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Autore: Lucreziaaaas    07/02/2013    19 recensioni
«E adesso mi vuoi spiegare chi è questo Conor?» disse interrogativa.
«Hai presente ieri sera? I messaggi? Il figlio del tipo di mia madre?»
«Cosa? Ti sei presa una cotta per il tuo futuro fratello?»
«Tecnicamente lui non sarà mai mio fratello. E poi no, non è una cotta. Semplicemente ho il suo nome scalfito nel mio cervellino» le dissi mentre eravamo quasi praticamente arrivate alla Scheeme High School.
«No Lucy, dai è impossibile. Mi hai anche detto che non era figo!»
«Io ho detto che ce n'erano di più belli. Ma ciò non toglie che lui sia bello comunque»
«Senti, che ne dici di ripensare a Malik? Così ti scorderai questo Conas»
«Conor»
«Dove?»
«No dico, si chiama Conor, non Conas»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai di soprassalto con la fronte imperlata di sudore. Guardai l'ora sulla mia fidata sveglia, segnava già le sette del mattino. Mi alzai dal letto, buttando il piumone in fondo ai piedi ma rimanendo lo stesso seduta sul materasso con lo sguardo rivolto verso un punto fisso del pavimento. Che sogno. C'era Conor con un mazzo di rose rosse in mano, ed era nel bel mezzo di un prato, e continuava a fissarmi, anzi non mi staccava letteralmente gli occhi di dosso, io avevo un mezzo sorriso sul volto pensando realmente che quei fiori fossero indirizzati a me, ma non appena feci un passo per avvicinarmi a lui, un'altra ragazza gli andò in contro prendendo le rose e abbracciandolo come se fosse il suo orsacchiotto di peluche. Oddio. Perché faccio questi incubi sul mio quasi futuro fratellastro? 

Mi alzai definitivamente dal letto aprendo le finestre per far entrare quella luce fioca che un cielo stranamente piovoso stava emanando. Era metà ottobre e il sole si era nascosto ormai da quasi un mese. Pioggia, pioggia e ancora pioggia. Mi mancava terribilmente l'Irlanda, i miei amici, mio padre, il mio migliore amico Niall e tutto quanto riguardasse la mia vecchia vita. 

Sospirai pesantemente per poi avviarmi verso il mio grande guardaroba di mogano bianco laccato. Lo aprii ed estrassi un semplice paio di Leggins che calzavano a pennello con le mie gambe lunghe e snelle, presi un maglione di lana rosa e le mie fidate Converse bianche. 

«Buongiorno tesoro, pronta per iniziare una nuova settimana?» strillò mia madre mentre mi versava il latte caldo.

«Non proprio, mi mancano le vacanze» dissi annoiata e sorseggiando il mio latte.

«Non ti preoccupare io e Carl stiamo organizzando un week-end in montagna, sono sicura che è quello che ti ci vuole» disse lei, felice e raggiante come non mai. Dovevo ammettere che vederla così solare e allegra, metteva di buon umore anche me. Era una gioia poter finalmente constatare che era uscita dalla sua depressione causata da papà. Però il week-end in montagna con Carl e il suo piccolo figlioletto-zombie, non mi attraeva più di quel tanto. Chissà se sarebbe rimasto muto per l'intero week-end.
Conor Maynard.
Eppure per quanto non ci trovassi niente di interessante in lui, il suo nome mi piombava in testa almeno cinque volte al minuto, questo voleva dire ogni dodici secondi. Ero riuscita perfino a sognarmelo di notte.

«Un week-end in montagna? Cosa si può desiderare di meglio?» dissi ironicamente verso mia madre che però parve non riuscire a cogliere la punta di sarcasmo nella mia voce.

Dopo aver raccattato i libri e averli messi nella mia borsa, uscii di casa strillando un saluto a mia madre.

L'aria pungente di Londra mi si insinuava nelle ossa, mentre una leggera pioggerellina ticchettava sul mio ombrello. Come ogni mattina attesi l'arrivo di Mery davanti al Caffè sull'angolo tra la mia via e la sua. Dopo tre buoni minuti di attesa eccola arrivare. Mery era stata una delle poche ragazze che mi aveva accolta senza nessuna esitazione, mi ero trovata subito bene insieme a lei, e ormai erano tre mesi che la conoscevo e non potevo desiderare amica migliore. Era come se la conoscessi da sempre, era una ragazza con i piedi per terra, intelligente, scaltra e terribilmente amante della moda. Eravamo molto simili su alcuni aspetti, ma al contempo, totalmente diverse su altri. 

«Ehy scusa il ritardo, ma Louis ieri sera se n'è andato tardissimo e stamattina svegliarsi è stato un trauma» mi disse, in tono di scuse. Louis era il suo fidanzato storico, mi aveva raccontato che stavano insieme da due anni. Lui era più grande e aveva già finito la scuola, era un ragazzo simpatico e terribilmente innamorato di Mery.

«Tranquilla. Mi devi aiutare. Io sono in panico, il suo nome mi continua a piombare in testa, inventiamo il risucchia pensieri?»

«Parli di Malik? Senti, lo so è davvero figo. Ma non pensavo che ti piacesse fino a questo punto. Ascoltami, hai presente Harry? Quello riccio, amico di Malik insomma. Beh da qualche settimana ha iniziato a salutarmi quando mi vede in giro, anche se precisamente non so il perché. Comunque posso farmi coraggio e far sì che ti presenti a Malik. Va bene? Poi dimmi che non sono un genio» mi disse lei convinta. Ascoltarla mentre diceva quella miriade di cose insensate, mi fece scappare un sorriso.

«Ma scema, non parlo di Malik. Parlo di Conor» le confessai. Mery si fermò in mezzo strada e mi puntò gli occhi addosso.

«E adesso mi vuoi spiegare chi è questo Conor?» disse interrogativa.

«Hai presente ieri sera? I messaggi? Il figlio del tipo di mia madre?»

«Cosa? Ti sei presa una cotta per il tuo futuro fratello?»

«Tecnicamente lui non sarà mai mio fratello. E poi no, non è una cotta. Semplicemente ho il suo nome scalfito nel mio cervellino» le dissi mentre eravamo quasi praticamente arrivate alla Scheeme High School.

«No Lucy, dai è impossibile. Mi hai anche detto che non era figo!»

«Io ho detto che ce n'erano di più belli. Ma ciò non toglie che lui sia bello comunque» 

«Senti, che ne dici di ripensare a Malik? Così ti scorderai questo Conas»

«Conor»

«Dove?»

«No dico, si chiama Conor, non Conas»

«Fa niente, pensaci però Lucy. Vado a lezione io, ci vediamo dopo» disse stampandomi un bacio sulla guancia e abbandonandomi da sola all'ingresso della scuola. Mery aveva la mia età ma lei non frequentava i miei stessi corsi, l'unico in comune era storia dell'arte, che si teneva solo un paio di volte a settimana.

Mi guardai intorno notando che i corridoi erano ormai del tutto vuoti, aprii velocemente l'armadietto mettendo dentro alcuni libri e poi mi avviai verso l'aula 4B al secondo piano.

Entrai, aprendo lentamente la porta che emise un piccolo cigolio capace di far alzare il capo a quasi tutti gli altri studenti già seduti e concentrati nei loro banchi. Il professore mi diede uno sguardo complice invitandomi a prendere posto in uno dei pochi banchi rimasti liberi. Scrutai alla ricerca di un posto tra le prime file, con scarsi risultati. Gli unici posti liberi erano quelli in ultima fila. Di solito dovrebbe essere il contrario, ma le lezioni del Professor Campbell erano famose per essere delle vere e proprie lezioni di vita, di conseguenza nessuno voleva starsene dietro alla classe e farsi un sonnellino. Nessuno, tranne Malik. 

Presi posto vicino a lui, appoggiando a terra la mia borsa. Lui alzò la testa verso di me.

«Ehm posso?» sussurrai. Lui non rispose e fece solo cenno di si con la testa. Probabilmente l'avevo distratto dalla sua pennichella.

Tirai fuori il quaderno degli appunti e iniziai a seguire la lezione. Il professore stava parlando dell'assuefazione. Non in riferimento solo alle droghe, in riferimento all'amore, al cibo, alle persone e agli oggetti.

«Ogni persona è naturalmente predisposta ad amare ed essere amata, ma la maturità nel sentimento dell’amore è un conseguimento grande e, come tale, richiede impegno, cura, sacrificio, coerenza, lealtà, verità. E come diceva il grande Paulo Coelho, Amare è come una droga: all'inizio viene la sensazione di euforia, di totale abbandono. Poi il giorno dopo vuoi di più. Non hai ancora preso il vizio, ma la sensazione ti è piaciuta e credi di poterla tenere sotto controllo. Pensi alla persona amata per due minuti e te ne dimentichi per tre ore. Ma, a poco a poco, ti abitui a quella persona e cominci a dipendere da lei in ogni cosa. Allora la pensi per tre ore e te ne dimentichi per due minuti. Se quella persona non ti è vicina, provi le stesse sensazioni dei drogati ai quali manca la droga. A quel punto, come i drogati rubano e s'umiliano per ottenere ciò di cui hanno bisogno, sei disposto a fare qualsiasi cosa per amore.»
Mentre il professore paragonava la droga all'amore, io pensavo a mia madre. Sì, probabilmente Carl era diventato la sua droga, anche se forse dopo solo tre uscite era un po' esagerata come cosa. Ma in fondo io che ne potevo sapere dell'amore?

Ascoltavo interessata le parole del professor Campbell che avevano ormai catturato l'attenzione dell'intera classe. Malik, al contrario degli altri, era stravaccato sul suo banco con il braccio appoggiato alla testa. 

«Che stronzata l'amore» disse a bassa voce. Lo ignorai. In fondo era bello tanto quanto stupido e menefreghista. Da sempre Malik era ritenuto il latin lover, dongiovanni della Scheeme High School mi aveva informata Mery, e io avevo potuto constatarlo durante quei due mesi di scuola. E adesso avevo anche avuto la conferma della sua superficialità. Che razza di idiota. Ero sicura che Conor credesse nell'amore. Aspetta cosa? Ancora Conor?

«Tu ci credi nell'amore?» una voce mi richiamò dal mio stato di trance, Malik che mi rivolgeva la parola?

«Ehm, perché no? Anche se non ho mai provato cose così profonde!»

«E sai perché?»

«Beh forse non ho ancora trovato la persona giusta» gli risposi mantenendo il contatto visivo.

«Vedi di trovarla questa persona giusta, biondina» disse lui con voce piatta. Che cosa voleva dalla mia vita?

La campanella avvisò l'intera classe che la lezione era terminata. Malik raccolse i suoi libri e lasciò l'aula senza degnarmi di un ultimo sguardo. Io rimasi seduta a fissare nel vuoto. «Vedi di trovarla questa persona giusta, biondina». E a lui cosa importava della mia vita sentimentale? La persona giusta l'avrei trovata sicuramente, col tempo e con la pazienza, ma non vedevo perché mai dovesse dirmele un perfetto sconosciuto queste cose.

Conor Maynard. Cazzo basta. Avrei voluto avere il cervello atrofizzato, dovevo togliermi dalla testa questo maledetto nome, che ormai mi stava perseguitando.

 

 


«E poi mi ha chiesto se secondo me l'amore esisteva, beh io gli ho detto di sì, ma che comunque non avevo ancora trovato la persona giusta. Poi alla fine se n'è uscito col fatto che devo trovarmi qualcuno da amare» dissi senza neanche prendere fiato, rivolta verso Mery che mi scrutava con lo sguardo di un pitone assassino.

«E sarà mio compito affibiarti un ragazzo super sexy. Che ne dici di Malik appunto?»

«Mmh, è bello ma non mi fido di lui, e poi è superficiale»

«Che ne sai? Ha una reputazione, beh non delle migliori, ma nessuno l'ha mai conosciuto così bene da potersi permettere di giudicarlo.» disse alzando le spalle.

Eravamo nel cortile di fronte alla nostra scuola ed io le stavo tenendo compagnia mentre lei aspettava che Louis venisse a prenderla. Mery continuava a parlare, io però avevo smesso di ascoltarla quando un biondo con gli occhi azzurri e la giacca blu, aveva catturato la mia attenzione. Carl aveva detto che Conor frequentava la Lincol High School, che si trovava esattamente di fronte alla mia scuola, ma non pensavo che l'avrei addirittura incontrato. A stento riuscivo ad incontrare gli studenti della mia scuola, figuriamoci quelli della scuola di fronte. Il mio sguardo era inchiodato su di lui, era insieme ad un altro ragazzo, un amico. Probabilmente il solo e unico. Le parole di Mery mi giungevano lontane all'udito. Ero come ipnotizzata e ammaliata. Ma cosa mi stava succedendo? Come poteva un semplice incontro a cena, aver creato così tanto scombussolamento nella mia testa? 

Un mano si fece spazio davanti ai miei occhi. Mery stava sventolando il suo palmo di fronte al mio sguardo incantato.

«Lucy, Lucy ci sei?»

«No, Conor»

«Ancora lui?»

«Mery cazzo, coprimi»

«Dov'è?»

«Ragazzo a ore dodici con la giacca blu, e le Blazer rosse» dissi per poi mettermi esattamente dietro di lei.

«Ma è biondo»

«E quindi?»

«Non è così bello, è magro, si veste male. Cosa ci si può trovare in uno così?»

«Oh scusami tanto Regina d'Inghilterra. Solo perché non si veste all'ultima moda, non vuol dire che non sia un ragazzo adatto a me»

«Tu ti vesti firmata, come puoi guardare uno così?»

«Ho imparato a non essere così superficiale. Ci sono altri valori oltre all'aspetto estetico, sai»

«Ma davvero? Valori tipo?»

«Beh, la gentilezza, la simpatia, la fedeltà, e tanti altri»
«Sisi, come vuoi. Ma vuoi mettere un Malik super sexy ad un Conor super sfigato?»

«Ma che c'entra? Ovvio che sceglierei Malik, ma non ci sarebbe niente di male a stare con uno come Conor»

«Non potrai starci. Sarà tuo fratello»

«No, non sarà mai mio fratello. Al limite un fratellastro acquisito»

«Incesto»

«Non sarebbe un incesto. E poi comunque stiamo parlando del nulla dal momento che tra me e Conor non c'è assolutamente niente»

«Ma tu pensi a lui»

«Si, ma mi passerà» dissi stufa delle sue continue accuse. 

«Oh guarda c'è Louis» le dissi indicando il suo ragazzo sulla sua bellissima BMW bianca.

«Ciao Lucy, mi raccomando ragiona e fai la brava. Ci sentiamo dopo» disse mandandomi un bacio volante. Le sorrisi, per poi avviarmi a piedi verso casa.

Mentre camminavo, sentii una presenza farsi spazio di fianco a me. Mi girai quasi spaventata vedendo un ragazzo. L'aria era piuttosto famigliare, probabilmente era uno studente della Scheeme High School. Si, per forza. Dovevo averlo visto nei corridoi. Ma certo era l'amico di Malik. Quello che si era messo a salutare Mery. Cosa voleva da me?

«Ciao» provai a dire, dal momento che mi fissava senza proferire parola.

«Ciao, piacere Harry» disse porgendomi la mano.

«Lucy»

«Ehm, non faccio queste cose di solito, ma.. beh ecco tieni» disse porgendomi un bigliettino di carta mezzo strappato.

«Cos'è?»

«All'interno c'è un numero, non è il mio numero. è di un mio amico, lui mi ha chiesto di dartelo» disse quasi intimidito. 

«Beh grazie, ma poteva darmelo questo tuo amico. Non aveva il coraggio?»

«Io devo andare» disse sorridendo per poi girare i tacchi ed andarsene. Aprii il pezzettino di carta, trovandovi un semplice numero di telefono scritto malamente con una biro ad inchiostro blu. Sotto al numero c'era scritto in piccolo il nome "Zayn". Zayn, Zayn Malik? Ehm, beh quanti Zayn conoscevo? Solo uno. 

Lo misi nella tasca della mia giacca vento, consapevole del fatto che non l'avrei mai chiamato. Anche se, detto onestamente, il fatto di avere il suo numero non mi dispiaceva. Dovevo dirlo a Mery. Insomma, il più figo della Scheem High School mi aveva fatto avere il suo numero di telefono. Certo che per la reputazione che aveva Zayn Malik, poteva benissimo darmelo lui senza bisogno di un piccione viaggiatore.

Nel giro di una decina di minuti arrivai davanti a casa, mi fermai qualche secondo giusto per riuscire a centrare il buco della serratura con le chiavi.

«Mamma sono a casa» urlai.

«Tesoro, sono in cucina»

Non appena la raggiunsi, potei, non troppo felicemente, notare che a tavola era seduto Carl. Speravo solo che, adesso che si erano effettuare le dovute presentazioni, mia madre non prendesse il vizio di invitarlo a casa ogni santo giorno.




Smile
Sono tornata, fortunatamente ho trovato il tempo di aggiornare, ultimamente la scuola mi sta tipo ammazzando e sono sprovvista di tempo materiale per fare le mie cose. Che triste destino che ha in serbo per me la vita. Va bene basta!
Iniziano i primi "casini" e credetemi se vi dico che siamo solo all'inizio:)
VOGLIO RINGRAZIARE TUTTE COLORO CHE L'HANNO MESSA TRA LE PREFERITE/SEGUITE/RICORDATE, E TUTTE QUELLE CHE HANNO RECENSITO. Non sapete che piacere che mi fa leggere i vostri pareri.
Se volete su Twitter : _Lucreziaaaa
Per qualsiasi cosa chiedete pure, 
ADDIEUXXXXXX, Twitter: @Lucreziaaaa_ Facebook: Lucrezia Efp
much love.

 

   
 
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