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Autore: Charlie_Pace89    28/08/2007    4 recensioni
Marta e Nicola. Frequentano la stessa scuola, ma non si sono mai visti. Un giorno le loro strade si incroceranno, e questo cambierà la loro vita, e quella dei loro amici
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo III

Capitolo III

 

Oggi era il giorno X. Nicola aveva studiato un piano infallibile per trovare la ragazza che invadeva i suoi sogni. Se frequentava quel liceo, lui oggi lo avrebbe scoperto.

Aveva stampato dei moduli, pieni di domande idiote. Avrebbe detto alla prof di Storia che il preside lo aveva incaricato di lasciare un modulo per ogni classe, per conoscere le opinioni degli alunni sul funzionamento della scuola. Così lei lo avrebbe lasciato uscire, e lui avrebbe davvero portato i moduli in tutte le classi. E se lei era lì…lui l’avrebbe trovata!

Quando espose il suo piano ad Alex, il suo amico lo guardò con curiosità : “Dimmi un po’ Nico…che fine ha fatto la tua pausa ristoratrice?”

“Al diavolo la pausa ristoratrice! Devo trovare questa ragazza!”

…il tuo piano non è male. Degno di Diabolik, direi. Ma forse non hai preso in considerazione un piccolissimo particolare…”

Nicola lo guardò con sufficienza “ Non dire stupidaggini! Ho calcolato tutto nei minimi dettagli! Non posso fallire!”

“Ehm…Nico…hai pensato al fatto che il preside potrebbe non essere molto contento alla notizia che qualcuno va in giro distribuendo moduli idioti a suo nome?”

No, Nicola non ci aveva proprio pensato. Per un attimo parve preoccupato, ma alla fine decise che valeva la pena rischiare.

“Amico mio, tu sei pazzo!” Alex stava cercando di farlo ragionare. “Vuoi rischiare di prenderti una sospensione? Nell’anno della maturità?”

“Alex…ma da quand’è che a te ti frega qualcosa della scuola o del preside?”

“Fa come vuoi…pensavo solo che questo fosse un casino un po’ più grande di quelli che combino io di solito…insomma, non basterebbe guardarti intorno a ricreazione o aspettare all’uscita?”

“Alex…se lei a ricreazione o all’uscita frequentasse i luoghi che frequento io, l’avrei vista prima!”

“Fa come vuoi…a me pare un piano folle…ma ti appoggio, lo sai…”

“Ecco bravo…fai bene ad appoggiarmi…perché tu vieni con me!”

Alex sapeva di essere fregato. Non poteva dirgli di no. Non poteva abbandonarlo in un momento come quello.

“Sei un grandissimo bastardo…sapevo che mi avresti tirato dentro a questa follia! Se prendo un'altra sospensione sono un uomo morto. E non è un modo di dire, tu la conosci mia madre!”

“Grazie fratello!” Nicola diede una pacca sulla spalla all’amico, sorridendo euforico, e poi corse fuori dalla stanza, diretto in tipografia.

Alex rimase come un’idiota a fissare la porta della sua camera. Era preoccupato. Non aveva mai visto Nicola così fuori di testa per qualcosa. E sentiva che questo non poteva significare niente di buono.

 

Matematica. Materia che di certo non può definirsi eccitante. Inoltre oggi sembrava proprio una di quelle lezioni che non finiscono mai. Marta se ne stava con la testa appoggiata sulla mano a guardare la lavagna senza vederla. Si stava domandando se fosse il caso di scendere in cortile a ricreazione per vederlo. Ma scacciò subito quel pensiero. Non lo avrebbe fatto. Non aveva intenzione di andare lì e di fissarlo. E di sicuro non avrebbe mai avuto il coraggio di parlargli. Per dirgli cosa di preciso? Ciao Nicola, so che non hai idea di chi sono! No…non poteva funzionare. Avrebbe continuato a comportarsi come si comportava prima di conoscerlo. E presto si sarebbe scordata di lui. O almeno, così credeva.

Le arrivò una piccola pallottolina di carta sul banco. Capì subito da dove arrivava. Dal sorridente ragazzo seduto dietro di lei. Loro due usavano sempre quel metodo di comunicazione.

Aprì il foglietto: “Ehi piccola! Ho avuto un’idea geniale! Che ne dici se ti presento io a Nicola? Giocavamo assieme nella squadra di calcio, dovrebbe ricordarsi!”

Marta scarabocchiò in fretta la risposta e gliela lanciò: “Non se ne parla neanche! Non ho intenzione di fare la figura della bambina! E poi te l’ho detto, non è così importante!”

Michele sorrise leggendo quella risposta, e le lanciò un altro bigliettino: “Credi che io sia stupido? Non mi puoi prendere in giro, ti conosco troppo bene!”

Quanto odiava il fatto di non potergli nascondere nulla! Mai una volta che potesse mentirgli!

Ok…hai ragione. Per me è importante tutta questa situazione, ma non voglio fare nulla. Non voglio essere scambiata per una delle sue tante ammiratrici. Lui non saprà mai quello che provo. So che non approvi, ma ti prego, se mi vuoi bene, lascia perdere!”

Finì di scrivere la risposta e la lanciò dietro. Ma evidentemente non era stata troppo attenta,  perhè sentì la professoressa urlare: “Marta e Michele! Cosa avete di così urgente ed importante da dirvi?”

Marta sostenne lo sguardo della prof: “Niente, professoressa. Mi scusi.

Ma la prof non sembrava intenzionata a cedere. “Se non è nulla, avreste potuto anche aspettare la fine della lezione per comunicare tra voi. Ma se avete avuto così tanta fretta, a quanto pare è una questione importante. Quindi sarete lieti di condividerla con il resto della classe. Michele, dammi subito quel foglietto!”

Nella classe era calato un silenzio carico di attesa. Il cuore di Marta batteva forte. I suoi fatti personali stavano per essere resi di dominio pubblico. Tutti attendevano con ansia e crescente curiosità, ma Michele non si mosse,

“Mi dispiace professoressa, ma non ho nessuna intenzione di farlo”.

Tutti trattennero il respiro. Nessuno si era mai rivolto così alla Marini. Ma la donna non si scompose. Parlò con un tono ancora più gelido e deciso. “Michele, non te lo sto chiedendo. Te lo sto ordinando. Dammi quel foglietto, o finisci dritto dal preside!”

A questo punto Michele fece la cosa più coraggiosa, o forse la più stupida, che avesse mai fatto. Prese il foglietto di carta e lo stracciò in mille pezzettini minuscoli, davanti agli occhi furenti della prof. Il tutto con uno sguardo misto di sfida e disprezzo negli occhi.

La professoressa divenne pallida, come se avesse appena visto un fantasma. Con occhi rabbiosi guardò il foglietto andato in mille pezzettini sul pavimento. Poi si avvicino minacciosa al registro e scarabocchiò qualcosa che somigliava orribilmente ad una nota disciplinare. “Bene Michele. Visto che ti credi tanto furbo da poter mancare di rispetto in questo modo ad una insegnante, mi vedo costretta a prendere dei seri provvedimenti. Alla fine della lezione, verrai con me dal preside, per decidere una punizione adeguata alla tua maleducazione”

“Come vuole, professoressa” Il tono della sua risposta faceva capire benissimo che non era per nulla pentito. Marta lo guardò negli occhi, con uno sguardo spaventato e colpevole allo stesso tempo. Lui le sorrise per rassicurarla. Ma lei non si sentiva meglio. Sapeva che ci sarebbero state delle ripercussioni, e lui si era ficcato in quel guaio per lei… non si era mai sentita  tanto in colpa in vita sua.

 

Terza ora. Storia. Era il momento di agire.

Nicola…sei ancora in tempo per cambiare idea!”

“Alex, non ho nessuna intenzione di farlo. Ora sta zitto o finisce che ci scoprono!”

Nicola alzò la mano, e la prof di storia, che aveva sempre avuto una particolare simpatia per lui, lo fece parlare subito. “Professoressa, il preside ha chiesto a me e a Lorenzini di distribuire questi moduli in tutte le classi. Servono per testare il gradimento degli alunni. Visto che nelle prime due ora abbiamo avuto compito, volevo chiederle se poteva darci il permesso di distribuirli adesso”

“Certo, Lombardi! Ci mancherebbe! Andate pure!”

I due uscirono dalla classe ed iniziarono la loro ricerca. Partirono dal piano terra, ed esclusero le classi che conoscevano. Dopo circa mezz’ora di tentativi andati a vuoto, e dopo aver ripetuto decine di volte la solita solfa sul test, arrivarono davanti alla porta della seconda B.

Dai Alex, bussa! Sento che è la volta buona!”

“Si, certo…è solo la decima volta che lo dici!”

Bussarono, e la voce conosciuta della professoressa di religione gli diede il permesso di entrare.

Utilizzarono il metodo ormai collaudato, Alex spiegava perché erano lì, mentre Nicola cercava lei. Iniziò a scrutare la classe con la solita ansia…poi, all’improvviso, il suo cuore fece un salto. La vide! Era bellissima, ancora più bella di quella sera, con quell’aria annoiata. Scribacchiava su un quaderno, e sembrava non essersi nemmeno accorta che loro fossero entrati in classe. Poi, la vide alare lo sguardo, come se si fosse appena resa conto che qualcuno stava parlando. Ma non guardò Alex, che era intento ad illustrare le domande del finto modulo. Guardò lui. Dritto negli occhi.

 

Non riusciva a credere ai suoi occhi, Nicola era lì, davanti a lei. E la guardava. Sentì come una scarica elettrica estesa per tutto il corpo. Si sentì galleggiare, e riprovo la familiare sensazione di estraniazione dal mondo. E qualcosa le diceva che lui stava provando la stessa cosa.

 

Nicola era emozionato. L’aveva trovata! La sua visione era reale, era lì, seduta a quel banco, con quegli splendidi occhi neri fissi nei suoi. Si parlarono in silenzio in quel momento. E fu chiaro per entrambi che tra loro c’era qualcosa di forte, di magnetico. E che non potevano opporre resistenza. Quando si guardavano negli occhi il mondo spariva. C’erano solo loro due. Esattamente come quella sera.

 

Ancora una volta il contatto visivo fu interrotto dalla mano che portava via Nicola, ma stavolta, il distacco fu molto diverso. Non si sentirono vuoti e sconvolti come quella sera. Si sentirono parte di qualcosa di grande.

 

“Dio Alex! L’ho trovata!!

“L’avevo capito, visto che ti ho tirato fuori dalla classe di forza! Qual’era?”

“Quella seduta al secondo banco, nella fila al centro!”

“La punk?”

“La cosa??

“La punk! Matita nera, borchie…si insomma…la punk!”

Nicola rise…si sentiva stranamente felice…”Si, la punk!”

 

Marta era euforica. Non lo era mai stata così tanto! E non capiva neanche perché. Possibile che le bastasse vederlo per sentirsi così? Non era solo quello…lui la stava guardando! Quando aveva alzato gli occhi…lui la fissava! E avevano continuato a guardarsi negli occhi per tutto il tempo! Forse si stava solo illudendo, ma non voleva pensare a questo adesso. Voleva godersi quello che le era successo! Avrebbe solo voluto che Michele fosse lì con lei, magari a fare qualche battutina scema, e non dal preside per colpa sua. Aveva la brutta sensazione che non sarebbe tornato in classe tanto presto…

 

Al suono della ricreazione, Nicola era già davanti alla porta della seconda B, deciso a braccare quella splendida ragazza. Marta uscì dalla classe discutendo con Lidia riguardo alla sorte di Michele, e come al suo solito, camminava senza guardare davanti a se. Andò a sbattere contro qualcosa, o più precisamente contro qualcuno. Voltò la testa, ma vide solo una maglietta, visto che il tizio con cui si era scontrata era decisamente più alto di lei. Alzò gli occhi per guardarlo in faccia e per poco non svenne. Nicola, in tutta la sua meravigliosa bellezza, era lì, a circa cinque centimetri da lei. Improvvisamente sentì molto caldo, neanche fosse pieno Agosto. Cercò di dire qualcosa, ma la bocca si rifiutava di prendere ordini, e la voce non sembrava disposta ad uscire.

Visto che la piccola figura che si trovava accanto a lui era improvvisamente diventata rossa e sembrava imbarazzata, Nicola decise che era il caso di prendere l’iniziativa.

“Ciao!” “Ciao” ?! Era lì, vicino a lei, e tutto quello che era riuscito a dire era ciao?! Santo cielo, che razza di imbranato!

Piano piano Marta sembrò riacquistare un po’ di buon senso. “Ciao!” riuscì a sussurrare, suonando stranamente imbarazzata.

Si guardarono in silenzio per qualche lunghissimo, imbarazzante secondo. Entrambi sembravano sul punto di vomitare. E nessuno dei due aveva intenzione di dire qualcosa.

“ehm…” cominciò Marta, con le mani che le tremavano “scusa se ti sono venuta addosso.”

“Non fa niente” Nicola si sentiva sempre più stupido, impalato lì con quell’ aria spaventata. Decise che era ora di tornare in se. Cavolo, lui non era mai stato timido nella sua vita! Così si fece coraggio.

“Visto che ci siamo scontrati, direi che sia il caso che mi presenti. Mi chiamo Nicola!” Porse la mano verso di lei, che la strinse e fu scossa da un brivido. “Piacere, io sono Marta!” Si guardarono negli occhi, le mani ancora strette. “è un bellissimo nome”. Sapeva di suonare ridicolo, ma era sincero. Marta arrossì ancora di più. “Anche Nicola è un bel nome”.

Passarono la ricreazione insieme, chiacchierando, e pian piano la tensione si sciolse. Marta era felice. Era così bello essere lì con lui, non era solo bellissimo, ma anche molto simpatico. Nicola, dal canto suo, rimase estremamente sorpreso da Marta. Era così particolare! La sua allegria era contagiosa, parlare con lei era incredibilmente piacevole. Era così diversa da qualunque ragazza avesse mai conosciuto!

Quando suonò la campanella, si salutarono a malincuore. Fu Marta la prima a cedere. “Devo andare, ho compito d’inglese. Non posso proprio fare tardi”

“Ci mancherebbe! Non voglio essere io la causa di un cattivo voto!” Sorrise, un sorriso che fece sciogliere Marta come un ghiacciolo nel deserto.

“è stato bello parlare con te. Ci vediamo, Nicola!” E se ne andò. Lanciandogli un ultimo sguardo.

Nicola la vide camminare per il corridoio, per poi sparire dentro la sua classe.

“Ci vediamo, Marta” sussurrò al corridoio vuoto.

 

Marta rientrò in classe con un sorriso da orecchio a orecchio. Andò a sedersi al suo posto, accanto a Lidia. La sua amica era curiosissima. “Marta! Hai passato tutta la ricreazione con Nicola Lombardi! Ma ti rendi conto! Tutte le ragazze della scuola ti staranno invidiando! Quel ragazzo è…bellissimo!”

“Lo so!” Marta non riusciva a smettere di sorridere.

Istintivamente si girò verso il banco dietro di lei. Ma era ancora vuoto. Smise di sorridere. “Michele non è ancora tornato?”

“Non tornerà per un po’” la voce di Fabio era preoccupata “è venuto a prendere la sua roba a ricreazione. Sospeso per una settimana, a partire da subito. Hanno chiamato i suoi e poi lo hanno letteralmente buttato fuori”

Il senso di colpa di Marta divenne gigantesco. Lo aveva fatto per proteggere lei. Inoltre trovava ingiusto che il suo migliore amico non fosse lì a condividere quel momento speciale con lei. Appena uscita da scuola sarebbe corsa da lui.

 

Nicola fece le scale di corsa, arrivato davanti alla porta della classe trovò Alex ad aspettarlo.

“Allora? Come è andata?”

Nicola foderò un gran sorriso “è andata alla grande! È stato fantastico!”

Che avete fatto?” Alex era curiosissimo. Voleva conoscere tutti i retroscena.

“Abbiamo parlato!” Nicola sembrava un bambino che aveva appena aperto un uovo di Pasqua gigante.

“E poi?” Alex era sulle spine, convinto che la gioia di Nicola dovesse essere legata a qualcosa di più che a quattro chiacchiere.

“E poi basta” Nicola era stupito dalla domanda dell’amico

Alex era un po’ deluso. “Madonna mia! Tutte queste storie per due parole! Pensavo che almeno le avessi messo la lingua in bocca!”

“Alex, non vorrei turbarti, ma di solito in una storia c’è bisogno di dialogo! Inoltre non è che potevo ficcarle la lingua in bocca dopo cinque minuti!”

“Stupidate! Io l’ho fatto!”

“Si…e come è andata?”

…” Alex era imbarazzato “Una mi ha mollato un ceffone, l’altra mi ha lasciato il giorno dopo”

“Ecco perché non prendo consigli sulle questioni amorose con te!” Gli diede una scherzosa botta sulla testa, poi entrarono insieme in classe.

 

 

Ecco qui il terzo capitolo! Anche questo forse è un po’ breve ma…preferisco non fare accadere troppe cose in una volta, o i capitoli diventerebbero troppo caotici…

Come vedete ormai la storia inizia ad entrare nel vivo, e nel prossimo capitolo…si prospettano scintille!

Grazie a tutti coloro che hanno recensito, e spero di aver mantenuto le aspettative!

 

  
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