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Autore: MarySue94    07/02/2013    3 recensioni
Louis Tomilson è in realtà Superman, il mitico eroe che difende la città di New York.
Si è scoperto gay da poco e nonostante tutto - una fidanzata psicopatica, una famiglia poco normale e tutti i guai del caso- conduce un'esistenza tranquilla. Per quanto tranquillo possa essere uno con l'esistenza simile alla sua, certo.
Ma cosa succede quando si trova a chiedere aiuto ai cosiddetti Vendicatori?
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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tf3 Fandom: Oh, uhm... Questo è un cross-over, ma penso che io possa tranquillamente dire One Direction :D
Titolo: The One-Avengers
Paring: Larry [of course!] Ziam, NiallxNonvelodicoperchèsonotantobastarda, accenni di Zerrie e di LouisxEleanor. E accenni di Haylor LOL
Rating: Giallo/Arancio
Genere: Comico, Romantico, Demenziale e Avventura
Avvertimenti: Tenere fuori dalla portata dei bam-ehm, non è questo, vero? Okay... Allora, è un crossover, quindi AU, What if...?, Slah allo stato puro, Het e tanta altra bella roba
Contesto: Si, i ragazzi sono dei superboys. Il che rende la qui presente autrice una ragazza molto ma molto cattiva.
Louis è Superman, Liam, Harry, Zayn e Niall fanno parte di un altro gruppo di super eroi... Indovinate un pò chi!
Riassunto: Louis Tomilson è in realtà Superman, il mitico eroe che difende la città di New York.
Si è scoperto gay da poco e nonostante tutto - una fidanzata psicopatica, una famiglia poco normale e tutti i guai del caso- conduce un'esistenza tranquilla. Per quanto tranquillo possa essere uno con l'esistenza simile alla sua, certo.
Ma cosa succede quando si trova a chiedere aiuto ai cosiddetti Vendicatori?
Note: Volevo essere originale... Ci sono riuscita? :D
Bene, questa storia nasce come regalo - no, non voleva essere uno scempio ma lo è diventato- quindi boh... Lascio a voi l'ardua sentenza. Vado a rifugiarmi in Columbia per scappare ai vostri pomodori!
Disclaimer: I ragazzi non mi appartengono, non ci guadagno nulla e nessuno qui mira ad offenderli. Se non siete slasher, fuori dalle palle. Nessuna Eleanor/Perrie/Taylor è stata maltrattata in questa storia



The One-Avengers

Capitolo 1
Superman


«E io le ho detto: ma certo che puoi! Porta anche tua nonna se vuoi, sono sicuro che apprezzerà!»
Eleanor scoppiò a ridere di gusto, portandosi graziosamente il tovagliolo alla bocca mentre Louis mandava giù un sorso di quel fantastico vino bianco - frizzante al punto giusto, proprio come piaceva a lui- osservandosi intorno.
Le Magnifique era il ristorante migliore di tutta New York e Louis amava mangiare lì, con lo sguardo rivolto verso il mare e in sottofondo la musica classica che Paul, il capo cameriere, sceglieva personalmente dal suo vasto repertorio di conoscenze: e, anzi, Louis poteva praticamente dire di esserci cresciuto, in quel ristorante, dato che sin dal suo trasferimento al collage, aveva eletto quel locale tra i suoi preferiti e si era attirato le simpatie dei proprietari e dello staff che vi lavorava.
Ma, modestia a parte, Louis sapeva benissimo di essere simpatico ai tre quarti della popolazione mondiale.
Riportò la sua attenzione alle sue pennette al salmone e gamberetti - che Penny, la capo chef, aveva sapientemente spolverato di parmigiano- e se ne portò una forchettata alla bocca, assaporando il gusto delicato del pesce unirsi a quello più deciso del formaggio e del pepe.
«Oh Louis, non passavo una giornata così da secoli...» la mano di Eleanor, casualmente poggiata sulla sua, lo distrasse dalla sua degustazione culinaria e Louis spostò lo sguardo su di lei.
Che Eleanor Calder fosse una bella ragazza era abbastanza risaputo; era carina, con un viso dai tratti gentili e dolci incorniciato da capelli scuri sempre sapientemente acconciati.
A Louis Eleanor piaceva abbastanza. Gli piaceva il suono della sua risata, della sua voce, il fatto che lei gli lasciasse sempre la ciambella con più glassa e il caffè più caldo: gli piaceva persino il suono caldo che le sue labbra producevano quando lo chiamava e gli piacevano i suoi occhi scuri.
Ma sostanzialmente, loro due avevano già provato a stare insieme e, per tre anni, la cosa era andata piuttosto bene. Almeno finchè, tornato a casa da un turno piuttosto massacrante alla redazione del giornale dove entrambi lavoravano, Louis non aveva trovato la sua ragazza avvinghiata a quello che aveva tutta l'aria di essere Phil Collins, il perfettino ''so tutto io'' che lavorava proprio nella scrivania accanto a quella del ragazzo, e invece di incazzarsi come sarebbe stato giusto aveva afferrato le chiavi della sua Lamborghini ed era andato a mangiare una pizza, come se niente fosse successo.
Il giorno dopo l'aveva scaricata in modo piuttosto teatrale davanti agli occhi attoniti dei loro colleghi con il piagnucolio insistente di Phil in sottofondo: e, doveva ammetterlo, benchè non fosse esattamente orgoglioso di quello, si era sentito decisamente meglio, dopo.
Ma da allora Eleanor aveva cominciato a provarci spudoratamente, sperando di tornare insieme. Cosa che ovviamente Louis voleva evitare con tutte le sue forze; così tolse la mano dalla sua con un sorriso falso.
«Mi fa piacere» disse semplicemente, tornando a concentrarsi sulla sua pasta. Sentì Eleanor sbuffare, forse arrabbiata per quell'ennesimo colpo fallito, ma decise di non darle peso mentre finiva con tutta tranquillità il suo primo.
A Louis Eleanor piaceva abbastanza, non totalmente. Il che costituiva una grandissima differenza.
Forse, se ne fosse stato davvero innamorato, la sera in cui aveva aperto la porta e aveva scoperto il tradimento - ultimo di una lunga lista, aveva scoperto in seguito- avrebbe dovuto infuriarsi, picchiare Phil e magari fare una scenata coi controfiocchi prima di sbattere teatralmente, come piaceva a lui, la porta e andarsene a passo di marcia da quella casa lasciando Eleanor in lacrime.
Una scena degna della peggior sop opera argentina, insomma.
Ma il punto era proprio quello. Lui non era decisamente innamorato di Eleanor, anche perchè - e questo l'aveva scoperto l'anno dopo aver mollato la ragazza, quando si era trovato sulla scrivania del veterinario che curava Kevin, il suo piccione ( aveva letteralmente un piccione, sporcaccioni!) per una presentazione del suo... altro piccione- era gay.
Si, avete capito bene.
Era gay, e questo spiegava il fatto che avesse comportamenti da primadonna mestruata in ogni secondo della giornata, non abborriva l'idea di indossare magliette con unicorni e arcobaleni e aveva scoperto che il sesso era decisamente molto più appagante.
Quando lo aveva detto a sua madre e alle sue sorelle queste avevano sorriso e lo avevano abbracciato, dicendo che in fondo avrebbero dovuto aspettarselo.
Quando lo aveva detto ai suoi amici, questi avevano detto che era ovvio perchè insomma, se Louis era etero Lady Gaga era una suora di clausura dedita al vintage e al ricamo.
Quando l'aveva detto alla sua ex, lei si era rifiutata di crederci.
Il che comportava un sacco di problemi e scocciature di varie dimensioni.
«Louis... Quando capirai che il nostro è vero amore e che devi superare questa fase?» piagnucolò Eleanor, poggiando il bicchiere con il vino sulla tavola per afferrargli la mano. Il ragazzo la guardò seccato, ritraendo la mano dalla presa mortale della ragazza.
«Caspita El, ne abbiamo già parlato! E' stata una bella storia, ma io sono gay! Come Freddy Mercury, come Adriano e Antinoo! Non è una fottuta fase!»
«Ma se tu ci concedessi una seconda possibilità...»
E a quel punto Louis ne ebbe abbastanza. Aveva seriamente voglia di piangere e di urlare di fronte a quella testardaggine, ma si rese conto che forse avevano attirato un pò troppo l'attenzione e non era il caso di continuare quella conversazione un pò scomoda.
Anzi, era decisamente il caso di dare un taglio netto.
Si alzò con uno scatto, attirandosi lo sguardo della maggior parte dei commensali presenti nel ristorante, e le puntò un dito contro.
«Per far cosa, scusa? Stavolta sarei io a farti diventare simile al papà di Bambi, Ellie. No, tante grazie» detto ciò recuperò il suo treanch, comprato quando aveva iniziato a seguire Supernatural, un omaggio al mitico angelo Castiel e si diresse verso l'uscita del ristorante a passo di marcia.
«Ma Louis...»
Naturalmente la ignorò, sentiva che le avrebbe rotto il setto nasale con un pugno ben assestato e tante grazie ma non era fan della violenza sulle donne e si diresse verso il cameriere alla cassa per pagargli il conto, ma Odette, la proprietaria del locale, gli mise una mano sulla spalla con un sorriso.
«Dai, torni la prossima volta»
«No, stai tranquilla...»
«Sul serio ragazzo, hai bisogno di riposare un pò» insistette la donna, con fare materno, accarezzandogli il braccio prima di dargli una scherzosa pacca sul sedere e fargli l'occhiolino.
Louis le sorrise e annuì - accidenti, doveva ricordarsi di farle un regalo enorme per Natale- prima di uscire dal locale con le mani affondate nelle tasche del treanch.
Era una bella giornata di primavera e il sole baciava i tetti di New York. Si sentì quasi al sicuro mentre camminava per le strade diretto al parcheggio, ma un rumore improvviso attirò la sua attenzione.
Doveva correggersi: New York non era mai stata un posto sicuro. Ma era per questo che amava quella città così tanto, al tal punto da...
Louis Tomlison corse con quanto fiato aveva in corpo verso il punto da cui proveniva il rumore e lo vide. Un enorme grattacielo che si piegava, corroso dalle fiamme che ne bruciavano le fondamenta, persone che urlavano...
Louis si tolse il treanch e si strappò quasi la camicia mentre guardava su, verso un grattacielo che crollava ed ecco che il suo stemma emerse.
Una S rossa in un diamante dello stesso colore su uno sfondo giallo.
Perchè si, Louis Tomlison era Superman, l'eroe che ogni giorno metteva a servizio della città i suoi poteri per salvare persone indifese; ma, e bisognava ammetterlo, Louis si chiedeva perchè la gente non lo riconoscesse mai visto che ciò che effettivamente cambiava nella sua persona era l'assenza di occhiali e un paio di mutande sui pantaloni.
Ma il suo lavoro era salvare la gente, non farsi quelle domande.
E poi il costume lo aveva cucito Lottie, per cui...
Oh, come dite? Ma sicuro! Certo, ora dovrei iniziare raccontandovi la storia di come Louis venne trovato dai suoi genitori terrestri, neonato, in una navicella e di come crebbe tra la gente sentendosi inadeguato per quei poteri - supervelocità, raggi X e super forza- che la Natura stessa si era compiaciuta di regalargli.
Dovrei raccontarvi la sua travagliata storia fino alla nascita di Superman, forse.
Beh si dovrei.
Ma credo che ci siano cose più importanti di cui occuparsi, al momento...




  
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