Libri > Orgoglio e Pregiudizio
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Autore: MM_White    07/02/2013    11 recensioni
Cosa sarebbe accaduto se Elizabeth avesse promesso a Lady Catherine de Bourgh che non avrebbe sposato suo nipote Darcy? Questa storia comincia proprio da qui, per reinventare il finale. Oltre all'orgoglio e al pregiudizio si insinueranno tra i due protagonisti molti altri sentimenti, come la Passione.
«Ebbene sì, provo dei sentimenti per lei,» disse allora Darcy con impeto «che cosa cambia adesso? Ti rispondo io: niente! Io rimarrò Darcy, l'uomo ricco e arrogante, padrone di Pemberley, lei invece rimarrà Elizabeth, con i suoi libri, la sua ingratitudine e i suoi pregiudizi. Non potremo mai stare insieme».
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Darcy, carissimo amico mio,
Come primissimo argomento vorrei elencare le motivazioni per le quali ti scrivo con enorme ritardo dalla tua ultima lettera e in qualche maniera giustificare e soprattutto scusare tale ignobile mancanza.
La prima motivazione riguarda, come ben saprai, la poca dipsonibiltà di tempo. Durante l'arco della giornata sono sempre impegnato dietro quella vecchia e triste scrivania, non ti nego che mi manca terribilmente la spensierata e calda stagione estiva. Ma un pensiero rallegra il mio lavoro, ovvero quello che presto potrò finalmente sposare la mia amata Jane. Tuttavia, per quanto possa essere lieto e fausto, anche questo evento, o meglio la sua preparazione, mi sottrae molto di quel tempo che potrei invece impiegare con in mano foglio e calamaio e scriverti.
La seconda motivazione è forse la più importante. Sei a conoscenza del fatto che dopo domani ci sarà la festa di fidanzamento qui a Netherfield. Volevo non solo rinnovarti il mio invito ma avevo oltremodo intenzione di invitare la carissima Lady Catherine de Bourgh e sua figlia Anne. Per fare ciò avevo bisogno naturalmente del consenso della cara Jane. Mi rendo conto che Fitzwilliam Darcy di Pemberley non ritrae mai la parola data e che se afferma che non andrà mai ad un ballo, seppur la festa di fidanzamento del suo migliore amico, allora non ci andrà mai, cascasse il mondo! Ma, amico mio, nel caso dovessi cambiare idea dopo aver letto questa lettera, giuro che non proferirò parola con nessuno di quello che mi avete detto e promesso quella mattina a Londra. Se al solo pensiero di essere scoperto ti assale una sensazione di angoscia, puoi anche bruciare questa lettera adesso stesso santodio! Dunque, se dovessi venire, presenta la tua cara cugina come tua dama.
Se ti stai chiedendo cosa potrebbe mai farti cambiare idea, questo non saprei, chiamalo pure intuito.
I giorni qui a Netherfield si stanno rivelando cupi e tediosi senza la tua presenza. Entrambe le mie sorelle sono in gran fermento per il ballo. Preparano tutto nei minimi dettagli e Caroline sembra stia preparando il suo matrimonio anzichè il mio. Credo infatti che desideri con tutta se stessa che le nozze arrivino presto anche per lei. Ma un pensiero simile sfiora tutti, prima o poi, soprattutto le fanciulle. Ho sentito dire che perfino la signorina Elizabeth Bennet, che inizialmente sembrava tanto restia ad innamorarsi, abbia ricevuto ieri una proposta di matrimonio e sembra proprio volerla accettare. Per quanto riguarda il nome del pretendente non ci crederesti mai ma si tratta di mio cugino Oliver!
Ma basta divagare su argomenti così frivoli. Siamo pur sempre uomini non dovrebbero interessarci tali pettegolezzi non è così?


In attesa di una tua risposta,
Tuo eccetera eccetera.



Darcy avvicinò leggermente la lettera al viso e strabuzzò gli occhi. Non era mai stato tanto incredulo e sconcertato in vita sua. «Ho sentito dire che perfino la signorina Elizabeth Bennet, che inizialmente sembrava tanto restia ad innamorarsi, abbia ricevuto ieri una proposta di matrimonio e sembra proprio volerla accettare.»
Rilesse quelle righe molte volte, alcune di queste anche a voce alta. Poi continuò la lettura, « Per quanto riguarda il nome del pretendente non ci crederesti mai ma si tratta di mio cugino Oliver!».
«Non ci posso credere» sussurrò.
Darcy si alzò di scatto dalla scrivania e si voltò verso la finestra. Immobile, con le mani congiunte dietro la schiena, ripensava a quelle parole scritte con tanta superficialità da Bingley. L'amico aveva solo accennato alla notizia della proposta di matrimonio ma sapeva che così facendo avrebbe colpito Darcy nel profondo. Era stata una mossa ben studiata e ciò risultava al quanto strano dato che si stava parlando di Charles Bingley, un gentiluomo tanto ricco quanto ingenuo.
Nella stanza regnava il silenzio. L'uomo, con i suoi occhi neri e imperscutabili, osservava il paesaggio che gli si prospettava dinanzi. Nonostante l'inverno fosse ormai alle porte, i giardini di Pemberley si mostravano dietro quelle finestre in tutto il loro splendore. Nella mente di Darcy affioravano numerosi ricordi collegati a quei giardini. Alcuni riguardavano il periodo dell'infanzia, quando rincorreva Wickham tra le siepi ben curate. Altri riguardavano momenti meno felici e in cui si era già più grandi. Ma man mano che gli anni trascorrevano, che gli arbusti di Pemberley si ergevano sempre più vicini al cielo e che Georgiana diventava sempre più bella, nella mente di Darcy, nonostante fosse arrivato all'età di 28 anni, non si era mai fatto vivo il desiderio di contrarre matrimonio. «Ma un pensiero simile sfiora tutti, prima o poi».
Le mani congiunte dietro la schiena di Darcy divennero di colpo dei pugni. Pugni serrati che perfino un gentiluomo come lui non riusciva a sciogliere. Nel suo cuore si insuò un sentimento molto simile al rimpianto e nella sua testa vi era spazio per un solo viso, quello di Elizabeth Bennet. Quei begli occhi lo avevano stregato, e poi anche la sua intelligenza e il suo spirito. E quel sorriso.
Non gli aveva mai concesso il privilegio di assaporare da vicino quel dolce sorriso. Quando le era di fronte ella sembrava provare solo antipatia e disprezzo. Eppure da qualche parte nel suo cuore qualcosa gli diceva che non era sempre stato così. Che c'era stato un momento, se pur breve, in cui avrebbe potuto regalare quei sorrisi anche a lui. Ma adesso li rivolgeva forse ad Oliver?
Le mani si aprirono improvvisamente e vacillarono dietro la schiena per poi essere puntate con forza contro il vetro. L'urto fece vibrare la finestra. «Perchè,» disse con i palmi aderenti al vetro gelido, «perchè hai scelto lui e non me?»


«Ma un pensiero simile sfiora tutti, prima o poi, soprattutto le fanciulle».


Quando la servitù aprì le porte di Netherfield, il cielo notturno aveva già messo in mostra le sue stelle più incantevoli. Alcune di queste, tuttavia, camminavano sulla terra e quella sera si trovavano tutte nell'Hertfordshire per la festa di fidanzamento tra Charles Bingley e la splendida Jane Bennet.
Netherfield non aveva mai assistito ad un ballo più sfarzoso di quello. Ognuno indossava l'abito più bello che aveva a disposizione ed il banchetto era a dir poco impeccabile.
Il padrone di casa mostrava un sorriso più radioso del solito che rivelava tutto l'orgoglio e la felicità di avere al suo fianco una dama tanto dolce e graziosa. La famiglia Bennet al completo, non poteva che fare quello per cui erano tanto famosi: deliziavano la vista degli ospiti. Mary cercava il momento buono per interrompere l'orchestra e incominciare a suonare il piano, Kitty camminava da un tavolo all'altro con un bicchiere di vino in mano, in attesa di un invito a ballare. La signora Bennet, più contenta che mai, urlava la sua gioia ad ogni conoscente. Solo il signor Bennet, con l'aria annoiata, sembrava volersi distaccare da tanta allegria.
Mentre Oliver, con gentilezza, chiedeva ad Elizabeth di farle da dama alla prossima danza, un' enorme carrozza varcò i cancelli di Netherfield. Vicino a tutte le altre carrozze, seppur alcune fossero state costruite con materiali pregiati, appariva ancora più evidente la sfarzosità del tiro a quattro che attraversava in quel momento il prato. Dapprima scese un elegante e composto Darcy, subito dopo Lady Catherine e Anne de Bourgh aiutata dal cugino.
Quando i tre illustri personaggi entrarono nella sala, per qualche secondo calò il silenzio. Gli ospiti scrutarono gli ultimi arrivati con un'aria di alta riverenza, stupefatti dalla sontuosità che appariva da ogni loro minimo movimento, per poi ritornare subito dopo a ballare e a far chiasso. Anche Elizabeth, con sua grande sorpresa, notò il loro arrivo, ma aveva deciso di reagire con l'indifferenza. Non avrebbe dovuto mostrare nessun segno di cedimento, dalle sue parole non doveva trapelare la minima insicurezza e i suoi occhi erano stati già avvertiti di non rivelare il ben che minimo rammarico o sentimento d'amore. Guardò Oliver con un sorriso e posò una mano sul suo palmo.
Stavano per iniziare le danze.
Bingley e Jane si avvicinarono a Darcy e alle dame di Rosings porgendo i loro saluti. Jane appariva più timida del solito mentre Bingley, radioso e per niente sorpreso, era sinceramente contento di rivedere il suo amico. Invitò Darcy a prendere la signorina de Bourgh sottobraccio e qualche minuto dopo fu chiamato da un altro gruppo di gentiluomini.
Lady Catherine de Bourgh parlava senza sosta, richiamando più volte l'attenzione di Darcy ma quest ultimo faceva guizzare non poche volte lo sguardo verso la folla. Insospettita da quello strano atteggiamento, Lady Catherine fece una smorfia.
«Ti ricordo che sei venuto qui, caro Darcy, presentandoti come il cavaliere di mia figlia.» Disse aspramente la nobildonna. Darcy la guardò per un istante per poi rivolgere nuovamente il capo verso la festosa sala.
«Lo rammento zia, nonostante ormai sia avezzo a frequentare questi luoghi campagnoli non vorrete sostenere che abbia perso del tutto il senso delle buone maniere».
Lady Catherine sorrise soddisfatta.
L'orchestra cominciò a suonare una quadriglia e le dame con i rispettivi cavalieri presero posto al centro della sala. Tra i danzatori Darcy riuscì a scorgervi Elizabeth e per qualche secondo tra i due ci fù uno scambio di sguardi. L'uomo deglutì di fronte a tale amabile bellezza, non aveva mai visto Elizabeth tanto sorridente e gioiosa. Ballava con Oliver.
Un pensiero gli squarciò la mente come un lampo a ciel sereno, si chiese se Elizabeth avesse realmente accettato la proposta di matrimonio di quel gentiluomo.
Se fino a quel giorno non gli era mai interessato osservarlo, adesso Darcy esaminava Oliver sotto ogni punto di vista. Era certamente un gentiluomo che tra le dame non doveva passare inosservato: educato, affabile e per di più affascinante. Ma non era l'uomo giusto per Elizabeth, questo lo sapeva. Erano troppo simili l'uno all'altro e Darcy, nelle anime gemelle ansimanti di incontrarsi, non vi aveva mai creduto. Egli credeva invece negli amanti che a volte provano odio o disprezzo, credeva ad un sentimento più realistico di un amore incondizionato.
Quando l'ultima nota della danza attraversò il salone, i cavalieri e le dame fecero un breve inchino e si allontanarono. Elizabeth sorridente al fianco di Oliver, si dirise verso Bingley e Jane.
«E voi quando danzerete?» Chiese ridendo.
«Quando saranno giunti tutti gli ospiti signorina Bennet,» rispose allegramente Bingley, «questa è di certo la festa più bella di tutta la mia vita!»
«Ancora per poco caro cugino,» intervenne Oliver «questa è di certo una bella festa, ma fra non molto parteciperai a quella che te la cambierà completamente, la vita».
Elizabeth notò il rossore sul viso della sorella.
«E il tuo amico Darcy non balla?» Domandò Oliver, «è forse troppo nobile per concedersi il piacere di una danza?»
«La danza non dovrebbe deliziare l'anima di un ricco,» interruppe frettolosamente Elizabeth «ma l'anima di un innamorato».
«Mi state forse dicendo che Darcy non sia innamorato? E quella dama che è al suo fianco chi sarebbe se non la sua amata».
Elizabeth si voltò con uno scatto e guardò Anne de Bourgh reggersi al braccio di Darcy. Il ricordo del suo magro corpo coperto dall'abito da sposa, la fece trasalire.
«Un gentiluomo di tutto rispetto non si sottrarrebbe mai ad accompagnare sua cugina».
«Non credo che adesso si tratti solo di sua cugina.» Intervenne Bingley dopo un colpo di tosse. «Si vocifera che da ieri i due possono essere considerati fidanzati ufficialmente».
Incredula Jane alzò lo sguardo verso Bingley per poi guardare il volto di sua sorella. Elizabeth finse di non essere per niente toccata da quelle parole.
«Lady Catherine sarà al settimo cielo, deduco». Disse con un tono che non riusciva a nascondere l'amarezza.
Quando Elizabeth e Oliver si allontanarono, Jane guardò meravigliata Bingley.
«Ma non avevate detto che avete invitato voi Lady Catherine de Bourgh?» Chiese cuoriosa la ragazza, «non sapevo che il signor Darcy fosse fidanzato con sua figlia».
«Infatti non lo sono.» Rispose Bingley con un sorriso mentre Jane era ancora più perplessa. Poi, rivolgendo lo sguardo in direzione di Elizabeth continuò: «ma lasciamoglielo credere».


«Mia cara e dolce futura signora Bingley». Sussurrò il gentiluomo. Troppo imbarazzata, Jane fece finta di non aver sentito quell'ultima frase pronunciata con tanta tenerezza. Il rossore sul suo viso, tuttavia, tradì quell'imbarazzo e al solo pensiero che Jane avesse sentito, Bingley arrossì a sua volta.

   
 
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