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Autore: amanda91    06/02/2013    4 recensioni
Elena brama la vita, ma vive di menzogne. Damon è fuggito anni prima. Un incontro inatteso, destinato ad unirli. Due vite destinate ad incontrarsi, due anime destinate ad amarsi.
N.B= Tutti umani
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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POV DAMON

Annusò a fondo l’aria familiare non appena mise piede al Grill, constatando che nonostante quel tempo passato poco o nulla era mutato in quel luogo dove aveva trascorso gli anni più tormentati della sua vita. 
Alla fine era ritornato lì… prevedibile. Era l’unico piccolo pub in quell’anonima cittadina alle porte di Atlanta. Storse il naso… già che c’era tanto valeva farsi un drink.
“Damon?” 
Quando fu ad un passo dal bancone si sentì chiamare da un tono basso e rassicurante che ben conosceva. Ed infatti… era lui.
“Ehi Ric!” 
Si precipitò al suo fianco prendendo posto accanto all’uomo, che lo squadrò sbigottito e sorridente.
“Quanto tempo è passato? Che fine hai fatto? Sei sparito nel nulla!”
“Amico sai come vanno queste cose no? Fuggi dal padre tiranno, dalla stronza che ti ha prosciugato il conto, dal fratello che ti ha fregato la ragazza… e alla fine torni sempre a casa” scrollò le spalle con aria annoiata.
“Io ricordavo fossi tu ad averla fregata a lui!”
“Punti di vista… non ti ricordavo mica così permaloso?”  
Sorrisero.
“Come stai adesso?” gli chiese poi l’amico porgendogli un bourbon. Quando lo aveva ordinato?
“Senza un soldo. Bello, sexy e intelligente – ammiccò scherzoso – ma con un fondo fiduciario praticamente nullo”
“Ben venuto nel club!” brindarono e bevvero all’unisono.
“Perché non chiedi aiuto a tuo padre? In un paio di minuti avresti una lista di lavori per le prossime tre vite”
“Mi farei amputare una gamba piuttosto e lo sai – gli ricordò scocciato – non gli darei mai la soddisfazione di controllarmi come ha fatto quello smidollato di mio fratello!” 
“Sempre combattivo e orgoglioso, eh Damon? Prima o poi dovrai mettere da parte i dissapori se intendi restare. Infondo è la tua famiglia” gli rammentò il giovane uomo al suo fianco con aria saggia.
“Non so se resterò… in fondo ne vale davvero la pena?”
“Vale la pena sentirsi a casa” 
Ric e la sua saggezza. L’unica persona che in quegli anni davvero gli era mancata. La spalla forte che lo aveva sorretto nei periodi bui dell’adolescenza, un padre per lui, un fratello e un amico. Alcune cose non sarebbero mai cambiate.
 Sorrise, scuotendo la testa.
“Intendi restare per i prossimi sei mesi?” 
“Non lo so… perché?”
“Beh perché mi sposo… e già che ci sei sarebbe un peccato mancare al matrimonio del tuo miglior amico no?”
“No! Ti sei fatto fregare anche tu?” reclamò sorpreso. Cosa si diceva in quei casi? Avrebbe dovuto congratularsi? Allora quegli anni erano davvero trascorsi… per la prima volta avvertì il loro peso sulle spalle, lo smarrimento di chi torna alla vita e fatica a riadattarsi. 
Il tempo era davvero trascorso per tutti loro, soltanto lui era rimasto indietro.
“E’ una fede non una condanna!”
“La vedo più come un cappio al collo ma comunque… congratulazioni vecchio!”
Ordinò un altro amaro per brindare e si voltò nuovamente verso l’amico.
“E chi sarebbe la sposina?”
“Jenna. La zia di Elena… la ragazza di Stefan. L’hai conosciuta?”
Oh cazzo! Quella ragazzina bisbetica lo perseguitava! Non riuscì a nascondere l’espressione tra l’afflitto e il disgustato che gli piegò le labbra.
“Cos’è quella faccia?” 
“Niente di importante. Sono solo curioso di conoscere la donna che è riuscita a metterti in riga”
“E’ una ragazza straordinaria! Sai si prende cura di Elena e Jeremy da quando i loro genitori sono morti quindi penso che non ci allontaneremo molto di qui per il momento. Meglio così infondo… Avevo bisogno di fermarmi in un posto”
“Sono morti chi? I genitori di Elena?”
“E di Jeremy … si. Lo scorso anno. I ragazzi sono di Atlanta, si sono trasferiti qui dalla zia dopo l’incidente. Elena lavora con tuo fratello, lo sai no?”
Fece un cenno d’assenso senza aggiungere altro, impegnato a rielaborare la notizia.
“Jeremy frequenta il liceo qui a Mistic Falls, Elena invece ha rinunciato al college per  poter lavorare e rendersi autonoma. Sai Jenna non ha un lavoro stabile, e comunque Elena non avrebbe mai accettato di pesare sulle sue spalle. È così che ha conosciuto Stefan, dopo che tuo padre l’ha assunta. È una ragazza sveglia e brillante, peccato che non abbia continuato gli studi” constatò al termine della lunga delucidazione sorseggiando dal nuovo bicchiere ambrato. 
E allora era questo che intendeva la ragazzina quando gli aveva rinfacciato di non sapere nulla di lei. Quella era la sua storia, il suo passato, e il dolore che a tratti le aveva letto in fondo agli occhi.
“Tuo fratello è stato un grande aiuto per lei… Damon ci sei?” lo richiamò notando l suo sguardo distante e perso. Lo rassicurò con un gesto del capo. Aveva perso la facoltà di colloquiare? 
Quello stesso pomeriggio, poche ore prima soltanto, l’aveva accusata di essere un’arrampicatrice sociale in cerca di guadagno facile… e allora? Non era colpa sua! Non sapeva tutta la storia, era lecito che dubitasse della sua buona fede! E poi anche lei non era stata molto gentile con lui… si erano feriti in due! Non aveva nessuna colpa, nulla da rimproverarsi. Oh al diavolo! 
Scolò d’un fiato l’ennesimo ordine di amaro e ne chiese un altro.
“Questa città mi fa venire voglia di affogare nell’alcool!” spiegò sbuffando nervoso. Era inquieto e non ne capiva al motivo. Che fosse davvero il senso di colpa? 

POV ELENA

Il grill quella sera era stranamente affollato, notò con disappunto mentre guardandosi intorno focalizzava Ric seduto al bancone con accanto… con accanto Damon. Di male in peggio. Lo aveva lasciato a casa e se lo ritrovava al bar. In un buco di paesino avrebbe dovuto abituarsi a vederlo sbucare da ogni dove. Sbuffò seccata soffermandosi un po’ troppo ad osservarlo.
“Chi è lo splendore accanto a Ric?”  
Caroline si era accorta della direzione presa dal suo sguardo.
“Indovina un po’? mister simpatia” 
Si avvicinò a loro seppur controvoglia. Intendeva ordinare, non certo rimanere di guardia tutta la sera e scaraventarsi al bancone solo quando il signorino si fosse deciso a smammare.
La bionda era alle sue spalle.
“Perché non me lo presenti?”
“Perché non ci parlo”
“Ma come sei pignola! Avete avuto una piccola discussione! Ti sembra un buon motivo per non rivolgergli la parola?”
“Ma non era uno stronzo dal quale girare alla larga fino a… mezzo minuto fa?”
Erano ormai vicine e lui dovette notarle perché per un istante le parve che si fosse rivolto a scrutarla con occhi diversi. Più esitanti, meno altezzosi e fieri.
“Certo che è uno stronzo! Ma è un gran bel pezzo di … stronzo!” spiegò ovvia la biondina.
Un sorrisino impertinente si disegnò sulle labbra del diretto interessato che adesso le squadrava apertamente. Probabilmente il suo ego rispondeva al complimento che era certa avesse ascoltato.
“E’ un idiota Care!” precisò in risposta fissando lui.  Voleva che capisse quanto la sua sola presenza la infastidiva.
“Ragazze ciao! -Ric le accolse caloroso e paterno com’era solito con lei - Conoscete Damon?” 
“Per mia immensa sfortuna l’ho conosciuto ieri mattino” precisò seccata lanciandogli occhiate torve.
“Ah, si? Eppure ero convito di averti già vista… forse in qualche festa?” rimandò il ragazzo con finto buonismo, rivolgendole poi un sorriso di vittoria che scorse per fortuna soltanto lei. Quell’uomo aveva tutta l’intenzione di provocarla, e non era per niente certa di voler raccogliere la sfida.
“Impossibile – mentì spudoratamente – mi sarei ricordata di una faccia da schiaffi come la tua” 
“Non ti stanchi mai di tanta serietà Elena? Dovresti scioglierti un pochino… ti offro da bere! Preferisci dello spumante o passiamo direttamente alla vodka?”
Cazzo! L’aveva osservata quella sera prima di avvicinarla? Fece mente locale ma non ricordò il suo viso nella sala. L’aveva vista bere e per questo si era avvicinato con l’intenzione di approfittarne? Prevedibile. Damon aveva tutta l’aria di chi non si sarebbe fatto il minimo scrupolo a servirsi di una donna ubriaca. Eppure… eppure era anche il tipo d’uomo che fugge con il cuore a pezzi da una delusione d’amore, pronto a lasciare tutto per dimenticare una donna. Chi era davvero quel ragazzo? Un uomo ferito da un amore totalizzante e sfortunato o uno stronzo approfittare e sfrontato dalla battuta tagliente e rabbia negli occhi? 
“E cosa ti aspetti che accada precisamente dopo avermi offerto da bere? Ti aspetti forse che le mie gambe si aprano magicamente a te?” domandò sprezzante e pungente con un sorrisino.
“Oh Elena mi offendi se pensi questo di me! Non approfitterei mai della donna di mio fratello!” con le mani sul petto a fingersi risentito e un tono tutt’altro che serio e rassicurante riuscì a sdegnarla e provocarla di rimando. Strinse la mascella al limite della sopportazione intenzionata a non dargli l’ultima parola, ma fu Ric ad intromettersi nel tentativo di placare gli animi.
“Ok ok ho capito… non vi sopportate neanche un po’. Potete sempre continuare domani ad insultarvi visto che Damon sarà nostro ospite a cena”
“Non vedo l’ora” ancora quel sorrisino spiego arrogante! Sfrontato altezzoso e buffone bastardo!
“Penso che domani avrò da fare. Andiamo Care?”
Pose fine al pessimo incontro con un saluto fugace.
“Ok avevi ragione. È uno stronzo” sdrammatizzò l’amica raggiungendola ad un tavolino appartato e lontano dai due.
“Non capisco come sia possibile che Ric gli sia amico!” sbottò irritata dall’inusuale coppia.
“Beh però… il fascino non gli manca” 
“Care!” la rimproverò più irritata del dovuto. Cosa ci trovava di bello in quel tipo? si ok apparte l’adorabile contrasto tra gli occhi color mare e la massa indomita di capelli corvini riversi sulla fronte… o forse era il fisico asciutto e non eccessivamente pompato. O era l’aria da bello indomabile? Peccato che lasciasse a desiderare tutto il resto.
Stefan entrò proprio in quel momento ancora con indosso i vestiti formali del lavoro.
“Ciao!” con un bacio a fior di labbra si accomodò accanto a loro. 
“Ho appena conosciuto il tuo adorabile fratellino… dove lo nascondevi?”
Care e la sua schiettezza… le strappò un sorriso nonostante la tensione non l’avesse ancora abbandonata del tutto.
“Non chiederlo a me!” 
“Hai ragione… potrei chiederlo direttamente a lui” constatò accompagnandosi con una risatina civettuola. 
Il suo ragazzo alzò le mani in segno di resa “Nel caso non venirmi a dire che non ti avevo avvertita”
La bionda sbuffò e per sua fortuna la conversazione prese pieghe diverse, abbandonando ben presto quel terreno minato.
 
 
  
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