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Autore: AgelessIce    08/02/2013    3 recensioni
-Che il tempio sia in movimento è un dato di fatto.
Semplicemente, sto ignorando la situazione.
Non ho la forza, né la volontà, per indagare.
L’ultima battaglia mi ha portato via più di quanto il mio spirito riesca a sopportare.-
-“Non vuoi farmi vedere il tuo viso per le leggi del santuario? “
E scuoto leggermente la testa, dondolando i piedi.
“ Prometti di non ridere, se te lo dico?”
Annuisce, serio, mordendosi appena il labbro inferiore.-
-E mi do’ della sciocca cento volte, e cento volte ancora, quando sento l’urlo soffocato alle mie spalle.
Perché, al momento, non è il cavaliere di Pegasus a necessitare di protezione.
È la sua maestra, ad essere instabile.
Ed, infatti, è lei ad essere riversa al suolo, un rivolo di sangue che sgorga al di sotto della maschera.-
- Aiolia X Marin, fondamentalmente u.u
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eagle Marin, Leo Aiolia, Ophiuchus Shaina, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aquila decaduta

Illusione

-Ikki POV-

Ho combattuto più volte al fianco di mio fratello.
Conosco la sua forza, sebbene lui continui a tenerla celata per amore del prossimo.

E se anche questi fossero nemici temibili, so che non avremo grosse difficoltà.
Abbiamo affrontato avversari più forti.
Abbiamo affrontato gli stessi dei.

“Qual è il vostro nome, cavalieri?”
E lo chiedo perché mi piace conoscere il nome dei miei avversari.

“Ha davvero importanza? Siamo guerrieri della giustizia, conta solo questo.”
Ed è dannatamente divertente, sentirli parlare di giustizia.

Nemesis non è una dea giusta.
È sadica e crudele.

Non ha alcun interesse nel benessere degli uomini, tutto ciò che le importa è avere dei burattini con cui giocare.
Un modo assurdo per passare il tempo.

Sorrido, sbuffando appena.

“È ad Atena che dovete fiducia, se vi proclamate uomini di giustizia. Non a Nemesis, che è una dea malvagia!”
E le parole di Shun sono sufficienti a spronarli a combattere.

Perché sanno che ha ragione.
Ma  a loro non importa, perché quella della giustizia è una scusa come un’altra.
E non si degnano nemmeno di urlare un avvertimento, quando si lanciano all’attacco.

Guardo con la coda dell’occhio mio fratello, che ha già disposto a difesa la catena.
E so che non devo nemmeno preoccuparmi di parare il colpo.

***

-Seiya POV-

E mi sento rabbrividire, quando avverto l’esplosione di un potentissimo cosmo dorato, durato un istante appena,  e proveniente dalla 13° casa.
Le stanze di Saori.

E sebbene non sembrasse un cosmo ostile, anzi, aveva qualcosa di stranamente familiare, non posso che temere per la mia dea.
Era come se il sole stesso avesse brillato in quel luogo.
Ed il sole è un nemico pericoloso.

Lancio un ultimo fulmine, eliminando i soldati rimasti a frapporsi tra me e l’uscita, e mi volto a guardare l’ingresso per un secondo.

Quello che ho avvertito, nella prima casa, era sicuramente il cosmo della mia maestra.
Eppure non l’ho mai sentito brillare in questo modo.

***

-Shaina POV-

E sono felice di sapere che la mia presenza non è necessaria, che Marin sa cavarsela benissimo da sola.

E sono terribilmente preoccupata, perché so che quella che ho di fronte non è l’aquila d’argento.

Marin non si comporta in questo modo.
E mi spaventa, perché nonostante il suo cosmo sia colmo di brillante disperazione, il suo volto metallico è inespressivo.

Le sue intenzioni, le sue emozioni più nascoste, sono al sicuro dietro quella maschera.
E tremo, al pensiero dei suoi occhi colmi d’odio.
Perché solo l’odio può muovere qualcuno in questo modo.

Attacca senza una strategia, senza pietà alcuna, e non si ferma neanche quando nota che quella donna è ormai inerme.
Che ha da tempo smesso di reagire ai suoi colpi.
Che i suoi occhi sono spenti.

Ed è terribilmente strano.
Perché sono sempre stata io, quella iraconda.
Marin è sempre stata controllata.
Ogni sua mossa sempre calcolata.
E ha sempre cercato di risparmiare il suo nemico.

“Marin, smettila, è morta.”
Ed è come se non mi avesse nemmeno sentita.

Mi avvicino, decisa, portando una mano sulla sua spalla.
E lei si volta, sussultando al contatto, guardandomi con quegli occhi di metallo.
E finalmente il corpo di Alphekka è libero di cadere al suolo, non più sottoposto ai colpi dell’aquila.

E lei porta il suo sguardo a quel cadavere, e il suo cosmo si quieta.
E le sue gambe cedono.
E poi mi guarda, come per scusarsi, come per trovare un senso alla brutalità dei suoi attacchi.
All’inumanità del suo comportamento.

“Aveva macchiato la sua memoria, Shaina”
Sussurra, sconvolta.

“Aveva macchiato la sua memoria ed io ho perso me stessa.”
E, ancora, non piange.

La sua voce trema, è incerta, come se stesse ancora assimilando l’accaduto.
Ma ancora non piange.

“Alzati. Dobbiamo proseguire.”
Ed il mio è un ordine.
Perché non importa quanto sia male.
Dobbiamo raggiungere Atena.

***

-Marin POV-

       

E so che Shaina ha ragione.

Ma come posso combattere nel nome della giustizia, quando ho appena privato della vita una donna a sangue freddo?

Perché non l’ho uccisa per Atena       .

---

Mi tengo pronta al suo attacco, in posizione di difesa.
E lei, invece, scoppia a ridere.

“Credi davvero di poterti difendere da me?”
Aspetto in silenzio, assestandomi meglio.

“Non puoi nascondermi il tuo cuore, sacerdotessa.”
E sorride, diabolica, mentre traccia con le mani la sua costellazione.

“Incoronazione dell’anima: Corona Boreale!”
E la sua voce suona lontana, soffocata dalle immagini che -inspiegabilmente- mi ritrovo ad osservare.

È questo il suo attacco?

Mi concentro sull’ambiente nel quale mi ritrovo catapultata, e rabbrividisco.
L’uomo davanti a me, di spalle, il proprietario del caldo cosmo che mi avvolge… Non può essere.

“Aiolia…”
E non mi rendo nemmeno conto di aver pronunciato il suo nome ad alta voce.
Lui si volta verso di me, e mi ritrovo ad indietreggiare.
Il suo volto, pur mantenendo i familiari lineamenti del cavaliere del leone, è deturpato da un’espressione che non gli appartiene.

Maliziosa e malvagia allo stesso tempo.
E fa un passo verso di me, tendendo la mano.

“Mostrami il tuo volto, Marin.”
E la sua voce è malata.
Continuo ad indietreggiare, fino a ritrovarmi con le spalle contro la ruvida corteccia di un albero.
Ridicolo.

“Perché scappi da me? So che anche tu vuoi che io ti veda.”
E sorride di sbieco.
Malato.
Stringo la presa sul suo braccio, che era teso a privarmi della maschera.

“Non osare oppormi resistenza.”
E il suo tono è dannatamente crudele, privo del suo solito calore.

E colpisce la mia mente come una lama affilata.
E per un secondo, uno soltanto, ho paura.

Ma lui non è Aiolia.

E mando già il senso di nausea, ed ignoro il dolore al petto.
E scaglio contro di lui il mio colpo più forte.
E l’illusione scompare.

Ed io ho perso me stessa.

***

 

-Hyoga POV-

A questo cavaliere è andata davvero male.
Un getto d’acqua, per quanto violento, non è sufficiente a stendere il dragone.
E la sua temperatura, per quanto bassa, non è nulla paragonata alle acque della Siberia, al mare dove riposa mia madre.
 
“Arrenditi,  cavaliere. La tua non è una dea giusta.”
E come sempre Shiryu cerca di convincere il nemico a redimersi, a comprendere che non siamo noi a dover essere puniti.
 
“Se credi che mi arrenderò solo perché uno dei miei colpi non ha avuto effetto ti sbagli di grosso, dragone.”

E sorride, rompendo il ghiaccio che bloccava il suo braccio e tracciando in aria le stelle della sua costellazione.

“Preparatevi alla difesa! Prigione d’acqua: Eridano!”
E mi ritrovo rinchiuso in una sfera d’acqua.

Trattengo svelto il respiro, abituato a restare in apnea.
Provo a muovere le braccia, senza grossi risultati.
È decisamente insolita, come prigione.

Ma non è sufficiente ad incatenare il cigno.
Sono sopravvissuto alla teca di cristallo del mio maestro.
Sarebbe come disonorarlo, se mi facessi sopraffare in questo modo.

***

-Shiryu POV-

Il suo attacco mi ha preso alla sprovvista.
E per un  secondo sento l’acqua che lenta pretende di invadere i miei polmoni.

Mi affretto a trattenere il respiro, ma è la temperatura il problema.
Avverto il freddo penetrarmi nella pelle, congelarmi le ossa.
Devo uscire da questa… bolla, il prima possibile.

Porto lo sguardo a Hyoga, che è nella mia stessa situazione.
Ha chiuso gli occhi , e l’acqua che lo circonda comincia a ghiacciarsi.
Non ci mette molto ad infrangerla e liberarsi.

“Non avrai pensato davvero di potermi eliminare con un attacco così debole?”
E per un secondo il cigno sembra il ragazzo spavaldo della guerra galattica.

“Adesso spetta a te difenderti, preparati!”

Espando il mio cosmo, concentrando la mia energia, e riesco a dissipare il liquido che mi imprigionava.
Mi ritrovo a cadere pesantemente al suolo, tossendo, la mia mobilità limitata dal freddo pungente che mi avvolge.
Alzo il volto appena in tempo per notare la posizione di Hyoga.
L’Aurora Execution.

“Fai ancora in tempo ad arrenderti, cavaliere di Nemesis. Ma se ti ostini ad ostacolare la nostra avanzata per la salvezza di Atena, il mio colpo non ti lascerà scampo.”
E nei suoi occhi si legge tutta la glacialità del suo elemento, forse per la prima volta.
E vedo Achernar tremare per un secondo, spalancando gli occhi, per poi assumere assumere una posizione di difesa.

“Aurora execution!”
E quando la cascata di ghiaccio sta per colpirlo sorride –inspiegabilmente-.

E sebbene il suo corpo ghiacciato s’infranga al suolo, ho un pessimo presentimento.
Dobbiamo sbrigarci a proseguire.
Questo cavaliere era troppo debole, per essere stato mandato davvero per eliminarci.

***

-Shun POV-

Il loro attacco, un’ondata di pura energia, si ferma di fronte alla mia catena.
Perché è stata temprata da numerose battaglie, dallo stesso sangue di Atena.
Non si spezzerà, non importa quanto duramente colpiranno.

“Arrendetevi, cavalieri!”
E mi rendo conto che il mio tono è più simile ad una supplica, che ad un consiglio.
Ma non faccio nulla per correggerlo, perché infondo sono davvero stanco di combattere.
Perché non voglio più privare qualcuno della vita.

“Arrenderci? E perché dovremmo? Non sarà certo una banale catenella, ad intimorirci.”
Ed ignoro il tono ironico con il quale hanno parlato –in coro, neanche si fossero messi d’accordo-

E quando le ali della fenice colpiscono uno dei due fratelli, facendolo cadere al suolo, l’altro sembra non preoccuparsi per nulla.
Guarda il corpo del compagno per un secondo appena,  per poi voltarsi verso di noi.

E quel cavaliere senza nome sorride, quasi serenamente.
E qualcuno di malvagio non può sorridere in questo modo.

“Non importa se ci sconfiggiate, guerrieri di Atena. Altri verranno, ben più forti di noi, e sarà quella la vostra vera prova”

Ed è con lo stesso sorriso, che si scaglia contro Ikki, senza alcuna logica.

Ed è per difendersi, che lui utilizza lo stesso colpo riservato al compagno.

Ed è ancora con il sorriso che quell’uomo si accascia al suolo, sfiorando con la mano il corpo del fratello, sanguinante, vittima della tecnica di mio fratello.
 
E non mi spiego perché abbia parlato di una prova.
Che il loro intento non sia semplicemente quello di privarci della vita?
 
 

Salve a tutti!
L'idea originale era quella di aggioranre la settimana prossima, ma non ho resistito.
Perché?
Perché questo capitolo mi piace particolarmente. 
Cioè, tralasciando il fatto che io sia pessima a narrare dei combattimenti -Ma tranquilli, non ho deciso di punto in bianco che i nostri eroi siano degli esseri imbattibili, un po' di sangue lo verseranno anche loro. Tutto a suo tempo (?)-, sono soddisfatta di come sia uscito il POV di Marin.
Si, è miracoloso, io  non sono mai soddisfatta di niente, quindi siate gentili e non ditemi che fa schifo, altrimenti cado in depressione (?)
Spero vi sia piaciuto, e che sia risultato IC ^^
-Lo so, Marin non è il tipo che mostra le proprio debolezze ai primi che passano, ma spiegherò tutto. Abbiate pazienza (?)-
A presto!
  
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