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Autore: parveth    08/02/2013    3 recensioni
Che succederebbe se gli abitanti di Storybrooke fossero insegnanti in un liceo italiano e per di piu' alle prese con quattro alunne all'apparenza un po' scapestrate ma con una gran voglia d'essere d'aiuto?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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a glass of tea Era davvero una fortuna che avessi un paio di conoscenti nella quinta: se non fosse stato per loro e per facebook non avrei mai saputo che s'era rotta la macchinetta delle bibite a scuola prima della settimana successiva, cosi potei informare anche Rebecca.

Capite anche voi che avere il distributore rotto alla fine di giugno non era proprio il massimo della vita quindi decisi di portarmi qualcosa da casa, certo, sarei potuta andare al bar e comprare dell'acqua o del the' freddo ma non avevo voglia di spendere soldi e poi in casa avevo gia' del the' al limone, il guaio era dove metterlo per portarmelo dietro visto che non potevo certo ficcarmi in borsa la bottiglia da un litro per quanto io adori le borse enormi.


Purtroppo in casa non avevamo thermos o anche solo una bottiglia di plastica piccola, solo una borraccia da  bicicletta ma che facevo, andavo in giro con quella? certo che no, cosi dovetti ricorrere ad un sistema un po' piu' complicato.

Mio padre ha un armadietto in salotto dove conserva grappe e liquori, in genere li offre ai nostri ospiti e proprio due giorni prima avevano terminato una bottiglia di whisky che era ancora in cucina in attesa di essere buttata: cosi la sera l'avevo lavata, riempita di the' e messa in freezer tanto i miei non se ne sarebbero accorti (pur facendo lo stage mi alzavo dopo di loro).

La mattina la presi e andai a scuola, sul portone incrociai Rebecca "sai, venendo qui sono passata vicino alle medie in fondo alla via: non so te ma io 5-6 anni fa non parlavo cosi"  mi disse mentre salivamo in biblioteca: non potei che darle ragione, anche io quando mi capitava di vedere in giro ragazzini di quell'eta' ammutolivo per come parlavano e per cosa dicevano: non ero molto piu vecchia certo ma diamine a distanza di pochi anni sembrava di aver fatto un salto spazio temporale di decenni: ora capivo il termine "gap generazionale"

"Son tutti un: bella di zio..." dissi mentre sistemavamo i libri lasciati sulla scrivania, alcuni erano particolarmente grossi e fu piuttosto faticoso metterli sui  ripiani piu alti.

"Pensa dire: bella di zio a Gold, minimo gli rompe tutti i denti"  ridacchio' Rebecca.

La guardai per qualche secondo negli occhi...e scoppiai a ridere lasciando cadere il libro sui suoi piedi, calzava sandali ma per fortuna il libro cadde piatto senza farle male.

"Ehi attenta!"  esclama senza smettere di ridere.

"Buongiorno ragazze"  la prof French era comparsa sulla soglia: avremmo avuto lei quella mattina.

"Salve prof"  la salutammo con calore: indossava maglia e gonna blu lunga fino alle ginocchia e un bel paio di ciabatte con la zeppa, aveva i capelli raccolti in una coda e masticava una gomma americana.


"Cos'e' successo l'altro giorno?"  ci domando' in tono indagatore

"Niente"  risposi io perplessa chiedendomi cosa diamine volesse dire...

"Ascoltatemi bene: se qualcuno fa dei colpi di testa non dovete dargli sempre corda...neanche se e' un vostro insegnante"  ci disse portandosi le mani sui fianchi.

Sta a vedere che adesso e' colpa nostra...

"Prof, a dire il vero noi ci aspettavamo un rimprovero o una punizione, mica leggiamo nel pensiero, come potevamo immaginare cos'avrebbe fatto?" protesto' Rebecca.

"E poi, con tutto il rispetto: a lei da' retta?"  le chiesi

"A volte"  rispose lei asciutta.

"Ecco, ed e' la sua compagna: si figuri se da' retta a noi che siamo solo le sue alunne"  proseguii io impilando dei libri da sistemare sullo scaffale.

Ma era poi vero? in tutti quei mesi con quello che era successo avevo l'impressione che il rapporto tra noi sei fosse cambiato, da tempo non eravamo piu' sul piano "alunno-insegnante" vero e' che in classe erano in un modo e fuori in un altro ma come avremmo dovuto considerarli allora? come dei parenti? degli amici?  Ancora non avevo una risposta.

La prof rimase con noi tutta la mattina e a mezzogiorno se ne ando': nel pomeriggio sarebbe venuto Jefferson.

"Ah, ma non ti ho detto una cosa"  disse Rebecca.

"Cosa?"  le chiesi sorseggiando la mia coca mentre aspettavamo che il cameriere ci portasse i panini.

Il giorno prima si era alzata e aveva deciso di andare a far colazione al bar sotto casa sua, dal tavolino aveva scorto Marta ed Olivia, dato che la gelateria dove facevano lo stage era poco distante da li' non lo trovo' strano.

"Che palle"  aveva detto Olivia

"Pure d'estate dobbiamo alzarci presto ma pensa te..."  si lamentava Marta.

"Beh ma che il quarto e il quinto anno si facesse lo stage lo sappiamo da una vita, e poi cosa credevano, che fosse come a scuola dove possono fare, nel limite del possibile quello che gli pare e i genitori le difendono"  replicai io.

"Gia, e la loro capa e' parecchio tosta a quanto ho capito"  ghigno' Rebecca.

"Comunque sia", prosegui'  "dicevano che Gold poteva anche mettergli sei in pagella, cosi adesso devono darsi da fare di piu' per alzarsi la media"  nella nostra scuola vi era infatti la regola secondo la quale se, durante gli ultimi due anni alla fine si avevano insufficenze le si potevano recuperare con lo stage: questo voleva pero' dire che bisognava rigare piu' che dritto altrimenti si rischiava la bocciatura e onestamente non mi sarebbe dispiaciuto non vedere piu' quelle due.

"Ma se durante le sue lezioni si davano lo smalto"  commentai io

"E noi chiaccheravamo"  osservo' Rebecca.

"Si ma abbiamo otto in diritto, mica cinque"  puntualizzai io  "anzi, conoscendo Gold sara' gia' stato tanto quel cinque, io gli avrei messo due senza tanti complimenti"

"Insomma, alla fine han cominciato ad insultarlo, io non ci ho visto piu' cosi le ho raggiunte e gli ho versato in testa il frappe'"  concluse addentando il suo panino mentre  io posavo il mio per non farlo cadere mentre ridevo.

Tornammo a scuola e io tirai fuori la bottiglia dalla borsa "vuoi?"  chiesi alla mia amica che ovviamente fece tanto d'occhi "E' the' al limone: era l'unica bottiglia non gigante che avevo in casa" mi affrettai a precisare  "Tu non sei normale: e se Jefferson ti vede?"  "Gli dimostrero' che non e' quello che sembra" replicai.

"Ma certo! la prossima volta perche' non metti l'acqua nella bottiglia della vodka??"  mi disse lei.

In quel momento arrivo' Jefferson e si puo' immaginare la sua espressione nel vedere la bottiglia:  "e questa?"  prima che avessi tempo di replicare aveva gia' preso il bicchiere di plastica dov'era rimasto un po' di the': "Sa di the' al limone"  disse annusandolo  "E' the' al limone! scusi prof ma le pare che e' davvero whisky? se cosi fosse sarei sdraiata sul tavolo a questo punto: a casa avevo solo bottiglie grandi, cosi' ho dovuto travasarlo" risposi, lui alzo' gli occhi al cielo "e la prossima volta cosa porterai? le tic-tac nella scatola delle anfetamine?" scherzo'.  

"Ma certo! perche' non ci ho pensato prima"  dissi battendomi una mano in fronte e fingendo di telefonare a qualcuno  "Pronto Abdul?, e' il mio spacciatore"  dico a Rebecca e al prof che, molto elegantemente scuotono la testa.

Fortunatamente nel pomeriggio sono venuti i tecnici e il guasto e' stato riparato, cosi non avrei piu' dovuto architettare stratagemmi per portarmi in giro da bere.  

"E comunque io non ho uno spacciatore: faccio tutto da sola"  sentenziai mentre tornavamo a casa.

"Ora capisco tante cose"  replico' Rebecca ed entrambe scoppiammo a ridere.
  
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