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Autore: Lou Asakura    28/08/2007    13 recensioni
Questa è una storia di tanto tempo fa, confusa fra realtà e sogno. Coloro che l’hanno vissuta la ricordano con rammarico, altri la raccontano come fosse una favola.
Prima che tanti shinobi valorosi morissero, lasciando leggende da tramandare …
Prima che i fiori sbocciassero e le stagioni passassero, prima che nascessero gli eroi … c’era lui.
Era chiamato Il Fulmine Giallo di Konoha, e ancora oggi, la sua storia viene raccontata ai posteri come la più straordinaria delle leggende. [Spoiler Capitolo 367]
Primo capitolo quasi interamente riscritto. Consiglio di rileggerlo.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Yondaime
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio
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Ho incontrato Naruto questa mattina

 

 

Questa è una storia di tanto tempo fa, confusa fra realtà e sogno. Coloro che l’hanno vissuta la ricordano con rammarico, altri la raccontano come fosse una favola.

 

Prima che tanti shinobi valorosi morissero, lasciando leggende da tramandare

Prima che i fiori sbocciassero e le stagioni passassero, prima che nascessero gli eroi … c’era lui.

 

Era chiamato Il Fulmine Giallo di Konoha, e ancora oggi, la sua storia viene raccontata ai posteri come la più straordinaria delle leggende.

 

 

 

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Minato socchiuse gli occhi e si lasciò accarezzare dal fresco vento mattutino. Era tornato da poco da una missione alquanto impegnativa, e, non poteva negarlo, era esausto. Negli ultimi giorni gli attacchi nemici s’erano fatti sempre più frequenti e pericolosi, e  come tutti temevano, si sfiorava la guerra.

 

Lui, Namikaze Minato, era consapevole di essere uno dei migliori elementi del villaggio, tanto potente e veloce da venire soprannominato “Fulmine Giallo di Konoha”. La sua fama era ben nota anche nei paesi stranieri, ed era logico che avesse un bel daffare, soprattutto in quel difficile periodo.

Ma c’era anche un altro e ben ovvio motivo per cui il ragazzo fosse tanto popolare. … Era terribilmente carino. Alto, capelli biondi e profondi occhi azzurro cielo. Le kunoichi petulanti facevano a fila anche solo per  stringergli la mano, ma lui , nonostante la popolarità gli facesse alquanto piacere,  restava un giovane molto modesto.

Era un eroe. Tutti lo consideravano come tale. Nelle sue vene scorreva sangue nobile.

Non avrebbe esitato a sacrificarsi per la salvezza del villaggio e delle persone che amava.

Persino il suo Maestro , uno dei tre sannin leggendari, Jiraya, aveva riconosciuto la sua netta superiorità. E si diceva, anche se Minato s’affrettava a smentire questa voce, che superasse persino l’Hokage.

 

Intravide finalmente l’enorme portone di Konoha, che da qualche giorno a questa parte restava chiuso e controllato a vista da schiere di Shinobi armati. Il pericolo era in costante agguato ed il rischio di intrusione nemica era alto, tanto che nessuno potesse entrare o uscire dal villaggio senza essere sottoposto a meticolosi controlli. Ma per lui questo non valeva. Lo lasciarono passare inchinandosi, come al cospetto di un principe.

Spesso ricordava alle guardie della probabilità che un nemico prendesse le sue sembianze tramite la Henge no jutsu, ma loro, scuotendo il capo, rispondevano che nessuno avrebbe mai avuto il fegato  di prendere il suo posto e “profanare una leggenda del suo calibro”. Insomma, anche i nemici lo rispettavano.

 

Sorpassata la dogana, si lasciò cadere esausto su una delle bianche panchine che costeggiavano il viale d’ingresso alla città.  Il sole mattutino gli picchiava forte sulla fronte e cosi socchiuse gli occhi per godersi quel tepore. Alle sue spalle, qualcuno si stava muovendo fra i cespugli. Non ebbe neppure il tempo di accorgersene, e …

 

-SENSEI !- Un bambino dai capelli neri gli saltò sulle spalle, seguito da una sorridente bimba dai capelli color  cenere.

 

-Allora è tornato, Minato-sensei ! Che bello !-

 

-Cavolo… Obito, Rin ! Mi avete spaventato!-

 

Il bambino ghignò e incrociò le braccia dietro la testa. -Non dovrebbe spaventarsi cosi facilmente, sensei… è stanco per caso ?-

 

-Si, che è stanco, non vedi Obito-kun?- Lo riprese Rin.

 

-Uuuffa! Non dare la colpa a me ora, che anche tu gli sei saltata addosso!-

 

Minato rise. I suoi allievi erano ancora dei bambini, ma gli ricordavano tanto se stesso pochi anni prima…

Uchiha Obito era un bambino vivace e  nonostante spesso non riuscisse in alcuni jutsu e non fosse particolarmente dotato, si allenava giorno  e notte per migliorare e poter diventare un giorno un eroe.

 

Rin invece era una bambina molto gentile, ma sapeva diventare anche molto violenta … soprattutto con Obito, innamorato di lei senza speranza . Purtroppo il cuore della piccola Rin apparteneva a qualcun’ altro …

 

-Smettetela voi due baka - Una voce piatta fece voltare i tre. Minato si passò una mano sul capo. Ora ricominciavano …

 

-A chi hai detto baka ?!-  Sbottò l’Uchiha, rivolto al ragazzino dai capelli grigi appena arrivato.

 

-A te, baka !

 

-Ripetilo se ne hai il coraggio, dannato Kakashi !-

 

Kakashi Hatake… lui e Obito erano rivali giurati. Litigavano per ogni motivo possibile, anche se spesso era Kakashi a cominciare. Lui era uno shinobi tutto d’un pezzo, serio e riservato, rispettoso delle regole e dei codici, e il comportamento ribelle ed anticonformista di Obito lo irritava terribilmente. L’Uchiha, da parte sua, odiava Kakashi per un motivo diverso ma ben ovvio: R-I-N.  La bimba lo adorava e faceva di tutto per farsi notare da lui, ma senza alcun risultato … Obito non capiva proprio come il compagno potesse rifiutarla… le avesse date a lui, tutte quelle attenzioni!

 

Eppure, erano solo dei bambini ,e non sapevano ancora cosa fosse l’amore, quello vero. Ma naturalmente Minato non s’azzardava neppure a farglielo notare …

 

-BASTA VOI DUE !- Rin si intromise fra i compagni e cercò disperatamente di separarli. Poi si rivolse al maestro. -Ci scusi sensei … lei ora vada a riposarsi dopo la missione, noi la aspettiamo come sempre al Campo !- Lo salutò con la mano e si allontanò, seguita da Kakashi ed Obito che continuavano a grugnirsi contro l’un l’altro.

 

“Sarà meglio fare come ha suggerito lei… “ Si disse Minato. Prima, però, doveva incontrarsi con una persona. Non sapeva dove fosse, ma aveva una certa idea …

 

 

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-Konnichi-wa a tutti !-  Minato fece il suo ingresso all’ Ichiraku Ramen e salutò con un gesto della mano l’uomo, sulla trentina, seduto dietro il bancone.

 

-Buon giorno a te , Minato! Sei già tornato dalla missione a quanto pare!-

 

-Beh, si …- Rispose il giovane, con una punta d’imbarazzo. -Cercavo Kushina … è forse passata di qui ?-

 

L’uomo rise. -Beh, non ancora, di solito passa più tardi per la colazione … se rimani ad aspettarla ti offro qualcosa a prezzo scontato, che ne dici ?-

 

-Dico doppio yum ! Arigatou gozaimasu !- Il biondino si rese conto solo ora di essere mooolto affamato. Si sedette ad un tavolo ed ordinò una doppia porzione di udon.  Lui e Kushina erano i più assidui frequentatori dell’ Ichiraku Ramen da …da sempre. Non riusciva neppure a ricordare da quando. Quel tavolo lo consideravano “il loro personale”, come erano soliti dire da bambini… quante volte, seduti a quel posto avevano litigato, poi si erano riappacificati… mentre intorno le stagioni e i giorni passavano e tutto cambiava, l’ Ichiraku Ramen restava sempre uguale, cosi come quel tavolo. Sapevano che se uno di loro fosse andato li, avrebbe sempre trovato l’altro.

 

Da quando erano bambini, e si rimpinzavano di cibo (tariffa ridotta per i minori di 13 anni! ) per poi correre a giocare.

Quando diventarono genin, e si scambiavano davanti ad una ciotola di ramen, racconti appassionanti ( e spesso molto montati ) sulle loro ultime missioni.

Quando poi la guerra era cominciata, portandosi via l’infanzia, loro sapevano che nonostante tutto il mondo sembrasse odiarsi, loro sarebbero stati sempre li, l’uno per l’altra.

 

Pensò a come i loro discorsi fossero cambiati nel tempo, e come fossero cambiati loro stessi. Sia fisicamente che interiormente. Eppure, erano sempre li.

Si erano ritrovati in breve ad essere dei Jonin, doversi assumere le loro responsabilità, e spesso lasciare il villaggio per molti giorni. Com’era successo ora. Minato era stato via per una settimana e Kushina gli aveva fatto promettere di correre subito da lei non appena fosse tornato.  Se la conosceva bene non si sarebbe svegliata prima delle 10… guardò l’orologio.

 

Cavolo. Le 8:30. 

Rassegnato, si rese conto che prima di rivederla avrebbe aspettato un bel po’ di tempo.

 

 

 

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-Hai tadaima !- Una ragazza dai capelli rossi lunghi fin sulle spalle irruppe come una furia nel chiosco e si fiondò accanto al bancone.

 

-Dieci porzioni di ramen istantaneo, dattebayo!- Ordinò.

 

-Arrivano subito !- Le rispose di rimando l’uomo. -Ah, Kushina …Lui è qui ! E’ tornato – Le strizzò l’occhio e indicò il ragazzo, seduto col capo chino e mezzo addormentato.

 

-E’  Minato-kun ! E’ tornato !- La rossina si precipitò verso di lui e lo abbracciò con foga, risvegliandolo.

 

-Minato-kun!-

 

-KuKushina ? Finalmente eccoti!- Rispose, un po’ seccato ed ancora assonnato. -Sai da quanto ti aspetto?- Traduzione in Minatoese: Io non vedevo l’ora di rivederti, e tu invece sei arrivata in ritardo!. Traduzione 2: Non mi abbracciare! Arrossisco !. 

 

-Io non lo sapevo che saresti tornato oggi, altrimenti mi sarei fiondata qui all’alba e lo sai!- Assunse un aria offesa e leggermente corrucciata, che Minato sapeva voler dire “Sai-che-lo-farei

 

Eppure, scoppiò a ridere. –Tu sveglia all’alba? Se ti vedessi, non ci crederei!- Si piegò sul tavolo dalle risate e per poco non rovesciò il bicchiere di thè.

 

-Si, si … continua a ridere- Rispose Kushina, la cui attenzione era stata irrimediabilmente catturata dalle fumanti ciotole di ramen che le vennero servite in quel preciso istante.

 

Minato strabuzzò gli occhi. Quella ragazza lo sorprendeva ogni giorni di più. -Ma come fai a mangiare tutta quella roba a colazione ?!

 

-E’ per cominciare bene la giornata ! – Rispose, ficcandosi in bocca tutto il ramen che riuscisse ad infilarci -Tu invece, hai già mangiato?-

 

-Si… ho preso soltanto una porzione di udon …-

 

-Udon ?! Non ramen ?!-

 

-No … sai che non mangio ramen a colazione. -

 

-Certo che non ti capisco ! Il ramen è il meglio del meglio !-

 

Kushina prese le bacchette fra le mani ed ingurgitò ciotola dopo ciotola in pochi istanti. Minato sospirò. Infondo, in tutti questi anni non è che fosse cambiata granchè.

 

Kushina Uzumaki era la migliore allieva di Tsunade, una dei tre sannin leggendari. Anche per questo i due si conoscevano da sempre e … la gente non mancava di far circolare qualche pettegolezzo su di loro. Minato ricordava che un giorno, quando avevano circa 10 anni,  Kushina gli disse “Fra tanti anni, anche i nostri figli verranno sempre qui all’ Ichiraku Ramen. Al  che lui era arrossito, e Kushina pure, affrettandosi a rispondere “Ma cos’hai capito? Per nostri intendevo i MIEI ed i TUOI. Non in quel senso !. In seguito a quell’ episodio non s’erano parlati per giorni. Ora, invece, ricordarlo li faceva solo sorridere.

Beh, certo, erano molto amici e insieme stavano bene, ma niente di più. E poi avevano delle personalità molto differenti…

 

Minato era calmo e rilassato, determinato e coraggioso. Non si tirava mai indietro davanti a niente e tutti lo vedevano come un vero eroe.

 

Kushina invece era vivace, allegra ed piuttosto singolare, con quel suo “dattebayo” che non mancava in quasi ogni sua frase.

 

Entrambi però avevano una caratteristica in comune: La testardaggine. Le non rare volte in cui finivano per litigare, per farli riappacificare doveva intervenire mezza Konoha.

 

-Kushina …- Disse Minato, dopo un po’. –Ho sentito che la tua maestra è diventata molto abile come kunoichi medica, è vero ?-

 

La ragazza annuì, con un po’ di tristezza. – Dopo la morte del sempai Dan, la maestra si è dedicata anima e corpo ai ninjutsu medici … -. Poi si fece improvvisamente allegra. –Stò imparando anch’io, sai? Sono bravissima !-

 

-Davvero? Allora la prossima volta che torno da una missione, ci penserai tu a curarmi !- Rise.

 

-Certo che lo farò!-. Tirò fuori un borsellino e prese a contare le monetine. -E quel tuo jutsu, quello che stai sviluppando?-

 

-E’ a buon punto, ci sono quasi. Jiraya-sensei è molto fiero di me … pensa che mi ha detto che a breve date le mie capacità potrei diventare Hokage !-

 

Minato si aspettava chissà quale reazione a quest’affermazione, delle congratulazioni, o chissà cosa. Diventare Hokage era sempre stato il suo sogno più grande, e Kushina l’aveva sempre sostenuto, quasi come se quell’aspirazione fosse propria. Invece non fece una piega. Rimase immobile, con lo sguardo fisso sul portamonete e un espressione alquanto preoccupata, se non terrorizzata.

 

-Che c’è ?! Cos’ è successo?!- Chiese, immaginandosi chissà quale catastrofe.

 

-Mi…Minato-kun … NON HO ABBASTANZA SOLDI PER PAGARE, dattebayo !-

 

Il biondo rabbrividì. ECCO la terribile catastrofe. Sapeva benissimo dove stesse per arrivare, e non voleva neppure pensarci …

 

-…Per favore Minato-chan… pagherai per me, vero ?-

 

 

 

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NdA_ Yo a tutti ! Che ve ne pare del primo chappy? Innanzitutto le precisazioni … l’idea per la Fan Fic mi è venuta leggendo l’ultimo capitolo del manga, il 367, in cui vengono svelati l’identità ed i nomi dei genitori di Naruto.

Cosi ho pensato di scrivere una fic in cui parlare del loro rapporto, fino alla nascita del bimbo … ho pensato che Naruto avesse preso l’aspetto fisico dal padre e la personalità dalla madre.

 

Cercherò di seguire lo scorrere del tempo come nel manga , anche se di certo la storia si troverà un po’ sfalsata a livello temporale in alcuni punti.

 

Ultima precisazione … so che Kushina dovrebbe essere una Kunoichi del paese del vortice, ma ho preferito immaginarla come un allieva di Tsunade ! Fatemi sapere se avete gradito ! ^^

   
 
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