono appena l'uomo fece il primo passo dentro il giardino, felici di rivedere il padre e incuriositi dal nuovo arrivato.
Era rimasto alquanto sorpreso nel constatare quanti fossero e, intimorito, aveva fatto qualche passo indietro.

"Noi siamo una grande famiglia."

Per convincerlo ad entrare, Kira Seijirou gli aveva messo una mano sulla spalla e gli aveva sorriso, rassicurante.
Il proprietario dell'orfanotrofio era un uomo grosso e non troppo alto, scuro di pelle e dai capelli molto corti. Somigliava vagamente alla statua del Buddha.
Aveva un'espressione tenera e dolce e anche la sua voce e le sue carezze erano calde e paterne. Si sentiva protetto, insieme a lui.

"E, da oggi, ne fai parte anche tu."

Gli anni successivi erano stati sereni e confusionari.
Con più di cinquanta bambini che vi abitavano, la sua nuova casa non era certamente il luogo più tranquillo del mondo.
Ogni giorno veniva coinvolto, o aveva occasione di assistere, alle discussioni e ai giochi più vari e strani, ogni tanto pure pericolosi.
Ma era molto divertente e, per quanto il pensiero di aver perso i suoi genitori ogni tanto tornasse a perseguitarlo, lui si sentiva davvero felice.
Si sentiva davvero parte di una famiglia. Voleva bene ai suoi fratelli e sorelle, per questo sperava di non essere mai adottato da nessuno. E così fu.

"Non c'è più nulla di cui avere paura, Ryuuji."

Ben presto le cose cambiarono e loro furono tutto meno che una famiglia.
Perché in una famiglia non esistono gradi. Un padre non rimane a guardare, senza intervenire, i suoi figli maltrattare e umiliare i propri fratelli.
La Aliea Accademy era un posto orribile, dove gli errori non erano tollerati e i deboli venivano disprezzati.
Guardava le persone con cui era cresciuto e nei loro occhi non riusciva più a scorgere nemmeno l'ombra dei bambini sorridenti e gentili che tanto amava.
Osservava il padre e nel suo sguardo vedeva solo severità, odio e desiderio di vendetta.
Non c'erano più quei caldi abbracci, non aveva più visto sul suo volto quell'espressione dolce e rassicurante.
Non erano più i suoi figli. Erano strumenti.
Loro non erano più fratelli. Erano colleghi, la cui maggioranza lo considerava un essere inferiore, in quanto privo di grado Master.
Non erano più una famiglia.

"Non preoccuparti. Non sei più solo. Noi ci saremo sempre."

E poi la sua squadra perse contro la Raimon, venne convocata da Seijirou.
Lo sguardo dell'uomo era così pieno di delusione e amarezza che non riuscì nemmeno a pregarlo di dargli un'altra possibilità, come si era proposto di fare.
Venne cacciato per un solo, piccolo, errore, lui e la sua Gemini Storm; costretti a percorrere il corridoio che portava all'uscita, sotto gli sguardi divertiti e beffardi degli altri.
E ciò che era stato in passato, le parole che gli aveva detto, il tempo passato assieme agli altri bambini a divertirsi e ad aiutarsi gli uni con gli altri... tutto aveva perso di significato.
Era tutto falso, un’illusione.
Non rimaneva più niente.

"Noi siamo la tua grande famiglia."

Aveva smarrito se stesso, fatto mille sacrifici per diventare un’altra persona, aveva compiuto azioni orribili, pur di compiacere il padre, pur di essere degno delle sue aspettative e per poter rimane lì con gli altri.
Ma aveva fallito ed era stato mandato via, senza alcuna pietà.
Non esisteva più nulla, dentro di lui.
Rimaneva solo il dolore di aver perso ancora una volta la sua famiglia; lacrime tanto simili a quelle che aveva versato da piccolo, quando gli avevano detto che i suoi genitori erano morti in un incidente, ma che non riusciva a sfogare; e quella orribile, straziante, sensazione di essere stato abbandonato e di non aver più un posto a cui fare ritorno.

"Te lo prometto."

- Sei un bugiardo, padre. -




EDIT aggiunto dopo la pubblicazione: alla fine ho deciso di creare, su EFP, una vera e propria serie su Midorikawa, e di inserirci anche questa fiction. Quindi 'Liar' entra ufficialmente a far parte della cronologia delle storie.
L'ordine delle storie, per il momento, è il seguente: Liar - Una brava attrice - Sick - Revenge.
E nulla, in un certo senso avevo bisogno di entrare un po' nella testa di Midorikawa e spiegare cosa ne pensava lui della Aliea.
  
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