Vivian non era riuscita a mangiare. 

Nè a dormire. 

Nè a sorridere. 

L'unica cosa che le riusciva perfettamente era pensare. 

Pensare al volto di Jake che dal giorno prima non le rivolgeva la parola. 

E ora quel ragazzo dalle espressioni corrucciate se ne stava lì a lanciare una palla da basket contro il muro color gesso. 

Vivian voleva parlargli,voleva chiedergli scusa e voleva esser stretta nelle sue possenti braccia come quella notte. 

-Jake.. - 

ed ecco,le parole le uscirono come un sussurro levato nel cielo,era come se un angelo avesse appena sospirato in quel luogo tenebroso. 

Jake si voltò lasciando trasparire un pizzico di sorpresa in quel volto perfetto,quasi come se non si aspettasse che la ragazza riuscisse a parlare. 

Egli si avvicinò lasciando che la palla ricadesse sul pavimento ghiacciato per poi sedersi accanto a Vivian,restando comunque in silenzio. 

-mi dispiace,avrei dovuto chiederti informazioni di persona,e se solo tu riuscissi a perdonarmi io.. - 

La fanciulla non riuscì a terminare la frase che il ragazzo l'abbracciò stringendola a sè. 

Il corpo di Vivian subì una vampata di calore,quasi come se quelle braccia fossero quello di cui lei avesse bisogno. 

E loro due insieme si completavano come due pezzi di puzzle che combaciavano perfettamente l'uno con l'altro. 

A spezzare quel momento magico fu la porta che si aprì mentre Jake si staccava da quell'abbraccio. 

Vivian balzò in piedi alla vista dei suoi genitori che le sorridevano felici. 

Non  riuscirono a cogliere l'abbraccio dei due,perchè si era spezzato prima del tempo. 

Il ragazzo scivolò fuori dalla stanza,lasciando che i signori Darkbloom salutassero la propria figlia.

-Tesoro!- 

Mr. e Mrs Darkbloom strinsero Vivian così tanto che per poco non le mancò il respiro. 

Però era una sensazione meravigliosa,quella di essere amata. 

Pochi minuti dopo si ritrovavano nel giardino costeggiato da cancellli d'oro,mentre consumavano un picnick squisito. 

Perchè a Vivian ormai non importava più dei chili di troppo,se erano chili di felicità. 

Diede un morso al panino al prosciutto che teneva fra le mani mentre ascoltava i racconti dei suoi genitori che sprizzavano di gioia. 

A pochi metri davanti a loro,la ragazzina scorse Jake che,seduto sul prato verde,teneva un'erbaccia fra le labbra morbide,isolato dal resto del mondo. 

Com'era possibile che quel ragazzo non avesse nessuno al mondo? 

Quella domanda rimbombava nella testa di Vivian come quella palla da Basket che il ragazzo lanciava qualche ora prima. 

E improvvisamente si ricordò dell'abbraccio,mentre un lieve rossore popolava le sue guance biancastre. 

-amore,stai bene?- 

la voce di sua madre spezzò i suoi sogni d'amore. 

-si,sto bene,sto davvero bene- 

finalmente Vivian parlava a voce alta,pronta ad urlare al mondo di aver stretto l'ottava meraviglia del mondo fra le mani,poi fissò Jake e i loro sguardi s'incrociarono.