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Autore: chocobanana_    08/02/2013    3 recensioni
[ Kirino/Jeanne ][ Romantico/ Angst ][ Giallo ][ Missing Moments ][ Het ]
Ispirazione improvvisa, coppia che m'ispirava, credo sia abbastanza malinconica.
Ci tengo a dire che non seguo Chrono Stone, e gli episodi di Jeanne li ho visti sfalzati -uuuh, devo rimediare.
Buona Lettura
Camy
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“Kirino perché ti ostini a non voler studiare la storia?”
“Non mi piace ciò che racconta quella materia. E’ terribilmente triste.”
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kirino Ranmaru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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.:Ciò che racconta la storia:.
 
{Stai piangendo? Non farlo. Vorrei vedere un tuo sorriso}

 
Gli occhi acquamarina puntati sul libro di storia, avrebbe voluto chiudere quelle stupide pagine e andare a fare altro, ma gli era stato ordinato di finire i compiti; un’altra insufficienza in storia e gli avrebbero tolto gli allenamenti.
Kirino sbuffò, le dita che sfioravano i sottili fogli di carta.
“Che noia.” Disse a bassa voce; si era sempre chiesto quella stupida materia a cosa servisse!
Il suo sguardo scrutava le lettere nere, assimilava lentamente le parole.
Sua madre lo chiamò dal piano di sotto: voleva che andasse a cenare!
Il rosa roteò gli occhi, prese una matita e la mise nel libro, l’ultima cosa che lesse fu riguardo una certa guerra dei cent’anni.
Più giù c’era qualcosa su una ragazza che sembrava aver combattuto durante quella guerra, ma lui non getto lo sguardo su quelle righe.
Jeanne D’Arc.
 
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Kirino fissò il terreno fangoso, le labbra dischiuse e un’espressione stupita; guardava la ragazza di fronte a lui, continuava a sorridergli, dolcemente.
Gli occhi azzurro chiaro e i capelli lunghi e biondi, gli occhiali che la facevano sembrare una ragazza timida e insicura.
Gli occhi del rosa si spalancarono quando si ritrovo la mano della ragazza davanti al viso.
“Jeanne.” Mormorò lei.
Tenma gli si affiancò, salutandola e presentandosi.
Kirino guardò un’ultima volta la ragazza, perplesso e confuso, con un lieve rossore sul volto.
Quella faccenda di viaggiare nel tempo ormai non lo stupiva più; incontrare personaggi storici, popoli antichi non era più così strano, come se si fosse abituato, in un certo senso.
Da quando avevano incontrato Jeanne aveva uno strano presentimento, un pensiero così vicino che, però, lui non era in gradi di afferrare; nel momento in cui lei aveva pronunciato il proprio Kirino aveva pensati che fosse familiare, ma probabilmente in Francia c’erano milioni di ragazze con quel nome e magari lui l’aveva sentito o letto da qualche parte, forse parlando con i propri compagni, forse vagando su internet.
Il turbamento di Kirino era accompagnato da una gran voglia di abbracciarla e proteggerla, semplicemente perché gli sembrava così piccola e indifesa, e perché in un certo senso gli piaceva.
 
“Credi in te stessa.” Aveva detto. “Non arrenderti.”
Parole che per lei erano state importantissime; aveva sentito il cuore battere a mille, e non era  solo riconoscenza o ammirazione, no.
Si era slanciata in avanti e l’aveva abbracciato, per salutarlo, anche se avrebbe voluto non vederlo andare via.
Kirino l’aveva stretta a sé, continuando a negare a sé stesso che le sarebbe mancata, le sarebbe mancato il suo sorriso, i suoi occhi, i suoi capelli, la sua voce.
Ognuno sarebbe andato per la sua strada. Non si sarebbero più visti, ovviamente.
Si era innamorato? Eppure sapeva benissimo che aveva una casa in cui tornare, in un epoca lontana. Lui non apparteneva a quel tempo.
“Mi mancherai.” Sussurrò alla ragazza.
Lei si asciugò le lacrime e gli lasciò qualcosa tra le mani: una caramella.
Kirino le sorrise e l’abbracciò ancora.
 
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Kirino si risedette alla scrivania, aveva mal di stomaco.
Maledetta sua madre e le sue pizzette fritte!
Le odiava, odiava quello che la donna ci metteva dentro e odiava essere costretto a mangiarne troppe.
Il rosa sbuffò; di nuovo faccia a faccia con quel maledetto libro di storia.
Lo aprì e prese tra le dita la matita blu, cercò il punto dov’era arrivato, lesse velocemente le righe già viste.
Sentì un dolore nel petto, le lacrime salire, una strana rabbia crescergli dentro.
Lei. Sì, lei. Il suo nome, lì in quel libro, scritto in grassetto, evidenziato.
Jeanne D’Arc, la ragazza dal sorriso timido e una determinazione senza eguali.
Lei che lo aveva aiutato, che lo aveva fatto sentire felice, anche se per poco tempo.
In quel momento davanti ai suoi occhi apparve una grossa folla di gente, un rogo, delle fiamme, del fumo, il suo sorriso mentre finiva tutto, mentre si allontanava da quel mondo che non era stato pronto ad essere luogo di nascita di una persona bella come Jeanne.
Lei che aveva combattuto per il suo paese fino alla morte.
E invece quella gente che lei aveva provato a difendere, era stata la stessa che l’aveva venduta, che l’aveva ammazzata.
Kirino si alzò dalla sedia e si poggiò i palmi delle mani sul viso, si morse il labbro, mentre le lacrime gli rigavano il volto.
Si maledisse per tutto quello che le aveva detto, si maledisse per non aver fatto niente.
Ma in fondo non avrebbe potuto cambiare la storia.
Si maledisse semplicemente perché l’amava e perché non gliel’aveva detto.
Si sedette sul letto, poggiò il capo sul cuscino, chiuse gli occhi.
Sperò fosse solo un incubo, ma quando li riaprì, ore dopo, non era cambiato niente.
 
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“Kirino RanMaru, interrogato.”
Il rosa alzò gli occhi, vuoti e vacui, lasciò andare la penna che teneva tra le labbra e si alzò lentamente per avvicinarsi alla cattedra.
“Parlaci di Jeanne D’Arc.”
Shindou, che lo stava osservando da più di dieci minuti, lo guardò affranto e preoccupato.
L’aveva ascoltato, l’aveva consolato, aveva cercato di aiutarlo, ma Kirino stava affrontando la dura realtà, e Shindou, più che parlargli non poteva fare nulla.
“Lei era…” Kirino ebbe un fremito, serrò i pugni, sentì le lacrime pizzicare. “Lei fu un eroina francese, vissuta nella guerra dei cent’anni combattuta tra Francia e Inghilterra… e lei doveva essere la ragazza più sincera e determinata che la storia abbia mai visto.”
La professoressa lo guardò perplessa, ma non osò dire nulla.
“Doveva avere un sorriso meraviglioso.” Sussurrò a bassa voce il ragazzo dagli occhi acquamarina, il suo sguardo che fissava un punto imprecisato fuori dalla finestra; stava solo pensando ai paesaggi della Francia del trecento, pregando di poter rivedere il sorriso di quella dolce ragazza che aveva salvato lui e un’intera nazione.
 

{ Se penso a te, è impossibile fermare le lacrime }

 
“Kirino perché ti ostini a non voler studiare la storia?” Sua madre lo fissava severa, con le mani sui fianchi e un’espressione corrucciata.
L’alto fece spallucce. “Non mi piace ciò che racconta quella materia. E’ terribilmente triste.”
 
 

---FINE---

 
 
.:Angolo dell’autrice:.
 
Alloraaaaa (?), sera.
Ho poche cose da dire, credo.
Numero uno: amo questa coppia, ultimamente sono troppo fissata <3
Numero due: Non ho visto gli episodi di GO Chrono Stone, solo la parte della caramella, perché tutto ciò mi fa tristezza ;w;
Numero tre: l’ho pubblicataaaaa (?). Sono commossa perché la Cognata mi ha detto che ci teneva a leggerla çuç
Spero possa piacervi <3
Ho pianto mentre la scrivevo, ma ok (?).
Amo Jeanne D’Arc, cioè, è una grande figura storica c:
Ora vado davvero <3
Camy

   
 
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