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Autore: Maya_Moon    07/02/2013    3 recensioni
Buonasera a tutti!
Mi chiamo Maya_Moon, e questa è la mia prima storia sul genere horror. Infatti, dopo averne lette tantissime, mi sono voluta cimentare anche io!
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La mia storia non è propriamente un horror, dato che non si vedono né sangue né omicidi.
Vi è solo la Morte e Astro, un gattino. E, se vi state chiedendo cosa c'entri un grazioso micetto nero con un uomo dagli occhi bicolori - uno rosso e l'altro nero -, non vi resta che leggere la mia One-shot!
Dal testo:
Lì, seduto da solo in una panchina, vi era un uomo che se ne stava in silenzio a rimuginare. Aveva i neri capelli tagliati a spazzola, molto curati; aveva la barba e il pizzetto. Portava un completo elegante grigio fumo con una cravatta cremisi.
Astro saltò sulla panchina e si sedette accanto a lui sbattendo la coda nera.[...] L'uomo non lo degnò di uno sguardo. Il micio mosse nervosamente un orecchio, poi posò la zampina sulla coscia dell'umano ridestandolo dai suoi pensieri.
"Oddio!" esclamò questi sussultando. Si voltò verso il micio nero, mostrandogli i suoi occhi bicolori: uno rosso e l'altro nero.
Genere: Angst, Horror, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti! Come ho già detto prima, mi chiamo Maya_Moon! *si inchina*
Questa è la mia prima storia horror, anche se non vi è sangue né omicidi né tantomento suicidi. Vi è solo tanta, tantissima tristezza.
Questa one-shot mi è venuta in mente guardando la mia gattina miagolare...
Dopo aver letto questa one-shot non riuscerete più a guardare un micio miagolare alla porta snza rabbrividire ;) 
Un'ultima cosa: per me è molto importante sapere che cosa ne pensiate, quindi vi prego di recensire. Accetto anche le critiche (purché siano costruttive).
Grazie dell'attenzione!

Maya_Moon



»The desperate plea of a cat
 

"Miao!" 
"Mamma, Astro vuole uscire!" esclamò la ragazza guardando il micio nero sfregarsi contro la porta.
"Ma come? E' entrato cinque minuti fa!" domandò allibita la madre, seduta in cucina a bere del caffè e aiutando la figlia nei compiti. La ragazza, che si chiamava Elisabeth, scrollò le spalle.
"Che ti devo dire? Evidentemente ci ha ripensato." ribatté lei alzandosi con un sospiro.
"Ecco qua, Astro. Ma scordati di ripresentarti qui tra cinque minuti a miagolare per rientrare!" Il micio nero non la degnò di uno sguardo, uscendo nel freddo del pomeriggio. Corse lontano dalla casa in cui abitava la sua padroncina Elisabeth, fermandosi nel parco vicino. Lì, seduto da solo in una panchina, vi era un uomo che se ne stava in silenzio a rimuginare. Aveva i neri capelli tagliati a spazzola, molto curati; aveva la barba e il pizzetto. Portava un completo elegante grigio fumo con una cravatta cremisi. 
Astro saltò sulla panchina e si sedette accanto a lui sbattendo la coda nera. Nonostante fosse un gatto aveva dipinta sul musetto un'espressione quasi umana: era molto preoccupato.
Allora? Tra quanto? chiese osservando lo sconosciuto con i grandi occhi splendenti. L'uomo non lo degnò di uno sguardo. Il micio mosse nervosamente un orecchio, poi posò la zampina sulla coscia dell'umano ridestandolo dai suoi pensieri.
"Oddio!" esclamò questi sussultando. Si voltò verso il micio nero, mostrandogli i suoi occhi bicolori: uno rosso e l'altro nero. Astro lo guardò inespressivo, aspettando una risposta.
"Astro! Per Diana, vuoi farmi morire dalla paura?" domandò l'uomo scoppiando poi a ridere allegramente, mentre il micio alzava infastidito gli occhi al cielo.
Ah ah ah, molto divertente, disse ironico tornando a guardarlo severamente. Rispondi alla mia domanda, piuttosto. Tra quanto?
L'uomo smise di ridere e rispose alla sua domanda con tono deferente:
"Tra due giorni, più o meno." Astro si leccò preoccupato una zampina.
Non puoi darmi più tempo? chiese disperato. L'uomo lo fissò sorpreso.
"Astro! Davvero credi di poter annunciare l'arrivo della Morte? Ma dai!" esclamò divertito passandosi la mano sui capelli corvini. "Non riescono neanche a capire cosa dici..." aggiunse guardando davanti a sé. Astro si accucciò sconsolato. La Morte lo guardò sentendosi vagamente in colpa, poi gli batté delicatamente la mano sulla testolina pelosa cercando di rincuorarlo.
"Non sono io che decido quando arriva l'ora che le persone muoiano, Astro... Lo sai benissimo anche te anche se hai solo tre mesi umani." mormorò gentilmente. Il gattino lo guardo triste. 
Sì, ma non voglio che Elisabeth muoia... si lamentò nascondendo gli occhi con le zampine.
"Tutti muoiono, prima o poi" gli fece notare la Morte alzandosi. Una coppietta fece l'errore di passare davanti a lui (e attraversarlo senza accorgersene) mentre si allontanava lentamente dalla panchina, così il ragazzo impallidì vistosamente mentre la ragazza svenne con un gemito pieno di dolore.
 
Astro, in quei due giorni, si impegnò giorno e notte per far capire a Elisabeth che la Morte stava arrivando per prenderla, ma tutto ciò che ne ricavò furono delle carezze e un commento divertito:
"Siamo molto loquaci in questi giorni, vero piccolino?"
Il gattino poté solo guardare impotente l'avanzata inesorabile della Morte, che per l'incontro aveva pure mutato il suo aspetto ("E' noioso dopo un po' vedere la stessa persona allo specchio" aveva detto schioccando le dita e trasformandosi): adesso la Morte era un ragazzo dai ribelli capelli corvini raccolti in una coda bassa e dai jeans neri strappati in più punti con una maglietta cremisi accompagnata da una camicia nera. 
"Ah! Come vorrei poter cambiare anche il colore dei miei occhi e dei miei capelli!" esclamò sconsolato entrando - attraversando - teatralmente la porta e avvicinandosi a Elisabeth. Astro era ai suoi piedi e lo implorava disperato.
Ti prego! Non la uccidere! Ti supplico! 
"Miao! Miao! Miaooo!"
"Eli! Fai smettere di miagolare quel gatto! Sembra che lo stiano scorticando!" disse stizzita la madre della ragazza, inconscia della presenza della Morte in casa sua a causa dell'invisibilità di questi. Elisabeth guardò il piccolo gatto nero miagolante sdraiato a terra.
"Non sembra che stia molto bene..." commentò dispiaciuta accarezzandogli la pancia; con il gomito sfiorò il ginocchio della Morte, così un brivido le corse sulla spina dorsale.
"Ah! Pensa che tu non stia bene!" disse con una risata la Morte, piegando la schiena dalle risate. Astro soffiò arrabbiato, ed Elisabeth si ritrasse, convinta che fosse indirizzata a lei.
"Mamma, credo che Astro abbia il mal di stomaco, non vuole che gli accarezzi la pancia!" disse affranta, provocando senza accorgersene un'altra risata dal ragazzo.
"Che simpatica!" disse questi facendo un altro passo verso la ragazza. "Peccato che la debba portare via con me." Chiuse l'occhio dall'iride nera per poter vedere con l'occhio rosso l'anima della ragazza; sfilò dalla tasca dei jeans un piccolo oggetto che si ingrandì sulle sue mani diventando una falce e con questa recise il filo che collegava l'anima al corpo della ragazza.
"Ah!" gridò Elisabeth spirando. E per lei a nulla valsero le grida disperate della madre o il defibrillatore dell'ambulanza: per il mondo umano la ragazza era morta a causa di un infarto.
Solo Astro avrebbe potuto spiegare cos'era davvero successo, ma a nessuno passò per la testa di fare ad un gattino una tale domanda.




 

L'angolino di Maya_Moon

Siete davvero arrivati qui? *si commuove*
Come vi avevo già detto, non è un vero e proprio horror,
ma spero che vi sia piaciuta comunque!
Vi prego, lasciate una recensione! 
Un bacio,

Maya_Moon
  
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