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Autore: dis0bey    08/02/2013    8 recensioni
Correva l'anno 2010, Justin e Miranda, 10 e 11 anni, sono amici per la pelle, legati dai loro sorrisi e dalla loro voglia di vivere, il primo è testardo, la seconda è permissiva.
Si trovano un giorno a vivere un'esperienza tragica, un'incidente, dove il primo resta illeso e la seconda finisce in coma vegetativo.
Non saranno anni facili quelli successivi all'incidente, Justin vittima dei suoi sensi di colpa finisce per diventare un ragazzo pericoloso, mentre Miranda continua a dormire, finchè in una calda giornata del luglio 2012 la ragazza si sveglia, ma non trova ciò che si aspettava: la madre pronta ad abbracciarla e Justin pronto ad amarla come solo lui faceva, bensì trova invece un Justin cambiato e una madre ormai defunta, ma trova aiuto nella compagnia dell'ex migliore amico di Justin, finchè i due amici finiranno per incontrarsi, in una situazione a dir poco assurda per Miranda, e cosa si diranno i due?
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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8.











23 agosto 2012, miranda’s pov.

Una forte serie di pugni sulla vetrata della mia stanza che affacciava sul giardino, mi distrassero dalle labbra di Chaz, che dopo tante peripezie, quanto quelle di Ulisse forse, si incontrarono, in realtà in un modo meno dolce di quanto mi aspettassi, o meglio di quanto si aspettasse la Miranda di 11 anni, che continuava a fantasticare sul principe azzurro e sui cavalli bianchi che trainano una carrozza, in realtà quel bacio era stato meglio di quanto si potessero immaginare sia la Miranda di 19 anni che quella di 11 , era stato un rincorrersi tra le nostre lingue, un continuo mordersi le labbra, e forse il momento migliore era stato quando il ragazzo le aveva solleticato il palato con la sua lingua, che mi fece ansimare impercettibilmente, quindi al sentire quei rumori molesti, mi staccai dalle labbra del moro.

“Grazie Chaz..” per quanto volessi auto-convincermi che l’avessi fatto per attrazione fisica, in realtà non lo era, avevo chiesto al ragazzo di insegnarmi come si baciasse e lui dopo qualche esitazione acconsentì, e lo stesso sguardo triste che mi rivolse quando accettò, è quello che incontrai ora che mi staccai da lui.

“Di nulla piccola!” ecco il falso sorriso che mi aspettavo, e fu come un gancio destro all’altezza dello stomaco, dritto nell’organo in cui prima sentivo le farfalle che svolazzavano felici.
Scostai le tende e trovai un Justin, accasciato su se stesso, ricoperto di sangue, probabilmente non tutto suo, e che lanciava gemiti di dolore che erano attutiti dalla sua bandana che portava al collo e che aveva premuto sulle labbra, spalancai la porta di vetro, lacerando probabilmente le tende che non avevo scostato del tutto.

“Justin!” urlai inginocchiandomi al suo fianco, e facendolo rotolare in modo da poter esaminare da dove provenisse tutto quel sangue, inizialmente notai le mani ricoperte di sangue, forse non suo, lui odiava toccare il suo sangue con le mani fin da piccolo, cominciava ad avere le convulsioni se lo faceva, a quanto pare non valeva per quello altrui.

“Miry, che succe..JUSTIN! Cosa gli è successo?” Chaz si appoggiò allo stipite della porta, perché non avverti i suoi passi sull’erba o almeno non in vicinanza di me, ma non lo risposi, in quel momento l’unica cosa che mi importava era capire cosa succedeva a Justin, che sicuramente si era trovato in una rissa.

“Costole incrinate, il naso non si è rotto per fortuna, il sangue probabilmente non è nemmeno il suo, avrò preso a botte qualcuno sul naso” finì di tastare il corpo di Justin, e poi lentamente gli sfilai prima la giacca di pelle, a alla vista delle braccia di Justin sentì i brividi lungo la spina dorsale , era ricoperto di lividi così violacei da sembrare quasi disegnati, poi gli alzai la canotta, e lì ne trovai di peggio.
Justin mugolò quando cominciai a toccargli le costole, il contatto tra la pelle calda di Justin e la mia mano fredda probabilmente gli causò una sensazione di sollievo.

“Justin, mi dici cosa ti è successo?..” lo guardai, continuava a tenere gli occhi chiusi, anche se era cosciente di cosa gli succedesse, però notai un sorriso furbo dipinto su quelle labbra rosee e perfette.

“Miry, vedi che Justin ti sta..” fissai Chaz, che mi indicò il mio fondoschiena, lo guardai e notai la mano di Justin che palpava il mio sedere, presa dalla foga di curarlo non mi ero accorta nemmeno di cosa stesse facendo.

“Porco! Bastardo! Stronzo! Giuro, sparisci prima che ti spezza quelle costole incrinate!” mi alzai di scatto indietreggiando fino ad arrivare a toccare con la mia schiena il petto di Chaz, che mi tenne salda a sé, mentre Justin ghignò soddisfatto e finalmente aprì gli occhi color caramello.

“Dai Miranda, scherzavo, comunque ho bisogno del tuo aiuto..” cercò di mettersi su inutilmente essendo troppo stanco e dolorante.

“Ti aiuto soltanto perché lasciarti morire qui sarebbe troppo cattivo anche per me!” alzai il sopracciglio fissandolo, lo stavo sfidando e lui sarebbe stato pronto a rispondermi se le mani di Chaz non lo avessero afferrato, per poi trascinarlo nella mia camera, mentre io afferrai la giacca e la canotta bianca di Justin, per poi seguirli silenziosamente richiudendomi la porta alle spalle.

“Dove lo metto?” chiese Chaz.

“Non sono un oggetto, e tantomeno un sacco di patate, ti è chiaro?” protestò Justin sbuffando rumorosamente.

“Se riesci a metterlo sul letto, io vado a prendere qualcosa per bendarlo, nel frattempo trova anche un modo per tappargli la bocca!” dissi frettolosa, mentre pensavo dove trovare qualcosa per prendermi cura del mio caro amico.

“So io come potresti tapparmi la bocca” mi voltai verso il biondo guardandolo a bocca aperta.

“Prima che ti sbatta fuori a calci in culo, mio caro boss, tieni a bada quella lingua biforcuta!” girai i tacchi e uscì dalla stanza.

 



24 agosto 2012, justin’s pov.

Il dolore era forte, quel tanto che mi fece perdere la testa e farmi correre dalla piccola Miranda, che come mi aspettavo mossa dal suo buon’animo da bambina di 11 anni mi aiutò. Mi amava. E non poteva negarlo, certo non quell’amore che si prova in quelle coppie sdolcinate, ma quello tra amici, quello che li aveva legati fin da quando erano alti poco più di  un metro.

“Che sei tornato a fare da lei? Non avevi la tua dolce puttanella per farti passare il lieve dolore?” Chaz che mi fissava dall’altro lato della stanza, seduto su una schifosissima poltrona azzurra, espresse la sua stupida opinione.

“Chaz, ho appena preso a botte il mio destro, sai con che facilità potrei farlo con te che per me non vali nulla?” avrei voluto alzargli il dito medio, ma le nocche coperte di sangue mi facevano male, visto che avevo stretto il volante della mia Range Rover con tale irruenza da poterlo sentire piegare tra le mie mani.

“Vorresti ripeterlo al Chaz di 16 anni? Justin, sei stupido quanto orgoglioso, lei non ti vuole e tu lo sai benissimo, è legata a te perché sei l’unica persona che le è rimasta e che potrebbe  ricordarle la sua infanzia” con che coraggio Miranda si lamentava della mia lingua biforcuta, ma non aveva mai pensato a quella del suo nuovo..passatempo.

“Chaz, ero piccolo e ingenuo, se sapevo che eri falso come ti sei dimostrato non ti avrei fatto entrare nella mia vita, nemmeno nel giorno 1!” fissai rabbioso il moro, che in realtà era calmo come se si fosse drogato di..camomilla.

“Justin, sii sincero per una volta, davvero ti sei dimenticato tutte le nostre cazzate? Non ti facevo così orgoglioso, per quanto mi duole ammetterlo, eri il mio migliore amico, e avermi lasciato così, da solo, non è che mi abbia fatto avere una bella opinione di te in questi anni, quindi stai lontano da Miranda, e nessuno si farà male!” fissai Chaz non intimorito, o impaurito, ma colpito.

“Mi hai minacciato? Charles Somers mi ha minacciato? Cos’è uno scherzo?” scoppiai a ridere divertito dalla situazione, quel microbo aveva minacciato me, il futuro boss della città, che insulso essere, presto sarebbe scoppiata la testa anche a lui.

“Non è uno scherzo, presto scoprirai..” guardai rabbuiato il moro che era rimasto impassibile, con un sorriso sulle labbra per tutto il tempo, facendomi saltare ancora di più i nervi, ma a scogliere quella tensione fu la voce di Miranda che varcò la stanza sorridente.

“Ho trovato questo qui!” mi mostrò una valigetta con una grande croce sul davanti, bello..Miranda..la croce rossina.. improvvisamente immaginavo la bionda ragazza con un completino striminzito da infermiera, che si avvicinava al mio letto con fare sensuale “Justin..” si piccola, vieni qui, su di me, potrei baciarti ogni angolo di pelle scoperta e sentirlo bruciare a contatto con le mie labbra “Justin..” si mise a cavalcioni su di me, poggiando il suo culo sulla mia erezione, poi si accovacciò cominciando a baciarmi sul collo, a mordicchiarmi il lobo, fece così scendere la sua mano fino al mio jeans e la infilò all’interno dei due strati di stoffa che non riuscivano a contenere ciò che avrebbero dovuto tenere al sicuro, e al tocco della sua mano fredda mi fece gemere “JUSTIN!” sbattei le palpebre ripetutamente per ritrovarmi in quella squallidissima stanza di ospedale con Miranda che mi fissava sconvolta.

“Che c’è? Ho qualcosa in faccia? Perché mi fissi?” mi toccai il viso e non trovai nulla di strano.

“Justin, smettila di ansimare, è imbarazzante..” abbassò lo sguardo imbarazzata, e io fissai il vuoto, sentendo quel bastardo ridacchiare, mi ero fatto prendere la mano, maledetto sesso e maledette le gambe di Miranda che uscivano fuori da quel pantaloncino troppo corto per una ragazza come lei.

“Scusa, stavo immaginando..”

“Non voglio saperlo Justin! Con calma, eh, fa niente..!” era completamente rossa in viso, e quest’ultimo lo coprì tra le mani, da un imbarazzo iniziale cominciò a ridere, mi prendeva in giro?

“Miranda,  se non la smetti di ridere te la faccio pa..!” mi alzai verso di lei, ma il dolore alle costole era troppo forte, notai che durante quel mio piccolo sogno lei mi aveva fasciato, ero così preso da quei baci, così lontani ma così reali.

“Ti odio, mi fa malissimo..” sbuffai tornando a stendermi nel letto, deciso a fermare i miei istinti e non fare movimenti bruschi.

“Non è colpa se hai preso a pugni con qualcuno, non credi? Sta volta chi è stata la tua vittima? Dai sono così curiosa” stava alludendo al fatto che odiasse tutto quello che facevo, e io alzai gli occhi arreso all’idea di non andarle per niente a genio.

“Il mio amico, Colton, mi ha parlato come fossi suo fratello, e io sono il suo capo, mi sono innervosito e l’ho picchiato, sei felice? Ha toccato argomenti che non doveva osare nemmeno pensare, quel bastardo..” strinsi i pugni, non cedendo alla rabbia che si stava impossessando nuovamente di me.


Avevo perso i sensi, quando riaprì gli occhi la rabbia che prima già si stava nutrendo di ogni mio neurone ritornò a pulsare nelle vene, nei pugni chiusi, e nelle viscere, mi alzai in piedi e tornai ad avventarmi su Colton, un pugno nello stomaco forse? Non rispondevo alle mie azioni, tiravo pugni a caso, sperando di colpire il ragazzo e ferirlo come lui aveva fatto con me, ma poco dopo lui sulla difensiva mi saltò contro, e con un solo pungo sentì le mie costole muoversi, quindi lo guardai negli occhi mentre i ragazzi ci dividevano, stavamo soffrendo, ma questo era la giusta punizione per aver toccato il mio orgoglio, mio piccolo Colton.



Le immagini della lite mi tornavano in mente, ogni singolo pugno, ogni singola fitta che avevo provato quando Colton mi colpiva, mi faceva male ancora, come se mi stesse colpendo in quel momento.


Strattonai i miei amici e scappai, corsi verso la mia Range Rover e prima di partire tirai un tiro profondo, e accecato dal dolore e dalla rabbia mi diressi verso Miranda. Stava facendo un grande errore, ma lui di lei ne aveva bisogno. E anche tanto. 





~ writer's corner ~
mi dispiace essere mancata, ma avevo da fare, e ho da fare anche ora, quindi è davvero un fatto straordinario se mi sono connessa, infatti scappo subito!
Mi dispiace non poter rispondere alle recensioni, mi rifarò in questo capitolo, lo giuro.
Vi amo, sempre per tutti i complimenti, e tutto ciò che dite di bello su questa storia a cui io tengo davvero molto!

Continuo a 13 recensioni.
Lo volevo dire soltanto perchè ho tante visualizzazioni, ma nessuno recensisce, cioè in poche lo fanno rispetto alle recensioni.
Se ottengo 13 recensioni lo pubblico appena si arriva al numero, oppure dovete aspettare il 15 febbraio per leggere un altro capitolo :)
Ok, ora vado a studiare.
Vi lascio allo spoiler: e vi avviso che sarà un capitolo lunghissimo e pieno di sorprese.
Al prossimo capitolo.
xx





Spoiler cap. 9


“Troia..” notai che gli tremò la mano quando pronunciai quella parola, che non le aggettivavo da un anno e mezzo.

“E’ successo un anno e mezzo fa, non puoi continuare ad attaccarti su questo quando discutiamo, perché non ti hanno donato un cervello quando sei nato?”

Principessa, non si può avere tutto, sono fin troppo bello, non potevo essere anche intelligente, non credi?” ghignai, mi sarò dato anche del deficiente, ma lei odiava quando mi facevo i complimenti da solo, quindi pensai di punzecchiarla come sempre.

 

  
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