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Autore: Morfina    07/02/2013    3 recensioni
{ Just give me a reason, just a little bit’s enough, just a second we’re not broken just bent and we can learn to love again. It’s in the stars it’s been written in the scars on our hearts that we’re not broken just bent and we can learn to love again }
Là dove l'amore finisce e continua.
Premessa! E' una semi songfic, nel senso che 'Just Give Me A Reason' di Pink è il sottofondo perfetto per leggerla e capire al meglio la storia.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Per lei era un po' come conviverci, con lui.


...

Alla sera lo aspettava sempre seduta come una gatta che aspetta di far le fusa, su quella vecchia ma comoda poltrona di pelle nella sua stanza. Sapeva a memoria ogni minimo dettaglio di quella camera. Sapeva ogni tonalità di colore delle aste di legno di quel letto a baldacchino. Ogni granello accennato di polvere su quelle pieghe perennemente immobilizzare di quel velluto verde smeraldo. Sapeva camminare ad occhi chiusi al buio, in quella stanza. E, come ogni sera, lui entrava nella stanza con quel fare da uomo. Poggiava il mantello sulla sedia vicino al baule, per poi dedicarsi a lei - a me - con quel fare dolce. Così in contrasto col suo essere Draco...
Come ghiaccio e fuoco insieme. E lo Amavo, lo Amo e penso che lo amerò sempre, dentro di me.
Sapevo tutto, anche che era diventato un mangiamorte o cosa stava facendo per conto del Signore Oscuro. Avevo parlato con sua madre. Lei stessa mi aveva cercata, in segreto, per implorarmi di stargli vicino. Di proteggerlo nel mio piccolo all'interno del castello. E mi aveva fatto giurare di non dire niente, di tacere, di immagazzinare e segregare nella mia mente questo pensiero. E cosa potevo fare io se non accogliere queste piccole e imploranti richieste di una madre che al figlio avrebbe donato la sua vita?
Come potevo ben capirla, io stessa darei la vita, per la sua.

E quella sera era tardi, stava ritardando. Evidentemente non riusciva ancora a perfezionare l'incantesimo. Ma poi entrò, all'improvviso. E la stanza prese colore, vita, odore, sapore, anima e corpo. Bello come sempre, si avvicinò a me per donarmi quel tocco con le labbra delicato e dolce. Ed io ero lì, che lo fissavo dal basso con i miei occhi da gatta d'orati. Lo guardavo e aspettavo che lui si acorgesse che qualcosa, quella sera, non andava. Iniziò a parlare, parlare, parlare di cose talmente inutili che neanche mi ero impegnata ad ascoltarlo. Quello che avevo dentro mi stava divorando come un buco nero come mai in vita mia.
<< So tutto Draco.>> Lo interruppi dal niente, tant'è che lui si voltò a guardarmi, confuso. Con i capelli biondi scompigliati, i primi bottoni della camicia sganciati, la cravatta ormai slacciata e quell'aria da disadattato che mai uno si potrebbe immaginare da lui.
<<Di cosa stai parlando?>> Il tono di voce era tranquillo, io stavo iniziando a cadere.
Avevo una voragine nel petto, da quando avevo saputo che cosa aveva fatto con Pansy. E non riusciva a farmi schifo, no. Mi facevo schifo io, perchè?
<<So perchè. Perchè ultimamente fai più tardi del solito, perchè salti spesso i nostri appuntamenti... Perchè non riesci più a guardarmi negli occhi.>>

{ Just give me a reason, just a little bit’s enough, just a second we’re not broken just bent and we can learn to love again }

Per quanto si possa immaginare Draco pallido, impallidì davanti ai miei occhi.
Mi alzai, lentamente. Andando a passare una mano fra i capelli ricci. Mossi qualche passo in sua direzione, leggera come una pantera.
<<Pensavi che mi sarebbe sfuggito? Che non mi sarei mai accorta di niente? >>
Mi stava guardando, aveva dischuso la bocca, non riusciva a parlare o non voleva?
<< Ho.. Dovuto...>>
Già, ma tua madre non mi aveva parlato di questa parte del piano. Non la conosceva neanche lei?
<< Non pensavo servisse al signore oscuro scoparti la Parkinson, Draco..>>
I suoi occhi, i suoi maledetti occhi azzurri, si spalancarono.
<<Shh.. Non voglio parlare di tutto questo... >> Ero fin troppo calma, ma lui lo sapeva. Lui vedeva me stessa sgretolarsi a terra.
<<Io non so cosa possa averti portato ad andare a cercare un'altra. Io non so cosa possa averti allontanato da me Draco. Ci credevo, alle tue parole. Credevo ai tuoi baci ed ai tuoi Ti Amo. E non riesco a credere a questo, quindi, ti prego, rendiamolo meno difficile per entrambi... Rendimela meno tragica, ho pur sempre una c***o di reputazione da mantenere integra.>>
I pugni stretti, le labbra ferme, e le iridi lucide. Un cuore andato a farsi maledire, e un anima imprigionata fra le sue mani.
<< Qualsiasi cosa proverò a dire e fare... Questa è la fine, non è vero?>> Sembrava fossero passati attimi eterni prima che la sua voce roca e ferma allo stesso tempo si facesse sentire.
Mossi passi lenti ma stabili, fino a lui, soprassandolo. L'unico rumore che lui potè sentire di spalle, fu quello di una chiave che si posava su legno del cassettone dietro a se. Prima di sentire l'eco del mio profumo accarezzarlo e poter vedere di me solo le mie spalle.
<<Sapevi che questo giorno sarebbe arrivato nel momento esatto in cui tu hai scelto di tradirmi, Draco. Lo sapevi meglio di te stesso.>>
E uscii da quella stanza. Quella stanza che consideravo come 'casa nostra'. Abbandonai dietro quella porta la mia vita, la mia routine, la mia integrità mentale. Tutto, niente, Draco.

Era un po' come se convivessimo in quella stanza, era il nostro paradiso. Il paradiso al centro di quel castello maledetto che mi fece conoscere ed innamorare di lui.

...

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