Ibrido.

Cammino lentamente, tentando di non ascoltare i lamenti, le urla e i pianti straziati che provengono dalle altre donne, trascinando con fatica la catena che mi lega alle mie “compagne di viaggio”, naturalmente senza darlo a vedere. Non sia mai che io dia segni di cedimento, io sono forte e sono a mio agio in ogni situazione.

Certo, non sto dicendo che, dall'alto dei miei quattordici anni appena compiuti, non mi piacerebbe trovarmi ancora nei boschi da cui mi hanno strappato a forza. Ma non si può avere tutto dalla vita, anzi, a me la vita non ha dato praticamente niente di quello che desidero, solo doveri su doveri, oneri su oneri... Credo che qualcuno ce l'abbia con me, lassù.

Con la luce potente del sole che mi batte sul viso come non ha fatto da tempo, dato che ormai sono anni che vivo nei boschi, devo continuare ad avanzare a piedi nudi sulla stradina piena di sassi che stiamo percorrendo per arrivare a Shoruk, la capitale del Regno di Sirio, uno dei quattro che costituiscono le Terre di Omicron. Quello “libero”, dicono.

Gli altri regni sono il Regno di Adhara, il Regno di Mirzam e quello di Lahug.

Io, sono nata al confine tra Adhara e Mirzam, i due regni più piccoli. Il primo, era popolato da Elfi, mentre il secondo era popolato da centauri. Dico era, perché le due razze sono state ormai sterminate, ai tempi della colonizzazione da parte degli abitanti di Lahug. E ora che vi ho incuriosito, temo di dovervi raccontare questa storia.

Allora, circa trent'anni fa, nel Regno di Lahug, salì al potere Deiro Terzo, figlio del magnanimo e grande re Deiro 2° (un inno alla fantasia), che aveva fatto grandi cose e, quasi cinquant'anni prima, aveva bloccato sul nascere una guerra che stava per scoppiare tra il suo Regno e quello di Sirio (perché essendo questi i due regni principali, sono sempre loro a scatenare i veri conflitti e a trascinarci dentro Adhara e Mirzam). Il figlio, per questo, fu accolto con grande felicità, tutti erano convinti che il ragazzo, poco più che ventenne, avrebbe seguito le orme del padre perseverando sulla via della giustizia.

Ma così non fu.

Nel giro dei primi cinque anni, Lahug era ormai sotto il governo di una dittatura militare, agli abitanti, ormai tutti rigorosamente umani, era proibito avvicinarsi a elfi e centauri quasi come fossero besti portatrici di malattie ed erano confinati nell'isola che costituiva il Regno.

Nell'isola maggiore, cioè quella dove si trovavano gli altri tre Regni, Sirio era in allerta, sicuro che, presto, un attacco sarebbe stato sferrato loro. Di nuovo, sbagliarono.

Re Deiro, con il suo potente esercito, approdò ad Adhara e cominciò a fare strage di elfi, che, dopo aver tentato senza successo di creare una benché minima resistenza, fuggirono e si ritirarono verso l'interno, mentre i boschi che da sempre erano i tratti caratteristici di quel legno e di quello di Mirzam, venivano distrutti.

Dieci anni e anche Adhara era sotto il governo del temibile re, a parte la zona più a est, quello che confinava con Mirzam. Gli elfi erano ormai pochissimi, ma cercavano comunque di resistere, aiutati dai centauri che, comunque, non riuscivano a tenere testa agli uomini.

Io sono nata circa un anno dopo, quando Adhara fu conquistata del tutto, causando, tra le altre, una morte che mi tocca in prima persona: mio padre, un centauro biondo a cui mia madre mi ha sempre detto che assomiglio molto, a parte per gli occhi, di un particolare colore tra il rosa e il rosso, e per le orecchie, a punta. Tratti caratteristici degli elfi, insieme ai capelli verdi che però non ho ereditato. Perché si, io sono un ibrido, di quelli della peggior specie, misti tra elfi e centauri. L'ultimo, anche.

Infatti, nel giro di altri dieci anni, anche Mirzam fu conquistata e i pochi superstiti delle due razze andarono a chiedere asilo agli uomini abitanti di Sirio, che, dimostrandosi subdoli, prima li accolsero e poi li uccisero, tutti, per scaricare lo stress, a parte me che, invece riuscii a infilarmi in un bosco disabitato, già abituata alla solitudine, essendo che mia madre era morta di fame quando avevo appena sei anni.

Nella selva, rubando armi ai confini, mi sono esercitata con le armi come arco, balestra, pugnale e spada, e, in contemporanea, ho imparato ad usare i rudimenti della magia elfica e di quella centaurica, anche se, ancora, non sono capace di fare altro che far uscire rivoletti d'acqua dalle punte delle dita, fare crescere qualche piccola pianta in qualche giorno, accendere fuocherelli, creare leggere brezze tiepide e parlare con gli animali.

Mi sento molto stupida, perché gli Anziani riuscivano a fare molto di più, ma non ho altri termini di paragone che i miei ricordi di quando ero bambina, quindi non posso sapere se sono brava oppure no. E non ho neanche a che fare con maghi umani, quindi...

Comunque, ho passato circa quattro anni nel boschetto, finché un mercante di schiavi non mi ha trovato e, capendo che sono un ibrido tra due razze (mi ha visto prendere la mia forma di centauro, cioè quando la parte inferiore del mio corpo e quella di un cavallo dal pelo biondo) e tornare in forma umana (ma io preferisco dire “elfica”) quindi non ha avuto dubbi sul potermi vendere insieme alle prigioniere di Lahug, che sono state rapite durante una qualche battaglia. La guerra trai due Regni, continua, infatti.

E ora mi ritrovo a camminare per andare al mercato degli schiavi, dove, probabilmente, non mi comprerà nessuno in quanto ibrido e, quindi, dove sarò uccisa dopo che mi avranno fatto chissà cosa. Ma io non resterò con le mani in mano ad aspettare la mia morte. Questo mai.

Noticine del Muffin.

Ciao a tutti!

Eccomi qui con una nuova storia, la prima del genere fantasy che scrivo! Tra gli originali, naturalmente, perché su Harry Potter ne ho scritte non so quante, la maggior parte non pubblicate.

Adesso, visto che sono una persona onesta, vi dirò, o meglio, scriverò, questo: io non so se riuscirò a terminare questa storia, ma mi va di pubblicarla, quindi me ne sto fregando. Se volete seguirmi lo stesso mi fate felice, ma se non vi va... Beh, ciccia.

Un'altra cosa. Pubblicherò il prossimo capitolo solo e soltanto se riceverò qualche recensione. Basta anche una, ma mi serve il parere di qualcuno per continuare. Quindi, caro lettore, se tu stai per mettere questa storia tra le seguite (cosa che mi stupirebbe alquanto) sappi che se non c'è una recensioncina io non pubblico. E puoi anche scrivermi soltanto “Bella, aggiorna.”, nonostante quello che dice Efp. Aggiungici anche un “ciao”, magari.

Un bacio!

Muffin al Cioccolato.