Fanfic su attori > Orlando Bloom
Segui la storia  |       
Autore: CelsteKiss    28/08/2007    4 recensioni
"...Orlando la seguì, salendo le scale che portavano alla terrazza all'aperto. Sentiva i lunghi veli sfiorare i muro, e il suo profumo lo guidava. Finalmente la vide, alla fine della lunga scalinata. Perfetta, bella da sembrare quasi irreale, appoggiata alla ringhiera, immobile sotto la pallida luce lunare. La maschera che aveva sul viso risplendeva, e i suoi occhi lo invitavano ad unirsi a lei. Orlando camminò lentamente, e quando fu abbastanza vicino, gli fece la domanda che gli ronzava in testa da quando l'aveva vista giù al bar.
- Chi sei?- le chiese, semplicemente.
Lei, per tutta risposta, gli poggiò un dito sulle labbra, sorridendo, pregandolo di stare in silenzio. Poi si avvcinò, e lo baciò, dolcemente, come se fossero stati due bambini anzichè due adulti. Il ragazzo, stupito da quel gesto, le prese il volto tra le mani, e accarezzando, rispose al bacio..."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Orlando Bloom
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

...Tell me who are...

-Beautiful girl-

Charter one

 

La metropolitana scorreva velocemente tra i binari, tagliando il vento con la stessa precisione di un coltello. I diversi panorami si susseguivano veloci, come in un grande film di cui solo lei poteva assistere alla proiezione. Ed era bello, perché era sola. Sola circondata da gente che non conosceva, che si spintonava, si parlava e restava in silenzio. Ma infondo, quando non si conosce nessuno, si è soli.

La ragazza si mise una ciocca di capelli neri dietro l’orecchio, e messi gli occhiali, smise di contemplare il finestrino per dedicarsi ad altro.

Leggere un libro? No, lo aveva letto neanche mezz’ora fa.

Sgranocchiare qualcosa? Escluso anche questo. Non aveva fame e l’odore di chiuso le aveva fatto passare l’appetito.

Creare un dialogo con qualche persona nella metrò? Proposta bocciata in partenza. Nessuno sembrava in vena di parlare come due vecchi amici. Anzi, la tensione per l’annunciato ritardo non aveva contribuito di certo a placare gli animi.

Sprofondò nel sedile, stranamente morbido, visibilmente annoiata.

Tanto valeva fare un riposino, almeno quando sarebbe arrivata a Londra, si sarebbe potuta specchiare sulle vetrine dei costosi negozi senza sobbalzare all’indietro dallo spavento.

Si accoccolò meglio e chiuse gli occhi. Neanche il tempo di prendere sonno, che il cellulare dentro la borsa prese a squillare, disturbando i suoi neuroni con un fastidiosissimo trillo spaccatimpani, che sua sorella definiva “una suoneria appena udibile”, che infastidì tutto lo scompartimento.

Molti occhi si piantarono su di lei, indignati dalla terribile mancanza di rispetto.

“Cavolo ma dove ho messo il cellulare? Questa borsa è così grande che non riesco mai a trovare niente. Ma dove l’ho messo...”

Proprio in quel momento, un bambino iniziò a piangere, aumentando il rumore di già molto forte. Alcuni si tapparono le orecchie, mentre tante piccole goccioline di sudore imperlarono il suo viso.

“Ci mancava anche il bambino. Ma dove sarà...Ah eccolo!” pensò sollevata, quando la sua mano sfiorò il displey del telefono, sul quale lampeggiava il nome “Dylan” accompagnato da un numero.

Lo prese alla svelta e pigiò il tasto verde.

- Ciao amore, dove sei?- chiese la voce dall’altro capo del telefono.

- Oh Dylan, sei tu. La suoneria mi ha fatto prendere un infarto, e c’è mancato poco che tutte le persone presenti mi cacciassero dal vagone. Comunque sono ancora nella metrò, ma dovrebbe mancare poco per arrivare a Londra.-

- Sei sicura che questo lavoro non ti sfinirà?- chiese di nuovo, apprensivo.

- Sono felice che ti preoccupi per me, ma sai come sono fatta. Quando mi metto in testa una cosa è difficile che cambi idea...-

- Questa è una delle qualità per cui ti amo-

- Sì...lo so...- rispose, titubante, giocherellando con il ciondolo del cellulare.

“Prossima fermata, Londra centro. Si prega a tutti coloro che hanno questa fermata di prepararsi a scendere, portando con se tutti i bagagli. Sperando che il viaggio sia stato di vostro gradimento, vi auguriamo buona permanenza nella capitale” gracchiò una voce dall’alto del vagone metropolitano.

- Ti devo salutare Dylan. Ti richiamo appena posso-

- D’accordo, spero solo che non ti innamorerai di tutti i vip che dovrai intervistare-

La ragazza sorrise tristemente e chiuse l’apparecchio. Mise a tracolla la borsa e afferrò saldamente la valigia contenente tutta la sua roba. Appena le porte si aprirono, l’aria londinese fu un toccasana dopo tutte quelle ore di quell’aria insopportabilmente usata.

Si guardò intorno, e con decisione estrasse un foglietto tutto stropicciato sul quale era scritto un indirizzo.

Redazione del Times. Via...lesse velocemente, per poi appallottolarlo e rimetterlo nella tasca dell’giacchetto. Si strinse la sciarpa e partì alla volta del suo nuovo lavoro.

                                                     *     *     *

I tacchi a spillo degli stivaletti producevano uno strano rumorino camminando sopra il marciapiedi. La ragazza era vestita alla meglio, per fare una buona impressione al capo redattore e ai cittadini inglesi. Sotto il giacchetto infatti, indossava una maglia a maniche lunghe bianca a collo alto,  dove spuntava una collana di perle nere abbastanza lunga che le arrivava all’ombelico; sotto portava dei pantaloni scuri che si incastravano alla perfezione all’interno degli stivaletti color madreperla, e se non fosse stato per il fatto che nessuno avrebbe visto il suo elegante abito, almeno finché coperto dall’ampio impermeabile, era davvero molto bella.

L’unico problema e che lei non se ne rendeva conto. O meglio, lo sapeva ma era troppo occupata a fare altro per mettere in atto ciò che la Natura le aveva dato.

Così, trascinandosi dietro l’ampia valigia, camminava a testa bassa, combattendo contro il freddo della Londra mattutina, cercando di raggiungere il Times.

E quando finalmente varcò le soglie della fatidica redazione, si pettinò delicatamente i lunghi capelli neri leggermente mossi, che lei detestava, ed entrò.

- Lei è la signorina Baster?- chiese con tono professionale un’occhialuta signora dietro la scrivania, squadrandola dall’altro in basso non appena varcò la porta.

- Sì sono io. Il signor Gray dovrebbe attendermi nel suo ufficio- rispose, poggiando a terra la valigia.

- Aspetti un attimo che controllo...- le disse questa, sfogliando febbrilmente un blocco per gli appunti – Ah...eccola qui. Signorina Rachel Baster, ufficio cinque, corridoio due, la prima scala a destra. Si troverà davanti all’ufficio in un attimo-

Rachel la guardò, sconcertata. Quella donna era una macchina. In mezzo secondo le aveva detto talmente tante cose che non aveva capito assolutamente niente.

- Come scusi?...Potrebbe ripetere...-

La segretaria la guardò, alzando un sopracciglio in modo professionale, per poi voltarsi di spalle.

- Prenda l’ascensore. Al quarto piano, sempre dritto- le suggerì, controllando distrattamente alcune pratiche.

Rachel le sorrise, raccattando la borsa e dirigendosi verso l’ascensore.

- Ah...E benvenuta al Times.-

La ragazza sorrise ancora, mentre le porte dell’ascensore si chiudevano davanti a lei.

Passò alcuni minuti in silenzio, a riflettere. Aveva fatto bene ad accettare quel lavoro a Londra? Lei amava lavorare per il giornale della sua città, eppure c’era qualcosa che l’aveva spinta a partire. E faceva male ogni volta che ci pensava.

Forse l’amore non era poi tutta questa grande bellezza, si disse, appoggiando ad una parete dell’ascensore, che continuava a salire. Forse l’amore faceva più male di qualsiasi altra cosa. Per questo aveva deciso di allontanarsi da tutto, lasciandosi alle spalle Dylan, senza rimorsi. Non voleva più innamorasi. Era una cosa da adolescenti, non da donne adulte con una carriera sulle spalle.

Basta. Aveva promesso a se stessa che non si sarebbe più fatta sorprendere dall’amore, soprattutto adesso, che aveva deciso di dare una svolta alla sua vita.

Appena le porte si aprirono, capì che quello era il primo passo per tradire la sua promessa.

- Benvenuta tra noi Rachel. Io sono Gray Carrol, i tuo nuovo capo- le urlò in faccia un uomo piuttosto alto, con due enormi ma simpatici baffi, stringendole la mano con una forza inaudita, mettendoci un notevole entusiasmo.

- Molto piacere- rispose Rachel, tenendo il braccio per paura che gli si staccasse.

- Sai Rach, posso chiamarti Rach? È un bene che tua sia arrivata, perché dal tuo curriculum ho letto che hai una particolare esperienza con i personaggi famosi. E tu sai che da queste parti bazzica parecchia gente dei piani alti, a cominciare da...- disse, cercando con la mano libera un giornale sepolto sotto parecchi altri, per poi estrarlo con rapidità, indicando con l’indice la copertina -...lo straparlato e strafamoso Orlando Bloom. Bene, voglio che tu mi faccia immediatamente un’intervista su di lui. Lo troverai in settimana al party in maschera che la sua ex ha annunciato a tutto il mondo. Ti vestirai elegante e ti mescolerai tra la folla, e intanto cercherai di fargli qualche domanda. Tutto chiaro?-

- Si certo, ma...- parlò Rachel, dubbiosa.

- Beh, allora? Che fai ancora qui? Muoversi, muoversi...io ho un giornale da mandare avanti e tu- le urlò ancora, puntandole il dito contro – hai una importantissima intervista da scrivere. Fuori!-

In un attimo, Rachel si trovò fuori dall’ufficio, bagagli alla mano, con il suo primo incarico, e la certezza che all’amore, almeno per ora, non avrebbe pensato.

Ma tutti possono sbagliare.

 

Spero di aver suscitato in voi molta curiosità, perché questa ficcy riserverà parecchi colpi di scena. xxxBaCiOtTixxx by CelsteKiss

p.s: Voglio ricevere molte recensioni, così mio padre mi lascia il pc, e in + sono motivata a scrivere!!!

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Orlando Bloom / Vai alla pagina dell'autore: CelsteKiss