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Autore: JulieMary    07/02/2013    18 recensioni
Sorrisi felice, troppo eccitato per rendermi davvero conto di ciò che stavamo per fare io e lei.
-Tutto ciò che voglio sei tu, ma chèrie- le soffiai a due centimetri dalla sua bocca socchiusa. Monique tirò fuori la punta della lingua e provocò le mie labbra leccandole.
-Dillo ancora- sussurrò quasi la ragazza.
-Voglio solo te, ma chèrie- l’accontentai e ricominciammo a baciarci con foga. Subito dopo, lei cominciò a sfilarsi il maglioncino e la canottiera, mostrandomi due seni perfetti coperti da un reggiseno in pizzo rosa antico.
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Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma chèrie

1

French girl vs English boy







A volte mi chiedo se l’amore vero esiste sul serio. Quante volte mi sono chiesto se, durante la propria vita, si può incontrare la persona giusta in un solo momento? Oh, tantissime, ma nonostante questo non sono mai stato capace di darmi una risposta certa.
Osservo meravigliato le maestose nuvole bianche dal finestrino di quest’aereo che mi sta riportando in Francia, di preciso a Parigi.
Durante questo volo tranquillo, continuo a fissare il cielo e, su quelle nuvole candide, io vedo lei, la persona per cui ho deciso di fare ritorno nella capitale francese: Monique. In questo lungo tempo passato lontano da lei mi è mancata terribilmente.
L’azzurro del cielo mi ricorda i suoi grandi occhi cristallini e di quanto io mi rimbambissi ogni volta che mi fermavo a guardarli. Beh, come la prima volta che le mie iridi incontrarono le sue.
Era ottobre dell’anno scorso quando decisi di passare un paio di mesi a Parigi per perfezionare il mio francese e partii per quella nuova avventura con il mio migliore amico Louis.
Non avevo chissà che grandi aspettative ma, qualche giorno dopo il nostro arrivo in città, io incontrai Monique, proprio sotto la bellissima Tour Eiffel.
Ho sempre amato fare fotografie e impersonarmi in un turista, perciò io stavo lì con la mia macchina fotografica sempre tra le mani, emozionato nel trovarmi di fronte al mio monumento preferito francese.
Volevo provare ogni angolazione possibile; ero alla ricerca della foto perfetta fin quando, non appena indietreggiai di qualche passo con la macchina fotografica appiccicata alla faccia, pestai per sbaglio il piede di qualcuno. Sentii subito un verso stridulo e mi voltai immediatamente per chiedere scusa a chiunque egli fosse. Pensavo di trovare una persona qualsiasi, invece ho visto lei, la ragazza più bella che io abbia mia visto in tutta la mia vita.
Incontrai per la prima volta quei due fari azzurri e, dentro di me, si era scatenato una specie di uragano; una fortissima tromba d’aria che si divertiva a sconvolgermi tutto lo stomaco e il resto del corpo.
Molti parlano del cosiddetto “colpo di fulmine” ma io non ci ho mai creduto fino a quel momento.
-Oh, scusami- mi scusai mentre mi concentravo ad ammirare l’infinita bellezza di Monique. Ovviamente mi rivolsi a lei in francese e, devo dire, la pronuncia era perfetta.
-Potevi stare un po’ più attento- si lamentò lei saltellando su un piede, poi si fermò subito.
-Perdonami, davvero, stavo cercando di fare una foto alla Tour Eiffel e..- cominciai la frase, ma lei mi interruppe mettendomi una mano di fronte la faccia. –Tranquillo, basta- mi disse, poi rimase qualche microsecondo a fissarmi. I nostri occhi continuavano a guardarsi. Non capivo bene cosa stava succedendo, ma mi piaceva quel contatto visivo.
-Non sei francese, vero?- mi chiese incuriosita. Evidentemente notò nella mia voce il tipico accento inglese.
-Sono inglese- le risposi accennando un sorriso, sperando di contagiarla ma non ci riuscii.
-Ecco, avevo capito bene allora.. questi inglesi, tutti uguali- disse dandomi la spalle per poi andarsene.
No, non volevo che se ne andasse. Non poteva finire già lì. Non ne avevo ancora abbastanza della sua dolce espressione da bambina capricciosa.
Mi sentivo strano, molto strano. Qualcosa mi diceva che non dovevo lasciare andar via Monique in quel modo.
-Ehi, cosa intendi con “tutti uguali”?- le chiesi a voce alta quando lei era a qualche metro di distanza da me.
Monique si girò di scatto verso di me, poi decise di tornare indietro, verso la mia direzione.
-Con “tutti uguali” intendo che vi sentite tutti quanti dei fighi assurdi- mi disse con uno strano ghigno in faccia, come se fosse stata lei, invece, quella che se la tirava.
-Strano, di solito non siete voi francesi ad avere la puzza sotto il naso?- le chiesi, cercando di risponderle per le rime. Per me era come un gioco.
-Tu non conosci i francesi- mi disse lei sfidandomi.
-E tu non conosci gli inglesi- le risposi un’altra volta, facendola rimanere zitta. Dopo qualche secondo, ci mettemmo a ridere.
-Ti va di prendere un caffè?- la invitai ad uscire con me mentre mi toglievo dal collo la mia macchina fotografica, riponendola poi nel mio borsone. Lei assunse un’espressione sorpresa, quasi come se il mio invito se non se lo fosse mai aspettato. In effetti era comprensibile come reazione.
-Prima mi pesti un piede, ti scusi guardandomi come se tu fossi chissà chi e poi mi inviti a prendere un caffè con te?- mi chiese rimanendo con quella strana espressione in volto, ma allo stesso tempo sorrideva. In quel momento avrei voluto dirle che non la stavo guardando maliziosamente per tirarmela o per fingermi chissà quale ragazzo sciupa femmine (cosa che in realtà facevo di solito) ma no, quella volta non la stavo guardando per secondi fini, ma la stavo ammirando. Ero ammaliato, meravigliato, preso.
-Si, è una cosa così impossibile?- insistetti, mantenendo sempre un sorriso ben stampato sulle mie labbra.
Monique si grattò la testa imbarazzata e rivolse lo sguardo a terra. Aveva le guance arrossate e anche lei sorrideva. Era dolcissima. Ci stava pensando su.
-Beh, gradirei la risposta entro oggi- le dissi con aria ironica e la feci ridere nuovamente. Lei rialzò lo sguardo su di me.
-Ma io neanche ti conosco.
-Appunto, è un motivo in più per accettare la mia richiesta. Conosciamoci.
Monique rimase altri secondi in silenzio per decidere se accontentare la mia richiesta oppure no. Ero leggermente in ansia.
-Allora?- la ripresi. Doveva parlare.
-Ok, inglesino. Beviamoci questo caffè..tanto non ho nulla da fare- mi rispose lei, sciogliendo finalmente quel briciolo di tensione che si era creato nel mio petto. Ero sollevato, contento.

Quella mattina benedii Louis per non essere voluto venire con me a fotografare la Tour Eiffel; preferì di gran lunga rimanere a dormire nella nostra camera d’albergo, dato che la notte prima eravamo rimasti svegli fino a tardi divertendoci in un locale.
-Non mi hai ancora detto il tuo nome- ricordai alla ragazza di presentarsi mentre ci sedemmo ad un tavolo di un bar.
-Monique, e tu?
-Harold, ma puoi chiamarmi Harry.
La francesina si mise a ridere davanti alla mia faccia e il mio viso si contorse in una smorfia.
-Che c’è di divertente nel mio nome?- mi difesi.
-Si vede proprio che sei il classico inglese con la puzza sotto il naso- mi disse ridacchiando divertita.
-E cosa c’entra col mio nome? Se ce l’hai tanto con gli inglesi, allora perché hai accettato di prendere un caffè con un inglese, ossia il sottoscritto?- le chiesi, sfidandola. Appoggiai i gomiti sul tavolo attendendo una sua risposta.
-Beh.. perché l’inglese che mi sta davanti è anche molto carino- ammise guardandomi sorridente. –Alla fine fai bene a sentirti bello- aggiunse, allargando il suo sorriso in modo da sfoggiare i suoi perfetti denti perlati.
Sentii un lieve tremolio allo stomaco in quel momento.
-Grazie- dissi. -E tu? Ti senti bella o è solo apparenza?- le chiesi, cercando di mandare avanti il nostro interessante flirt. L’argomento stava cominciando a prendermi, anche se non era uno dei più intelligenti, ma mi intrigava.
-Ovvio che mi sento bella!- mi rispose lei, vantandosi teatralmente. Avrei voluto tanto dirle che non aveva bisogno di giocare o recitare, perché lei era bella davvero.
-Beh, anche tu fai bene allora- riuscii solo a dire, ma ne fui contento, perché Monique sorrise ancora. Sorrise per merito mio e mi fece molto piacere.
-Sai, sei anche simpatico- mi disse lei poggiando il mento su una mano e guardandomi intensamente.
-Anche tu- affermai. –Anche se poco fa non l’avrei mai detto- aggiunsi, curioso di vedere la reazione della ragazza. Avrei sicuramente riso.
-Ah si? Beh anch’io..Ma allora perché mai hai deciso di invitarmi a bere un caffè?- mi chiese lei sfidandomi. Per fortuna avevo già la risposta pronta ed ero sicuro che avrebbe lasciato Monique senza parole. O almeno credevo.
-Beh, per farmi perdonare per averti pestato un piede- risposi con aria sorniona.
-E basta? Solo per questo motivo?- mi chiese ulteriormente lei, cercando di scavare in profondità, quasi come se sapesse già dal principio che in realtà, oltre al motivo che le avevo detto, ce n’era anche un altro. Il più semplice.
-Anche perché ti trovo carina, certo- ammisi, anche se non era proprio quello che volevo dirle. La trovavo bella, non carina. “Carina” era troppo poco per lei, ma mi contenni.
-I signori vogliono ordinare?- ci chiese un cameriere ben vestito appena arrivò là davanti al nostro tavolo.
-Prima la mia signorina- dissi, dando la precedenza a Monique. Ho sempre ritenuto importante essere galante con le ragazze, ma quella volta mi scappò una parola di troppo: “mia”. Insomma, da quando quella bellissima ragazza francese conosciuta da pochi attimi era già mia?
Le mie emozioni mi ingannarono, ma cercai di non dar loro troppo peso. Monique mi lanciò una strana occhiata, poi guardò il cameriere ordinando un caffè macchiato. L’ordinai anch’io.
-Mia signorina? Sbaglio o qui corriamo un po’ troppo?- mi chiese Monique una volta che il cameriere ci lasciò nuovamente soli. In quel momento arrossii, ne ero certo.
-Mi è sfuggito il “mia”, perdonami. Volevo essere carino- mi giustificai, ma in fondo dissi la verità. Un’altra cosa che era vera, era che avrei davvero voluto che lei fosse già mia. Non sono mai riuscito a spiegarmi bene ciò che successe nella mia testa e nel mio cuore quel giorno, ma dentro di me sentivo che Monique doveva essere solo per me. Era una stranissima ma piacevole sensazione.
Di conseguenza, durante quel piccolo appuntamento improvvisato in quel bar, decisi che Monique non doveva essere lasciata andare, no. Mi imposi un traguardo, un traguardo molto importante per me: la ragazza francese dagli occhi blu doveva diventare mia. Non potevo permettere che quel desiderio rimanesse solo uno stupido sogno. Doveva diventare realtà.
Dopo qualche minuto, il cameriere tornò dai noi per servirci i nostri caffè in deliziose tazzine bianche decorate con degli ornamenti dorati. I piattini erano uguali.
-Dimmi un po’.. sei un fotografo?- mi chiese Monique dopo aver dato il primo sorso al suo caffè senza zucchero. Anch’io assaggiai quel liquido scuro dal profumo irresistibile e, dopo averlo fatto scendere giù per la mia gola in un attimo, risposi.
-No, ma mi piacerebbe un giorno. La fotografia è la mia più grande passione.
-Posso vedere le foto che fai?- chiese Monique sorridendomi. Mi ha fatto sempre molto piacere far vedere le mie foto alle persone, ma quella volta era diverso. Non ero contento, ma di più. Ero completamente emozionato, come se la persona a cui avrei dovuto far vedere la mia arte fosse stato un fotografo importante.
-Certo- risposi, poi afferrai da terra il mio borsone da dove estrassi la macchina fotografica; l’accesi e aprii la galleria di foto. C’erano proprio tutte: foto della Tour Eiffel, di paesaggi francesi, dei miei amici e altri scatti un po’ più vecchi.
-Ecco- porsi la macchina a Monique, la quale la prese con delicatezza con due mani. Ella cominciò a scorrere le tante foto e vederla sorridere mi metteva una gioia immensa. Mentre la fissavo continuavo a picchiettare un piede a terra per l’ansia ed ero curioso di sapere il suo parere sulle mie foto. Mi mordicchiai il labbro inferiore, stavo fremendo dalla voglia di sentire la sua voce, di sentire qualche opinione.
-Come le trovi?- mi feci avanti, giusto per non aspettare troppo. Monique alzò lo sguardo su di me per un istante.
-Sono davvero belle, complimenti- mi disse con tono gentile e aria meravigliata. –Sono stupende- aggiunse.
-Grazie mille- le dissi, sentendomi lusingato per i complimenti. Monique apprezzava le mie foto, la mia passione. Il mio buonumore cresceva sempre più e quasi non riusciva più a darsi una controllata.
-Chi sono questi ragazzi? Tuoi amici?- mi chiese Monique alzando la macchina fotografica e girandola dalla mia parte per farmi vedere una foto di me, Louis, Niall, Zayn e Liam.
-Si, sono miei amici. Ho fatto molte foto a loro.
-Noto- disse Monique riportando l’attenzione sul piccolo schermo della macchina fotografica, scorrendo ancora tra tutti gli scatti che ho fatto.
-Ma mi piacciono molto anche i paesaggi- esclamai.
-Ho visto anche quelli- mi rispose lei. –Uno più bello dell’altro- aggiunse, provocando in me un immenso senso di piacere. Senza dubbio arrossii.


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"L’azzurro del cielo mi ricorda i suoi grandi occhi cristallini e di quanto io mi rimbambissi ogni volta che mi fermavo a guardarli."




JulieMary returns!


ehiiii gente! finalmente eccomi ancora in scena!
mi stavate aspettando vero? *sento l'eco della mia domanda rimbombare tra i monti ma nessuno risponde*
fa niente, ho deciso comunque di tornare alla carica perchè EFP mi mancava, quindi ho deciso di cominciare a pubblicare FINALMENTE i capitoli della mia mini-long "Ma chèrie", anche se non l'ho finita..
l'attesa era tanta, non ce l'ho fatta.. ma spero comunque di non deludervi e di riuscire a finire di scrivere la storia!
in realtà non mi mancano poi così tante scene da scrivere ma spero di ritagliare un pò di tempo libero e soprattutto di trovare l'ispirazione per gli ultimi capitoli c:
che dire.. che ve ne pare di questo primo capitolo? ve gusta??
spero di si, in caso contrario ditemi cosa non funziona c:
io spero assolutamente che questo mio nuovo lavoro vi piaccia perchè ci sto mettendo davvero IL CUORE per scriverla.
tengo molto a questa storia e spero che abbia almeno un briciolo di successo in futuro!
per sapere se vi è piaciuta, ovviamente mi servono le vostre recensioni, perciò.. SCRIVETE, SCRIVETE E SCRIVETE.
mi raccomando, fatemi sapere che ne pensate fin ora della storia, è molto importante per me, poichè questa fanfiction è nata mettendo insieme alcuni dei miei sogni nel cassetto (che non dirò, voglio vedere se ne indovinate qualcuno).
ciao a tutti, al prossimo capitolo!
vostra Julie ♥

ps: il volto di Monique è quello della bellissima Barbara Palvin.

Outfit di Monique creato dalla mia set-creator --> Mi piace il cioccolato  NON E' BRAVISSIMA?! le sue creazioni saranno presenti anche nei prossimi capitoli.
   
 
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