Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Giu_911    07/02/2013    1 recensioni
"Forse la piccola punizione alla quale mi aveva sottoposto quella vecchiaccia non era poi così male: sarebbe stato divertente stuzzicare quel povero ragazzo e magari abusare di lui dopo averlo fatto ubriacare con qualche liquore scadente durante una stupida festa.
Si prospettava un anno interessante: mi sarei sicuramente divertito."
-Zayn.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



 

Tic..Tac..Tic..Tac.
L’estate era passata così velocemente.
Sembrava ieri che io dall’angolo della mia classe fissavo l’orologio appeso alla parete in attesa che l’ultima campanella, che arrivava finalmente ad annunciare l’inizio delle nostre vacanze, suonasse.  
Un po’ di sano riposo era quello che ci voleva: niente libri, nessuna lite con i caproni della mia classe che si credevano chissà cosa solo per il grosso conto in banca del padre e soprattutto nessun tipo di incontro imbarazzante nei spogliatoi della palestra con lui.
Lui, il suo sguardo, il suo sorriso altamente strafottente e quella sigaretta che non aveva neanche idea di quanto fosse fortunata a sostare su quelle labbra rosse, carnose, che troppe volte avevo desiderato di baciare. Si baciare.
Io, Liam Payne, 19 anni, studente in uno degli istituti migliori di tutta Londra ero gay, innamorato da quattro anni di un ragazzo che era troppo bello e soprattutto troppo etero per vedere uno sfigato come me come suo ipotetico futuro fidanzato.
L’unico a sapere del mio segreto era Niall, il mio migliore amico, che continuava a sostenermi e ad incoraggiarmi a parlarne, almeno con la mia famiglia, ma la faceva facile lui: mio padre spendeva fior di quattrini per permettermi di avere una buona istruzione, per far si che anche io come lui studiassi per diventare un avvocato, come avevano fatto anche mio fratello e i miei cugini prima di me.
La mia vita era come una storiella e mio padre ne scriveva la trama, ma a me infondo andava bene così.
Il Liam appassionato di fotografia, il Liam che preferiva passare le giornate all’aria aperta a leggere qualche romanzo, il Liam innamorato perdutamente di quei capelli corvini e di quei occhi color nocciola, esisteva solo per quelle poche ore che trascorrevo con il piccolo Horan.
Davanti agli altri ero Liam, il ragazzo secchione e con la puzza sotto il naso, che teneva sulle spine Danielle, una povera ragazza che aveva la sfortuna di essersi innamorata della persona sbagliata.
Non ero pronto.
Non ero affatto pronto a tornare in quella scuola, non ero pronto a fingere, non ero pronto ad incontrare i suoi occhi che a mio parere avevano capito fin troppo.
-Quante volte devo chiamarti ancora per dirti che devi spegnere la sveglia? – chiese mia madre spalancando improvvisamente la porta della mia stanza, costringendomi ad abbandonare i miei pensieri: mi accorsi solo allora che la sveglia stava suonando, da cinque minuti buoni. L’afferrai spegnendola, prima di strofinare gli occhi con le mani. -..Forza tesoro alzati, o farai tardi- aggiunse donandomi un sorriso prima di sparire di nuovo dietro la porta.
Io non volevo fare tardi.
Io non volevo alzarmi.
Io volevo solo tornare indietro di tre mesi e ricominciare le vacanze.
Sbuffai passando le mani sul volto, prima di togliere il lenzuolo dalle mie gambe ed alzarmi velocemente; recuperai gli abiti che avevo preparato la sera prima e mi avviai verso il piccolo bagno della mia stanza per fare una doccia. C’era chi aveva bisogno di una sigaretta, chi di un buon caffè caldo, e poi c’ero io che non potevo iniziare una giornata senza fare una doccia bollente, anche in piena estate.
Mi spogliai, lanciando boxer e t-shirt in un angolo del bagno, prima di buttarmi sotto la doccia: posai la fronte e le mani sulla parete fredda, lasciandomi accarezzare  dal getto d’acqua forte e bollente che riuscì a rilassarmi almeno un poco.
Era inutile farsi prendere dal panico ora no?
Forse quest’ultimo anno sarebbe stato diverso, forse avrei rivisto Zayn e avrei capito che non provavo più niente, magari avrei conosciuto qualcun altro e mi sarei dimenticato di lui finalmente.
Si…dovevo pensare positivo.
Nessuno avrebbe rovinato il mio ultimo anno, neanche il signor Malik.


Parcheggiai la mia auto nel parcheggio sul retro della scuola e guardai l’orologio: primo giorno, primo ritardo…ottimo Liam, meriteresti un premio.
Mi voltai per prendere lo zaino che avevo posato nel sedile posteriore, quando qualcuno batté con forza sul finestrino della mia auto, costringendomi a sobbalzare e urlare come una femminuccia.
-Sei un maledetto idiota Horan..- esclamai mentre lui apriva lo sportello dell’auto ridendo, forse divertito dalla mia reazione. Scesi dalla macchina, strattonandolo e non appena chiusi l’auto mi afferrò per il polso, iniziando a correre per il parcheggio, diretto verso la scuola -..si, buongiorno anche a te!- borbottai.
-Non lamentarti Liam, magari la prossima volta alza il culo prima…non so te, ma io ho matematica alla prima ora e l’ultima cosa che voglio è ammazzarmi dal primo giorno con il mio professore perché tu ti sei dovuto far bello..- disse lui tutto d’un fiato e in men che non si dica ci ritrovammo nel cortile della scuola.
Mi piegai leggermente, posando le mani sulle ginocchia, scuotendo leggermente il capo.
-Si, tu vai…io ho bisogno di riprendere fiato- dissi io con il respiro rotto, mentre lui mi guardava dai gradini.
-La vecchiaia inizia a farsi sentire eh Payne…ci vediamo al cambio dell’ora-
Stavo per mandarlo dritto a quel paese, ma ero a corto di fiato.
Presi un gran respiro e ripresi a muovere qualche passo svelto verso l’edificio: ero già abbastanza in ritardo, non potevo attendere ancora, avrei ripreso fiato in classe, seduto al mio solito banco all’angolo.
Raggiunsi la mia aula e posai la mano sulla maniglia.
“Prendi un gran respiro Liam”
Aprii la porta di botto, facendo interrompere automaticamente la lezione e il vociferare che era solito esserci nella mia classe: il mio sguardo cercava insistentemente un ciuffo di capelli scuro e un paio d’occhi marroni, che non riuscii però ad individuare. Riuscii però a scorgere i ricci ribelli e gli occhi azzurri dei suoi migliori amici, Harry e Louis, sempre sistemati all’ultimo banco vicino alla finestra.
-Ha intenzione di restare davanti alla porta tutta la mattinata signor Payne?-  chiese la mia professoressa di chimica, facendomi rinsavire. Io mi limitai a scuotere il capo e senza aggiungere altro feci per chiudere la porta alle mie spalle, ma qualcuno alle mie spalle me lo impedì.
-Primo giorno e abbiamo già due ritardatari. Cos’è ha avuto problemi ad alzarsi Malik?- chiese la docente, con una punta d’amarezza nella voce: io ero rimasto paralizzato.
Il suo profumo mi era arrivato addosso e aveva immobilizzato ogni fibra del mio corpo.
-Ormai sono in questa scuola da cinque anni professoressa, doveva preoccuparsi se arrivavo in classe in orario.. – rispose lui, facendo partire una risata generale.
Mi bastò ascoltare il suono della sua voce per sentire uno strano calore impossessarsi del mio viso. Scattai improvvisamente, e raggiunsi velocemente il mio banco: posai sulla sedia libera lo zaino e mi accomodai meglio alla mia postazione, voltandomi leggermente, quasi con cautela in direzione della porta.
No…non poteva essere così fottutamente meraviglioso.
Quel sorriso sghembo, i suoi occhi che cercavano una postazione libera e poi la voce della professoressa.
-E’ inutile che cerchi posto Malik, non ho intenzione di sgolarmi come lo scorso anno quindi, almeno per quanto riguarda le mie lezioni, sei pregato di prendere posto qui davanti..- lui fece per ribattere ma la professoressa lo ammutolì prima che lui potesse aprir bocca –Non accetto un no come risposta, la mia non era una richiesta ma un ordine ben preciso. Prenda posto vicino a Payne.-
-Cosa?- esclamai io improvvisamente, facendo piombare nuovamente il silenzio nell’aula: quella volta, forse la prima in quattro anni, gli occhi del moro si posarono sulla mia figura.
-Ha qualcosa in contrario?- chiese la mia docente, quasi fulminandomi con lo sguardo: non si poteva ribattere su una sua decisione, era una battaglia persa in partenza. Grugnii appena, incrociando le braccia e scuotendo leggermente la testa; la professoressa sorrise quasi soddisfatta dalla mia reazione.
Sentii per un attimo il silenzio totale, accompagnato poi da una serie di risatine sottofondo che sembravano essere quelle di Styles e Tomlinson: continuai a fissare il vuoto di fronte a me, sobbalzando appena sentii il tonfo dello zaino a terra e il rumore della sedia al mio fianco che veniva trascinata.
Restai immobile, con lo sguardo puntato sulla lavagna e mi voltai per un attimo, accorgendomi del suo sguardo insistente su di me.
-Che c’è?- chiesi con fare scontroso non appena incontrai il suo sguardo.
Lui fece una smorfia, voltandosi verso la professoressa.
-Cioè lei vuole veramente che io divida il banco con questo per un anno intero?- disse lui interrompendo nuovamente la lezione: sentii le guance avvampare ancora e abbassai immediatamente lo sguardo.
-Si, esattamente signor Malik. Magari le farà bene stare vicino ad un ragazzo come Liam.-
Lui non disse altro, si limitò a sbuffare, sbracandosi sulla sedia.
Io in quel momento avrei preferito sprofondare, sparire dalla faccia della terra o non so, svegliarmi e rendermi conto che in realtà era stato solo un incubo, ma era tutto troppo vero e lo capivo dal dolore lancinante allo stomaco.
Primo giorno di scuola, uno dei tanti giorni da aggiungere alla lista “da dimenticare”.

  
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Giu_911